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Autore: __aris__    17/11/2013    4 recensioni
[My Fair Lady]
Eliza non è mai tornata a Wimpoole Street abbandonando il suo insegnante ad una vita di solitudine. Gli ultimi pensieri del professor Henry Higgins. -- piccola one shot ispirata all'ultima canzone del film/musical: I've grown accustumed to her face. spero vi piaccia e che mi lasciate un commento.
Genere: Sentimentale, Slice of life, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Henry Higgins era il più grande conoscitore della fonetica e della lingua inglese del suo tempo; aveva sempre saputo di avere ciò che con un elegante eufemismo si sarebbe definito “un pessimo temperamento”, ma per tutta la sua vita non lo aveva ritenuto un difetto. Voleva solo l’opportunità di fare ciò che voleva e vivere come gli piaceva, in una tranquilla isola di silenzio dove dedicarsi ai suoi studi; perseguendo ciò che riteneva meglio per sé. Silenzio, filosofia e contemplazione, lontano dai rumori dell’umanità, erano stati i suoi fedeli compagni.
Eppure nei suoi ultimi momenti nulla di tutto questo importava. Certo il Times gli avrebbe dedicato uno splendido necrologio, affidato al migliore dei redattori che sarebbe caduto negli errori più banali che la lingua inglese offre. Ma neppure quello aveva importanza.
Henry Higgins moriva da solo abbandonato dall’unica persona che aveva amato oltre sé stesso.
Come avesse fatto una piccola, sporca, volgare ed insulsa fioraia di strada a renderlo così ... Henry Higgins non lo aveva mai capito! Sapeva che un giorno aveva capito di essere innamorato di lei e di non poter stare senza lei; ma lei non era mai tornata. Eliza aveva sposato Freddy, stupido bamboccione che non aveva lavorato un solo minuto per mantenerla, e si era trasferita a New York dove aveva messo in pratica tutti i suoi insegnamenti. Adesso la vedeva solo nelle foto di qualche articolo di giornale: sembrava felice con quella bambolina impomatata al suo fianco.
Come aveva fatto Eliza ad ignorare per ogni singolo giorno di tutti quegli anni che il suo posto era al 27A di Wimpoole Street? Come aveva fatto a dimenticarlo per quell’imbecille?
Henry Higgins aveva provato a dimenticare Eliza Dolittle! Ci aveva provato talmente tante volte da aver perso il conto! Da quella mattina di primavera il suo umore percorreva incessantemente gli estremi della disperazione e della soddisfazione perché prima o poi sarebbe tornata contrita e pentita a bussare alla sua porta e lui l’avrebbe cacciata come un gattaccio di strada. Ma Eliza non tornò mai e l’unico conforto erano i vinili; li aveva ascoltati tutti, talmente tante volte da averli praticamente distrutti: lui aveva creato la moglie perfetta per il più nobile dei principi e gli era rimasta solo l’ombra di un essere incivile ed insignificante!
Forse fu quando i dischi non poterono più essere ascoltati che il professor Higgins si accorse di stare male.
Cuore. Se lo diceva il medico del re ci poteva credere! Tuttavia poteva un singolo muscolo, per quanto fondamentale per l’esistenza umana, causare tanto dolore? La domanda aveva tormentato ciò che restava di Henry Higgins per quattro lunghi anni, ma anche distillando tutta la sua sapienza il professore non era riuscito a trovare la risposta.
Ma adesso nemmeno questo aveva più importanza!
Tutto ciò che importava era che lei non era lì nemmeno in quell’ultimo momento. Non c’erano i suoi occhi intensi a guardarlo o la sua voce melodiosa per pronunciare parole di conforto. Fu in quel momento che Henry Higgins decise di fare una cosa che il suo orgoglio aveva ripugnato per quindici anni: il professore chiuse gli occhi, decidendo di non riaprirli mai più, ed immaginò cosa sarebbe stata una vita con Eliza.
 
 
 
 
NOTE DELL’AUTRICE: gentile lettore questa ff non doveva essere così; quando ho iniziato a scrivere avevo in mente tutto un altro tipo di storia ma … è andata diversamente!
Devo ammettere che una parte di me vorrebbe che il film, o il musical, terminasse con Higgins che torna a casa solo dopo il colloquio con Eliza, prima ancora che faccia partire il disco. È un finale triste ma più coerente con l’idea originale di Shaw: lo scrittore era talmente contrario all’idea di un lieto fine tra il professore ed Eliza che scrisse un saggio che allegò al Pigmalione.
Caro lettore so di aver ripetuto il nome del professor Higgins un’infinità di volte ma è voluto, per dare senso tangibile all’egocentrismo del personaggio. Spero che la storia ti sia piaciuta e che mi lascerai un piccolo commento.
Al prossimo racconto Aris.
   
 
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