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Autore: Silverbreath    20/11/2013    2 recensioni
Questa OS partecipa al concorso redatto dal gruppo facebook “EFP – Storie sugli One Direction
“ALL THE PRETTY PEOPLE DIED,
INNOCENCE IS OUT OF STYLE”
.....
Con la schiena si era spostato in avanti ed aveva posato le labbra su quelle di lei, in quel momento le loro menti si erano fuse insieme e Louis aveva provato le sue emozioni, visto la breve e dolorosa vita di quella Biancaneve dannata ed aveva capito come mai anche lei desiderava ardentemente la morte.
Genere: Dark, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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ASHES TO ASHES 





“ALL THE PRETTY PEOPLE DIED,
INNOCENCE IS OUT OF STYLE” 
30 Second to Mars - Fallen

 




Quella mattina San Pietroburgo era avvolta da un bianco assoluto tanto che era quasi impossibile distinguere quale fosse la terra imbiancata
dalla neve appena caduta e il cielo, ricoperto da un profondo strato di nebbia.
Persino il palazzo d’inverno era irriconoscibile da lontano.
Le strade erano deserte, quell’anno il clima non era stato particolarmente magnanimo con la popolazione e il freddo era penetrato ovunque; nelle case, attraverso le spesse pellicce, nelle ossa.
Louis non era di origine russa, ma nel corso degli anni.. dei secoli in realtà, aveva cominciato a considerarla Patria quella terra desolata e senza redenzione proprio come la sua anima forgiata da mille e mille sofferenze e colpe.
La risata gli usciva spontanea se pensava a quelle stupide superstizioni che affermavano che i diavoli si trovavano sottoterra in un eterno oceano di fiamme, perché lui sapeva che erano proprio là attorno a loro, nascosti in occhi innocenti e nei sorrisi angelici, si rifugiavano al freddo per provare dolore, per cercare, senza successo, ad espiare le proprie colpe, quelle per la quale le loro ali invisibili si erano tinte di nero; peccati mortali e imperdonabili.
Aveva un portamento fiero Louis, camminava veloce e il suo sguardo era sempre vacuo, perso in un vuoto senza fine, i suoi occhi erano di un azzurro quasi brillante che paralizzava ogni essere, umano e non, all’apparenza sembrava solamente un giovane uomo straniero dall’aria malinconica.
Si fermò solo una volta arrivato ai cancelli del Cimitero Tichvin, uno dei tanti che si trovavano nel Monastero di  Aleksandr Nevskij.
Una volta varcatane la soglia al suo cospetto si presentarono una fila interminabile di nomi, date, fotografie dei più diversi periodi storici e origini.
Era molto tempo che non entrava in quel luogo eppure riusciva ancora a percepire il pianto delle anime dannate che da troppo tempo vi risiedevano e che non avrebbero mai potuto trovare pace.
Riprese quasi subito a camminare fino a che non si trovò davanti una tomba ,anonima come tutte le altre ma il cui pianto lo tormentava ogni singolo giorno e ogni singola notte da due secoli.
Louis posò lo sguardo sul volto della ragazza rinchiuso in quella minuscola cornice color argento, un viso spigoloso in cui risaltavano gli occhi azzurri in contrasto con il color pece dei capelli e le labbra carnose ma pallide.
Non poteva avere più di diciassette anni.
Anche la sua anima stava piangendo, lo sentiva e ogni singolo singhiozzo, ogni lacrima era un colpo mortale.
Erano duecento anni che non andava a trovarla eppure il senso di colpa era ancora là come se non fosse passato neanche un giorno, neanche un'ora da quando l’aveva uccisa.
Se chiudeva gli occhi alle urla e al pianto si univano flash di immagini, di ricordi.
“Un demone prima di uccidere rivive la vita della sua vittima..dall’inizio alla fine  e prova le sue stesse sensazioni” questo gli aveva detto dal padre anni prima.
Ed era vero, Louis aveva sentito e visto tutto!
Aveva rivisto la sua nascita in quel caldo giorno d’estate, aveva visto quegli occhi innocenti aprirsi al mondo, aveva sentito la sua prima parola e le prime volte in cui aveva pronunciato il suo nome per impararlo e farlo suo, la prima volta in cui il padre l’aveva picchiata.
Era riuscito a percepire lo spavento e la confusione che attanagliavano quel piccolo cuore di soli sei anni, aveva persino sentito sulla lingua il sapore delle sue lacrime e odorato il suo profumo.
Il cuore gli si era scaldato mentre riviveva la scena del suo primo bacio e i pugni si erano induriti mentre da spettatore esterno aveva assistito alla furia del padre che l’aveva scoperta con un ragazzo e che l’aveva buttata fuori di casa in una fredda giornata di Gennaio senza neanche una coperta per ripararsi dal freddo.
Sentiva il gelo entrargli nelle ossa e il respiro affannoso e congestionato della ragazza che si era fuso con il suo sempre calmo e regolare.
Era riuscito a captare con chiarezza la stanchezza di quella giovane che si sentiva troppo grande; era stufa di tutta quell’ingiustizia, era stufa di dover sempre chiedere perdono in ginocchio, era semplicemente stanca di vivere.
Infine aveva visto le ultime ore della sua vita, il mendicare per trovare un po’ di cibo e dell’acqua, l’incontro con se stesso e quello che ne era susseguito.
Eifimia, questo era il nome che aveva sentito mentre viaggiava nell'inconscio della ragazza,lei era stata la sua prima vittima...la prima di molte altre, eppure nonostante la sua natura fosse quella di un assassino ogni giorno desiderava intensamente che il passato potesse cambiare, che lei potesse essere ancora viva e non rinchiusa in quell’eterno limbo nella quale l’aveva costretta.

“ Se un umano viene ucciso da un altro umano o se muore in modo naturale allora saranno le sue azioni a condurlo nel luogo nella quale troverà la pace, inferno o paradiso che sia.
Al contrario se la forza vitale viene risucchiata da un demone la vittima vagherà in un limbo senza fine… sei sicura di volerlo?” quelle erano state le ultime parole che le aveva rivolto.
“ Sono sicura!” ed era vero, non c’era stata nessuna esitazione nella sua voce, 
era pronta a morire.
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare era stata lei a trovare lui, un giovane demone scappato da casa, con il terrore di uccidere e colpito da fame di anime e morte che mai si sarebbe placata.
I suoi occhi l’avevano intravisto steso e semi incosciente alla fine di un vicolo e una forza misteriosa l’aveva trascinata all’interno, al suo cospetto.
Si era inginocchiata davanti a lui, nella neve, e gli aveva toccato il viso con le mani gelate, gli aveva accarezzato il volto con dolcezza e Louis per la prima volta nella vita si era sentito amato , era riuscito a percepire il calore, nonostante la freddezza al tatto ,che quelle mani emanavano anche in quel buio in cui era immerso.
Quando riuscì ad aprire gli occhi si ritrovò il viso della ragazzina umana a pochi centimetri dal suo, non si era spaventata dalle sue iridi che sapeva si erano tinte di rosso, anzi, lo aveva guardato con curiosità, con innocenza.
“Allontanati da me” aveva detto mentre allontanava le mani di lei dal suo viso.
“Io…mi dispiace, pensavo fossi ferito” aveva sussurrato più a se stessa che a lui.
“Non sono ferito, sono affamato! Ti conviene scappare da qui, non sono in grado di controllarmi in questo momento, potrei farti molto male” ma nonostante il suo tono autoritario le sue parole non avevano sortito alcun effetto.
“Vuoi dire che potresti uccidermi?” gli occhi di lei si erano improvvisamente illuminati mentre intravedeva una luce alla fine di quel tunnel chiamato vita.
Louis non riusciva a capire e per la prima volta si era  ritrovato senza parole, non sapeva cosa rispondere a quello sguardo così desideroso di morire.
"I- io.." 
“Ti prego fallo… Io non ce la faccio più a vivere, voglio solo andarmene.. ma da sola non ce la faccio.
Ti prego uccidimi!” 
Ed in quel momento Louis aveva sentito il suo cuore cominciare a battere sempre più velocemente, la fame cresceva e l’istinto stava prevalendo sulla ragione.
No...
Non voleva ucciderla!
“ Se un umano viene ucciso da un altro umano o se muore in modo naturale allora saranno le sue azioni a condurlo nel luogo nella quale troverà la pace, inferno o paradiso che sia.
Al contrario se la forza vitale viene risucchiata da un demone la vittima vagherà in un limbo senza fine… sei sicura di volerlo?”
“Sono sicura!” 
Eifimia era ancora inginocchiata davanti a lui quando commise il più grande errore della sua eterna e patetica vita..
Non riuscì a frenare la fame.
Con la schiena si era spostato in avanti ed aveva posato le labbra su quelle di lei, in quel momento le loro menti si erano fuse insieme e Louis aveva provato le sue emozioni, visto la  breve e dolorosa vita di quella Biancaneve dannata ed aveva capito come mai anche lei  desiderava ardentemente la morte.
E mentre  il suo corpo di rinvigoriva a causa della forza vitale che stava accogliendo Louis aveva percepito fiato leggero della ragazzina mentre con voce flebile gli sussurrava l’ultima parola che avrebbe voluto sentire:
Grazie!



“ Voglio che tu sappia che se ci fosse anche solo un modo .. una minuscola possibilità di salvarti da quel buio...io..io rinuncerei a tutto per te!”
Vi si inginocchiò davanti mentre la riparava dal vento che le sue lunghe ali nere e posava sopra alla lapide una rosa, anch'essa nera.
“ Sei l’unica persona che io abbia mai davvero amato..”
E in quel momento il pianto della ragazza si placò, Louis alzò lo sguardo verso il cielo che si stava aprendo e gli sembrò di percepire di nuovo il tocco delle sue mani sul suo viso, come quando l’aveva trovato affamato e melanconico in quell’angusto vicolo di San Pietroburgo.
“Ti ringrazio..Eifimia” 



Beth's corner :
Salve a tutti, questa storia partecipa ad un concorso creato sulla pagina  
EFP - Storie sugli One Direction.consisteva nello scegliere una stagione (nel mio caso inverno) e una delle frasi proposte che trovate ad inizio racconto per poi creare una one shot.
Questo è stato il mio esperimento e spero davvero con tutto il cuore che vi sia piaciuto.
Un bacio enorme,
Silverbreath <3

 

   
 
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