Alone

Se dovessi parlare di me dovrei solamente dire di il come io quanto dolore ho dovuto patire per anni, sia nella
maggior parte degli anni scolastici che quando cerco di poter fare amicizia.
Ma se propio devo dire un pò di me, allora parto subito dall'inizio:
Il mio nome è Asuka, e ai tempi non mi andava molto di stare con altre persone al di fuori della mia famiglia.
All'asilo, ero sempre in un'angolino a giocare con il primo giocattolo che mi capita. Non riuscendo a stare
bene con gli altri, tendevo molte volte ad usare la violenza contro chi prendeva in giro me e la mia famiglia.
"Pel di carota, pel di carota" così all'asilo mi chiamavano, tanto da perfino darmi della teppista a causa
della mia rabbia con chi mi soprannominava così. Non riuscivo ad adeguarmi nemmeno con le maestre, che erano
le uniche che potevano riuscire ad aiutarmi in questa situazione. Appena compiuti i sei anni, decisi di
voler chiedere ai miei genitori di potermi portare subito all'elementari. Là fu tutto diverso, ma non in senso
buono, infatti, appena entrai da quella porta, tutti cominciarono a criticarmi per il mio modo di vestirmi,
i miei capelli, il mio modo di parlare e addirittura il mio carattere. E dopo tanti anni passati là, in quella
scuola elementare, ho scoperto che non c'è cosa peggiore dell'asilo: Le ragazze erano le stesse: dolci, carine
e sempre con il sorriso sulle labbra, perfino i maschi erano gli stessi. Solo una cosa però cambiò:
Il fatto che oramai, se vuoi essere amico di qualcuno, segui la stessa moda degli altri. Finito il
primo anno, cominciai anche il secondo, poi il terzo, poi il quarto per poi arrivare subito dopo
in quell'anno infernale, che mai riuscirò a scordarmi: Il quinto anno.
C'erano i soliti compagni, solo che poi ne arrivarono anche altri, che da fuori possono sembrare
persone oneste e con grandi ideali, ma dentro di loro si cela un grande spazio di falsità.
Subivo oltre a moltissimi insulti, anche degli atti di bullismo, che tendevano a stressarmi talmente tanto
da farmi diventare una belva feroce, il quale il suo unico obbiettivo è quello di difendersi da i suoi nemici.
Poi cominciai anche le medie, il quale i primi due anni, cominciai bene, anche se continuavano gli insulti e le
prese in giro. Solo all'ultimo anno riuscii a diventare una vera e propia macchina pronta ad uccidere da un
momento all'altro senza tregua. Mi dovetti sorbire moltissimi maltrattamenti da parte di una persona che segnò
i miei primi anni di pazzia. Sebbene anche lei avesse molti problemi che erano un pò meno peggio dei miei, la
cosa che più mi faceva andare in bestia, era il suo tenere questa specie di falsa maschera davanti agli altri
per poi mostrare dinanzi a me la sua parte peggiore. Questo mi faceva venire di più lo sforzo di pensare solo
allo studio per poter fare un liceo e di poter prendere il diploma. E mi resi subito conto che l'unica cosa che
potrebbe farmi stare tranquilla è la solitudine. Da quando andai alle elementari, ancora non capivo come
veramente mi sentivo, se o ero io che ero troppo eccentrica o era solamente il mio volere di rimanere da sola.
Lontana dalla falsità, lontana da tutti, perfino dalle uniche amiche di cui mi potevo fidare.
Infatti mi chiedevo, a che serve cercare di poter cercare la felicità se in questo mondo ormai marcio le
speranze sono ormai inutili? Perchè cercare di insistere se poi sono sempre colei che è sempre la persona
infelice. Sì, forse veramente mi merito di rimanere da sola, infondo sono solo una stupida e ingenua
pel di carota.