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Autore: mysterious    20/11/2013    2 recensioni
Red John, finalmente, non rappresenta più una minaccia. La sua morte ha posto fine ad uno dei capitoli più tristi della vita di Patrick Jane. Ma che ne sarà di lui, ora? E' proprio vero che la vendetta fa sentire meglio?
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Kimball Cho, Patrick Jane, Teresa Lisbon | Coppie: Jane/Lisbon
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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PARTE PRIMA


Da quando ho messo la parola fine sul caso Red John, tutti non hanno fatto che chiedermi come mi senta.
Ho cercato di glissare la domanda, abbozzando un sorriso che capivo non essere la reazione che gli altri si sarebbero aspettati. Il fatto è che... sinceramente... non so come mi sento.
Mi sono rintanato in una camera d'albergo e ho gettato via il cellulare. Nessuno sa dove sono. Voglio passare un po' di tempo con me stesso.
La testa fa ancora confusione tra il “prima” e l'“adesso”: ogni volta che mi ridesto da qualche raro momento di torpore, per un attimo sono ancora il Patrick che attende pazientemente la sua vendetta, che vive per sistemare, uno dopo l'altro, tutti i tasselli di quel puzzle che gli consentirà di dare un volto a Red John; ma, l'istante successivo, realizzo improvvisamente che due giorni fa ho finalmente terminato quel puzzle, ho incastrato l'ultima tessera e... ho potuto guardare negli occhi il mio nemico.
Poi ho dato sfogo alla mia rabbia: Red John è morto... con una sola mano aperta, ho spazzato via le fatiche e gli sforzi di dieci anni e ho mandato il puzzle di nuovo in mille pezzi: ora devo soltanto riuscire a frantumare anche dentro di me l'immagine di quel mostro, a disperdere disordinatamente negli infiniti cassetti della memoria i tratti del suo volto, ma questa sarà la parte più difficile.
Probabilmente impossibile.
Non so come mi sento.
Felice? No. Non si può essere felici quando capisci che non potrai riavere ciò che hai perso, pur avendo ottenuto la tua vendetta.
Svuotato? Non renderebbe l'idea di quel turbinio di pensieri che affollano la mia mente senza posa. E' come se non riuscissi a smettere di pensare. Non riesco a rilassarmi, a staccare la spina, a trovare quella pace in cui speravo.
Forse... l'aggettivo più giusto per esprimere come mi sento è... “solo”. Sì, solo.
Si stenta a credere quanto il desiderio di vendetta e l'odio possano riempire la vita. Erano diventati i miei inseparabili compagni ed ora... all'improvviso... è come se avessi perso tutto, ancora una volta.
E' assurdo, lo so, continuo a ripetermi che non è razionale, ma non riesco a non sentirmi così.
Mi sovviene l'immagine di Charlotte, della Charlotte adolescente, quella che aveva “trascorso un po' di tempo con me”, quando ero sotto gli effetti della Belladonna.
Ora mi rendo conto che era il mio subconscio a parlare attraverso di lei, quando mi rimproverava l'eccessivo ardore con cui cercavo il suo assassino, quando cercava di farmi capire quanto poco interessasse la sorte di Red John a lei e a sua madre: “... noi siamo morte...” aveva detto, “... non lo fai per noi”.
Aveva... avevo ragione.
Con la pretesa convinzione di farlo per loro, lo facevo soprattutto per me. Per cancellare quel senso di colpa che mi sentivo dentro per aver causato la loro morte, per aver giocato col fuoco ed aver scatenato un incendio, per aver anche soltanto pensato di poter dare una vita felice alla mia famiglia sfruttando l'ingenuità del prossimo ed interpretando in TV il ruolo del saccente arrogante. Era chiaro che la morte di Red John non avrebbe cancellato nulla di ciò che era stato...

Ma come si può chiedere perdono a chi non c'è più...?
 
  
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