Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: anns    17/11/2013    3 recensioni
Può un solo provino rovinare la vita di una ragazza? A quanto pare si e Anne ne è la prova. Prima una vita perfetta, invidiata da molti ragazzi; poi con caratteristiche che hanno molto a che fare con l' inferno!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A



What's it?

 
HARRY’S POV
 
“Tu devi essere Harry” si alza in piedi quello che presumibilmente è mio padre. Sfoggia il suo sorriso migliore e mi sforzo di fare lo stesso anche io ma, molto probabilmente, quello che ne esce è più vicino ad una smorfia che a un sorriso. Alzo le spalle con menefreghismo, non devo dimostrare a nessuno chi sono, meno che meno a un uomo come lui. Mi concentro poi sulla figura che si trova di fronte a me e si, è Josh che, vista la sua espressione, è stupito quanto me di trovarsi allo steso tavolo. “Lui è il mio figlio Josh, nato dal mio secondo matrimonio. Figliolo lui è Harry” fa l’occhiolino e sorride ancora. Odioso. Il ragazzo mi porge la mano e che volutamente non stringo. “Ora fai tutto l’amico eh? Non lo sei, e non sei nemmeno mio fratello tanto per essere chiari. Con chi mio padre” mimo le virgolette “sia andato a letto dopo mia madre non mi interessa, figuriamoci il figlio che ne è nato quindi manteniamo le distanze; tu per la tua strada, da solo, io per la mia con Anne. Tutto chiaro?”. Non parla quindi deduco che abbia inteso ciò che volevo dirgli. Per tutta la durata del pranzo l’uomo mi fa domande sulla mia vita passata, chi siano i miei amici, se abbia mai giocato a football o se invece abbia preferito il rugby e quando gli dico che in verità ho studiato canto quasi se ne meraviglia. “Ma papà, non hai mai sentito parlare degli One Direction?” chiede Josh con finta sorpresa. “Tesoro” una mia smorfia “sai che lavoro tutta la settimana e non guardo la televisione. Chi sono?” “E’ la boy band in cui sto, ma non sforzarti troppo a cercare informazioni su di noi, non le troverai” incrocio le dita sotto il tavolo. “In verità sono molto famosi. “Because of you, we’re number one in 63 countries” ” Josh imita la voce di Niall. Il discorso si chiude lì, tra un “prometto che mi informerò” e un “va bene, come vuoi tu”. Il tempo sembra non trascorrere mai ma, chi sa come, arriva il momento del dolce che gentilmente affermo di non volere e di essere in ritardo per un appuntamento molto importante. “E’ stato un piacere conoscerti Harry” mi da una pacca sulla spalla l’uomo. “Grazie” mormoro imbarazzato, non sapendo cosa dire. “Salutami Anne” sorride Josh mentre io rispondo pronto: “Lo farò, sicuramente!”. Esco velocemente dal locale e quando l’aria fresca mi si sferza contro il viso mi sembra di tornare a respirare dopo ore di apnea. Mi dirigo a passo svelto verso la casa della mia ragazza la quale mi apre tutta sorridente e mi invita ad entrare. “Allora, com è andata? E’ simpatico? Gentile? Ti ha riconosciuto? Ti assomiglia?” spalanco leggermente la bocca per l’enorme quantità di domande pronunciate nel giro di pochi secondi. “Scusa, troppe domande tutte insieme” ride impacciata Anne passandosi una mano tra i lunghi capelli dorati. “Tranquilla. E’ stato un pranzo un po’ insolito visto che seduto insieme a noi nel nostro tavolo c’era anche Josh” tossisco in imbarazzo. Ancora non riesco a superare quello che c’è stato tra la mia ragazza e il mio fratellastro, soprattutto il bacio che si sono scambiati non molto tempo fa. Ma ora lei è mia, tra le mie braccia e si, ama me e solo me. Un  sorriso sincero appare sul mio volto a quei pensieri e lei sembra accorgersene, scorge sempre tutto con quei grandi occhi azzurro cielo. “Che c’è? Perché sorridi come un  bambino che sta aprendo i regali la notte di Natale?” inclina la testa a destra e mi sfiora la guancia fredda con la sua mano bollente, provocandomi i brividi. “Tu mi ami vero?” una domanda insolita la mia, piena di paure come se non ne fossi certo, come se temessi di perderla da un giorno all’altro. “Certo che ti amo, che domande sono?” mi fa distendere sul divano e sfiora il suo naso con il mio. “E tu?” aggrotta la fronte. “Io cosa?” fingo di non capire. “Tu mi ami?” la voce roca che esce dalle sue labbra, quasi tremante. “Io.. io” balbetto ingenuamente aspettando di vedere la sua reazione. Si drizza a sedere e respira profondamente come se volesse riprendere il controllo. “Ok.. va bene non c’è prob..” la bacio d’istinto come a volerle intimare di tacere. “No non ti amo. Io ti amisssssimo” pronuncio una parola inesistente ma che racchiude in se molte cose perché è vero, io non la amo solamente, io le donerei la luna se me lo chiedesse, la porterei in Egitto a vedere le piramidi e le farei fare un giro sul dorso dei cammelli se solo lo volesse, indipendentemente dal mio conto in banca. Perché io per lei lavorerei giorno e notte per permettermi tutte queste cose. Anne sorride come se non avesse mai sentito nulla di più bello in vita sua e sentirmi, per una volta, responsabile della sua gioia e non della sua infelicità, mi riempie lo stomaco di farfalle, ma cosa dico farfalle! Dentro il mio stomaco, ogni volta che si parla di lei, di noi, scoppia la terza guerra mondiale in cui tutti gli Stati del mondo si schierano l’uno contro l’altro utilizzando bombe, pistole e quanto altro.
 
LOUIS’S POV
 
Eleanor è comodamente distesa sul mio letto mentre io mi accontento tappeto che si trova sul pavimento. La guardo e nemmeno mi rendo conto che sto per sposarla. E penso che, Dio, non è la scelta giusta e che io voglio Sun su quell’altare; in realtà voglio sempre Sun: la voglio al mio fianco al mattino, dopo una notte passata a fare l’amore, voglio portarla nei ristoranti più belli della città solo per farle provare cibo che non avrebbe mai immaginato di mangiare, voglio vedere la sua espressione felice durante uno dei miei concerti in cui sarà presente, voglio sentire la sua testa appoggiarsi sulla mia spalla quando la porterò a vedere il tramonto che illumina Londra oppure gioire con lei quando mi dirà che staremo per diventare genitori. Ma io, a dire il vero, diventerò a breve papà e nemmeno me ne sto rendendo conto. Forse perché la pancia di El non si vede ancora, forse perché il bambino non rientra mai tra i suoi discorsi, ma dovrebbe rientrarci. Insomma, non sembra minimante turbata da tutto ciò, il suo pensiero primario è il matrimonio. “Lou, amore mio, mi stai ascoltando?” la sua voce risuona all’interno della stanza, quella voce che una volta tanto amavo e che ora mi sembra una nota stonata in confronto a quella melodiosa di Sun. “No, scusami ero sovrappensiero” mi passo una mano tra i capelli, colto in fragrante. “E su cosa meditavi tesoro?” “Su.. sulla band. Sai siamo così impegnati e io sono così stanco” mi lamento cercando di essere il più credibile possibile. La verità è che sono nel pieno delle mie forze tanto che, se fosse per me, uscirei ora da questa stanza e percorrerei di corsa tutta la strada che divide casa mia con quella di Sun, suonerei al suo campanello e.. “El, devo fare una commissione urgente, mezz’ora e sono a casa. Tu intanto continua a organizzare tutto, se hai bisogno mia sorella è al piano di sotto, tra donne magari vi capite meglio” indosso velocemente la stanza e percorro velocemente le scale. Non saluto nessuno, nemmeno Anne e Harry che se ne stanno comodamente distesi sul divano a guardare la televisione a mangiare- lanciarsi- pop corn. La casa di Sun non dista molto da quella mia e di mia sorella quindi nel giro di pochi minuti mi ritrovo davanti alla porta di legno scuro con le mani tremanti sul campanello. Suonare o non suonare? Qualcuno sembra precedermi perché la porta si apre scricchiolando di fronte a me e testa della madre di Sun fa capolino dietro ad essa. “Ti avevo visto arrivare Lou!” mi precede nuovamente. “Cerchi mia figlia?” domanda cortese poggiandomi una mano sulla spalla. “Veramente si, è in casa?” spero in una sua risposta positiva e quando la vedo annuire con veemenza, tiro un sospiro di sollievo. “E’ in camera sua che legge probabilemente. La strada la sai tesoro” sorrido cordiale lasciandomi entrare dentro casa sua. Ogni gradino che mi separa da lei è un battito in meno per il mio povero cuore che, sono convinto, non ce la faccia già più di tutte queste emozioni così insolite e forti. Il cartello appeso alla porta mi fa sorridere: VIETATO ENTRARE SENZA PERMESSO. E io, almeno per una volta, voglio fregarmene delle regole e fare di testa mia. Entro nella stanza silenziosamente e noto che Sun è rivolta verso il computer e mi da le spalle. E’ seduta sulla sua sedia girevole, e oscilla di poco a destra e sinistra, quasi fosse un tic. I capelli le ricadono morbidi sulle spalle magre- troppo magre- e man mano che mi avvicino con passo felpato, un odore di vaniglia mi invade le narici. La volto di scatto e i suoi occhi si spalancano di colpo ma non le do il tempo di parlare che mi avvicino a lei e la bacio, prima dolcemente, poi con necessità quasi fosse la mia aria dopo minuti trascorsi sotto il livello dell’acqua. Mi spinge leggermente indietro, intimandomi di fermarmi, ma no, della sua bocca sulla mia, di lei accanto, di Sun. Ci solleviamo dalla sedia e solo quando la madre di Sun urla dal piano di sotto che si assenterà per due orette per chi sa quale strano motivo, mi allontano da lei permettendole di urlare un “va bene mamma; a dopo”. Ci distendiamo sul letto, tranquilli ormai che la casa regna nel silenzio visto che ci siamo solo noi due dentro. Prendo a morsicarle i labbro inferiore per poi concentrarmi sul suo collo che succhio per un minuto abbondante mentre dei sospiri pesanti abbandonano le sue labbra. Le sue mani incerte mi alzano il bordo del maglione e me lo tolgo facendolo passare attraverso la testa. Le tolgo lentamente i pantaloni della tuta mentre continuo a baciarle ogni millimetro del suo volto; le sue mani accarezzando i miei capelli. Sun comincia ad arrossire visivamente quando le tolgo la felpa e il reggiseno ma cerca di nasconderlo mentre sbottano i miei jeans. Poco tempo dopo mi ritroviamo nudi, stretti in un abbraccio che sa di amore e dolore. Ha paura e so benissimo il perché. “Non ti farei mai del male Sun” sussurro al suo orecchio. La sento tremare sotto il mio tocco, non si era mai spinta tanto oltre. “Io.. mi fido di te Louis ma sai quello che ho passato” le lacrime cominciano a bagnarle il volto e io mi preoccupo di asciugargliele immediatamente. “Ho paura ma devo superare questo blocco. Vuoi essere colui che mi ha aiutato a farlo?” mi domanda speranzosa. “Certo che lo voglio, ho sempre sognato di essere il tuo superman” sorrido appena baciandola. E facciamo l’amore, Sun e Louis Tomlinson, non Louis degli One Direction, solo Lou e San fanno l’amore.
 
Le mie dita tracciano cerchi immaginari sulla sua schiena scoperta e lei sorride contro il mio petto. Mezz’ora, quella che avevo detto a El, è passata da molto, troppo tempo eppure me ne frego della sua finta preoccupazione perché so di essere vicino a Sun, il posto più bello del mondo. “Non andartene” una supplica lascia le labbra di Sun che si solleva appena per guardarmi dritto negli occhi. Rispondo cercando di mascherare la mia incertezza: “Non lo farò”. “Invece si! Stai con lei, avrai un figlio da lei, ti sposerai con lei, ami lei” ma prontamente rispondo “non amo lei, amo te” e, rendendomi conto immediatamente di quello che ho detto mi sollevo velocemente dal letto e mi rivesto. “Cosa hai detto?” mi chiede incerta mentre le do le spalle. “Non la amo” rispondo ingenuamente. “No, dopo” insiste facendomi voltare. “Amo te” e di nuovo un bacio, poi due, poi mille e siamo ancora noi e il nostro amore. “Ti conviene, perché anche io ti amo”.
“O mio dio, mi sono dimenticata di andare in farmacia. Papà in questo periodo ha sempre mal di testa e deve assolutamente prendere la pastiglia che gli ha consigliato il dottore. Mamma mi aveva detto di andare prima di cominciare a studiare ma mi è proprio passato di mente. Devo muovermi prima che la farmacia chiuda perché se non torno a casa con quel farmaco questa sera molto probabilmente rischio di non muovermi più per il resto della mia vita e di rimanere chiusa in questa camera finche non mi verrà l’esaurimento nervoso e..” la bacio per farla tacere, quando si mette diventa peggio di una macchinetta sputa - parole. “Ti accompagno io, smemorata” ci rivestiamo in fretta e scendiamo le scale per metterci i giubbotti. Mi prende la mano timida, con paura e, quando io evito il suo gesto e infilo la mano all’interno della tasca, la sua faccia diventa improvvisamente triste. “Sun, sai che non posso. Perdonami” mi giustifico mortificato. “E’ tutto ok” sorride falsamente prima di riportare lo sguardo davanti a se. Arriviamo in farmacia senza pronunciare parola e mentre lei si aggira esperta per gli scaffali, io mi guardo in giro spaesato. Appena noto la testa di El davanti al bancone dietro cui si trova il commesso, sobbalzo e faccio un passo indietro. “Lou, che hai? Sei bianco come un cadavere” esclama preoccupata Sun. Le metto un dito davanti alla bocca intimandole di tacere. La prendo per mano e lentamente mi avvicino al luogo in cui si trova la mia ragazza, stando ben attendo a non farmi vedere. Sono così vicino a lei che mi è possibile sentire la loro conversazione: “Scusi, avrei bisogno della pillola anticoncezionale. Qui c’è la ricetta” e estrae dalla borsetta nera un foglio di carta. Il mio cuore comincia a battere all’impazzata, cos’è questa storia??



Look at me

Buona sera gente! Tremendo ritardo come sempre, ormai ci starete facendo l'abitudine e non sapete quanto mi dispiaccia ma ve lo giuro, tra poco non ho nemmeno il tempo per andare in bagno! Quindi davvero scusate..
Volevo avvisarvi che manca davvero poco al termine di questa storia (so che state gioendo), all'incirca sui 2-3 capitoli. Spero che questo capitolo vi piaccia e nulla, se volete dirmi cosa ne pensate sono sempre qui (leggo sempre con molto piacere quello che mi scrivete) un bacio

anns

 
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: anns