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Autore: Giiuls9    19/11/2013    0 recensioni
Eiliash è una ragazza che si trova a dover ricominciare la sua vita dopo aver passato gli ultimi otto anni in un centro psichiatrico.
Incontrerà Daniel, che potrebbe essere l'unico a farla ricominciare a sorridere.
Ma, Eiliash, permetterà alle sue barriere di crollare e farà entrare Daniel nel suo mondo?
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Incompiuta, Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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Apathy.


Eiliash si trovava davanti ad un edificio di mattoni rossi con in mano l'indirizzo datole dall'avvocato Howard.

Ricontrollò per la terza volta che l'indirizzo fosse quello giusto poi con un sospiro entrò nel palazzo.
Arrivata al secondo piano, che era il piano indicatole, cercò quale potesse essere la porta dell'ufficio dell'avvocato Howard; fortunatamente una segretaria venne in suo aiuto introducendola nell'ufficio giusto.

«Salve signorina Gray, Jim la stava aspettando. Entri pure..» le intimò mostrandole l'ufficio.

Eiliash avanzò titubante fino ad entrare nella stanza; in quel momento l'uomo, che la ragazza presupponeva essere Jim Howard, si girò verso di lei sorridendole.
Era un uomo sulla cinquantina e sembrava veramente una persona gentile, non una di quelle che fingono di esserlo per puro dovere vista la professione.
La guardò qualche secondo in più e poi, facendole segno di accomodarsi sulla sedia proprio davanti a lei, si sedette dietro la scrivania.

«Tu devi, proprio, essere Eiliash.. Devo dire che Ethan aveva ragione quando ti descriveva come una bellissima ragazza.. Oh, scusami io sono Jim.. Posso darti del tu, vero?» parlò talmente veloce che la ragazza fece quasi fatica a stargli dietro.
«Sì, non si preoccupi..» rispose lei semplicemente.
«Bene.. Come ti ho anticipato ti ho chiamata per via del testamento di Ethan.. Ero stato avvertito dallo stato che saresti uscita ieri.. Quindi, Ethan decise di fare testamento appena scoprì della malattia e, come tu saprai, non aveva nessuno tranne te.. Quindi tutto quello che aveva ha deciso di lasciarlo a te Eiliash..» le spiegò l'avvocato.

Eiliash ricordava come fosse ieri il giorno in cui Ethan scoprì di avere un cancro oramai allo stadio terminale.

Ricordava, come fossero marchiate sulla sua pelle, le parole fredde e distaccate del medico che lo comunicava ad entrambi.
Inoltre, ricordava perfettamente che la sera avevano fatto l'amore a casa di Ethan, quasi come due disperati che cercavano di aggrapparsi all'ultimo briciolo di tempo rimasto.
Ricacciò nella mente quei pensieri e tornò a prestare attenzione a Jim.

«Cosa mi ha lasciato?» chiese quasi apatica, cercando di rimanere il più possibile distante da ciò che stava accadendo.

Aveva paura di farsi del male e in quel momento desiderò persino di essere ancora richiusa tra le mura della clinica. Lì si era sentita quasi una prigioniera, anche se poi lo era praticamente davvero, ma la maggior parte delle volte si sentiva al sicuro, desiderosa di scappare al di fuori, ma al sicuro.

«Immagino tu sappia che Ethan possedeva un pub e un appartamento a Notting Hill.. Al momento il pub è gestito da un amico fidato di Ethan ma tu ne sei la leggittima proprietaria.. Così come dell'appartamento al di sopra di esso.. Immagino tu stanotte abbia dormito in un hotel.. Bene, quella ora è legittimamente casa tua Eiliash. Inoltre devo darti questa busta» disse allungando un'anonima busta gialla verso di lei «All'interno della busta ci sono l'indirizzo di pub e appartamento, con relative chiavi, il denaro che Ethan possedeva al momento della morte e infine una lettera.. Ecco tutto abbiamo finito.. Devi solo firmare il consenso al trasferimento dell'eredità e possiamo salutarci..» concluse con un sorriso, stavolta più amareggiato, l'avvocato.


Eiliash, annuendo, firmò il consenso e, salutato e ringranziato l'avvocato, uscì dall'ufficio e poi, corredo, dall'edicio.
Corse molto, finchè il fiato non le mancò a tal punto da farle cedere le gambe.
Ora si trovava nei pressi di un parco: si stese sul manto erboso e, con una mano a voler afferare il cielo e l'altra appoggiata saldamente sulla sua pancia, una lacrima le rigò il viso.
   
 
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