Anime & Manga > Lovely complex
Ricorda la storia  |      
Autore: Nadynana    17/11/2013    7 recensioni
Risa vuole prendere a tutti i costi una patente. Frequenterà dei corsi di scuola guida e quando arriva il giorno del fatidico esame scritto...
OOC| Triste ai livelli massimi| Fluffoso da far cariare i denti! Ripeto che é tristissima, vi ho avvertiti!
Genere: Fluff, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Atsushi Otani, Risa Koizumi
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'I love you, idiot.'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
All fall down


-No, no, no e no! Te lo proibisco!- esclamò Atsushi Otani, per l’ennesima volta.
-Che sarà mai? Voglio solo frequentare un corso di scuola guida, mica mi vado ad uccidere…!- replicò Risa Koizumi, nel tentativo di far cambiare idea al suo fidanzato.
-Ma sicuramente ti ucciderai, tentando di guidare. Sei pessima! E poi…- face una pausa, prima di riprendere a parlare.- Sento che accadrà qualcosa di brutto. Ecco, ho solo un brutto presentimento. Talmente brutto che mi possono venire i brividi…- confessò il ragazzo.
-Oh, non c’è niente di cui preoccuparsi. Andrà tutto bene. Seguirò dei corsi e imparerò.- lo rassicurò lei.
-Posso prendere io la patente e tutto il resto.- propose il giovane.
-Devi studiare abbastanza per gli esami che devi dare. E poi cosa c’è di male di voler una macchina? Nulla. Pensa a cosa potremmo fare una volta che posso guidare. Pensa positivo.- lei gli rivolse un sorriso che lo rassicurò.
-Ok, promettimi che starai attenta, però.- disse il ragazzo.
-Mmmh, la frase mi suona un po’ strana, ma te lo prometto.- ammise Risa.
Otani abbassò lo sguardo, alzò il mignolo e disse: - Yubikiri?-
Inizialmente, lei, lo guardò con gli occhi sgranati, ma poi strinse il suo mignolo a quello del ragazzo  e rispose:- Yubikiri.- sorridendogli.
Otani, d’istinto, lasciò la presa dei loro mignoli e l’abbracciò.  Koizumi rimase scioccata, ma successivamente  ricambiò l’abbraccio.
-Sei la ragazza più stramba, determinata e matta che abbia mai conosciuto. Se ti perdessi non so cosa farei, gigantessa.- detto questo, il ragazzo la strinse più forte a sé.
Risa sorrise e disse:- Sottolinea la parola “determinata”. Anche io non saprei cosa fare senza te, nanetto.-

Se solo avessero saputo cosa sarebbe accaduto di lì a poco, le cose sarebbero andate diversamente.

-Sempre in ritardo, grattacelo?- gridò Otani alla fidanzata che era appena arrivata, in ritardo, alla fermata dell’autobus. Dovevano incontrarsi alle 15.30, ma lei si era presentata lì, con ben quindici minuti di ritardo!
-Pff, ha parlato il signore della puntualità… Nano da giardino.- replicò Risa un po’ affannata.
-Lasciamo perdere… Piuttosto, hai studiato?- domandò lui.
-Sì.- rispose lei.
-Bene?-
-Sì.-
-Credi di sapere tutto ciò che ti possono chiedere?-
-Uff, sì. Quante volte devo dirtelo? Ho studiato tutta la notte per dare questo esame, cosa credi?- disse Koizumi, esasperata.
Dopo quella discussione, Risa ha iniziato ad andare ad una scuola guida, ed ora, doveva dare l’esame teorico, successivamente quello pratico. Otani voleva essere presente quel giorno, quindi decise di accompagnarla. Risa doveva prendere sempre l’autobus per andarci, per questo si trovavano lì.
Otani si portò le mani dietro la nuca. –Mmh, non arrabbiarti…! Ho solamente chiesto se avevi studiato tutto qui! Voglio solo che tu passi l’esame, così tutto questo sarà finito! Mi stanca non vederci perché una volta che sono libero io devi studiare tu, e una volta che sei libera tu devo studiare io… E’ frustrante sentirti solo per telefono, ecco.- ammise Otani.
Effettivamente, avevano tutti e due da fare con lo studio, perciò non si vedevano quasi per niente.
-Oh, ma quanto sei dolce!- cinguettò Koizumi.
-Bah, quando fai quella vocina mi irriti.- disse Atsushi.
Koizumi stava per aprire bocca e fare quel suono  che il suo ragazzo definiva “irritante”, ma l’autobus arrivò.
-Ecco l’autobus. Sbrigati a salire… Ah, attenta a non dare le capocciate al soffitto, altrimenti perdi più neuroni del previsto e già ne hai pochi…- enunciò Otani con fare ironico.
-Grr, e tu nano, dovresti preoccuparti, almeno, di salire sui sedili… Dato che ti è difficile sederti: sono troppo alti per te.- rispose Risa.
-Pff, taci e sali.- ordinò Otani.
Salirono, timbrarono i biglietto e presero posto sui sedili. Parlarono del più e del meno, cose come: “Ti dico che, nell’ultimo concerto che ha dato questo mese, Umibozu aveva il cappello bianco, non grigio!”. Il viaggio durò una ventina di minuti, ma a loro ne sembrarono passati a malapena cinque. La verità era che quando stavano insieme il tempo volava in un istante.
Quando arrivarono all’istituto, per dare l’esame, Risa rimase immobilizzata per la paura.
Deglutì. Otani la guardò un po’ confuso.
-Risa?- la chiamò.
-Si?-
-Hai paura?- chiese.
-No! Perché dovrei? …Sì, sono terrorizzata.- ammise lei.
-Perché hai paura?- domandò ancora il suo ragazzo.
-Non lo so. Forse è solo l’ansia di sbagliare, di non passare il test…- non finì la frase, perché Otani la interruppe.
-Senti, hai studiato, darai il massimo per superare l’esame e non devi avere paura, ansia… Si può sempre riprovare, no?- face una pausa e le presi le mani.- Poi ci sono io a sostenerti, a fare il tifo per te come hai sempre fatto tu per me. Dai il massimo, solo questo. Se andrà male, andrà bene la prossima volta. E, e come sempre, io ti sosterrò nel bene e nel male.- Atsushi face un sorriso e lei ricambiò, sorridendo di rimando.
-Grazie, nano,  ce la metterò tutta.- disse Risa.
-Brava. Così ti voglio.- affermò Otani.
D’un tratto si udì una voce dal microfono, posizionato fuori dall’edificio: -Attenzione gli esami del corso di scuola guida stanno per iniziare, preghiamo coloro i quali debbano farlo, a recarsi all’interno della sala principale.-
-Sarà meglio che vada.- comunicò Koizumi, portandosi una mano dietro la nuca.
-Sì.- Otani le lasciò andare le mani, per poterle permettere di raggiungere il luogo dovuto. La ragazza iniziò a correre.
-Aspetta, Risa!- gridò Otani, per poi iniziare a correre. Risa si fermò di scatto, girandosi verso il suo ragazzo.
-Cosa c’è?- domandò Risa, quando Otani le arrivò davanti.
Otani, si alzò in punta di piedi e ridusse le distanze tra loro. Si baciarono. Un bacio a fior di labra, innocente, ma che riuscì ad infondere sicurezza a Risa. Il cuore di entrambi batteva forte come un tamburo.
-Questo era per augurarti buona fortuna.- disse Otani, rosso in volto, con lo sguardo rivolto verso il basso, imbarazzato.
La ragazza, dal canto suo, rimase spiazzata per via del gesto avvenuto che non si aspettava. Decise, poi, di ricambiare: anche lei gli diede un bacio.
Questa volta fu Otani a rimanere spiazzato, questa volta il bacio fu più appassionato.
Atsushi aveva gli occhi spalancati che dopo qualche secondo chiuse lentamente. Cercarono entrambi le loro mani, che intrecciarono dopo averle trovate. Mai nessuno dei due si sentiva così in imbarazzo per un bacio dato in pubblico, ma non in quel momento non importò a nessuno dei due.
Le distanze tra di loro tornarono.
-Questo era per ringraziarti.- enunciò Risa.
-Sempre la solita scema…! Ora vai, gigantessa, altrimenti l’esame non lo farai neanche!-  disse Otani, spingendola verso l’entrata.
-Ci credi che non ho la forza di entrare?- Risa, indicò la porta.
-Non fare la scema, dai! Io sarò qui fuori ad aspettarti.- disse Atsushi, salutandola allegramente.
-Ok, a dopo.- lo salutò Risa, aprendo la porta.
-A dopo. Ah, Risa?- Otani la chiamò ancora una volta.
-Dimmi.-
-Ti amo, gigantessa, questo lo sai?- disse Otani.
A Risa batteva forte il cuore dopo quello che aveva detto Otani. Quel nanetto le faceva uno strano effetto. Lo odiava per questo.
-Sì, nano da giardino, lo so. E’ sempre un piacere sentirlo dire.- ammise.
-Ti amo, ti amo, ti amo. Potrei dirtelo un’infinità di volte.- confessò Otani.
-Anch’io ti amo. Non sai quanto. Il dolore che prova il mio cuore nel lasciarti in questo momento è insopportabile.- Ammise Risa.
Si scambiarono due occhiate complici, seguite da due sorrisi di due persone  innamorate perse del proprio partner. Si amavano, sì. Cosa avrebbero mai fatto l’uno senza l’atra? Questo non lo sanno, probabilmente potrebbero morire senza la propria anima gemella, senza quei litigi, senza quei baci, senza quei “Ti amo” mancati fin troppe volte. Loro erano una cosa sola, loro si completavano a vicenda e questo sì che  lo sapevano.
-Risa Koizumi: è pregata di entrare in sala!- ordinò una voce da dentro la stanza che l’aveva vista accigliata alla porta da qualche minuto. Probabilmente era l’uomo incaricato di svolgere l’appello, per verificare se erano tutti presenti.
La ragazza ebbe un sussulto.
-Sì, arrivo!- face qualche passo per entrare, poi si affacciò per parlare ad Otani: -Ehm, ci vediamo dopo. Ciao!-
-Signorina…!- la ribeccò l’uomo nella stanza.
-Eccomi!- detto questo chiuse la porta e sparì dalla visuale di Otani che rideva di gusto per il fatto che la sua fidanzata era talmente sciocca e idiota da sembrarle la tenerezza assoluta.
Otani si sedette su una panchina, fuori dall’edificio, visto che non era possibile entrarci durante lo svolgimento degli esami. Pensò. Pensò alla famiglia che aveva intenzione di fare con Risa, di lei in abito da sposa e dei giri in macchina che avrebbero fatto dopo che lei avrebbe avuto la patente di guida. Lui voleva formare una famiglia con lei, perché lei era la ragazza che amava più di sé stesso, con la quale avrebbe voluto invecchiare e morire insieme. Sorrise pensando al loro radioso futuro insieme…
Appena consegnarono i fogli, Risa andò nel panico. L’ansia di sbagliare e la paura di sbagliare il test si erano fatti vivi, di nuovo. Il foglio bianco  l’aveva mandata nel pallone. Se Otani non era lì a rassicurarla non avrebbe mai passato il test. Ripensò alle sue parole.

“Senti, hai studiato, darai il massimo per superare l’esame e non devi avere paura, ansia… Si può sempre riprovare, no?”

“Otani…” pensò.

“Poi ci sono io a sostenerti, a fare il tifo per te come hai sempre fatto tu per me. Dai il massimo, solo questo. Se andrà male, andrà bene la prossima volta. E, e come sempre, io ti sosterrò nel bene e nel male.”


Doveva dare il massimo in quel test. Per lei, per Otani e per tutto il resto. Sì, doveva farcela! Avrebbe dimostrato di cosa era capace! Avrebbe superato quel test.
Quando Risa ebbe finito, Otani le corse incontro.
-Allora? Com’è andata?- chiese, lui, ansioso.
-Bene. Alla grande! Non poteva andare meglio!- annunciò euforica.
Gli angoli della bocca di Otani si allargarono in un sorriso a trentadue denti.
-Evviva! Andiamo alla fermata dell’autobus.- indicò una fermata poco distante da loro di qualche passo.- Intanto racconta.- disse Otani.
-Sai, all’inizio ho avuto il panico… Ma poi ho ripensato a ciò che mi hai detto prima e mi sono rassicurata. Quindi, grazie: è anche merito tuo.- detto ciò Risa diede un bacio sulla guancia al suo fidanzato, che, ignaro di quel gesto, ebbe un sussulto, successivamente divenne rosso come un pomodoro.
-Beh, tu che hai fatto durante tutto questo tempo?-  chiese Risa.
-Ho pensato.- risposte Atsushi.
-Uhm? E a cosa?- domandò ancora la ragazza.
-Vuoi proprio saperlo?- chiese lui.
-Certo! Che domande?!?- gridò Risa.
-Pensavo al nostro futuro insieme.- confessò Otani.
-Cos… Che?- chiese spiazzata Risa.
-Sì. Pensavo quando ti avrei chiesto di sposarmi, quando ti avrei vista in abito da sposa, quando avremmo detto il nostro “sì, lo voglio”, a quando ti avrei baciata sull’altare, quando avremmo avuto la nostra prima volta, quando avremmo avuto i nostri bambini e via dicendo…- Atsushi era rosso in volto, come mai prima. Le sue orecchie andavano a fuoco e Risa si era addolcita alla risposta del ragazzo. Del suo ragazzo. Lui era suo e nessuno glielo avrebbe portato via da lei. Nessuno. Anche Risa voleva salire sull’altare e dire il fatidico “sì, lo voglio” che avrebbe cambiato la sua vita per sempre, anche lei voleva baciarlo sull’altare anche lei voleva avere la sua prima volta con lui, anche lei voleva avere dei bambini da lui… Non aveva mai avuto un così tale desiderio di possesso in vita sua, come allora. MAI!
-Risa. Puoi promettermi una cosa?- chiese Atsushi.
-Certamente.- rispose lei.
-Promettimi che starai sempre al mio fianco e non mi lascerai mai, mai, mai! Voglio stare sempre e solo con te. Sempre. Promettimelo.-
-Oh, ma questo te lo avevo già promesso tempo fa. Ricordi?- disse Koizumi.
-Ho bisogno di sentirtelo dire ancora. Yubikiri?- Otani porse il suo mignolo a Risa, che unì con il suo.
-Yubikiri.- si sorrisero.
Si udì un rumore avvicinarsi: l’autobus stava arrivando.
-Oh, sta arrivando l’autobus. Saliamo.- disse Otani, prendendola per mano.
Entrarono e si misero a sedere ai primi posti che erano liberi, si stringevano ancora per mano. Passò qualche minuto, prima che Risa aprì bocca per fare una domanda al suo fidanzato.
-Ehi, Otani. Hai mai pensato a quanti figli vorresti avere?- domandò Risa che guardava fuori dal finestrino, il cielo che si faceva più scuro. Dato che erano le 17.30 passate e, a Novembre, il buio cala prima che in estate.
-Ehm, sì. Tu?-chiese, guardandola con un sorriso da ebete.
Risa si girò.- Sì. Ci stavo pensando adesso. Te quanti ne vorresti avere?- tornò ad osservare il paesaggio, che si apprestava a scurirsi sempre di più.
Otani ci pensò su, per un po’.
-Bah, mi piacerebbe avere almeno due figli, però…- Atsushi venne interrotto dall’urlo di Risa:- Oh mio Dio: un camion Ci viene addosso!- d’istinto, Risa si abbracciò ad Otani come per proteggerlo. Essendo ai primi posti hanno avuto un impatto maggiore , rispetto agli altri passeggeri.
Si udì un rumore di una frenata, poi il rumore di vetri che si rompevano, infine il nulla…
Otani si ritrovò tra le braccia di Risa. Lui non si era fatto niente: Risa lo aveva protetto con il suo corpo. Appunto… Risa. Lei lo aveva protetto. Lei gli aveva fatto da scuso con il suo corpo. Lei lo aveva salvato.
Atsushi si liberò dalle braccia di Koizumi.
-Koizumi? Rispondi!- esclamò.
Nessuna risposta da parte di lei.
-Koizumi…! Gigantessa, ti prego, parlami!- ormai era sul punto di scoppiare a piangere.
-Ti supplico! Dì qualcosa! Insultami, dammi del nano, qualsiasi cosa… Ma ti prego, ti prego parlami! Non è divertente come scherzo. Non lo è!-
Scoppiò a piangere, in preda alla disperazione.
-Koizumi… Tu non puoi. No…! Aiuto. Vi prego, aiutatemi! Aiuto!- gridò Atsushi con le lacrime che non volevano smettere di uscire.
Nessuno era disposto ad aiutarlo. C’era parecchia gente che ne era uscita ferita gravemente. Alcuni chiamarono già l’ambulanza. Per ora, la priorità era sopravvivere e non pensare agli altri. Quindi, le richieste di Otani , sembrarono urlate al vento.
-Mio Dio, Risa!- andò ad ascoltarle il battito del cuore, porgendo un orecchio sul suo petto. Probabilmente, se fosse  stata cosciente, gli avrebbe dato uno schiaffo in faccia. Sorrise tra le lacrime a quel pensiero. Un sorriso che si dissolse subito, dopo aver constatato che il cuore di Risa non batteva più.
-No! Non può essere…!- non convinto, provò a sentirle il battito sul polso. Niente. Il cuore di Risa aveva smesso di battere. Lei era morta. Non capacitatosi di ciò, provò anche a sentirle il battito tramite la giugulare, sul collo. Nulla. La vita di Koizumi era finita. Evidentemente, l’impatto era stato troppo forte per lei.
Otani pianse. Singhiozzi rumorosi di udirono nell’aria. Si portò una mano davanti il volto, rigato dalle lacrime.
I ricordi di Risa gli si affollarono tutti in mente. Ricordò la loro prima litigata, il curry dell’orso, tutti i tentativi di lei per conquistarlo, la sua idiozia, le sue cavolate che lo facevano sempre ridere, le sue facce che gli mettevano paura, lei e il “Maity club”, i loro giri in bici con il tizio che li sgridava, il loro primo bacio, il loro primo appuntamento, la gelosia di Koizumi nei confronti di Mayu, Mimi, lei tutta vestita e truccata da modella che poteva fare concorrenza a qualsiasi ragazza del mondo e tutto il resto della loro relazione, che lo indusse a piangere ancora di più. Pianse così tanto che credette non poter avere più lacrime.

“Lei aveva promesso… Non è giusto!”

Batté un pugno sull’ asfalto.
-Dannazione, Risa! Tu avevi promesso…  Avevi promesso che saresti rimasta sempre con me, che non avresti mai lasciato! Non è giusto! Le promesse non si infrangono così…! Sei cattiva! Una perfida, cattiva gigantessa infrangi-promesse. E adesso come farò a vivere? Come farò ad andare avanti senza te? Io non riesco ad immaginarmi senza Risa Koizumi. Capisci? Non posso. Non sarò più lo stesso se mi lasci così. Ritorna, in qualche modo… Ma ritorna. Ritorna dal tuo nanetto. Ti prego! Io non vivo senza te! Ti supplico. Non te ne andare, Risa! NON TE NE ANDAREEE!- disse Otani fra un singhiozzo e l’altro. Il ragazzo era distrutto dal dolore.
-Lo vedi che avevo ragione? Avevo un brutto presentimento al riguardo: era questo brutto incidente. Non dovevi fare questo corso per prendere la patente! Se tu non lo avresti fatto adesso non ci ritroveremo così. Ora staremo al telefono a ridere di gusto, oppure ad insultarci come sempre. Magari eravamo in giro per negozi, a casa mia, oppure a casa tua. Ed io ti avrei detto quanto ti amo o quanto sei scema. Gigantessa, non sai cosa darei per sentire ancora quella tua vocina irritante. Non lo sai! Maledetto camion! Maledetto autobus! Maledetti tutti! Tutti! Che mi avete portato via la mia Risa in modo così crudele! Io non vi perdonerò mai! Me l’avete portata via! Dovevamo sposarci, avere una famiglia, vivere tante emozioni…! Non sarò mai in grado di vivere senza di lei! Io… mi sento vuoto! Rivoglio la mia Risa, ma chi me la riporterà indietro? Nessuno. Nessuno può. E’ morta Risa, è morto Otani. Muore lei, muoio anche io. Perché io sono niente senza questa ragazza. Questa ragazza che ha preso, giorno dopo giorno, un piccolo pezzo del mio cuore, fino a pormelo via del tutto. Non non vivo senza di lei.- Le lacrime di Atsushi non smettevano di scendere, caddero tutte sul suolo, formando qualche piccola pozzanghera.
Otani posò la sua nuca sul ventre di Koizumi.
-Questo ventre avrebbe dovuto ospitare una vita per nove mesi, sai? La vita che avremmo potuto creare insieme.- Prese la sua mano, fredda. –In questa mano, sul tuo anulare, ci dovrebbe essere la fede che simboleggiava la nostra unione in matrimonio.-
Con il pollice le accarezzò la mano. –Sei fredda. Solitamente avevi le mani calde. Quando ci tenevamo per mano mi riscaldavi. Ma non solo quella, mi riscaldavi anche il cuore, l’anima, lo spirito. Ora come faccio, grattacielo?-
Affondo la sua faccia sul corpo della fidanzata. Pianse sempre più forte. La maglietta di Risa era zuppa di acqua salata. Otani non riuscì a smettere di piangere.
Poco dopo arrivò la polizia e l’ambulanza. La polizia mise un po’ di “ordine” nella situazione, l’ambulanza portò via i feriti.
Quando presero il corpo di Risa, Otani protestò: -No! Lasciatela con me! Non portatemela via anche voi, vi prego! Lasciatela… qui… con… me…- disse ancora fra i singhiozzi.
-Mi dispiace, ragazzo, ma dobbiamo portarla via.- disse un medico dell’ambulanza.
-No! Lasciate che venga anch’io, almeno!- propose.
-Non possiamo permettervelo…-
Otani abbassò lo sguardo. Nel vedere Risa senza vita, che la portavano via. Se avesse ancora i sensi si sarebbe ribellata. In quel momento capì che non avrebbe mai potuto vivere senza di lei. Così, prese velocemente una pistola dalla tasca di un poliziotto e se la posizionò sulla tempia.
Nonostante le proteste da parte dei poliziotti e di tutti, susseguiti dai tentativi di togliergli l’arma, non riuscirono a prendergliela o a fargli cambiare idea.
-Tutti, prima o poi, crollano. A tra poco, Risa. Ti amo e ti amerò per sempre. Aspettami nell’aldilà.- detto questo si sparò in testa, con convinzione.
Ora, possono stare insieme per sempre.



~Angolo dell’autrice infame-in lacrime
Allora, fandom, non uccidetemi. L’idea mi è venuta così. Ci ho impiegato secoli per scrivere questa shot. Spero, comunque, che mi lasciate un parere e che vi sia piaciuta. Mi preparo alle recensioni super critiche. Intanto… chi vuole dei fazzoletti?
*porge mille scatole*
Per vostra informazione, non so se lo sapevate, “Yubikiri” é una parola che i giapponesi usano per scambiarsi delle promesse, quindi l’hanno detta anche Otani e Risa per scambiarsi le loro.
So che il titolo è sciocco, ma “All fall down”, significa: “Tutti crolliamo”, in questa storia va a simboleggiare il fatto che Otani è crollato, difronte alla vita di Risa che è giunta al termine. Sniff… T_T
E, spero che abbiate capito, vabbé. Non mi veniva in mente nulla di meglio… XD
Ora mi dileguo prima che mi tiriate le mucche. O.o
Ciao, ciao.
-Nadynana
  
Leggi le 7 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Lovely complex / Vai alla pagina dell'autore: Nadynana