We Are Marshall!

“Ci vediamo a casa, piccola mia!”
E’ con questa dolce e semplice frase che mi avevi salutato l’ultima volta, prima di salire e volare via per sempre su quell’aereo maledetto.
Ricordo quel giorno.
Un bellissimo giorno di inizio primavera, c’era il sole quel pomeriggio.
Avevi una partita di football e io ero cheerleader, sostenevo la squadra e urlavo a squarcia gola agitando i pon-pon verdi e bianchi insieme alle mie compagne.
Tifavamo per la squadra, ma io tifavo più che altro per te, il mio ragazzo.
Tutte le volte che varcavi il campo da gioco con indosso la pesante corazza, mi facevi l’occhiolino prima di metterti il casco e iniziare la partita.
Tutte le volte che facevi punto mi venivi incontro e prendendomi in braccio mi facevi girare e mi urlavi “Lo dedico a te!” poi con un veloce bacio tornavi in campo con l’intenzione di fare altri punti, solo per me…
Purtroppo, avevamo perso quel pomeriggio, ma eravamo comunque tutti contenti perché demoralizzarsi non serviva a niente.
Il coach  aveva sgridato la tua squadra per lo scarso impegno e aveva rimproverato anche noi cheerleader accusandoci di non aver urlato abbastanza facendo perdere la squadra.
No, in realtà non era arrabbiato.
Diceva sempre così e noi lo ascoltavamo a testa bassa senza un fiato. Poi si metteva a ridere e ci accarezzava la testa arruffandoci i capelli, ci trattava come figli, il nostro coach… Ricordi?
Prima di uscire dagli spogliatoi urlavamo sorridenti “We are Marshall! We are Marshall!” e ridevamo insieme.
Che gruppo che eravamo, il nostro gruppo… Ricordi?
E intanto arrivò sera ed era il momento di tornare a casa.
Noi cheerleader tornavamo in macchina mentre la tua squadra prendeva l’aereo, quel maledetto aereo…
Io mi stavo dirigendo verso la macchina quando tu mi chiamasti “Courtney! Non si saluta?” mi chiedesti.
Io mi voltai sorridente “Hai ragione, scusami!”
Ti corsi incontro abbracciandoti “Buon viaggio!”
Ci baciammo appassionatamente fino a quando il coach non ti richiamò “Ehi, Romeo! Guarda che partiamo senza di te!”
“Devo andare! Ci vediamo a casa, piccola mia!” e mi diedi la tua calda felpa verde e bianca.
Sopra c’era scritto il tuo nome, il tuo numero e lo stemma della squadra.
Era calda e aveva il tuo profumo.
L’annusai mentre vedevo l’aereo decollare e tu mi salutavi dal finestrino.
Mi bacia la mano e soffiai un soffice bacio.
“Courtney! Dobbiamo andare!” salii a bordo della cappottabile rossa con le mie compagne e partimmo a tutto gas.
Bevemmo birra e ascoltammo musica a palla. Tutto era fantastico e perfetto! Non potevo chiedere di meglio!
Ci furono i soliti pettegolezzi tra ochette da università… quante risate!
Mostrai l’anello che mi regalasti quella sera indimenticabile al lago, l’anello di tua madre che vi appartiene da generazioni… significava molto per te… e per me…
Ci furono gridolini e urla di emozione, iniziarono a parlare di matrimonio, il nostro matrimonio…
Poi fu tutto come un lampo.
La musica si interruppe e… la notizia!
Appena la udimmo urlammo terrorizzate e scoppiammo in un pianto senza fine, tutta la città scoppiò in un pianto senza fine… pure il cielo…
Arrivammo sul luogo dell’incidente dopo mezz’ora di agonia.
C’erano tutti: genitori, figli, mogli, amici, il preside della Marshall Univerity… c’erano tutti!
Urlai e corsi per vedere che cosa era successo e quando arrivai il tempo parve fermarsi.
L’aereo era lì, in un mucchio di piante cadute, in fiamme… non si poteva nemmeno definire un aereo, ma un ammasso di rottami.
Vidi un pompiere avvicinarsi al preside della Marshall University e consegnarli uno stemma un po’ annerito, ma miracolosamente salvatosi dell’impatto e successivamente l’incendio.
Vidi i tuoi genitori stringersi l’uno con l’altra e piangere la tua morte e quella di tutta la squadra.
Vidi la moglie e i figli del coach inginocchiarsi a tutto quello sfacelo e pregare che fosse tutto un incubo, ma purtroppo non lo era…
Il giorno del tuo funerale indossai la tua felpa, fiera di portare una maglia così piena d’onore e guadagnata con molta forza di volontà e amore… non è da tutti entrare a far parte di una squadra di football così famosa.
La squadra della Marshall University!
Tua madre mi disse che mi dovevo solo vergognare perché la causa della tua morte non era altro che mia.
Lo so, è colpa mia!
Tu sei entrato nella squadra di football solo per stare con me, perché io ero cheerleader…
Se tu non ti fossi mai innamorato di me, non saresti mai entrato nella squadra di football…
Se tu non fossi mai entrato nella squadra di football, non avresti mai giocato quella partita…
Se tu non avessi mai giocato quella partita, non avresti mai preso quell’aereo…
Se tu non avessi mai preso quell’aereo, non  saresti mai morto… Diamine!
Ecco la verità!
Per colpa mia tu sei morto e per colpa mia non tornerai mai più indietro…
E anche ora che sono qui sulla tua tomba, indossando la tua felpa speciale, baciando il tuo anello prezioso e a piangere lacrime amare di un amore perduto, tu non tornerai indietro…
Mi alzo dell’erba bagnata e le mie lacrime si mischiano con la pioggia battente.
Guardo un’ultima volta la lapide prima di girarmi e andare per la mia strada.
La leggo un’ultima volta:

1996-2013
Duncan Nelson
We Are Marshall!

 
ANGOLO DELL’AUTRICE
Sarò velocisssssssima, promesso!
Questa FF è ispirata ad un film che ho visto che si intitola appunto ‘We are Marshall!’
Credo sia inutile dire che la cheerleader che racconta la storia è Courtney e che il ragazzo morto è Duncan…
Spero vi sia piaciuta. A me sinceramente vedere la scena e tutta la disperazione della ragazza e dei parenti mi ha fatto piangere come una fontana :’(
Poveretti… Sigh…
Ok, vi lascio e recensite
BACIONI
Xenja ♥