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Autore: meiousetsuna    17/11/2013    9 recensioni
Storia vincitrice del al Kiss Flash Contest indetto da Freeshane
Vincitrice del: Sulle labbra contest! Di Mad_Fool_Hatter
Seconda classificata e vincitrice dei premi: velocità e Originalità nel contest: "don't leave us aside!" di LVdevotee
Consiste in una scena di bacio di 1000 parole esatte con uno ‘stacco’ di 100…
I protagonisti? Un angelo ed un demone, improbabile ed innovativa coppia!
Dal testo: Gli occhi di zaffiro di Castiel erano appena socchiusi, regalando al demone il piacere estetico della loro celestiale bellezza, mentre la bocca soffice e pura si offriva alla sua, protraendo quel contatto profondo e intimo, così sbagliato e per questo ancora più appetitoso, per restare in tema.
L’angelo aveva passato un braccio dietro le spalle di Crowley e l’altro intorno alla vita, per sorreggerlo come aveva imparato in quei peculiari filmini didattici che Dean amava tanto collezionare, in modo da premere tutto il suo corpo su quello tozzo di lui, mentre continuava a baciarlo con una passionalità che era difficile immaginare in uno della sua razza.

Kiss, Setsuna!
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Crowley
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Sesta stagione
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Storia vincitrice del Kiss Flash Contest indetto da Freeshane
Questa storia ha vinto il bellissimo: Sulle labbra contest - Indetto da Mad_Fool_Hatter
Il contest consiste nello scrivere una OS di 1000 parole, con 100 di "interruzione" del Bacio!
Seconda classificata e vincitrice dei premi: velocità e Originalità nel contest: "don't leave us aside!" di LVdevotee
Paring: Castiel/Crowley
Genere: Commedia
Avvisi: Slash, lime, what if?
Rating: Arancione
Note: Il titolo è dei quanto mai appropriati Kiss!    Heaven's on fire
* Il nome del ‘corpo’ usato da Crowley  era Fergus Macleod

Heaven's On Fire (you can bring the devil to his knees)

Sì, quel gusto così squisito quanto difficile da definire, era davvero l’infinita dolcezza della saliva dell’angelo, forse di tutti gli angeli…
Crowley non era mai stato un convinto estimatore dei piccoli e ingenui piaceri umani, ma quando la lingua rosea e liscia di Castiel si era timidamente fatta strada spingendosi tra le sue labbra sottili, quello che aveva riconosciuto per primo era stato un prelibato sapore di biscotti al burro appena sfornati, che si era gradualmente confuso con un forte sentore di vaniglia.
Gli occhi di zaffiro di Castiel erano appena socchiusi, regalando al demone il piacere estetico della loro celestiale bellezza, mentre la bocca soffice e pura si offriva alla sua, protraendo quel contatto profondo e intimo, così sbagliato e per questo ancora più appetitoso, per restare in tema.
L’angelo aveva passato un braccio dietro le spalle di Crowley e l’altro intorno alla vita, per sorreggerlo come aveva imparato in quei peculiari filmini didattici che Dean amava tanto collezionare, in modo da premere tutto il suo corpo su quello tozzo di lui, mentre continuava a baciarlo con una passionalità che era difficile immaginare in uno della sua razza.
Adesso il sapore della lingua di Castiel si era sfumato in quello di uno squisito cioccolato scuro, che accarezzava con note provocanti e un retrogusto lievemente speziato il palato dell’avversario, che sorrise per quanto potesse avvalersi di un millimetro di labbra libere per questo gesto.
Il trucco era immaginare quello che preferiva, scoprì con gioia maliziosa.
La vera quintessenza del bacio di un angelo era la felicità, una felicità da bambini, da creature di buon cuore; cannella, caramelle al latte, torta di mele glassata con tanto zucchero.
Il demone strinse le dita tozze tra i capelli bruni e spettinati del suo nemico, per non offrirgli spazio mentre continuava a divorargli la bocca, lasciando che l’altra mano vagasse sulla carne fin troppo seducente che ospitava quella creatura sublime.
Le lingue si intrecciarono, in una sfida deliziosa nella quale ognuno tentava di far capitolare l’altro; eppure un osservatore esterno li avrebbe giudicati senza dubbio i più focosi amanti, non certo due opponenti in un terribile duello.

“Dio, devo prendere una boccata d’aria, anche il Re dell’Inferno respira qualche volta!”
“Non nominare invano mio Padre con quelle fauci immonde”.
Una smorfia melliflua si dipinse sul volto ambiguo dell’uomo di mezza età, non certo attraente, che fungeva da veicolo per l’essere sovrannaturale.
“Chiudimele di nuovo, angioletto”.

Meno di un secondo fu il tempo necessario affinché quella richiesta fosse esaudita; il contrasto tra la morbidezza della bocca di Castiel e lo strofinarsi ruvido della barba di due giorni che spuntava sul suo viso un po’ trasandato – al quale l’impermeabile stropicciato fungeva da contraltare – creava delle leggere scosse che attraversavano la carne di quel vecchio scozzese,* certo poco avvezza a simili godimenti paradisiaci.
Anche l’angelo era decisamente eccitato – pensò con malcelata soddisfazione Crowley – le ali si erano appena spiegate, suo malgrado, producendo un piacevole frullio e le piume più sottili e candide erano leggermente incurvate in avanti, sfiorandolo per partecipare a quell’orgia di sensazioni così estranee alla loro gamma emotiva.
Con audacia crescente Castiel gli stava esplorando la parte interna delle labbra, insinuando la punta della lingua in quello spazio nascosto, con un movimento rotatorio delicato ma deciso, finché l’ex demone degli incroci la intercettò, bloccandola tra i denti con un piccolissimo morso.
L’angelo non si staccò per non mostrarsi spaventato né troppo sorpreso, ma anche perché il primo che si fosse tirato indietro sarebbe stato quasi certamente il perdente.
Una sola goccia di sangue sgocciolata dalla minuscola ferita si disciolse tra quegli umori che si stavano fondendo, ma non ne sarebbe servito di più per tramutare tutto in  un sorso di miele liquido e zenzero.
‘Non ci mancava altro’ – fu la recriminazione di Crowley, scoprendo il risultato del suo tentato imbroglio – ‘proverei l’ambrosia… che peccato che non sappia come immaginarla!’
La sua preoccupazione maggiore, però, non era certo quella.
Mentre Castiel continuava a reclamare il possesso della sua bocca come se non facesse altro esercizio dai secoli dei secoli, mantenendo una certa aria di lieve trascendenza – il che gli offriva interessanti spunti di riflessione sui passatempi favoriti dalle schiere celesti – da parte sua stava fronteggiando sensazioni ben più basse, umane, insomma.
Se quel bacio fosse durato ancora molto, la reazione più ovvia, ma non per questo meno inadatta, sarebbe stata quella di bagnarsi i pantaloni, visto che non poteva certo chiedere all’altro di trasformare quel gioco di lingue, tutto sommato quasi innocuo, in una seduta di sesso violento quanto sconvolgente.
Se non si fosse trattato di un moto d’animo a lui estraneo, avrebbe addirittura creduto di provare un poco di tenerezza per quell’uccellino coraggioso, che stava mettendocela tutta per dimenticare momentaneamente il suo codice morale, la sua innata repulsione per tutto ciò che era cattivo e la paura che quel bacio lo stesse coinvolgendo molto di più di quanto avrebbe preventivato.
Crowley afferrò con prepotenza la nuca dell’angelo con ambedue le mani, assicurandosi che non potesse ancora sottrarsi alla voglia che aveva di continuare a sentire la sua bocca incollata a quella vellutata che gli stava solleticando ogni singola papilla gustativa in un crescendo di delizia quasi insopportabile.
Se non stava soffrendo di una forma di allucinazione dovuta al suo stato quasi orgasmico, adesso il piumoso cominciava addirittura a profumare… certo, quell’odore era proprio incenso e si stava sprigionando dalle sue ali surriscaldate.
Divino.
Se fossero stati i personaggi di una favoletta medioevale adesso sarebbe fuggito, svanendo, al contrario, in una nuvola di fetido zolfo.
Niente in contrario al  solfuro d'idrogeno, ma diavolo, un buon aroma è più apprezzabile, in certe occasioni!
Finalmente, con un mutuo sospiro, le labbra gonfie e arrossate si divisero.

Castiel gli rivolse uno sguardo interrogativo.
“Allora, abbiamo sugellato il patto per aprire insieme le Porte del Purgatorio?”
Crowley ghignò dal profondo della gola, con la superbia della sua specie dannata, estasiato dell’espressione di sconsolata amarezza del suo ingenuo aspirante alleato.
NO, ma se vuoi provarci di nuovo, sono a tua disposizione”.



 







  
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