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Autore: Ginny Weasley in Potter    20/11/2013    3 recensioni
Lei è allegra e piena di vita.
Lui è freddo e scostante.
Lei ha voglia di lasciarsi il passato alle spalle.
Lui vuole non si fida più nessuno, perché la persona di cui si fidava di più l'ha tradito.
Lei ha un segreto.
Lui ha voglia di scoprirlo.
Lei: Ginny.
Lui: Axel.
Ad accomunarli c'è una misteriosa profezia che riguarda una prescelta. Ma questa volta Grachi non c'entra nulla.
***
Dal prologo:
-Dovresti ritenerti fortunata! – urlò quest’ultima. In mezzo a loro, un signore bassino, con gli occhiali e qualche rado ciuffo rosso tentava invano di dividerle.
-Fortunata? E ti andrebbe di spiegarmi il perché, di grazia? – si trovavano all ’ingresso della loro modesta abitazione. Un portaombrelli e un appendiabiti erano abbandonati in un angolo ed una minuscola lampada era l’unica cosa che dava un po’ di luce all’ ambiente.
-Perché tu hai perso i genitori, ma sei stata più fortunata di Harry. Perché anche tu sei stata adottata!
***
-Prego accomodati. – disse la direttrice accennando ad una delle due sedie posizionate davanti la scrivania – Vélez devo parlarle di una cosa importante. Il veggente ha espresso la sua sentenza. La profezia sta per compiersi.
***
Se vi ho incuriosito =) Passate!!
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Always and infinity
Prologo: La profezia
-Adesso smettila!
-No, no e no! Come puoi chiedermi di smetterla quando io sto malissimo?- una ragazza dai capelli rossi raccolti in una coda disordinata stava urlando contro quella che, probabilmente, era sua madre. I pantaloncini di jeans e la camicia a quadri azzurri, indossata sopra una canotta bianca, le davano l’aria di uno spirito libero. Gli occhi nocciola lanciavano saette, mentre la pelle diafana era parecchio arrossata in zona orecchie. La sua altezza contrastava incredibilmente con quella della donna accanto a lei, che al contrario era abbastanza bassina. I capelli rossi di Molly, così si chiamava la donna, sembravano un tutt’uno con il viso, arrossato dalla rabbia.
-Dovresti ritenerti fortunata! – urlò quest’ultima. In mezzo a loro, un signore bassino, con gli occhiali e qualche rado ciuffo rosso tentava invano di divederle.
-Fortunata? E ti andrebbe di spiegarmi il perché, di grazia? – si trovavano all’ingresso della loro modesta abitazione. Un portaombrelli e un appendiabiti erano abbandonati in un angolo ed una minuscola lampada era l’unica cosa che dava un po’ di luce all’ambiente.
-Perché tu hai perso i genitori, ma sei stata più fortunata di Harry. Perché anche tu sei stata adottata! – Adottata, adottata, adottata… quelle parole veleggiarono nell’aria per diversi secondi. Ginny sentì le gambe farsi improvvisamente molli e la testa diventare più pesante, mentre il mondo che si era faticosamente costruita attorno, crollava come una castello di carte spazzato via dal vento. La vista iniziava a essere sfocata e la sua mente riusciva a formulare un solo pensiero: Shinici. Doveva andare da Shinici.I suoi occhi erano colmi di lacrime che sembravano non aver voglia di uscire. Molly aveva la bocca spalancata e non riusciva a credere di averlo detto davvero. L’afferrò bruscamente per un braccio, ma la ragazza si divincolò e spalancò la porta.  La donna venne investita dal panico e fece la prima cosa che le venne in mente:
-Crucio! – Ginny sentì il dolore pervaderla ovunque, mentre ferite più o meno profonde le pervasero il corpo. Il sangue iniziò a scivolarle lungo le gambe bianche, cozzando incredibilmente con la sua carnagione nivea e scivolarono fino a macchiare di rosso le converse consunte che indossava. Con una forza che neanche lei sapeva di possedere, uscì. Aveva provato un paio di volte l’incantesimo di Materializzazione, ma mai per coprire distanze così grandi. Si concentrò intensamente sulla casa del suo amico d’infanzia, Schinici, una confortevole villetta a due piani e lentamente sentì il paesaggio attorno a lei scomparire, mentre un urlo di quella che fino a poco tempo fa era stata sua madre, le squarciò le orecchie come un fulmine  nel cielo durante la tempesta.                                                            
                                                                                ***    
                                                            
Un anno e tre mesi dopo…
-Forza Manu! Sta arrivando! – Axel era quello che veniva definito dalle ragazze della scuola di magia di Città Incantata, il ragazzo più figo della scuola. I primi tre bottoni della camicia rossa sempre aperti, i pantaloni grigi e le scarpe da ginnastica a collo alto, gli davano quell’aria da duro che a scuola lo rendeva abbastanza temuto. Aveva i capelli lucidi per via del gel e gli occhi neri in grado di emanare gelo, ma che in quel momento trasmettevano solamente la luce che possiede un bambino alle prese con la prima marachella.Al contrario, il suo amico Manu, vestito in modo pressoché identico al suo sembrava sprizzare dolcezza da tutti i pori. Entrambi stavano scappando dal postino arrabbiato perché avevano bagnato tutte le sue lettere. I due ragazzi si materializzarono alla scuola di magia, battendo un cinque per essere riusciti a farla franca.
-Vélez in direzione! Ripeto: Vélez in direzione – la voce di Mirna proveniva chiara dall’altoparlante. Dopo aver scambiato uno sguardo preoccupato con Manu, Axel si diresse in direzione. La paura si faceva lentamente strada dentro di lui e il timore di essere espulso era l’unico pensiero razionale che la sua mente riusciva a formulare.
-Ben arrivato! – era la prima volta che Axel si trovava nella direzione e gli sembrò anonima come tutte le altre stanza della scuola. Le pareti erano tinteggiate di bianco e qua e la scaffali stracolmi di libri facevano il loro ingresso. Al centro della stanza troneggiava un’enorme scrivania anch’essa bianca, dietro la quale si trovava la direttrice con uno dei suoi nidi che faceva capolino sulla testa. La sua espressione preoccupata non fece presagire al ragazzo nulla di buono.
-Prego accomodati. – disse la direttrice accennando ad una delle due sedie posizionate davanti la scrivania – Vélez devo parlarle di una cosa importante. Il veggente ha espresso la sua sentenza. La profezia sta per compiersi. Il mondo magico è in pericolo e soltanto loro potranno salvarlo. Un odio che col tempo diventerà amore, un amore senza futuro… L’amore può salvarci o può distruggerci. Ma il confine tra ciò che è giusto e ciò che facile, non è sempre chiaro. Ognuno sceglierà con chi allearsi e mondi prima distanti si avvicineranno, per poi fondersi e diventare una cosa sola. La battaglia è vicina e inevitabile. Il Bene e il Male si scontreranno ed uno dei due dovrà distruggere l’altro. – mentre la direttrice parlava i suoi occhi andavano assottigliandosi, diventando sempre più serpenteschi. La voce si faceva sempre più fioca e pian piano gli occhi si chiudevano.                                           
                                                    To be continued…
Ginny Dice:
Vi sono mancata vero?
No.
Apparte questo... Non ho dimenticato nè il mio contest, nè le altre mie storie , ma la voglia di pubblicare questa era troppo forte.
Che ne pensate? Il prossimo capitolo è quasi pronto, am prima di aggiornare vorrei sapere se vi piace e se è il caso che la continui.
Due recensioni positive e si continua, va bene?
Ora vado! Ciao meraviglie,
Ginny
 
 Ginny

 Axel sonounfigodapaura Vélez
  
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