Storie originali > Horror
Ricorda la storia  |      
Autore: Skizzata98    17/11/2013    5 recensioni
" -Non avere paura... starai meglio... dopo- "
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Delle forti fitte, simili a centinaia di spilli conficcati nell'intestino crasso, mi svegliarono bruscamente. Voltai la testa di lato e guardai i led verdi della sveglia che segnava le tre e mezzo del mattino perforandomi le retine a causa del forte contrasto con il pesante buio della stanza.
Con non poca fatica scostai le coperte dal mio corpo e mi alzai dal letto ignorando i crampi che si facevano, via via, sempre più intensi ed insostenibili.
Appoggiando le mani contro le pareti riuscii a camminare nell'oscurità poiché la luce delle scale si accendeva solo dal piano di sotto. La carta da parati era fredda e umida sotto il tocco dei miei polpastrelli delicati.
Raggiunsi il piano terra e, dopo diversi tentativi, riuscii a trovare l’interruttore tuttavia la lampadina non si accese.
Erano giorni che ordinavo alla cameriera di cambiare la lampadina, ma non mi dava mai ascolto e questa ne era la prova decisiva.
Sbuffando e imprecando, in modo assai poco signorile, riuscii a passare di fronte alla grande vetrata che dava sul giardino.
La finestra era davanti al bagno e quindi riuscii a trovare facilmente la maniglia, poiché la luce del lampione regalava al corridoio una leggera penombra che mi permetteva di schivare gli spigoli dei mobili.
Delle ombre sinistre e fluttuanti comparvero sulla parete di fronte a me e sussultai per la sensazione di pericolo che mi invase totalmente come tante piccole mosche sopra un pezzo di carne morta.
D’istinto mi voltai lasciandomi alle spalle la porta in legno massello.
Risi di me stessa quando vidi che erano solo le ombre dovute dalle foglie delle palme che recentemente aveva piantato l'orticoltore.
Scuotendo la testa varcai la porta del bagno e, finalmente, le fitte cessarono permettendomi di fare un profondo sospiro di sollievo.

Forti rumori di pesanti catene ruppero il silenzio che regnava sovrano facendomi gelare sul posto.
Ero rigida con le orecchie tese, pronte a rilevare anche il suono più impercettibile e gli occhi erano sbarrati per visualizzare ogni più piccolo movimento.
Deglutii rumorosamente e vidi, che dallo stipite della vetrata, in stile settecentesco, fuoriuscivano dei rivoli di sangue vermiglio e denso.
Come se fossi una falena attratta dalla luce sfiorai, con le mie dita dalla pelle candida come il latte, il viscoso liquido rosso.
Portai i polpastrelli alle mie labbra dove leccai avidamente il sangue dolce dal sapore fresco con il restrogusto ferroso.
Tutti i miei movimenti erano lenti e misurati ed erano resi sinuosi dalla mia vestaglia di seta azzurra che si muoveva leggiadra grazie agli spifferi che entravano dalla vecchia vetrata.
Mi leccai le labbra passando la mia lingua sopra di esse per riassaporare la piacevole sensazione pizzicante che donava il sangue al mio fragile palato.
A rompere, nuovamente, il silenzio fu una risata che rimbombò in tutta la villa.
Era una voce agghiacciante e roca che sembrava provenire dall’oltre tomba.
L’adrenalina mi portò a scappare nella mia stanza da letto, ma mai avrei pensato che quella sarebbe stata la mia condanna.
Mi chiusi a chiave in camera ed una volta fatto, lasciai scivolare la schiena sulla porta fino a sedermi per terra.
Ero intenta a calmare il mio cuore impazzito, quando vidi una luce che proveniva dallo specchio posto in un angolo scuro della camera.
Una folata di vento aprì la porta della terrazza facendo svolazzare le tende di lino bianco.

Una mano fredda dalle dita affusolate mi sbattè, con violenza, contro il muro.
Ero io.
Di fronte a me c’era un’altra me stessa ma in una versione più eterea e pura.
I capelli tendevano al grigio perla e gli occhi non erano più verde prato, ma di un azzurro talmente chiaro che pareva trasparente.
La sua veste bianca le copriva i piedi scalzi e la sua pelle color neve creava un enorme contrasto con l'oscurità che ci circodava.

Tremavo di paura mentre “l’altra me stessa” mi rivolgeva un sorriso compiaciuto mentre mi accarezzava una guancia con fare amorevole, dolce ma distaccato.
Appoggiò la sua guancia vellutata contro la mia sussurrandomi all’orecchio:-Non avere paura. Starai meglio... dopo...-
-Dopo? Dopo cosa?- le domandai, ma come risposta mi baciò il collo come un’amante lambendo la pelle del mio collo con la sua lingua intrigante.
Sospirai chiudendo gli occhi, sentendo il suo tocco caldo estremamente piacevole.
D'istinto portai le mie mani sui suoi fianchi sinuosi avvicinandola a me il più possibile.
Il contrasto tra il suo corpo ghiacciato e la sua bocca bollente era fantastico.
Si staccò da me guardandomi negli occhi e sempre con quel suo sorriso beffardo, posò la sua bocca, lussuriosa, sulla mia.
Quello che all'inizio era un dolce peccato dallo sfondo rovente, adesso era un momento caldo e piacevole da ricordare e custodire nello scrigno più segreto della mia memoria.
Stavo baciando me stessa ed era una delle mie fantasie più proibite.
La sua lingua cercava la mia e la nostra saliva si mescolava dolcemente.
Il nostro respiro si faceva, via via, sempre più accelerato ma questo enorme piacere era solo un modo, estremamente erotico, per distrarmi dalla lama che mi trapassò lo stomaco.
Caddi a terra sulle mie ginocchia ossute e mentre portavo le mani sulla mia ferita sanguinosa, alzai lo sguardo verso "l'altra me stessa".
Una nube oscura la circondo partendo dai suoi piedi e la sua veste bianca diventò dello stesso  colore del sangue.
I suoi occhi divennero bianchi e i suoi candidi capelli bianchi si tramutarono in dolci boccoli neri che le ricadevano sul seno di cui traspariva la forma dal vestito aderente e seducente.
Chiusi gli occhi arrendendomi di essere caduta nella trappola della morte.
   
 
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Horror / Vai alla pagina dell'autore: Skizzata98