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Autore: Hymn    18/11/2013    0 recensioni
Lacrime scarlatte scivolarono lungo gli zigomi affilati di Adrian, cadendo sulla pelle del giovane che adesso stringeva saldamente tra le braccia; la spada del ragazzo, con la quale aveva tentato in ogni modo di difendere se stesso e la propria famiglia, giaceva pochi metri più avanti, la punta spezzata.
Genere: Angst, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Adrian Blackmore, Cain Blackmore
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Amor vincit mortem


Forze sovrannaturali si erano riversate sulla Vecchia Capitale, quella notte.
La tregua stabilita secoli prima dalla Rosa di Blackmore con i Presidiales era stata infranta e sulla città si erano riversate le nebbie del Presidio, e con esse i suoi abitanti.
L'intera popolazione della città era impazzita, e l'unica cosa veramente certa di quelle ore di pura follia era che i cancelli erano stati aperti; le efferatezze, i crimini più orrendi che macchiarono quella notte furono poi perdonati, tanto si era assottigliato il confine tra raziocinio e pazzia.
Quella notte, così come per tutti gli anni a seguire, la popolazione puntò il dito contro i Blackmore, condannandoli per ciò che era successo, vista la loro vicinanza ed il loro stretto legame con il Presidio stesso.
Era risaputo, infatti, che Clarisse Blackmore possedesse innato il potere di Evocatores, che le dava la facoltà di richiamare a sé le creature demoniache che abitavano la nebbia.
Quella notte, l'intera famiglia Blackmore, o almeno i membri ancora in vita, vennero sterminati.
Nessuno sopravvisse, o per lo meno, questo era ciò che, ormai, i cittadini credevano.

Il fuoco divampava ovunque, accompagnando crimini che, in condizioni normali, sarebbero stati puniti con la pena capitale. Mariti che violarono le donne amate, madri che strapparono la vita a coloro cui la vita loro stesse avevano donato; la popolazione era ormai dominata e controllata dalle forze soprannaturali del Presidio, le loro menti incapaci di intendere e volere, e soprattutto di controllare i corpi in cui risiedevano.
Pochi parevano veramente immuni a tale effetto. I membri dell'Ordine della Croce, capaci di distruggere ciò che di demoniaco esisteva, combattevano con ogni mezzo per frenare l'avanzata incontrollata dei Presidiales.
Corpi mutilati o dilaniati, sangue e viscera erano sparsi ormai sul selciato polveroso delle strade, calpestati da coloro che tentavano invano la fuga in quegli ultimi istanti di completo controllo delle proprie facoltà.
I cadaveri venivano dati alle fiamme, unico modo per eliminare la minaccia invisibile per coloro che non erano protetti dalle armi della Croce.
Accanto agli umani combattevano senza esclusione di colpi i vampiri di stirpe Blackmore, con la speranza di arginare quello scempio che non erano riusciti ad evitare per cause di forza maggiore.
Adrian ed Ashton Blackmore, favoriti dalla loro immortalità e dalle loro capacità ben oltre l'umano laceravano con i loro canini le membra rubate dai Presidiales, spaccavano con pugni rapidi e silenziosi costati ed ossa di coloro che dal Presidio erano ormai soggiogati e corrotti.
Sangue fresco consentiva loro di mantenere inalterata la loro straordinaria capacità rigenerativa, preservando quei corpi graniti da ferite potenzialmente mortali.
I colpi dei due vampiri giungevano inesorabili e rapidi come dardi; la loro vera natura, quella notte, si era palesata in tutta la sua mirabile e terrificante potenza.
I loro corpi si muovevano rapidi ed eleganti nonostante la violenza dei colpi, i loro muscoli scattavano costantemente accompagnati dalle ombre, serve e compagne dei Blackmore, che permisero loro di spostarsi indisturbati, riconoscibili solo dagli sguardi più attenti come un'ombra particolarmente più vibrante e profonda.

Le macerie ricoprivano le strade, macchiate di sangue innocente; la Rivolta era ormai prossima al termine, quando Adrian rinvenì il corpo ormai prossimo alla morte del primogenito di Clarisse e Brian, futuro erede al trono di Altieres, il principe Haydan Luisian Blackmore.
Della giovane Sophia Blackmore, invece, nata da pochissimi mesi, non c'era traccia.
Il corpo della madre di Haydan giaceva nella polvere, la pelle macchiata dal suo stesso sangue e da quello di chissà chi altro ancora.
La mano di Adrian saettò a stringere quella del giovane Haydan, che con le ultime forze residue tentava di sorridere al vampiro, suo cugino ed amato.
Lacrime scarlatte scivolarono lungo gli zigomi affilati di Adrian, cadendo sulla pelle del giovane che adesso stringeva saldamente tra le braccia; la spada del ragazzo, con la quale aveva tentato in ogni modo di difendere se stesso e la propria famiglia, giaceva pochi metri più avanti, la punta spezzata.
In un sussurrò riuscì a dire ad Adrian che, ormai da qualche ora, non era riuscito a vedere né trovare Ashton, il quadricentenario vampiro che era stato padre di sangue dello stesso Adrian.
La mano del vampiro si strinse più forte su quella del giovane, il viso trasformato in una maschera di pura rabbia e dolore; si riscosse solamente quando avvertì distintamente la presa del principe iniziare ad affievolirsi.
Lo guardò, avvertendo il pericolo imminente, e senza esitazione lasciò un rapido e rabbioso bacio sulle labbra pallide del giovane; infine, poggiando le labbra sul suo collo lacerò la carne morbida del ragazzo, imprimendo a quel corpo la speranza di una nuova vita, preservata nel tempo dal sangue di vampiro che sarebbe diventato.

   
 
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