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Autore: DeanHudson5    17/11/2013    2 recensioni
Monologo sui pensieri di Steven Rogers, dal suo arrivo nel 21esimo secolo, fino all'assegnazione della missione avengers!
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Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Seduto sul letto, con lo sguardo fisso verso la finestra, scrutava impercettibilmente il tran-tran di quel secolo, quelle strade così piene di persone e di traffico.
Tutto gli sembrava fuori luogo, quasi sbagliato per certi versi, per un attimo il suo pensiero tornò a quel giorno, il giorno in cui avevano provato a prenderlo in giro, quella farsa però non era durata molto, anzi.
Nessuno poteva prenderlo in giro, per quanto fosse confuso o spiazzato da quel nuovo mondo, aveva subito capito che quelli non erano gli anni quaranta.
La musica alla radio che risuonava nella stanza, si era interrotta non appena lui aveva aperto gli occhi, sostituita dalla partita, una partita a cui lui stesso aveva assistito mesi prima, prima dello schianto tra i ghiacci.
Si era subito guardato intorno, diffidando di quell'infermiera in divisa, che gli si stava avvicinando con un sorriso tirato in volto.
Aveva capito chiaramente che era una truffa, il sorriso forzato della ragazza, la gocciolina di sudore sulla fronte, quasi impercettibile, tutto lasciava pensare che lei avesse quasi paura..paura di lui.
Che fosse tutta una farsa del Teschio Rosso o di qualcuno dell'Hydra? 
Lo aveva pensato ma poi era giunto alla conclusione che l'unica cosa da fare era scappare, correre il più velocemente possibile e non guardarsi indietro.

Ricordava ancora perfettamente quel giorno, la corsa che gli sembrava senza fine, e tutta quella serie di uomini in giacca e cravatta che lo inseguivano senza sosta, incapaci però di stare al suo passo, e poi la luce finalmente, una luce particolarmente forte, quella del sole, che lo aveva costretto a coprirsi gli occhi con il braccio per cercare riparo.
In poco tempo si era ritrovato circondato e inerme, come non si sentiva da tempo ormai, spiegazioni, era tutto quello che chiedeva in quel momento, e gliele diedero, ma nella sua testa tutte quelle informazioni sembrarono confuse, accavallate e senza uno scopo preciso.

Si passò una mano fra i capelli biondi, alzandosi da quel letto e decidendo di uscire dalla stanza.
Congelato, quella era la prima parola che aveva afferrato dal discorso di quell'uomo, Nick Fury.
Non credeva che gli fosse più possibile stupirsi, eppure era successo, era rimasto spiazzato da quella spiegazione; settant'anni nel ghiaccio e nonostante tutto dimostrava ancora diciannove anni, non un anno di più, era sorprendente, sembrava quasi una cosa senza senso, diabolica per certi aspetti, eppure non aveva potuto far altro che accettare il tutto.

Si vestii velocemente, indossando una t-shirt bianca e un paio di jeans, sotto una giacca marrone di pelle, e in pochi secondi uscii di casa, salendo sulla sua moto e raggiungendo un posto in cui non avrebbe mai pensato di arrivare: il Cimitero.

New York era cambiata in settant'anni, le mode, gli eroi, i sogni e le guerre, tutto si era modificato, ma in quel momento a lui importava solo di una cosa..

-Sono un po' in ritardo per l'appuntamento.
So che ti avevo promesso un ballo ma non sono un gran ballerino, quindi credo che sarà per la prossima volta.-

Disse chinandosi e poggiando un mazzo di fiori su quella tomba che gli sembrava finta, non voleva accettarlo, non voleva accettare che tutte le persone a cui teneva avessero perso la vita.
Bucky, Peggie, il Dottor Erskine, il Colonnello Phillips, tutti andati per sempre, mentre lui era vivo, perchè?
Non lo meritava e non avrebbe mai capito il motivo per cui era stato risparmiato dalla morte.
Cosa aveva più degli altri?
Si vergognava quasi, di non aver potuto sconfiggere Hitler, certo lo aveva steso più di duecento volte ma solo nella finzione, non nella realtà.
Scosse la testa, scacciando via quei pensieri, in quel momento voleva pensare solo ad una persona, e quella persona non era lui.
   
 
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