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Autore: k a z e c c h i    19/11/2013    2 recensioni
- Ti fidi di me? - Questa volta la domanda non è Hiei a porla. L'interrogato però esita, vorrebbe dire "no" ed andare via, ma quante altre occasioni avrà ancora per scoprire quel lato del carattere del ragazzo? Un'opportunità tra quarantanni o addirittura un secolo? Finalmente acquista sicurezza ed annuisce, spinto dalla curiosità che lo rende simile a quegli umani che tanto vuole evitare.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hiei, Kurama
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Present?

   Il vento soffia spietato, scagliando grossi fiocchi di neve contro il viso dei passanti e sulla pelle ambrata del demone di fuoco che, strano ma vero, affronta la rigida temperatura di quella mattina d'inverno solo con una sciarpa bianca ed un mantello nero. Siede su un albero, gli occhi chiusi, il respiro che diviene una soffice nuvola bianca quando sospira. Il naso è arrossato e l'aria così fredda che persino respirare gli sembra difficile. Nonostante ciò non si lamenta, né impreca mentalmente o si scompone, è lì da ore e non ha intenzione di muoversi, riflette con le gambe incrociate e la schiena appoggiata al tronco dell'albero. Le poche persone che camminano sul marciapiede non lo notano, anche loro troppo impegnate a dirigersi chissà dove.
Finalmente quegli occhi rubino si aprono, donando al koorime l'opportunità di vedere il sole sorgere. I raggi illuminano il cielo oltre i monti e gli enormi palazzi della città. L'aria pare farsi più calda, ma la pelle arrossata delle sue guance pizzica al contatto con l'aria. Distoglie lo sguardo dalla scena ed affonda nella sciarpa fino al naso socchiudendo gli occhi.

   Crede di essere nascosto bene tra gli alberi, eppure una voce calda, al contrario di quella giornata e quel vento inarrestabile, lo chiama, dolce e soave. I primi cinguettii degli uccelli echeggiano nell'aria e quasi il suo nome si perde insieme ad essi. Viene chiamato di nuovo. Volta la testa ed abbassa lo sguardo, incontra quegli occhi, grandi, verdi e lucenti che gli sorridono e lo invitano a scendere. Hiei finalmente si scompone del tutto e si lascia cadere da uno dei rami più alti fino a toccare elegantemente il suolo. Ora lo vede meglio, Kurama, i capelli scompigliati e la sciarpa lunga e pesante, una giacca calda, ma non abbastanza per scaldarlo come vorrebbe, muove lentamente la mano in segno di saluto. Si scrutano qualche secondo e finalmente l'amico gli sorride, come è solito fare da un po' di tempo.
 - Cosa vuoi? - Domanda diretto e tagliente il bruno come solo un bravo arciere sa lanciare le proprie frecce. Gli occhi del rosso che luccicano quanto il più prezioso dei gioielli sono un po' sorpresi dalla domanda ed osservano il volto serio del più basso prima di affermare che è lì semplicemente perché voleva stare con lui.
  - Non serve un motivo per voler trascorrere del tempo con qualcuno. - continua prima di sistemarsi la sciarpa e leccarsi le labbra rosse e secche a causa della temperatura rigida. Si crea il silenzio, solo il lento scorrere di ruote dei taxi a fare loro da sottofondo.
Si fissano a lungo, non sentono imbarazzo, né tanto meno la necessità di trovare un argomento di conversazione per rompere quel piacevole suono che era il loro respiro regolare. Sono da sempre abituati ad osservarsi, in attesa di una minima vibrazione da parte dell'altro come due nemici che si incontrano per la prima volta e sanno del pericolo che li attende ad abbassare la guardia oppure come due personaggi che si conoscono l'un l'altro nei più minuti dettagli e che sanno già cosa accadrà in seguito, ma vogliono prestare attenzione per confermare le loro ipotesi.

   E' Kurama il primo a focalizzare l'attenzione su altro. Guarda l'orologio. Sono solo le 7 del mattino e, non appena torna con gli occhi su Hiei e sente un brivido improvviso a causa del freddo, invita il demone a casa sua dove finalmente l'ospite potrà mangiare qualcosa dopo i lunghi tre giorni in cui non ha toccato cibo. Il rosso si incammina senza proferire parola e l'amico lo segue avendo già capito quale sia la loro destinazione. Sono zitti, assaporano uno dei momenti intimi che vivono insieme. Il loro momento è speciale, in qualche modo privato. Le loro menti liberano i pensieri e non temono di essere attaccati da qualcuno. Sono nudi della loro diffidenza e camminano vicini lungo le vie con la strana e piacevole sensazione di essere al sicuro. Il quel momento sono innocenti quasi quanto la neve che ormai non cade più a grossi fiocchi dal cielo, per un momento non hanno la coscienza macchiata del sangue rosso delle loro vittime, né sono presi dalla lussuria o dall'irrefrenabile istinto di uccidere.
Giungono in casa Minamino. Shiori e Shuichi non ci sono, dentro casa fa freddo quasi quanto fuori, eppure l'aria che si assapora all'interno di quelle quattro mura è calda ed accogliente. E' intrisa dell'amore di quella famiglia.
I due demoni si privano delle calzature e Hiei si accomoda nella stanza di Kurama mentre questi gli procura qualcosa da bere e da mangiare.
Finalmente il koorime mangia, lo sguardo della volpe non lo disturba, al contrario, lo fa sentire importante. Mangia in silenzio, così come era entrato, così come aveva camminato fino a quella casa, così come aveva trascorso le ultime ore della sua vita. Finalmente termina in suo pasto e, per la prima volta da tempo, si sente a disagio.
 - Perché mi hai portato qui? - Interroga quello che sembra un normale studente delle superiori, non essendo completamente convinto delle spiegazioni che gli erano state date e tornando insicuro verso tutto e tutti.
 - Buon compleanno. - Risponde con semplicità, dando vita al primo vero e proprio sorriso della giornata. Hiei scoppia a ridere, ma Kurama non cambia espressioni né umore e quando nella sala di spegne anche li più piccolo rumore, il demone di fuoco capisce che il kitsune sta parlando seriamente. In lui si riaccende l'irritazione, la stessa che lo cattura quando il suo migliore amico si atteggia come quegli stupidi, insignificanti, deboli esseri umani. Perché farsi conquistare da sentimenti così ridicoli? In fondo il compleanno è un giorno come un altro. Si può vivere o morire, reagire o soccombere, cercare ciò che conta davvero oppure abbandonarsi al proprio destino e lasciare che la vita faccia il suo corso esattamente come in qualsiasi altro giorno. Anche se, a rifletterci bene, Kurama non gli aveva mai detto nulla di simile in tutti quegli anni di conoscenza e fiducia reciproca. In effetti, nessuno gli aveva mai augurato niente, se non atroci sofferenze e sventure. Perché proprio lui se n'è uscito così all'improvviso con una frase del genere?
 - A cosa vuoi arrivare, volpe? - Hiei si alza dal letto sul quale sedeva, osserva con curiosità quello che in quel momento potrebbe definire il più pericoloso degli avversari ed ancora una volta comprende che quel demone che crede di conoscere a fondo, in realtà nasconde pensieri troppo imprevedibili dentro di sé che ancora non è riuscito ad illuminare.
 - Ti fidi di me? - Questa volta la domanda non è Hiei a porla. L'interrogato però esita, vorrebbe dire "no" ed andare via, ma quante altre occasioni avrà ancora per scoprire quel lato del carattere del ragazzo? Un'opportunità tra quarantanni o addirittura un secolo? Finalmente acquista sicurezza ed annuisce, spinto dalla curiosità che lo rende simile a quegli umani che tanto vuole evitare.
Il rosso abbandona la stanza dopo avergli chiesto di attenderlo e trascorrono pochi secondi prima che ritorni, le mani dietro la schiena, una strana espressione sul volto che mostra un filo di imbarazzo ed incertezza, ma soprattutto felicità, la stessa che provano gli uomini che realizzano il sogno di una vita. Hiei è confuso e cerca di riconoscere cosa si nasconde dietro le spalle del ragazzo di fronte a lui, eppure non comprende.
 - Voltati, per favore. - Questa volta non esita nell'ubbidire, ma resta lo stesso in guardia. Tutta quella situazione non lo convince e non intende farsi fregare da qualcuno sicuramente più astuto e maligno di lui mentre questi si avvicina. I muscoli sono rigidi e l'attenzione non cala quando sente che Kurama è esattamente dietro di lui e gli sfila la sciarpa. Questa è infine a terra ed il bruno obbedisce per l'ennesima volta alla richiesta del rosso di chiudere gli occhi. Sente in seguito le mani morbide e calde del dolce Shuichi sfiorargli il collo, una pietra gelida quanto il ghiaccio gli scivola sul petto, eppure al contatto questa gli scalda il cuore come la più calda delle fiamme. La pietra è legata al suo collo dalla volpe e Hiei riconosce la lacrima della madre anche ad occhi chiusi. La tocca, la stringe, la ama come fosse una nuova parte di sé ed aprendo gli occhi, la conferma della sua intuizione gli provoca uno spasmo. Sorride ignorando che Kurama è ancora lì ad osservare la sua reazione. Questi, ancora dietro il più basso, lo serra in un forte abbraccio ed ammira con lui la bellezza della pietra di nascita prima di baciargli una tempia.
 - Io e lei siamo qui, proprio di fianco a te, non sei solo. - E' il sussurro che giunge alle orecchie del koorime che, per la prima volta, è convinto che quella non è una bugia.
 
  
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