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Autore: _joy    19/11/2013    6 recensioni
Ambientata durante "Morsi di ghiaccio" - A complicare il già difficile rapporto tra Rose e Dimitri, all'Accademia è arrivata Tasha Ozera. Innamorata di Dimitri, tenta di convincerlo a seguirla come suo Guardiano. E la vacanza sulla neve non fa che aumentare il dolore e la gelosia di Rose verso quella che sembra ormai una coppia. E Lissa...anche Lissa sembra conquistata da Tasha. E comunque, nella sua vita ormai Christian sembra la priorità. E così, sola come mai prima, Rose si ritrova a pensare con nostalgia al periodo della loro fuga e, in particolare, al loro soggiorno a NY, quando vivevano tra gli umani e si chiamavano... Blair Waldorf e Serena Van der Woodsen
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Dimitri mi stringe forte e lo sento mormorare il mio nome in russo, più volte.
 
Roza.
Lo usa solo nei momenti di maggiore trasporto.
Chiudo gli occhi e respiro il suo odore, mentre sento il tessuto della sua giacca solleticarmi la guancia e ascolto il suo cuore che batte veloce.
Come il mio.
Mi accarezza i capelli e io stringo la presa sulla sua schiena, sentendo i muscoli sodi attraverso il tessuto.
 
Sto bene.
Mi sento completa, mi sento perfetta così, stretta tra le sue braccia.
Ed è una sensazione di calore e meraviglia così diversa da tutte le sensazioni che ho provato finora… è diversa dal desiderio, dalla passione, dal trasporto, dalla brama, dal possesso.
Le racchiude tutte, ma è qualcosa di più forte, di più gentile, di più caldo.
 
Vengo investita dalla consapevolezza che Dimitri è l’uomo per me.
Che probabilmente nessuno mi farà mai provare queste stesse sensazioni.
E che, se non sarà mio, almeno ho visto schiudersi davanti ai miei occhi questo mare di emozioni, così raro.
Serro le palpebre.
Saprò mai farmelo bastare, se lui scegliesse Tasha?
 
Dimitri non sembra avere fretta di staccarsi da me: l’abbraccio si prolunga finché non perdo la cognizione del tempo.
E poi, succede.
Sento dei passi affrettati e un gemito.
Ci separiamo bruscamente e, quando mi volto, vedo Lissa, Christian e Tasha a qualche passo da noi.
Arrossisco e sento un brivido di paura all’idea che, alla fine, ci abbiano scoperti.
Dimitri ha sempre detto che correvamo un rischio mentre io ho sempre sminuito questa sua affermazione… Ma ad un tratto mi chiedo, sgomenta, cosa potrebbe succedergli se venisse tutto alla luce.
Io sono minorenne.
Lui è un mio insegnante.
Se lo accusassero di aver abusato del suo ruolo?
Non lo permetterò mai, mai – mi dico, decisa.
 
Sono già pronta a dare battaglia e alzo il mento con fierezza quando Lissa si precipita singhiozzando tra le mie braccia.
«Cosa…» mormoro scioccata, abbracciandola di riflesso.
Che cavolo succede?
Non stavano per accusarci?
Sondo le emozioni di Lissa e quello che trovo non ha nulla a che fare con me e Dimitri.
Paura.
Terrore.
«Liss, cosa succede?» chiedo, attonita.
Dimitri le posa una mano sulla spalla, poi guarda verso gli altri due.
Christian fa un passo avanti e mormora:
«Strigoi. Hanno trucidato i Drozdov»
 
Io lo fisso, sconvolta.
I Drozdov sono una delle famiglie reali dei Moroi.
Sono una famiglia potente e ben protetta… come è possibile?
Come hanno fatto?
Capisco la paura di Lissa: le grandi famiglie Moroi godono di grande protezione e il fatto che un branco di Strigoi sia riuscito in un0impresa del genere è un attacco deciso al sistema.
Nessuno è intoccabile.
Non più.
Accarezzo i capelli di Lissa mentre la mia mente elabora questa idea ed è allora che la vedo.
Tasha ha gli occhi fissi su di me e la sua espressione non è affatto gentile.
Sono ancora scioccata per la notizia portata da Christian e impiego un attimo a razionalizzare.
Lissa è solo sconvolta dall’accaduto, è piombata qui perché voleva che la rassicurassi e non ha visto nulla, non ha colto nulla nell’abbraccio tra me e Dimitri.
Ne sono certa: sento le sue emozioni e non c’è nulla in esse, se non paura e orrore.
Christian sembra altrettanto ignaro della situazione, Strigoi a parte: fissa Lissa corrucciato, ma non sembra aver notato altro.
Ma Tasha ci ha visti, ne sono certa.
Ero sicura che avesse già capito che tra me e Dimitri c’era qualcosa: non era chiaro da quello scambio di battutine non troppo velate dell’altra sera?
Bene, non posso preoccuparmene ora.
Ma lei continua a fissarmi, con gli occhi ridotti a due fessure.
Io cerco con lo sguardo di Dimitri, che sta interrogando Christian sull’accaduto.
Quindi, dice solo:
«Devo mettermi in contatto con gli altri guardiani. Devo capire se è sicuro rientrare domani o…»
Io annuisco.
«Andiamo via tutti, va bene?»
Al suo cenno affermativo stringo Lissa e la faccio alzare; Christian è subito al suo fianco.
«Rose… com’è possibile?» mi chiede.
Io scuoto il capo: sono senza parole.
 
Il ritorno all’appartamento si svolge in un silenzio pesante e cupo.
Saliamo di volata in casa e, per la prima volta, mi scopro a guardare le ombre con paura.
È assurdo… o no?
Dove possono arrivare?
Cosa sanno?
 
Come ho potuto essere così irresponsabile da portare qui Lissa?
E se sbucassero gli Strigoi?
Bella mossa da guardiano, Rose!
Proprio responsabile!
Offrirei loro su un piatto d’argento l’ultima dei Dragomir… a Manhattan, in un loft scintillante.
Sono un’idiota.
Dimitri aveva ragione.
Per questa mia smania di un tuffo nel passato ho rischiato di mettere in pericolo Lissa.
Sono un’idiota colossale.
 
Dimitri sta parlando al cellulare a bassa voce.
Chiude la telefonata e ne fa subito un’altra, stavolta in russo.
Io apro e chiudo i pugni, nervosa.
Lissa va a preparare del thé.
Quando Dimitri finisce la telefonata non faccio in tempo a chiedergli notizie perché Tasha gli si avventa addosso, afferrandogli il braccio.
«Che notizie ci sono? Ne vogliamo parlare… in privato?»
Lancia un’occhiata preoccupata verso Christian e Lissa e io mi mordo la lingua per non sbottare in improperi: noi non siamo bambini.
Io non lo sono di certo e non voglio essere trattata come tale.
Ma Dimitri mi precede.
«Rose?» chiama.
Faccio due passi avanti.
Christian fa lo stesso.
«Ehi, vogliamo sapere anche noi. Siamo tutti adulti!»
«Christian, magari…» sua zia esita, ma lui la rimbecca:
«Zia Tasha, dove sono finiti tutti i tuoi bei discorsi sulla magia, sul farci parte attiva nella lotta agli Strigoi?»
«No, qui è una cosa diversa, Christian: mi sembra inutile terrorizzarvi e…»
«Non serve a niente mettere la testa sotto a sabbia» la interrompo io.
Guardo Lissa e lei mi fa un cenno con la testa, avvicinandosi e posizionandosi tra me e Christian.
«Giusto» mormora.
Dimitri la guarda per un secondo, poi annuisce.
«I Drozdov sono stati attaccati nel loro palazzo. È stata una strage. Non hanno risparmiato nemmeno chi lavorava per loro»
«Stanno attaccando i Moroi reali» dice Christian a denti stretti.
«Reali. Non reali. Non fa differenza per loro» risponde Dimitri.
Sembra assorto nei suoi pensieri e Tasha gli passa una mano sul braccio.
Io sono troppo scioccata per notarlo, quasi.
«Vi… vi ricordate Mia?» mormoro, riferendomi a una ragazza dell’Accademia «I suoi genitori non lavoravano per i Drozdov?»
Lissa impallidisce.
«Oddio… Oh mio Dio… è vero» balbetta.
Christian la abbraccia con fare protettivo e mi lancia un’occhiata.
Mia non stava simpatica a nessuno, tranne forse a lui… Ma è sempre orribile quando una tragedia tocca qualcuno che conosci di persona.
Sento un gelo inquietante serpeggiare per la mia schiena, ma mi sforzo di mostrarmi impassibile.
Sento gli occhi di Dimitri su di me, non voglio che mi veda cedere.
 
Eppure, quando salgo in camera, i brividi mi scuotono.
Ci sono branchi di Strigoi che vanno in giro a dare la caccia ai Moroi e io non trovo niente di meglio da fare che scappare a New York e attirare qui Lissa.
Qui, dove i guardiani non ci sono e non siamo protette.
Ho messo in pericolo lei e, di riflesso, Christian e Tasha.
E Dimitri… Dimitri non ha esitato a venire pur sapendo che era una follia.
Certo, i Moroi crescono e fanno la loro vita e i guardiani li seguono.
Ma noi… siamo ancora giovani.
Abbiamo la protezione dell’Accademia.
Lissa ha Dimitri, ma le manca il secondo guardiano.
Quello che in teoria dovrò essere io.
 
La sua migliore amica, abbastanza stupida da metterla in situazioni pericolose.
 
Rabbrividisco e ricordo i rimproveri di Dimitri e le mie rimostranze, dettate dal fatto che non mi stavo godendo le vacanze come speravo.
Se gli Strigoi fossero venuti qui… cosa avrei fatto?
Anzi. Se qui fuori ci fossero degli Strigoi, magari in branco…
Potenti. Terribili. Assetati di sangue.
Ci saremmo solo io e Dimitri a difendere tre Moroi.
E io quanto conto?
Mi piace pensare che sarò un grande guardiano… ma guardiamoci in faccia.
Ho incontrato un solo Strigoi nella vita e mi ha messa ko nel giro di mezzo secondo.
Ho esposto Lissa al pericolo.
E… Ho esposto anche Dimitri al pericolo.
Lui, che non si risparmierebbe mai.
Lui, che mi è corso dietro fino a New York, mentre poteva restarsene al sicuro al rifugio.
Mi sarei meritata che mi lasciasse sola e mi sarei meritata di incontrare gli Strigoi.
Sono solo una stupida, stupida, stupida idiota.
 
Nascondo il viso tra le mani, piena di disgusto e vergogna.
Come ho potuto essere così…
Sento una mano posarsi sulla mia spalla e faccio un salto di due metri per la paura.
Dimitri.
È Dimitri, che mi guarda con gli occhi sgranati.
«Scusa… Non volevo spaventarti. Stai bene?»
Annuisco freneticamente, poi ci ripenso e faccio segno di no con la testa.
Lui aggrotta la fronte e si siede sul letto, davanti a me.
«Perché no?»
«Potevo… Pensavo… Ho capito che ho messo tutti in pericolo… Lissa e Christian e… e te»
«E me?»
«Certo!» mollo un pugno sul materasso, arrabbiata «Certo! Se gli Strigoi… se gli Strigoi fossero qui e ci fossi anche tu solo per colpa del fatto che io sono una stupida, stupida oca e…»
«Rose, calma, calmati!» mi prende per le spalle e mi fissa negli occhi.
Io smetto di parlare ma, mentre guardo i suoi occhi scuri, così calmi e affettuosi, mi viene da piangere.
«Scusami per averti deluso…»
«Non mi hai deluso»
«Sì, invece!» singhiozzo «Sì, perché non sono capace di essere la Rose… la Rose che tu vorresti»
 
È colpa mia.
Se non fossi così… magari potrebbe amarmi.
 
Non lo dico, ma dal lampo che gli vedo negli occhi scommetto che ha capito.
Per un lunghissimo minuto non dice nulla.
Poi mormora:
«Tu sei già la Rose che io voglio»
«No» mi scende una lacrima e la asciugo con rabbia «Sono solo una stupida ragazzina che… che…»
«Rose, hai 17 anni! Tecnicamente tu  sei  una ragazzina! Ma… ma sai vedere cose che altri non vedono e sei responsabile. E coraggiosa. E forte»
«E stupida» mi scappa un altro singhiozzo «E irresponsabile e…»
Lui mi asciuga una lacrima con il pollice e mi si intrecciano le parole.
Chiudo gli occhi, sopraffatta dalla forza dei sentimenti che solo lui sa scatenare in me.
«Non sei stupida» mormora.
«Guarda dove vi ho portati, solo perché avevo voglia di essere di nuovo la Rose spensierata di un tempo!»
«Rose, tu sei molto giovane eppure hai parecchie preoccupazioni. Io non ti biasimo perché vuoi divertirti un po’, figuriamoci»
«Tu non lo fai»
Abbozza un sorriso triste.
«Io sono più vecchio. E ho altre responsabilità. Quando toccherà a te, non ho dubbi che saprai fare altrettanto. Però… sì, ammetto che non ho proprio capito questo tuo bisogno di scappare a New York»
Reprimo un singhiozzo mentre lo guardo, poi le parole mi escono senza pensare:
«Mi sentivo così sola. E così insignificante»
Lui sgrana gli occhi.
«Tu? Ma se sei la persona più di compagnia e con più amici che…»
«No, Dimitri, no… io non… non mi sentivo più io, capisci? Volevo così tanto tornare ad essere la Rose senza pensieri e divertente che ero… e volevo così tanto che tu mi vedessi così, femminile e curata e…»
«Io?» sembra senza parole.
Annuisco e lui batte le palpebre.
«Ma…» dice «Ma io ti vedo già così»
Scuoto il capo, rabbiosa.
«Tu mi vedi in palestra, coperta di graffi. E in classe, vestita con la tuta dalla mattina alla sera. Io volevo… volevo mostrarti che sono anche questa…»
 
Faccio un ampio gesto con la mano ad indicare le foto che tappezzano la stanza e che mi ritraggono alle feste, truccata, vestita con abiti corti, scollati e scintillanti, sempre impeccabile.
C’è persino uno scatto incorniciato di me che indosso uno spettacolare Vera Wang e sfilo a un evento di beneficienza.
Sono radiosa.
Gli indico quella foto e dico:
«Quella Rose lì, insomma»
Mi pianta addosso gli occhi, come se dubitasse della mia sanità mentale.
«Rose, io non ho bisogno di vederti indossare un vestito elegante per sapere che sei bella! E tu… tu non hai bisogno di questo per essere femminile!»
«Ma io…»
«Tu lo sei già! E io lo vedo… tutti i giorni. Quando ti alleni. Quando studi. Sempre»
«Ma…» sono senza parole «Ma a me mancava così tanto essere… bè, essere così»
Lui scuote il capo.
«Ti mancava la tua vita di prima?»
«Sì… no. Mi mancava il sentirmi la Rose di prima»
«Rose, ma tu non puoi aver bisogno di un vestito per sentirti te stessa. La Rose che conosco io non ne ha bisogno»
Chiudo gli occhi per impedirmi di piangere di nuovo.
«Lo volevo per te, Dimitri. Volevo che tu vedessi che posso essere un bravo guardiano, ma anche una ragazza femminile e carina»
«Rose, ma non mi ascolti? Io lo so già!»
«Ma io no! Io non lo so più! E tu sembri così…distante»
Lui tace, poi sospira.
«Rose…la questione tra me e te… Non ha nulla a che vedere con i tuoi vestiti o… con la tua femminilità… Anzi. Direi che già è abbastanza difficile senza che tu… e a me non importa, non mi importa davvero…»
Gli sfuma la voce ed è così strano vedere Dimitri in difficoltà.
L’occhiata che mi lancia, però, basta a scaldare il mio cuore.
 
Sto cercando le parole per spiegargli quanto significhi per me, per scusarmi ancora, quando sento tossicchiare dalla porta.
Ci voltiamo entrambi con aria colpevole.
E, ovviamente, è Tasha.
«Dimka» dice «Ti cercavo. La preside Kirova ha chiamato»
Lui annuisce e si alza con un unico movimento fluido.
«Allora, ti accompagno. Oh… e volevo chiederti se per caso non ti va di fare un ultimo giro per New York… Lasciamo i ragazzi in casa al sicuro…. È una sera così bella e sarebbe un peccato se…»
Calca per bene sulla parola ragazzi e, prima di allontanarsi con lui, mi lancia un’occhiata di sfida.
Io ricambio, gelida.
Poi, quando si allontanano, mi lascio cadere sul letto.
Guardo le mie foto e gli occhi mi si riempiono di lacrime, di nuovo.
 
*
 
Dopo una doccia calda mi sento un’altra.
 
Raggiungo Lissa in camera sua e non mi stupisco di trovarci Christian.
Sono raggomitolati sul letto, lei è pallida.
Mi tende subito una mano e io mi siedo accanto a loro.
«La Kirova vuole che torniamo all’Accademia domattina. Ci manda un jet»
«Che stile. Molto newyorkese» arriccio il naso.
«Rose… cosa pensi che succederà?»
«Che torneremo tutti all’Accademia, senza problemi» dico, decisa «Ho chiamato Mason»
Entrambi sgranano gli occhi.
Mason è uno dei Dhampir come me, che all’Accademia studiano per diventare guardiani.
«Cosa dice?» chiede Christian.
«Che c’è tanto fermento per l’attacco degli Strigoi ma che, a parte le chiacchiere, non si va da nessuna parte»
Lui scuote il capo.
«Ci avrei scommesso. Zia Tasha ha ragione, i Moroi devono mobilitarsi»
«Humpf» emetto un verso che non è né sì né no: detesto ammettere di essere d’accordo con sua zia.
«Come sta Mia?» domanda invece Lissa, preoccupata.
Io taccio ed è una risposta sufficiente.
Tutti e tre fissiamo la notte fuori dai vetri.
Chissà cosa sta facendo Dimitri con Tasha.
Ma poi chiudo gli occhi: non sono sicura di volerlo sapere.
 
*
 
Salutare New York, alla fine, non è terribile come temevo.
 
Tra la delusione e la paura per il nuovo attacco di Strigoi, l’idea di tornare alla quotidianità dell’Accademia non è così sgradita.
Getto un’ultima occhiata alla mia stanza e saluto in silenzio la sfavillante Blair Waldorf.
«Ehi» dice una voce dietro di me «Ho pensato di tenere l’appartamento… Insomma, se dopo il diploma decidessimo di venire a studiare alla NY University?»
Mi volto e sorrido a Lissa.
«Troppo grande e difficile da proteggere?»
Lei alza il naso per aria con fare scherzoso.
«Niente è troppo grande per Blair e Serena»
Io rido.
«Ah, questo è sicuro»
 
Nell’atrio incontriamo Dimitri e Tasha e scendiamo in ascensore, in silenzio.
Anche il tragitto in macchina verso l’aeroporto è silenzioso.
Sulla pista, mentre attendiamo il decollo, Tasha raddrizza il collo del giaccone di Christian e poi gli sorride:
«Torno all’Accademia ma potrò stare poco, prima di trasferirmi… Ma dobbiamo parlare del tuo futuro e dell’Università»
Lui annuisce.
«Alla fine, New York non è così male…» tenta, coraggiosamente.
Lissa scoppia a ridere del suo tono da martire e sua zia scuote il capo, incredula:
«Ma se ti sei lamentato ogni giorno!» si rivolge a Lissa «Accidenti, ci tiene proprio a te!»
Lei arrossisce di gioia e io annuisco in silenzio.
Sì, Christian tiene davvero a lei.
E sarà meglio per lui, perché se no io…
 
«Rose» la voce di Dimitri mi distrae.
Mi volto a guardarlo e lui mi fa cenno e ci allontaniamo di qualche passo, mentre gli altri si avviano verso la scaletta del jet.
«Bene» esordisco «Spero New York ti sia piaciuta… almeno un po’. Alla fine, è la città più bella del mondo, per me…»
«Ho detto di no» mi interrompe bruscamente.
Io trattengo il fiato e lui prosegue:
«Ho detto di no a Tasha»
Mi sembra che tutta l’aria mi sia uscita dai polmoni.
Annaspo e poi balbetto:
«Ma…ma… sembrava che lei ti piacesse così tanto…»
Mi guarda, con un lieve sorriso sulle labbra, e scuote piano il capo.
«È una donna meravigliosa. Ma… il mio cuore appartiene a un’altra»
I suoi occhi mi leggono fin dentro l’anima e mi scappa da piangere.
Di nuovo.
«Ma…» ritento.
«L’ho sempre saputo, Rose. Ma… speravo che lei mi avrebbe tenuto lontano da te. Speravo che… Speravo di poterti dimenticare»
 
Speravo la stessa cosa, quando sono venuta a cercare Nate.
 
«E lei è bella e intelligente ma… Non è te. E io non posso, Rose. Non è giusto per lei. Gliel’ho detto, ieri sera. E le ho detto che non sono disponibile a una relazione. Perché, anche se a volte ho paura di te, io…»
«Paura di me?» lo interrompo basita.
Lui annuisce.
«Tu mi conosci. Mi capisci. Sai leggermi dentro. E questa è una cosa che fa paura, Rose. È molto più facile stare con una persona piacevole, ma che non ti obbliga a metterti in gioco al cento per cento»
«Ma non ti basta» dico, guardandolo negli occhi.
Lui sorride, di quel suo sorriso meraviglioso.
«No»
Chiudo gli occhi e vacillo, imponendomi di non lanciarmi tra le sue braccia.
«Mentre io e te…»
Sospira.
«Tra me e te i problemi restano gli stessi»
«Per la differenza di età» dico.
Annuisce.
«E perché saremo entrambi i guardiani di Lissa» continuo e lui annuisce ancora.
«Bè, per come la vedo io non siamo ancora i suoi guardiani»
 
Lo fisso e mi aspetto che dica le cose che mi dice di solito: che è sbagliato, inappropriato, sconsiderato.
Tutto mi aspetto, tranne che posi le labbra sulle mie, cosa che invece fa.
Schiudo le labbra sotto le sue e, quando si allontana da me, lo sento afferrarmi la mano.
«Non dovevo, lo so…Ma…Non dire mai più che non vedo la Rose che sei, capito?»
Annuisco meccanicamente, stordita.
Con la coda dell’occhio colgo un movimento alla nostra destra.
Ci voltiamo ed è Tasha, che ci sta fissando.
Posa gli occhi su di lui, con espressione triste, ma poi annuisce e accenna un sorriso.
Dimitri stringe le mie dita, poi mi sorride e con un gesto del capo mi indica il jet.
«Dimitri» dico, precipitosamente, mentre il rumore del veicolo aumenta «Anche io… Anche il mio cuore è impegnato»
Lui sorride e mi stringe le dita un’ultima volta, prima seguirmi a bordo.
 
 
Seduta sul mio sedile, chiudo gli occhi e mi sforzo di mantenere a calma ed essere discreta, anche se vorrei solo urlare e saltare dalla gioia.
Non so come faccia Dimitri a comportarsi come se fosse tutto a posto.
Mi allaccio la cintura e fingo di dormire.
Calma Rose, calma.
È successo davvero.
 
Ha scelto me.
Mi ha detto che… che tiene a me.
Che il suo cuore è mio.
Mi impongo di non iperventilare e sento un ronzio provenire dalla mia tasca.
«Il cellulare!» sbuffa Christian da un punto imprecisato alla mia sinistra.
Gli rivolgo il medio a caso e sento Lissa ridacchiare.
Allungo la mano in tasca e prendo il telefono.
È un sms di Mason.
 
Rose, abbiamo scoperto che gli Strigoi si nascondono a Spokane, qui vicino. Vado a cercarli con Eddie e Mia. Vorrei che fossi qui. Mase.
 
Fisso lo schermo, terrorizzata.



*
Sì, è finita.

Non mi odiate, finisce davvero così.

Perchè?

Chi ha letto "Morsi di ghiaccio" sa che, pur nella "follia" di trasportare Rose e Lissa nel mondo di Gossip Girl, ho mantenuto un certo filo. 
E cioè: c'è il distacco doloroso da Dimitri, che io ho accentuato. C'è un barlume di riavvicinamento: nel libro della Mead dopo la cena dei Moroi, nella mia storia dopo la mancata notte di fuoco con Nate. Certo, il mio è molto più esplicito: sappiamo tutti che Dimitri non avrebbe baciato Rose se lei non fosse stata la sua scelta. Ma che volete farci... Io ho un debole per Dimitri Belikov e Rose Hathaway! 

Ma torniamo a noi... dopo questo barlume di riavvicinamento con Dimitri, in "Morsi di ghiaccio", Rose scopre che Mason è andato a cercare gli Strigoi. Lo raggiunge, ma Mason muore. Il chiarimento tra lei e Dimitri avviene all'Accademia, proprio in conclusione dell'ultimo capitolo.
Qui non aveva senso mettere gli Strigoi. Il percorso di Rose, in questa storia, è un percorso intimo, di crescita personale. Dimitri non è il culmine di questa crescita - che è stata sua - ma è quello che la completa. Eppure, quando tornerà all'Accademia, Mason non ci sarà più, e volevo lasciare traccia nella storia di questo evento che la segna.

Che dire di più... Grazie per avermi seguita in questa follia! Grazie a Lisbeth17 che ci ha creduto e mi ha incoraggiata, grazie a Clairy93 che si imbarca con entusiasmo in ogni mia follia, grazie a McHarrison per l'entusiasmo contagioso, grazie a dolcemary per l'incoraggiamento e a SaSi_Girl per il messaggio angosciatissimo in cui mi chiedeva un seguito :)
Il seguito no... Però... Ok, ammetto che ho un'idea... Diciamo che ci sono due momenti della storia in cui ipotizzavo un inserimento di Rose e Lissa in Gossip Girl... Vediamo... Magari una OS! ;)
Grazie anche a voi, _AB, SofyCullen e Emma Lawrence! 

E a tutti voi, che mi leggete in silenzio, come sempre grazie!

Alla prossima (che sarà presto),
Joy

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