Dedicato al
ragazzo dai finti occhi blu, che con il suo essere vero mi ha fatto
apprezzare i piccoli attimi di felicità che ci regala
talvolta la vita. La canzone
è Score 22 degli Enter Shikari.
xXx Kim xXx
Fake
Blue Eyes
Al giorno d'oggi, la
felicità non esiste. Schiere di uomini con
la propria valigetta in spalla strascicano in processione sotto il peso
di questa, rantolando e supplicando, agognando alla vetta di quella
ardua e impossibile salita che è la vita, volendo arrivare a
conquistare il punto più alto, sicuri in cuor loro che alla
sommità della montagna esista l'eterna e dolciastra
felicità tanto predicata e rincorsa. Nessuno più
si limita a vivere la vita come viene, ognuno proietta la propria mente
verso il futuro, il domani e ciò che sarà, con un
rimbalzo nostalgico al passato e ai momenti trascorsi, magari
scoprendo, con sorriso sbieco sul volto, la bellezza di quei pochi
attimi di pura e scottante felicità. Piccoli gesti, solite
cose, sensazioni già provate, che in un folle momento si
trovano inaspettatamente combinate alla perfezione, tasselli
combacianti in un puzzle di miliardi di pezzi alla rinfusa nella
scatola claustrofobica chiamata mondo. E in quel momento ti
senti vero, e per quanto un secondo più tardi quell'attimo
scadrà in un banale passato trascorso, niente e nessuno
riuscirà mai a toglierti quell'assaggio di paradiso, provato
sulla tua pelle bollente, l'euforia a mille. I sensi percepiscono
tutto, la mente si apre, in essa si riversa l'adrenalina, respiri la
terra circostante, ti senti vivo.
E questo l'aveva
capito anche il ragazzo dai finti occhi blu, appollaiato in bilico
sullo schienale di una panchina ormai distrutta, padrona da sotto un
imponente platano di tutto il parco circostante, fazzoletto di verde
nella disperazione. La brezza calda gli
accarezza il viso, lo coccola nelle sue braccia annunciatrici
dell'estate alle porte, mentre il sole giallo gli solletica dolcemente
la schiena. Alza lo sguardo dalle
sue scarpe distrutte, infila con fare metodico la mano nella tasca
sinistra dei pantaloni stretti ed estrae il pacchetto blu di Pall Mall
ormai agli sgoccioli. Si porta una sigaretta alle labbra e l'accende,
inspirando la prima boccata con vorace avidità, quasi la
mancanza di nicotina gli desse alla testa. Intorpidito inarca la
schiena indietro nel vuoto, fino a socchiudere le iridi alla forte luce
del sole infuocato, godendosi sonnolento quel tepore pacifico. Sempre in quella
sonnacchiosa posizione si porta di nuovo la sigaretta alle labbra e fa
tranquillo un altro lungo tiro, mentre nelle sue orecchie esplode la
voce degli Enter Shikari, fantomatico inno interamente dedicato a lei.
All'improviso un
messaggio. "Ti voglio bene" Un sorriso increspa le
labbra sottili del ragazzo dai finti occhi blu, i colori nitidi intorno
a lui, la brezza leggera brucia sulle sue gote. A volte è
bello sentirsi felici.