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Autore: maty345    17/11/2013    3 recensioni
Courtney ed Heather sono due orfane, che nella loro vita cercano indizi per scoprire che sia stato il killer
che ha ucciso i loro genitori. Farebbero di tutto per scoprire chi sia stato l'assassino. L'artefice di questo destino così tanto doloroso e sofferente.
Non hanno semplicemente calcolato una cosa:
L'amore.
DXC
AXH
Personaggi principali: Alejandro, Heather, Courtney, Duncan
Personaggi secondari: Inventati
Li scrivo qui perché non riesco a scriverlo nelle categorie
Genere: Azione, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alejandro, Courtney, Duncan, Heather, Nuovo Personaggio | Coppie: Alejandro/Heather, Duncan/Courtney
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Con passo svelto cammino incuriosita per le strade di Toronto. Non ho mai visto una città. Oh meglio, si, durante le gite scolastiche e sui malridotti libri di scuola. Ma per il resto zero. Il nulla più totale, che nemmeno Michael Ende* sa descrivere. la città è coperta da una coltre fitta di nebbia...Ah no, è smog. Questa sostanza aereiforme mi pervande con disgusto le narici, facendomi tossire un paio di volte. Siamo in pieno inverno,, le foglie cominciano a cadere lentamente al suolo,creando un impercettibile rumore. Le strade sono affollate da tanta gente straniera, tutti occupati a fare chissà cosa. Gesticolano con le mani, per lo più.So dove sto andando. Al comune di Toronto. Voglio accertarmi che mia madre sia veramente morta...magari è ancora viva, nascosta da qualche parte del mondo, come in quei classici clichè dove la madre o il padre del protagonista spariscono per il Novanta per cento della serie... Ma che sto dicendo? Solo una persona su un miliardo ha la fortuna di vivere una sitcom, e questo non è il mio caso... Eccomi, dopo queste lunghe riflessioni sono arrivata al comune. Il complesso assomiglia alla riproduzione di un occhio, con due edifici semicircolari che rappresentano le palpebre e un grande centro congressi al centro a riprodurre una pupilla. Mi addentro nell'edificio, e subito il calore dei caloriferi si fa sentire sulla mia pelle. E' una sensazione bella.. rillassante. Quando rientrerò nella casa famiglia sentirò solo freddo e agonia. Metto un piede dopo l'altro e arrivo alla recption. Alla cattedra è seduta una donna di all'incirca trent'anni, dai capelli rossi fiammanti. I suoi occhi verde oliva sono attenti sullo schermo del suo computer, viaggiando tra un file e l'altro. Mastica rumorosamente una cicca in bocca, e lo ammetto, mi fa proprio irritare. Un po' di serietà sul lavoro! Non mi ha ancora notata, così tossisco un paio di volte. 
<< Eh-Ehm... >>
Non si muove di un solo millimetro, anzi, sembra concentrarsi ancora di più sul suo maledetto computer. vorrei tirarle un bel cieffone su quel visino tutto rifatto, ma trattengo i miei istinti omicidi. Batto sulla cattedra un pugno, facendo tremare le scartofie sparpagliate sul tavolo. la donna alza la testa con indifferenza, sbuffando e mostrando la cicca di un colorito rosastro sulla lingua. Mi fa emettere un piccolino lamento di disgustoso, provocando ancora di più l'odio per quella donna.
<< Che vuole? >>
<< Emh... salve, sono Courtney Barlow e vorrei chiederle un'informazione... >>
Quella rossa alza gl'occhi al cielo, distoglie lo sguardo dal computer e si concentra su di me. Mette i polsi sulla scrivania di legno, e con aria superficiale continua la conersazione. 
<< Che genere d'informazione? >>
<< Vorrei sapere se un mio parente è morto... >>
Aggrottta le sopracciglia per un secondo, e con un ghigno in volto da far invidia persino ad Heather aggiunge:
<< Cerchi su Google! >>
La sua risposta mi lascia allibita... Davvero! Credo di aver spalancato la bocca per un attimo, ma il mio carattere perfetto lascia quella forma di stupore con una faccia incazzata nera.
<< Mi ascolti, non sono qui per scherzare, ok? E nemmeno lei dovrebbe esserlo, quindi, torni seria ADESSO se non vuole che spiega al suo capo come tratta la gente! >>
S'impietrisce in un colpo, lo constato dagl'occhi colmi di stupore. Si alza dalla poltrona, s'avvicina ad una cassettiera e apre un cassetto. Al suo interno son raggruppate un numero ben notevole di fogli, scartoffie per lo più. 
<< ehm-emh... il nome del parente? >>
<< Stephenie Hamilton >>
dico, riprendendo la mia quiete. La donna prende un'enorme raccoglitore rosso scarlatto, e lo apre più o meno a metà. Gira qualche foglio fino a trovare l'informazione che sto cercando. 
<< Emh, si. Stephenie Hamilton, nata nel 1975 presso l'ospedale Mount Sinai Hospital**.  Figlia di Antony Hamilton, un tempo grande e stimato geometra, e da Elisabeth Benson, insegnate d'università. Laureata in legge, lavorò per due anni nel municipio di Toronto. Morì misteriosamente a soli vent'anni, il 20 novembe del 1995. I dottori hanno dichiarato che la causa del decesso fu per via del coltello impiantato nell'intestino tenue... E il resto non è nulla d'importante. Contenta ora? >>
Alza la testa e mi lancia una frecciatina. Ha ripreso quel terribile tick di masticare la gomma a bocca aperta. Mi urta il senso nervoso, ma sto calma. 
<< Ancora una cosa... Potrebbe fotocopiarmi questa anagrafe? >>
<< Si, aspetti un secondo >> 
Prende il foglio dal raccogliatore, e mette l'anagrafe dentro la fotocopiatrice. Clicca un bottone che s'illumina di una luce verde, creando un sonoro "bip".
Dopo svariati minuti che sembrano durare un secolo, dalla stampante esce il foglio con le informazioni su mia madre. Con uno scatto improvviso la donna afferra il foglio e me lo porge.
<< Tutto fatto. Adesso se ne può andare?>>
<< Si. Arrivederci >>
La guardo con odio ancora per un'ultima volta, sperando di non vederla mai più. Piego il foglio in quattro parti e me lo ficco in una delle tasche della divisa.
Esco dal comune a forma di occhi e abbandono la struttura. Per quanto ne so, ci devo aver impiegato una vita ad ottenere questa informazione.
Mi fermo nel bel mezzo del marciepiede e apro l'anagrafe. Una cosa che non avevo notato? l'immagine. Una foto di mia madre quando aveva appena diciot'anni.
La pelle abbronzata come la mia, capelli lunghi e setosi che le cadono sulle spalle, e due magnetici occhi verdi. Era davvero molto bella. Gl'occhi mi si inumidiscono.
Perchè è morta? perchè mio padre la voleva morta? Era come si dice la fidanzata perfetta. Bella, intelligente, con un lavoro ben pagato...
Courtney, smettila di pensarci. Mh... è tardi. Per essere la prima uscita, intendo. I prossimi giorni starò fuori di più. 
Anche se è appena pomeriggio, il sole sta già tramontando. Be', è normale, ormai siamo in inverno. Per arrivare al comune ciò messo metà giornata, e ritornare all'orfanotrofio 
sarà altrettanto. Provvederò a risparmiare qualche soldo per prendere un taxy la prossima volta. Comincio a mettere un piede dopo l'altro, camminando verso sinistra.  
I lampioni si sono già accesi, i portoni delle case chiusi rigorosamente a chiave. Per le strade non c'è nessuno, se non me stessa. Mi fermo davanti al semaforo rosso e aspetto che scatti il verde. Potrei anche passare, non ci sono macchione in giro, ma intendo rispettare ogni singola regola. Giro la testa tre quarti, e noto un grupetto di addolescenti  in fondo al vialetto. Scherzano rumorosamente sul più e sul meno, e non faccio a meno di osservali. Tengono piercing e orecchini su varie parti del corpo, bracialetti pieni di borchie sui polsi. L'animatore del gruppo,  ha la cresta verde fosforescente alla moicana e due grandi occhi azzurri. 
Subito una frase mi fa scattare l'allarme. "Non ti innamorare di un criminale. MAI".
Lo squadro per benino. Come ha fatto mia madre ad innamorarsi di un tipo come lui? E' l'opposto di tutto quello che è giusto! E' il contrario di me!
Il ragazzo dai capelli alla moicana nota che lo fisso. Mi sorride con aria beffarda ed insieme ai suoi amici s'avvicina me. Cazzo.
La luce del semaforo dal rosso diventa verde. 
<< Perfetto >> sussurro. Senza farlo notare agli occhi di quei delinquenti cammino a passo svelto... Direi di più una corsetta. 
Non mi giro, non devo cadere in questo errore.
<< Bellezza! Fermati! >>
Fa finta di non sentirli. NON DEVI sentirli. Le voci si fanno sempre più vicine. Fra poco mi raggiungono, ne sono certa...
Sento una mano che mi blocca il braccio destro con forza. Cerco di strattonarlo via, ma è incredibilmente forte... 
Comincio ad urlare aiuto, ma nessuno mi sente. COME E' POSSIBILE CHE NON CI SIA NESSUNO?
<< Ciao Principessa... Sta ferma dai... >>
<< Lasciami!  LASCIAMI! >>
<< Ehi ragazzi... Avete trovato una ragazza sexy, finalmente. >>
Un uomo sulla trentina s'avvicna al gruppetto che mi stava quasi per violentare, o almeno è quello che pensavo mentre mi hanno strattonato sul muro di mattoni.
Il trentenne porta i capelli biondi a spazzola, scompigliati dal gel. Occhi neri come la pece, che mi fanno rabbrividire. Ha varie cicatrici sul suo corpo, sopratutto sui muscoli delle braccia. labbra sottili, come quelle di un serpente, che fanno credere che possa sputare veleno da un momento all'altro.
<< Già capo, completiamo il lavoro ora?... >> 
<< Perquisitela prima, poi fate quel che volete >>
Quello con la cresta fosforescente mette le mani dentro le mie tasche, con un ghigno in volto. La mia faccia vorrebbe mostarsi forte e dura, ma lascia spazio solo
al terrore, purtroppo. Quel suo fastidioso sorriso scompare quando nota che nelle mie tasche c'è solo l'anagrafa di mia madre. La toglie lentamente dalla mia divisa e la 
squadra con indifferenza. 
<< Boss qua c'è solo un'anagrafe di una tizia >>
<< Ehi! ridammela! >> urlo allungando le mani cercando di prendere l'informazioni su mia madre. Tutto inutile. Con un mezzo sorrisetto lo passa al trentenne dagl'occhi penetrati. Ma dico, come solo osano? Vorrei ucciderli con lo sguardo se potessi!
Il biondino sgrana gl'occhi vedendo l'immagine di mia madre, e quell'aria  che prima mi trasmetteva terrore sparisce per cambiare in paura e insicurezza.
<< Dov-dove l'hai pres-presa?... >>
<< Al comune e dove sennò? >>
Rispondo sfacciata, non voglio dimostrare di avere paura ad un branco d'addolescenti viziati con il loro capo tutt'altro che maturo! 
Quest'ultimo inghiottisce, piega il foglio in modo disordinato e me lo butta in piena faccia. 
Mi guarda con attenzione, con un misto di sorpresa e fascino. Si passa una mano tra i capelli scompigliati, e dopo aggiunge.
<< Bene. Facciamo così. Noi non t'uccideremo violentando... >>
<< Volevate stuprarmi? >>
<< Sarebbe stato bello! >> sghignazza quello con gl'occhi color ghiaccio insieme ai suoi due amici. Gli rivolgo uno sguardo pieno d'odio ricalcato da un sentimento
di disustoso.
<< Smettila Duncan, lasciami finire. Noi non t'uccideremo, in cambio però lavorerai per noi... >>
<< In-in che senso?... >>
<< Rubare, saccheggiare, distruggere, Incend... >> si lascia sfuggire il punk, interrotto poi dal suo capo.
<< Diciamo che il succo è questo. Comincierai domani. Adesso io, cioè noi, dobbiamo andare. Sappi che se non vieni ti distuggeremo la vita, e non è un ricatto, ma una promessa! >> 
Dice il tizio con le labbra a serpente, cominciando a correre verso il lato opposto al mio con la sua banda.
<< Aspet... >>
Troppo tardi. Sono già spariti nell'ombra dei palazzi, e sinceramente, credo che non mi abbiano sentito. Per il momento sono salva. 


 

****





<< Ciao Heather! >> mi giro e vedo Alejandro, il mio migliore amico da quando sono nata.
<< Ciao Alejandro >> dico, mentre il dodicenne mi raggiunge.
<< Quanto hai preso in Grammatica chica? >>
<< Mh... Niente di buono, sei e mezzo. Ho anche ricevuto anche un commento alquanto insolito:
"Da una ragazzina di dodici anni non è accettabile che si sbaglino certi errori d'ortografia, deve impegnarsi di più!" >>
Alejandro mi
 guarda con il suo solito sorrisetto, e dalle tasche estrae la sua verifica.

<< leggi ad alta voce querida >> mi aggiunge poco dopo.
<< Da un ragazzino di dodici anni non è accetabile che si sbaglino certi errori d'ortografia, deve impegnarsi di più! ahahahaha! >>
Scoppio in una risata senza fine, aggiunta anche da quella del latino qui affianco.
Le nostre teste s'appoggiano l'una di fianco all'altra, impedendo così da cadere entrambi sul pavimento.
<< Quand'è che scopriremo come possiamo entrare in telepatia, eh? Ci copiamo sempre a vicenda chica! >>
<< Si lo so, in tutte le materie per giunta! >>


Sto ricordando il sogno che Courtney mi ha interotto stamattina. Che bei tempi che erano quelli... Io e Ale eravamo amici, e un gesto d'affetto non era un modo per dirti "ti amo" o robe del genere... L'addolescienza ci ha mutati entrambi, sopratutto quando abbbiamo scoperto che i nostri genitori erano morti per via di un incendio.
Si... posso confermare che in quel periodo il nostro carattere è diventato più orgoglioso e cattivo... Ma non me ne pento. Mi piaccio come sono, e credo che anche per Ale sia così. Sono seduta su una sedia accanto alla porta per ore. Di fianco ho Ale concentrato a guardare chissa cosa. Sto aspettando Courtney da tutto il giorno, e la cosa mi preoccupa... dove si è cacciata? 
<< Chica a che pensi? >>
<< Hai vecchi tempi. >>
<< curioso, anche io>>
Lo guardo di traverso, forse un tempo funzionava, ma ora non riesce a convincermi.
<< Se è un tuo ridicolo tentativo di attacare bottone allora rinunciati >>
Sorride a quelle parole, incrocia le braccia al petto e con voce suadente mi risponde
<< Da piccoli apprezzavi il mio modo di fare... e anche bene, chica >> 
<< Ero troppo ingenua per capire quando un ragazzo ci provava, ma adesso son cambiata, caro mio. >>
<< Certo mi amor, ovvio >>


 

* il libro Fantasìa **L'ospedale esiste davvero

Angolino: Ciaoooo tornata *_* Come potete notare, ora so mettere le immaggini, sarà una droga quindi preparatevi al peggio! Adesso vi lascio, ho delle cose urgenti da fare. Vi lascio solo una piccola immagine:

Ah, mi scuso x nn aver risposto ad alcune recensioni































 

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