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Autore: Laly_94    16/11/2013    2 recensioni
Lui cantava per me, lui si confidava con me, e io volevo da lui una cosa che lui non mi poteva dare.
L’amore.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ed Sheeran, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1 – You Belong With Me


 
Oh I remember you driving to my house in the middle of the night 
I'm the one who makes you laugh when you know you're about to cry 
I know your favorite songs and you tell me about your dreams 
I think I know where you belong. I think I know it's with me. 

You Belong With Me – Taylor Swift
Lui cantava per me, lui si confidava con me, e io volevo da lui una cosa che lui non mi poteva dare.
L’amore.
Io avevo i capelli neri, non ero molto alta, e ero abbastanza magra, lui invece era rosso leggermente riccioluto e assolutamente perfetto con un timbro di voce che faceva venire i brividi.
Ci conoscevamo da quando avevamo sette anni, andavamo a scuola insieme, era il migliore amico che avessi mai avuto, ovviamente io ero innamorata pazza di lui; gli avevo regalato la sua prima chitarra e da lì aveva iniziato a prendere lezioni di chitarra e di canto, dopo ogni lezione veniva a casa mia e mi faceva sentire qualche pezzo; la cosa continuava tutt’ora, all’età di diciannove anni succedeva ancora, e sentire la sua voce era sempre un emozione indescrivibile.
A quattordici anni si era messo insieme a una ragazza, erano stati insieme quattro anni e poi lei l’aveva l’asciato, era un anno che lo tradiva, e lui ci era rimasto talmente tanto male che mi aveva fatto una promessa: non si sarebbe più messo insieme a una ragazza per un po’…
Quindi ora… ora non avrei avuto più neanche mezza possibilità.
Eravamo in giro quel giorno, doveva comprare un’altra chitarra, sarebbe stata la sua terza, la prima che gli avevo regalato io la usava solo quando cantava per me, per il resto usava la seconda, ma non andava bene, era quella vecchia  di suo nonno e a lui ne serviva una nuova.
-allora sai già come la vuoi questa chitarra?- chiesi imbarazzata, mi teneva per mano, agli occhi delle persone potevamo sembrare fidanzati, per noi invece era normale.
-una chitarra classica, molto semplice… dio sono emozionato! Sono felice che ci sia tu a prenderla con me e non qualcun altro!- mi disse stringendomi la mano.
-anche io sono felice di essere qui con te!- dissi sorridendogli, lui mi sorrise, aveva il sorriso più bello del mondo, sorrideva sempre con me e gli uscivano le fossette, e io non potevo fare a meno di toccargliele, ma in pubblico mi contenevo.
-eccoci, entriamo.- mi disse aprendo la porta del negozio facendomi entrare.
Io entrai dopo di lui e pochi minuti dopo stava già provando una Gibson classica.
-com’è?- chiesi, non me ne intendevo molto di chitarre…
-la sto accordando, ti canto un pezzo di una canzone che sto scrivendo per te… ti va?- mi chiese tenendo sempre gli occhi sulla chitarra; mi stava scrivendo una canzone?!
-mi stai scrivendo una canzone?- chiesi incredula.
-per celebrare quello che c’è tra di noi.- disse sorridendo, sempre però senza togliere gli occhi dalla chitarra.
-pronta?- mi chiese poi, questa volta mmi guardò, e io annuii sorridente.
Partì strimpellando le prime note, e poi iniziò a cantare.
-And would you ever feel guilty if you did the same to me, Could you make me a cup of tea to open my eyes in the right way… and I know you love Shrek because we've watched it 12 times, and maybe we're hoping for a fairytale too… And if your DVD breaks today you should've got a VCR Because I've never owned a blue ray, true say…-finito mi guardò, avevo quasi le lacrime agli occhi.
-com’è?- chiesi parlando della chitarra.
-tu devi dirmi com’è.-
-la canzone è stupenda! Quando la finirai?-
-ehm… non so… ho pronti un paio di versi ma non so… vedo! Magari per il tuo compleanno!- mi disse sorridente.
-ma il mio compleanno è tra cinque mesi!- protestai.
-lo so!- disse sorridendo.
-comunque la chitarra mi piace… la prendo!- continuò successivamente.
-perfetto! Allora andiamo!- dissi saltellando.
Venti minuti dopo ci trovammo al bar davanti a una cioccolata calda, teneva ben stretta la sua chitarra, iniziammo a parlare di scemate ma poi ci bloccammo anche con le risate…
-beata chi ti prende!- sospirai, forse con la voce un po’ più alta perché mi sentì.
-per ora nessuna! E anche per molto tempo! Tu invece… dovresti trovarti un ragazzo!- mi disse tenendo stretta in una mano la tazza, io abbassai lo sguardo.
-che hai? Ho detto qualcosa che non va? Sei la mia migliore amica sai che mi puoi dire tutto!-
-la tua migliore amica eh? Beh, in effetti c’è qualcuno che mi piace!- dissi sorridendo sperare di sembrare sarcastica, ma lui mi prese sul serio.
-ah si? E chi è? Com’è fatto??- ci pensai un po’ sue poi mi venne in mente un suo amico.
-beh, è moro ricciolo… e ha gli occhi verdi, è… simpatico ma… a lui non interesso!- dissi, l’ultima parte almeno era vero, a lui non importava di me, almeno, a lui non importava di me come fidanzata.
-oddio P. non ci credo! Non dirmi che è Harry!- esclamò, forse un po’ troppo ad alta voce.
P. uno stupido nomignolo che mi aveva dato anni perché mi piacevano i pinguini.
-già.- dissi sorridendo abbassando lo sguardo.
-va che gli interessi! Me lo dice sempre che vorrebbe averti!- “che culo!” pensai.
-davvero? Wow!- -ehi che ne dici se una sera torno con lui da canto e passiamo da te… almeno magari il cupido qui presente farà qualcosa di nuovo per la sua P.- disse sorridente.
-Ed smettila!- dissi sorridendo, la sua faccia in quel momento era così divertente che non potevi non ridere.
-ok! ehi, stasera! Stasera torno con lui… deciso!- mi disse con un tono che non ammetteva repliche, e non replicai, mi limitai a sorseggiare la mia cioccolata.
Mi accompagnò a casa e poi mi salutò non abitava molto lontano da me, la sua finestra della camera e la mia si affacciavano sullo stesso giardino, quindi parlavamo spesso così, cantava per me quando ero stanca, e a volte mi cullava finchè non mi addormentavo.
Sembravamo due bambini ma finchè potevo godermelo, mi andava bene anche così.
Salii in camera mia e mi sdraiai sul letto, era difficile continuare a sorridere quando volevo solo sparire, il mio letto era appoggiato al muro, e proprio davanti a me c’era la finestra, da lì avevo una perfetta visuale della stanza di Ed, riuscivo a vedere il suo letto sfatto, tutto il disordine che regnava in quella stanza e la sua chitarra, quella che gli avevo regalato io.
Sopra avevo disegnato una zampa di leone, lui mi aveva chiesto di firmarla quando avevamo dieci anni e io avevo fatto quel disegno, sorrisi, ogni anno, al suo compleanno, ripassavo quel disegno.
Non seppi quanto rimasi a fissare la chitarra,mi svegliai quando un Ed coperto solo da un asciugamano e con i capelli bagnati comparve sorridente davanti alla finestra, io gli sorrisi.
Quell’immagine mi mozzò il fiato, non era magro e palestrato, ma io non ci trovavo nesun difetto, per me era bellissimo, perfetto.
Chiuse le tende sempre sorridendo, che scema! pensavo davvero che si sarebbe vestito davanti a me?
In quel momento sentii bussare alla porta della mia camera.
-chi è?- chiesi.
-sono Lisette! Posso entrare?-
-certo! entra…- dissi.
Lisette era mia sorella, la mia gemella, eravamo molto legate, lei sapeva tutto, tutto anche del mio amore per Ed, non erano molto amici loro due perché lei aveva sempre avuto gusti molto diversi dai miei in fatto di amici e di ragazzi.
Entrò.
-stai parlando con Ed? ti disturbo?- mi chiese lei sorridendo.
-no traquilla! Ha appena chiuso le tende perché è appena uscito dalla doccia… dimmi volevi qualcosa in particolare?- chiesi.
-no solo… volevo solo parlare un po’ con la mia sorellina!- mi disse.
-solo di un minuto e mezzo!- dissi sorridendole.
-ma come siamo carine Lise!- continuai poi.
-ti piaccio?- disse vantandosi sorridendo, si fece osservare.
Indossava un paio di decoltè nere lucide, un paio di jeans neri a sigaretta che le stringevano le gambe, una camicetta bianca e un giacchino nero legato con una cintura sotto al seno, i capelli erano lisci e biondi; sì lei era tinta.
-sei stupenda! Ma dove devi andare così?- chiesi.
-sai mamma esce con la mamma di Ed e io… esco con un ragazzo… finalmente mi ha chiesto di uscire! Non vedevo l’ora!- mi disse lei sorridente saltellando, subito dopo si sedette sul letto davanti a me.
-ma chi quello pieno di tatuaggi che c’era ieri qui?- chiesi scettica.
-parli dei suoi tatuaggi come se Ed non fosse pieno anche lui!- disse scherzosa.
-che scema che sei!- le dissi spingendola dalla spalla scherzosamente.
-scherzo lo sai! E comunque… dì è lui!-
-aspetta… com’è che si chiama? Daniel?- chiesi tentando di ricordare.
-chiamalo Danny ti prego! O Dan… ma non Daniel!- mi disse allargando le braccia sorridendo.
-ok… allora stasera non c’è bisogno che andiamo in taverna io e Ed… possiamo stare in salone… ah! Viene anche Harry stasera!- le dissi mordendomi un labbro.
-Harry? Il suo amico?- mi chiese.
-sì! Perché ho combinato un casino!-
-che è successo?-
-mi ha chiesto se mi piaceva qualcuno e io ho pensato subito a descrivergli Harry e… ecco, ora vuole fare il mio cupido!- le dissi tutto d’un fiato.
-cupido? Ma che… Hilly tu sei fuori!- mi disse lei. Hilly perché il mio nome era Hilary alla fine e non P., P. mi chiamava solo lui.
-lo so! Sono un’idiota!- le vibrò il telefono, la visi osservare lo schermo e subito dopo si aprì in un meraviglioso sorriso e le si illuminarono gli occhi.
-Danny? dimmi! Certo! arrivo!- disse e poi attaccò.
-allora, il mio appuntamento è arrivato… quindi… teniamo in sospeso e domani ne parliamo ok? mi disse lei sorridendomi dispiaciuta.
-va bene! Mi raccomando stà attenta!- sorrisi io.
-tranquilla! A domani!- mi disse, si alzò e mi diede un bacio sulla guancia, poi corse fuori dalla mia stanza.
Io tornai ad osservare la finestra di Ed in cerca di un segnale che arrivò poco dopo, la tenda si aprì e Ed puntò un quaderno verso di me.
“ci vediamo tra un paio d’ore con la tua cotta… Harry volevo dire!”
Lo vidi sorridere, che idiota!
Mi alzai e andai a prendere il mio quaderno, scrissi un “sì” bello grande e glielo feci vedere. lui sorrise e se ne andò salutandomi con la mano.
Rimasi ad osservare la sua finestra, poi abbassai lo sguardo su quel quaderno, li avevo tenuti tutti, c’era una frase che ricorreva in ogni quaderno, una frase che lui non avrebbe mai letto.
“Ti Amo”

Note Dell'autrice

Eccomi alla rscossa con un'altra FF... dopo una sui 5SOS, una OS, una Larry che mi manca molto, e una Ziam ancora in corso... questa volta è su Ed (ovviamente) comunque... fatemi sapere se vi piace, se vi ispira o se devo passare ad altro... XD 

Grazie in anticipo, Laly :3

 
  
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