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Autore: Pulcia_Alien    20/11/2013    4 recensioni
L'altra sera parlavo con una mia amica del fatto che Tom avesse paura dei tatuaggi e ho avuto l'illuminazione.
Scriviamoci una One Shot!
È ovviamente ironica e piuttosto breve, perdonate la mia pazzia ma la trovavo un'idea geniale.
E poi volevo staccare un attimo dalla fan fiction a capitoli che sto pubblicando, come potete vedere non sono sempre drammatica!
Spero vi piaccia, recensite!
Genere: Comico, Commedia, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bill Kaulitz, Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Un tatuaggio, e che sarà mai?"


Amburgo, casa Kaulitz, ore 10.25
 
Ma da quando quello scansafatiche di mio fratello mi porta la colazione a letto? C'è sicuramente qualcosa sotto, qualche casino che ha combinato o qualche proposta delle sue alla quale mi vuole obbligare ad accettare, pensava Tom mentre addentava il cornetto alla crema che si trovava sul vassoio insieme ad una svariata scelta di biscotti e marmellate e del cappuccino bollente appena uscito da Starbucks nella sua confezione da asporto. Dal canto suo, Bill lo osservava con la sua tipica espressione da sto per chiederti qualcosa e so che non la prenderai bene quindi cerco di corromperti, aveva quindi sfoderato un paio di occhi da cerbiatto e un sorrisino angelico.
Tom lo guardava sospettoso.
- Bill, so che stai tramando qualche piano malefico nel quale vuoi coinvolgermi. -
- Ma no Tomi, perché dici così? Volevo solo farti un piacere, ogni tanto anche io so essere gentile! -
Tom scoppiò in una risata spontanea che al fratello non piacque, odiava essere sfottuto, ancora di più se a sfotterlo era lui.
- Devo ricordarti che sei mio fratello gemello e che mi stai attaccato da quando siamo nati? Non ho mai visto nemmeno due gemelli siamesi così assiduamente appiccicati. Ogni volta che ti dimostri servizievole e disponibile, in un modo o nell'altro me lo metti sempre nel culo e poi mi tocca rimediare ai tuoi guai! Insulti un tecnico di qui, urli addosso ad una truccatrice di là, lanci contro il muro un microfono da un'altra parte ancora. E poi chi si prende il cazziatone? Io! -
Il tono di Tom non era cattivo, anzi era parecchio divertito; adorava la versione leccaculo di Bill e provocarlo lo rendeva ancora più docile.
- Infatti mi voglio fare perdonare, fratellino caro, a partire da questa colazione! Perché devi sempre pensare male, sono così tenero e coccoloso! Guardami, come puoi resistermi? - mentre pronunciava quelle parole, Bill cercò di assumere l'espressione più angelica di sempre, sapeva che gli riusciva dannatamente bene. Incrociò le gambe sul letto di Tom, unì le mani e le portò sotto il mento sbattendo le ciglia come una principessa delle favole.
- Sembri la versione scadente di Biancaneve, Bill. Non oso pensare quando il principe azzurro scoprirà che in realtà nei pantaloni hai ben altro da offrire rispetto a quello che si era immaginato. Ma non ti preoccupare, si abituerà! -
Bill mise il broncio, fingendosi offeso a morte. Sapeva che Tom stava approfittando della sua disponibilità e non poteva nemmeno rispondergli a tono perché doveva assolutamente convincerlo ad accettare la sua richiesta.
- Perché invece di sparare stronzate non finisci la buonissima colazione che il tuo adorato gemello preferito ti ha preparato con tanto amore? -
- Perché se qualcuno che casualemte stia attraversando il corridoio sentisse questo discorso e già fosse in dubbio riguardo la tua sessualità, ascoltando quello che dici si convincerebbe del fatto che tu sia gay, e anche passivo. Ed è proprio il mio scopo! -
- Ti stai approfittando del mio non diritto di replica, me la pagherai molto presto questa.
Ed effettivamente aveva ragione, a breve Bill avrebbe sputato il rospo e Tom non avrebbe potuto tirarsi indietro, perché i duri come lui non hanno paura di niente. Certo Tom, adesso ti faccio vedere io. Non stava piú nella pelle all'idea di vederlo sbiancare, quindi finalmente parlò.
- Sai, Tomi, ieri pomeriggio ho chiamato Klaus, il tatuatore. -- Un altro tatuaggio? Non pensi di esagerare? -
Tutto qui? Ha fatto tutto questo casino per dirmi che si fa un altro tatuaggio? Temo il colpo di scena in tutta questa storia e so già che non mi piacerà.
- Beh, ma questo sarà speciale perchè... Beh, ecco... Perché, si... Insommahoprenotatoancheperteperchécelofacciamougualeconlanostraoradinascita. -
Le parole gli uscirono talmente veloci che Tom sperava di aver capito male.
- Tu hai prenotato cosa? - chiocciò con voce stridula il rasta, fulminando Bill con lo sguardo.
- Era da tanto che volevo farlo... Ho avuto un'idea geniale e ho pensato "adesso o mai più"! -
- E non ti è neanche passato per l'anticamera di quella nocciolina che ti ritrovi al posto del cervello di chiedermi se fossi d'accordo? -
- Ma è piccolo! -
- Cosa? Il tuo cervello? Lo sapevo già questo! -
- No! Il tatuaggio è piccolo! -
- Come il cervello? -
- Tom... -
- Prenoti un tatuaggio PER ME, non so né dove né come né quando e pretendi pure che stia zitto? -
- Se vuoi saperlo ti dico di cosa si tratta! -
- No guarda, non voglio saperlo, vado a farmi bucare la pelle così a caso! -
- Smettila di fare ironia! Era un pensiero carino, perché non lo apprezzi? -
Tom non voleva ammettere davanti al fratello di avere una paura folle degli aghi, il Sex Gott dei Tokio Hotel non poteva fare scenate da femminuccia mestruata. Ma Bill aveva intuito che il gemello stesse rimuginando qualcosa, sicuramente non erano gemelli omozigoti per caso. Tom continuava a tacere quindi Bill lo incalzò con la sua solita parlantina.
- Cosa mi nascondi, tesoruccio? Hai forse paura? Mister "Ehi, sono più figo di tutti voi che fate schifo" se la fa sotto? - gli disse, guardandolo con faccia furba e maliziosa.
Tom non aveva più scampo, doveva accettare se non avesse voluto rendersi ridicolo e rovinarsi la reputazione.
- No, non ho paura. Mi sono solo incazzato perché non mi hai detto niente... Mi dici in cosa consisterebbe questo maledetto tatuaggio? - rispose visibilmente irritato; odiava essere messo con le spalle al muro (a meno che non fosse una bella bionda con due tette stratosferiche a farlo), più che mai dal fratello. E succedeva praticamente ogni volta che Bill si metteva in testa una delle sue idee folli, quindi anche questa volta fu costretto a cedere e un sorriso soddisfatto aleggiò sul viso di Bill, che prese a spiegargli tutto eccitato: - Allora, che ne dici di tatuarci la nostra ora di nascita sulle dita? Sulla prima falange di ogni dito tranne il pollice, intendo. Guarda, ho fatto un disegno! -
Pensavo peggio, tipo un dragone sulla schiena o un teschio in fronte, rimuginò Tom mentre il fratello gli mostrava il disegno. Dopotutto che sarà mai? Non ho nemmeno un tatuaggio e questo non fa di me un vero figo, l'ho sempre detto.
- Va bene Bill, facciamo questa cosa. - disse, preso da un raptus di coraggio e spavalderia.
- Siiiiiiii, lo sapevo che avresti accettato, lo sapevo! - urlò Bill buttandosi giù dal letto e incominciando a saltare per tutta la stanza battendo le mani, come quando un bambino riceve come regalo di Natale il giocattolo che tanto desidera. - Frena l'entusiamo da checca isterica, ti prego, certi spettacoli risparmiameli! Quando sarebbe questo appuntamento? - gli chiese, alzando gli occhi al cielo disperato.
- Oggi, oggi pomeriggio alle cinque e mezza! -
- COSA? OGGI? -
Ma il rasta non ricevette risposta poiché Bill se ne era già uscito ballando dalla stanza, probabilmente per evitare la reazione del fratello che non aveva tardato ad arrivare.
Ok Tom, ok. Stiamo calmi. Hai ventitré anni, sei adulto e vaccinato, ti sei scopato Jessica Alba e sei il chitarrista di una band milionaria. Che sarà mai un tatuaggio?
Quelle furono le cosiddette "ultime parole famose".
 
***
 
Ore 16.57
 
- Tom! Tom avanti andiamo! Sono quasi le cinque e dobbiamo andare dall'altra parte della città! -
- No! Non ci voglio venire! Non voglio farlo! Ho paura! -
- Smettila di farmi urlare e scendi subito, adesso! -
Tom fece capolino da in cima alle scale.
- Ma quanti anni hai? Quattro? Devo venirti a prendere e portarti via di forza? -
- Dai Bill! Lasciami stare! Ho paura degli aghi non voglio! -
- Bene, lo hai voluto tu! -
 
I vicini di casa dei Kaulitz, quel pomeriggio, ebbero l'onore di assistere ad una scena degna del peggior film comico in circolazione.
Il Kaulitz biondo trascinava imprecando suo fratello per una gamba lungo il vialetto di casa mentre quest'ultimo, disteso lungo per terra, cercava ogni appiglio utile al quale aggrapparsi per opporre resistenza alla presa di Bill e appellandolo, in ordine esatto, "dittatore", "despota", "lurido doppiogiochista", "stronzo senza cuore" e altri dolci aggettivi non ripetibili in questa sede.
 
Indovinate chi ebbe la peggio?
  
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