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Autore: egotchan    06/11/2004    4 recensioni
La figura si girò leggermente ed allora li vide. I raggi obliqui del sole illuminarono due strette fessure che risplendevano di luce dorata, mentre una frangia castana cadeva disordinata su un diadema che risplendeva circondandogli la fronte. I capelli castani cominciarono a muoversi con il vento. Il Nyoinbo cadde per terra e sparì. Le mani erano sporche di sangue, lui le alzò e cominciò a fissarle. Le due fessure si trasformarono in due grandi cerchi che si alzarono guardando verso Hakkai e Hakkai vi lesse solo un profondo vuoto. (Angst - Tema del suicidio) La mia personale interpretazione di come potrebbe proseguire la storia di Saiyuki se Nataku si risvegliasse e Goku cominciasse a riacquistare memoria degli avvenimenti di cinquecento anni prima.
Genere: Avventura, Drammatico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!
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CAPITOLO EXTRA - GAIDEN 2

TENKAI - 500 ANNI PRIMA

- La fine e l'inizio -



Il corridoio che portava all'enorme sala, aula dell'Imperatore, era tutta un immenso chiacchierio di voci. Tutti gli déi appartenenti alle caste superiori, come anche molti delle casate minori, erano lì presenti e stavano attendendo l'arrivo della massima autorità, vociando nel frattempo sugli avvenimenti da poco accaduti. Erano trascorsi solo due giorni da quando il Tenkai si era bagnato di sangue alla luce del sole per la prima volta, uno da quando i traditori che avevano difeso quell'immonda creatura erano stati uccisi a loro volta. La sorte della bestia eretica da allora era rimasta sospesa come in un limbo. Kanzeon Bosatsu era infatti intervenuta con la richiesta di vedere l'Imperatore prima di procedere con un'eventuale condanna a morte, facendo presente di avere delle buone motivazioni per bloccare un provvedimento tanto definitivo nei confronti dell'eretico.
Goku, ovviamente, non sarebbe stato presente all'incontro. Per motivi di sicurezza, nonostante non si fosse ancora svegliato, avevano preferito rinchiuderlo in una delle segrete, in modo da impedire che potesse causare danno nel caso si fosse ridestato. Nessuno dei presenti dubitava però della sorte a cui sarebbe andato inevitabilmente incontro, qualsiasi discorso la dea Kanzeon Bosatsu avesse fatto in sua difesa. Egli avrebbe subito la stessa sorte che era toccata a chi aveva avuto la malaugurata idea di difenderlo. Tutti non facevano che criticare con le loro lingue velenose mosse da odio, invidia e senso di superiorità - che serviva a mascherare la soggezione che avevano sempre provato per quelle persone - l'operato dei tre déi che avevano dato la loro vita per quella della bestia dagli occhi dorati. Il soggetto preferito da tutti risultava essere il nipote di Kanzeon Bosatsu: pareva incredibile che un dio di quella carica, e soprattutto così poco incline alla battaglia, fosse stato il primo ad opporsi tanto accanitamente all'ordine di Li Touten di uccidere il moccioso. In molti si chiedevano cosa l'avesse spinto ad agire in quel modo; tra le innumerevoli malelingue, le voci diffamanti che circolavano sul suo conto da quando se l'era preso a carico sembravano quelle più seguite ed accreditate da quegli esseri spregevoli, che volevano trovare a tutti i costi la macchia nera dove vi era solo una distesa di soffice e candida neve.
Quasi avesse udito il richiamo del loro veleno, la Dea della Misericordia fece la sua apparizione con volto impassibile. Solo i suoi occhi, due profonde pozze viola, cominciarono a sfrecciare da una parte all'altra riducendo al silenzio tutti quelli su cui posava il suo gelido sguardo. Il fedele Jiroshin, dietro di lei, la seguiva con la stessa espressione. Ben presto anche i pochi risparmiati dai loro freddi occhi si zittirono di colpo. Subito dopo di loro, infatti, arrivò l'Imperatore con la sua scorta.
Kanzeon Bosatsu si voltò verso il fedele suddito e, con voce suadente, gli disse di attenderla all'esterno.
"Ma, divina Kanzeon....". A nulla servì la lamentela di Jiroshin. Presto i suoi occhi si incrociarono con quelli della dea; dopo tanti anni al suo servizio aveva imparato a non ribattere a quello sguardo, per cui, silenziosamente, si pose a fianco della porta, dove l'avrebbe attesa immobile fino a quando non fosse uscita.
"Anche voi...". Con un gesto l'Imperatore esortò la sua scorta a fare altrettanto: "Rimanete qui ed evitate che chiunque interferisca con il nostro colloquio."
Subito i soldati si posero davanti alla porta incrociando le loro lance in completo silenzio, cosa che invece non fecero gli altri déi:
“Imperatore! La prego! Noi abbiamo il diritto...”
“…dobbiamo sapere cosa…"
"…non potete tenerci all'oscuro!"
"Imperatore!!!"
"TACETE IMMEDIATAMENTE!" intervenne uno dei soldati, mentre le due somme divinità si rinchiudevano dentro la stanza, lasciando le lamentele dei presenti all'esterno. La scorta si serrò e così nessuno riuscì a penetrare all'interno e il loro chiasso si perse dietro alla porta chiusa.
La stanza era stata completamente ripulita, difficilmente qualcuno, entrando lì dentro, avrebbe pensato che fino al giorno prima quel pavimento fosse stato insudiciato dal sangue di mille e più déi; una vera carneficina che non aveva lasciato traccia se non negli animi di quegli esseri che si erano considerati da sempre immortali.
I due divinità procedettero ancora per alcuni passi, finché l'Imperatore si sedette sul suo trono.
“Tutto ciò che temevamo è accaduto” esordì con fare solenne. “E la ruota del Karma continua a girare.”
La Dea della Misericordia si posò contro una delle colonne della sala, restando momentaneamente in silenzio a fissare la tappezzeria rimessa a nuovo.
Notando l’indifferenza ostentata alle sue parole dalla dea alle sue parole, l’Imperatore proseguì: “Forse sarebbe stato meglio decidere di annientare quegli esseri immondi fin dall’inizio dei tempi!” proruppe, con un tono che però sembrava non convincere neppure lui di quanto stesse dicendo. La dea allora spostò lo sguardo nella sua direzione e sogghignò: “Pensa davvero quanto ha appena detto? Eppure una volta mi sembrava fosse di tutt’altro avviso… Fin dai tempi più antichi, nel momento stesso in cui il primo essere eretico è comparso nel Tenkai, lei ha sentenziato che dovesse essere soggiogato al nostro volere e così è stato, ed entrambi sappiamo fin troppo bene perché prese quella decisione: se da un lato c'era la paura di lasciare in libertà quell'essere, al tempo stesso era un peccato ucciderlo e non essere così capaci di sfruttare le potenzialità che costui offriva.”
“Già…”, l’interruppe l’Imperatore, “…noi divinità siamo sempre state le dominatrici di questo mondo ed avevamo tutto il diritto di soggiogare e sfruttare ogni singola risorsa che questo ci offriva.”
“Infatti…”, continuò l’altra, “…e l’idea di servirsi di quell'essere era talmente comoda che la paura di quello che sarebbe potuto accadere non ha avuto il sopravvento..." incalzò, continuando a scrutarlo: "Ben presto, questa è diventata una realtà talmente ben accettata da tutti, che a tutt'oggi se uno chiedesse a un qualunque dio presente nel Mondo Divino il perché della siffatta schiavitù delle creature dagli occhi dorati, probabilmente risponderebbe che non lo sa, ma che così è stato da sempre, e che quindi così è giusto che sia. Ormai restiamo in pochi a conservare memoria degli eventi antichi, molte nuove generazioni di déi sono nate e cresciute in questo mondo, e noi le abbiamo fatte maturare mantenendole all'oscuro del pericolo che gli esseri eretici hanno sempre rappresentato per noi. Perché l'errore più sciocco da parte nostra sarebbe stato far giungere queste voci alle orecchie di quegli esseri e generare in questa maniera una rivolta... Non è così?"
L'Imperatore sollevò lo sguardo e rimasero a fissarsi in silenzio per alcuni istanti.
“Il popolo è infatti sciocco e sentimentale, e tutt’ora continuo a pensarlo” insinuò il sommo dio indagandola a sua volta: “Guarda tuo nipote e il suo stolto attaccamento a quella bestia…”
“Si, infatti non me l’aspettavo” fece lei seriamente. Poi un sorriso malizioso si dipinse sul suo volto: “Anche se devo dire che era dalla creazione che non mi divertivo tanto. Finalmente un po’ di tregua dalla noia!”
“Ancora con questa storia? Quando ti convincerai che è la nostra natura? L’immobilità e la noia che tanto disprezzi sono la nostra stessa linfa vitale. Infrangere questo equilibrio porta solo devastazione nel nostro mondo. Li Touten è un esempio lampante: nel momento stesso in cui egli ha dato vita a Nataku, sperando così di cambiare il proprio stato, ha segnato la propria fine. Quello stolto credeva che io fossi solo un fantoccio che si nascondeva dietro ad un titolo. Ed invece potrei far tremare il cielo e la terra al solo desiderarlo. La tua sola forza sarebbe poi bastata a scongiurare i due massacri avvenuti negli ultimi giorni, ma non sei intervenuta… e l’unica volta che hai cercato di arrestare la furia dell’essere eretico, la tua mano è stata fermata e hai lasciato infine che venisse salvato…”, la schernì il dio, “Questo perché, per quanto tu continui a lamentarti, non puoi fare a meno di piegarti allo scorrere del Karma che fino alla fine dei tempi continuerà a disegnare il destino di ogni singolo essere vivente.”
La dea sorrise di rimando e cominciò a battere le mani: “Bel discorso, davvero un bel discorso…” sogghignò sarcastica, mentre l’Imperatore la fissava con sguardo truce. Lei fece finta di non avvedersene e continuò: “Ed allora cosa pensate di fare con Son Goku? Decidere di eliminarlo non andrebbe a deviare il flusso del Karma? In fondo è quanto avete appena detto… E poi, comunque, come pensate di farlo? Non mi risulta che esistano altri Itan, altri esseri eretici in questo mondo... e non credo che qualunque dio, per quanto infervorato, si abbasserebbe ora a compiere un atto che fino a due giorni fa era competenza di un essere eretico. Uccidere i nemici ed i disturbatori della nostra quiete è sempre stato il loro compito. O, almeno, così è da sempre. Se anche trovasse qualcuno disposto a fare il boia nell'esecuzione, poi cosa farebbe? Senza esseri eretici abbiamo le mani legate...", concluse con un sorriso molto simile ad una smorfia. C'era da chiedersi quanto in realtà non godesse a fare quel discorso all'Imperatore.
Adesso fu costui a muovere la sua pedina sulla scacchiera: "Se è per questo, ne esiste un altro...", cominciò, mentre Kanzeon non sembrava affatto toccata dalla notizia: lei già sapeva. "Ne esiste un altro, oltre alla bambola assassina ed a quella creatura... si tratta di un mio consanguineo, per cui ho preferito non far trapelare la notizia, ma attualmente si trova rinchiuso nei sotterranei e non sarebbe un problema farlo intervenire al posto di Nataku per eliminare quel moccioso...”
“Ma allora, ripeto, avete veramente intenzione di ucciderlo?”
Dopo un attimo di silenzio, nel quale lo sguardo dell’Imperatore si accese, costui scoppiò in una fragorosa risata, cosa che spiazzò ed irritò allo stesso tempo l’orgogliosa divinità.
“Non starai dicendo …”, iniziò con fare divertito, “che così come ho convinto tutti del fatto di essere un incompetente con la mia messinscena, ho persuaso allo stessa maniera anche te di esserlo in tale guisa? Veramente credevi che l’avrei ucciso, nonostante sappia fin troppo bene quanto sia fondamentale la sua sopravvivenza per noi?”. Il dio si intrattenne a fissare ulteriormente la faccia della dea in quel momento: “Kanzeon, mi deludi!”, proruppe, “Tu sai perfettamente che non sono uno stolto e che se appaio così agli occhi degli altri è solo perché così facendo posso trascorrere la mia vita in maniera più tranquilla: gli altri si occupano di amministrare il mio regno credendo di essere i padroni, e io senza darlo a vedere li comando a bacchetta a mia volta. Comodo vero? E se qualcuno si interessasse al mio trono troverebbe pane per i suoi denti. Non ho intenzione di far uccidere l’eretico. Assassinandolo rinnegheremmo tutto ciò che siamo o meglio, ciò che abbiamo deciso di diventare, e tu lo sai quanto me.” terminò con il sorriso sulle labbra.
Kanzeon dovette inghiottire il rospo. Era difficile trovare qualcuno che le tenesse testa, ed ormai doveva ammettere di essersi quasi dimenticata che l’Imperatore fosse l’unica persona a riuscire a metterla in difficoltà.
“So perfettamente che Homura è destinato a perire. La sua metà umana lo condanna…” continuò l’Imperatore, “Invece il fatto che Nataku abbia cancellato la memoria di quella bestia eretica ci dà la garanzia che, se sapremo giocare abilmente le nostre carte, Son Goku non sarà per noi una minaccia, ma anzi un potente alleato. Egli è un vero essere eretico, in quanto insieme di tutte le razze esistenti ed in fondo nessuna di loro in specifico: dio, demone ed essere umano. Una creatura che non trova riscontro da nessuna parte in quanto spirito, dato dall’unione dell’aura del Cielo e della Terra. La sua potenza è illimitata e la sua vita perenne. Se al momento propizio lo riportassimo nel Tenkai, ecco che non dovremmo più preoccuparci della scomparsa di Homura, in quanto avremmo un eterno sostituto. Questo, in fondo, era il nostro pensiero fin dall’inizio. Eri venuta qui per ricordarmi questo, non è così?”
“Infatti.” Ammise la dea. “Anch’io ero giunta alla conclusione che ormai gli déi abbiano bisogno di avere un Dio della Guerra: è infatti un po' tardi per far cambiare stile di vita a tutte quelle divinità che hanno vissuto fino adesso in un certo modo, gli déi non potrebbero più andare avanti senza avere la certezza di qualcuno che si cura di sporcarsi le mani per loro conto... Salvare Son Goku è la nostra scommessa, poiché la sua sopravvivenza potrebbe essere la nostra salvezza come la nostra condanna. Salvezza per gli déi che non sarebbero più capaci comunque di gestirsi la vita così come hanno fatto fin’ora, condanna se sbagliassimo qualcosa e gli permettessimo di liberare il potere che decreterebbe la nostra fine. Abbiamo già puntato tutto una volta, scommettere adesso sul contrario vorrebbe dire aver gettato al vento tutte le decisioni prese durante la nostra esistenza. E se non scommettiamo ancora una volta, tanto varrebbe che morissimo tutti in questo istante.”
“Vedo che ci troviamo d’accordo…” riprese il sommo dio: “Ora l’unica questione da risolvere è che il popolo chiede la testa dell’eretico. Tu cosa suggerisci?”
“Beh…”, iniziò la dea, “…l’unica cosa da fare a questo punto è simulare la sua esecuzione: gli déi avranno quello che vogliono mentre noi saremo liberi di nascondere il moccioso per poi riprenderlo quando i tempi saranno maturi.” Nel dire ciò, uno strano presentimento legato alla promessa fatta dal nipote al suo pupillo le illuminò il volto.
“Astuta come sempre, cara Kanzeon…”.
I due presero a fissarsi per alcuni istanti terminando il discorso con un muto dialogo. Alla fine, Kanzeon sorrise e si diresse verso la porta per poi uscirvi senza aggiungere altro.
"Ed allora così sia." concluse l'Imperatore Celeste una volta rimasto solo nella penombra che aveva avvolto la stanza.


***


Alcuni giorni dopo, una delegazione di déi scelti condotta dalla Dea della Misericordia scese sulla Terra, sulla cima del monte Gogyo, dove si trovava una grotta. Solo in pochi lo sapevano - e la dea era una di questi - ma quella cavità risaliva ai giorni in cui Cielo e Terra si erano separati, dando così origine al mondo: una caverna ferma ed estranea allo scorrere del tempo, dove l'essere eretico avrebbe passato la restante eternità, attendendo il momento propizio per essere liberato. Kanzeon Bosatsu procedeva silenziosa, portandolo in braccio. Poteva essere un errore, una mossa incredibilmente avventata, salvare la vita di quel moccioso; così come era stato portarlo nel Tenkai, nel Mondo Celeste. Su questo l'Imperatore aveva ragione. Però non poteva farci niente: per quanto il pericolo a cui tutti loro andavano incontro fosse evidente, non poteva fare a meno di sentirsi incredibilmente curiosa di vedere come si sarebbe evoluta quella vicenda. Lei aveva sottolineato il bisogno di salvare Goku con il pretesto di farlo diventare Dio della Guerra, una volta arrivato il momento propizio, e sul fatto che questo sarebbe avvenuto non nutriva alcun dubbio. Però c'era anche quella promessa che suo nipote aveva giurato di mantenere in punto di morte - o almeno così le aveva riferito il Generale Goujin - che le lasciava la possibilità di assistere a qualcosa d'imprevisto: se Konzen aveva promesso di ritrovarlo, conoscendo la sua testardaggine, avrebbe mantenuto la promessa, fosse anche in un'altra vita. Come evitare di sentirsi elettrizzati davanti ad una simile prospettiva?
E la grotta stava lì, immobile da millenni, quasi avesse atteso da sempre quel momento. La dea si separò dal gruppo e salì l'ultima erta seguita solo dal suo fido Jiroshin. Entrò all'interno della cavità e vi depose a terra il ragazzino addormentato, scostandogli la frangia dal viso:
"E così mio nipote si è sacrificato per te. Non l'avrei mai reputato possibile... mio nipote che sacrifica la propria vita per qualcun altro... Tutto quello che ha fatto per te non è stato assolutamente da lui..." fece una leggera pausa e quindi continuò con tono quasi trasognato: "...Guardatevi dall'intaccar l'oro con l'uno o con l'altro..." "Ha detto qualcosa Divina Kanzeon Bosatsu?" chiese preoccupato Jiroshin sentendo il tono profondo assunto dalla divinità.
"No, non ho detto nulla..." gli rispose la dea, che quindi si voltò un'ultima volta verso il ragazzino eretico: "Sai, ho come l'impressione che presto ne vedremo delle belle, grazie a questo moccioso..."
Si girò e, appena ebbe fatti alcuni passi fuori dalla grotta, all'entrata di questa apparvero delle sbarre sigillate da talismani. Quindi raggiunsero gli altri déi, che scomparvero uno dietro l'altro. Ultima, la dea diede ancora uno sguardo alla nuova casa del pupillo di suo nipote: "Arrivederci..." sussurrò prima di sparire anche lei. La sua voce si mescolò al rumore delle foglie lasciate al vento.

Alcune ore più tardi, il ragazzino aprì gli occhi e si ritrovò completamente solo. Le stelle brillavano alte nel cielo mentre la luna faceva capolino tra le sbarre.
Dov'era? Chi era?
"Goku!"
Il suo nome... era Goku?
"Corto, così che anche una stupida scimmia come te riesca a ricordarlo!”
Cominciò a fissare la notte al di fuori, aspettando....cosa?
Aspettando... il sole?


***


Quella sera molti furono i fenomeni inconsueti che si manifestarono, almeno a detta di coloro che abitavano alle pendici del monte Gogyo. Prima un'intensa luce aveva illuminato a giorno la foresta, e quindi era calata una fitta nebbia, che aveva oscurato ogni cosa. Tutti gli abitanti di quei luoghi si rinchiusero in casa, pregando gli antenati e costruendo amuleti scaccia-spiriti, sicuri che quelle manifestazioni avessero qualcosa di sovrannaturale ed impauriti di aver scatenato con qualche torto l'ira degli déi. Il giorno seguente però le cose tornarono alla normalità. Alcuni uomini più coraggiosi - o a detta di altri più stolti - cercarono di capire l'origine di quella luce e cominciarono una ricerca all'interno della fitta foresta. Quasi nessuno fece ritorno. I pochi sopravvissuti raccontarono di essere stati attaccati da una belva feroce che, almeno a detta loro, avrebbe mirato a saziarsi del loro sangue. Quindi grazie anche a questi racconti, presero consistenza le voci a proposito di una creatura demoniaca che era stata relegata nella montagna dagli déi di cui aveva scatenato l'ira. Queste dicerie, ingigantite dai racconti modificati dagli uni agli altri e poi da quelli riportati da una generazione a quella successiva, fecero sì che la foresta divenne territorio sacro e nessuno, superstizioso o meno che fosse, ebbe più il coraggio di mettere piede al suo interno.
Cinquecento anni più tardi, alcuni discendenti di quei villaggi avrebbero testimoniato di aver incontrato uno strano bonzo che, nonostante le loro avvertenze, si sarebbe addentrato in quel luogo maledetto dagli stessi déi, per non farvi più ritorno. Secondo altri invece il bonzo dai brillanti capelli biondi sarebbe uscito incolume dalla foresta, seguito a ruota da uno strano marmocchio dai lunghi capelli castani e dagli occhi dorati.

O, almeno, questo è quello che i nonni avrebbero tramandato ai nipoti.




- FINE -








E’ FI-NI-TA!!! O______o
Non ci credo, mi pare quasi impossibile!
Ci sono un sacco di cose che volevo dire giunta a questo punto, ma ora il mio cervello non collabora…

Il Mosaico è finito…. Un anno della mia vita (e anche qualcosina di più O_o;;;) l’ho dedicato a questa fic, che mi ha dato più soddisfazioni di quante ne avrei mai credute possibili. Ed ora è terminata, sebbene in realtà questa rappresenti solo la prima parte di una storia leggermente più lunga… ma resta il fatto che non credevo, conoscendomi, che sarei riuscita a portarla a termine, e se c’è qualcuno che devo ringraziare per questo, siete tutti voi che mi avete seguito fin’ora! Grazie! Grazie! Grazieeeeeee!

Come ho già detto, visto che la fic ha avuto successo (O_O) ho intenzione di scrivere e pubblicare la seconda parte che avevo in mente fin dall’inizio, dove l’avventura troverà la sua vera e propria conclusione. (Infatti, se vi siete persi in qualche passaggio di quest’ultimo capitolo, non preoccupatevi, in quanto tutto troverà la sua spiegazione nella seconda parte ^_- ).
Vi avverto fin da ora che non sarà una fic allegra, qualcuno dei personaggi ci saluterà definitivamente (almeno nella mia versione…pregate che la Minekura trovi delle soluzioni migliori delle mie in cui non muoia nessuno) e, in definitiva, rappresenterà la mia visione mista a quella dei miei due collaboratori (saluto Echant e Lalla^^) sul possibile finale di Saiyuki.

Ad ogni modo, comincerò a postare la fic il 12 Novembre 2004, con cadenza… beh, questo dipenderà dal tempo che avrò^^;;;;


Grazie mille ancora a:
§vale87§,
A-june,
Ameliè,
Annamirka-chan,
Arkanta,
Asu,
Bimba,
Cassandra,
Dark00,
Drake,
Elervaneler,
Fox_l’artiglio pazzo,
Francesca,
Francy222,
Gokuzzola,
Hana84,
Haryuu no Hanaikata,
Harriet,
Hisoka,
Isil,
Kairi84,
Kira85,
Kitiara,
Kakashi,
Konzen_Douji,
Lallotta12,
Leryu,
Lorusgra,
Mircalla,
Murasaki,
Nacochan,
Naraku 74,
Rei88,
Riiko-chan,
Sally,
Seiko,
Seitei_Taisei_Clov3r,
Seya-chan,
Seyla,
ShaolinQueen,
Silmarien,
Tomoyo,
Veronique,
Yaone,
per tutti i vostri commenti: ho sempre cercato di rispondere a tutti i vostri quesiti di persona e, se per caso o per distrazione mi fossi dimenticata di farlo nei confronti di qualcuno, chiedo scusa ed invito la persona a farsi viva con me e a ripormi perplessità o quant’altro! Purtroppo l’università e gli esami stanno fondendo il mio cervello più di quanto avrei mai creduto possibile… sigh…-__- Spero inoltre di non aver dimenticato nessuno….O-o

Special thanks a Lalla (che in pratica ha fatto da co-autrice nei due extra), Lorien007, North ed Echant per l’aiuto che mi hanno dato durante la stesura di questa fic, GRAZIE MILLE!!!

Ringrazio poi ulteriormente Francesca per aver letto e ritenuto degna la mia prima fic a tal punto da inserirla nel forum dei suggeritori sul sito fanfiction.it…GRAZIE! E’ stato per me un regalo stupendo ^_^ Così facendo ho acquistato un po’ più di fiducia in me stessa ed al tempo stesso ho cercato in tutti i modi di migliorarmi per non sfigurare!

Grazie tantissime anche a Isil, in quanto le tue correzioni le ho tenute come fonte primaria della correzione di tutti i capitoli! ^_^

Grazie anche a tutti quelli che solo leggono o che leggeranno e commenteranno in futuro!!!! ^___________^



Beh, che altro dire, se non che vi attendo nella fic “KU: Il Vuoto” ^__^ Avviso fin da ora che anche questa non sarà Yaoi, per cui non chiedetemi che lo diventi: non considero Saiyuki uno Yaoi e nemmeno uno Shonen Ai e quindi, anche volendo, non sarei capace di scrivere qualcosa al riguardo.

Ciaooooooooooooo!

^_______________________^


Egotchan~

TS – 2 agosto 2004 – I Edizione
TS – 6 Novembre 2004 – II Edizione


  
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