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Autore: tizianosmile    21/11/2013    6 recensioni
«Se avessi saputo che sarei stato assaltato sui sedili posteriori di una Prius mi sarei portato un cambio di vestiti. Sembrerò come uscito da “Il ballo: la mattina dopo”», risi allontanandomi dalle sue labbra giusto il tempo di dire la frase e poi tornando a baciarlo. «Ma che sto facendo?», esclamai. «Sto praticamente uscendo con qualcuno, a New York».
Lui si avvicinò mentre io mi tiravo indietro, preso dai sensi di colpa. «Ma non sei a New York. E non è nulla di esclusivo, giusto?», puntò i suoi bellissimi occhi sul mio papillon e con una mano cercò di sistemarlo meglio, col solo risultato di eccitarci entrambi ancora di più. «Questo farfallino magico... è la mia Criptonite», mormorò un istante prima di ricatturare le mie labbra e ridistendersi sul sedile e io su di lui mentre si allentava la cravatta.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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«Almeno, questa volta, è un vestito decente, quello che indossi», disse mio padre non appena fui sul punto di uscire di casa.
Brontolai. «A cosa ti riferisci, papà?», chiesi girandomi verso di lui con un sopracciglio alzato.
Lui mi mise una mano sulla spalla. «Mi riferisco a quell’assurdo abito che ti ostinassi a indossare per il ballo, ti ricordi?»
Sospirai al ricordo. “Certo che mi ricordo, andavo a quel ballo con Blaine”, pensai. «Certo che mi ricordo papà, quell’abito lo feci da solo era un omaggio, all’epoca recente, matrimonio reale e al defunto Alexander McQueen. Ero dell’idea, e lo sono tutt’ora, che nei negozi non si trovava niente che rappresentasse un giovane alla moda dell’Ohio.. e ricordo il tuo commento: ‘non mi piace’», commentai.
«E se ci ripenso, continua a non piacermi», borbottò di rimando.
Sospirai, lasciando cadere il discorso; tanto ormai era un periodo finito: la scuola, i balli... la relazione con Blaine. Tutto finito. Bè, in realtà non molto finito, dato che stavo per andare in macchina al matrimonio del professor Shuester con... sì, proprio con Blaine. Il mio primo amore, il ragazzo della mia prima volta, colui che mi aveva tradito mentre ero a New York... e che nonostante tutto continuassi ad amare. Il mio flusso di pensieri fu interrotto da un suono di campanello.
Presi coraggio, sorrisi a mio padre e andai ad aprire alla porta. «Ciao Blaine».
Lui sorrise. Quel suo adorabilissimo sorriso che faceva sciogliere i ghiacci dei poli. «Ciao Kurt, sei... bellissimo».
Arrossii, fu più forte di me. Ogni cosa che diceva Blaine mi faceva ancora lo stesso effetto. “Calmati Kurt. È solo un viaggio in macchina... andrà tutto bene e finirà prima che tu te ne accorga”, mi dissi mentalmente.
Lo guardai. “È perfetto, come al solito”.  Il suo smoking metteva bene in risalto i punti giusti e la voglia di saltargli addosso fu tanta, ma riuscii a controllarla. “Ce la posso fare”, mi ripetei più volte, mentalmente. Aveva, come solito, i capelli piegati dal gel gli occhi gli brillavano mentre il suo oro si tuffava nell’azzurro dei miei occhi.
«Stai bene anche tu», risposi dopo un po’. “Che imbarazzo!”, pensai.
Dopo aver salutato mio padre e Carole e essere salito in macchina con Blaine, qualcosa cominciò a cambiare.
«Senti Kurt, io...», cominciò lui, ma lo interruppi subito.
«No, Blaine. Non iniziare con le scuse, non è il momento», replicai subito nervoso. “ma perché diamine ero così nervoso?”
Lui si rattristò. «Ok», sussurrò puntando il suo sguardo fuori dal finestrino.
Sospirai e anche io puntai lo sguardo altrove. “Tutto, ma non quel faccino triste...”, supplicai.
Dopo diversi minuti la macchina arrivò a casa di Mercedes  e lei entrò in auto sistemandosi tra me e Blaine. “Grazie, Mercedes!”, pensai.
«Allora, che ve ne pare del mio abito?», chiese lei.
«Stupendo», dissi io.
«Sì, è bellissimo», concordò Blaine.
«Ok, capito. Niente chiacchiere inutili... ma posso almeno dire una cosa?» e considerando il seguito silenzio come un ‘sì’ continuò, «Voi due dovreste parlare».
Grande soluzione, se fossi riuscito a parlare. Sentivo fin dentro le mie ossa che se avessi aperto bocca con lo scopo di parlare con Blaine, probabilmente gli sarei saltato addosso e non potevo certo permettere di rovinare il mio nuovo vestito. Così rimasi in silenzio e lo stesso fece lui.
La macchina si fermò e Blaine scese dall’auto per aiutare Mercedes e appena lei fu scesa, incapace di controllarmi oltre, afferrai il braccio di Blaine e lo ritirai dentro l’auto e lui acchiappò subito il messaggio: chiuse la portiera e mi baciò. Dopo di che, fui segnato. Lo stesi a pancia in su, sul sedile posteriore dell’auto e iniziammo a baciarci seriamente, con passione.
Le sue mani scivolarono su tutto il mio corpo mentre io mi curavo di sbottonargli la camicia.
«Ragazzi? Kurt? Blaine? Forza, dobbiamo andare!», esclamò una voce fuori dall’auto.
“Accidenti”, pensai.
«Tina, non ora!», esclamò Blaine mentre cercava di respirare tra un mio bacio e l’altro.
“Tina, perfetto... ci mancava solo lei”, pensai irritato mentre palpavo un fianco a Blaine e lui rispondeva palpandomi il sedere.
«Ma farete tardi!», continuò lei, bussando sul finestrino.
«Lascia Tina, ci penso io a tirarli fuori dall’auto, tu intanto vai e tienici i posti», esclamò Mercedes.
“Santissima ragazza, giuro, se non fossi stato gay e in totale intimità con un altro uomo... l’avrei sposata!”
Ridacchiai e mi buttai per bene su Blaine, e baciandolo come non facevo da mesi e avvertendo solo in quel momento quanto lui mi fosse realmente mancato. Blaine, dal canto suo, non si ribellò, anzi rispose a tutti i miei baci con lo stesso entusiasmo e la stessa passione che stavo mettendo io e questo mi faceva muovere su di lui ancora di più, così tanto che le nostre gambe spesso finivano con lo scontrarsi e i nostri piedi a sbattere contro lo sportello dell’auto.
«Se avessi saputo che sarei stato assaltato sui sedili posteriori di una Prius mi sarei portato un cambio di vestiti. Sembrerò come uscito da “Il ballo: la mattina dopo”», risi allontanandomi dalle sue labbra giusto il tempo di dire la frase e poi tornando a baciarlo. «Ma che sto facendo?», esclamai. «Sto praticamente uscendo con qualcuno, a New York».
Lui si avvicinò mentre io mi tiravo indietro, preso dai sensi di colpa. «Ma non sei a New York. E non è nulla di esclusivo, giusto?», puntò i suoi bellissimi occhi sul mio papillon e con una mano cercò di sistemarlo meglio, col solo risultato di eccitarci entrambi ancora di più. «Questo farfallino magico... è la mia Criptonite», mormorò un istante prima di ricatturare le mie labbra e ridistendersi sul sedile e io su di lui mentre si allentava la cravatta.
«Aspetta, questo non significa che stiamo di nuovo insieme, vero?», chiesi tirandomi ancora indietro, preoccupato all’idea che potesse pensare che avessi perdonato così facilmente e così presto il suo tradimento.
«No, no, no. Tranquillo. Lo so, lo so... siamo... », balbettò agitando le mani in quel suo modo carino di fare e avvicinando di nuovo le sue labbra alle mie. «Siamo solo amici che si aiutano a vicenda».
Sorrisi all’idea. «Adoro quando parli di aiutarsi tra amici».
Tornammo a baciarci con l’intenzione di non staccarci più, mentre lui mi sollevava la camicia e nel tentativo di far toccare le nostre pelli.
Un bussare al vetro mi fece alzare di scatto la testa, irritato. «Dimmi che non è Tina di nuovo!», borbottai.
Lo sportello si aprì e la prima cosa che vidi fu il fucsia del vestito di Mercedes. «Potete rivestirvi? Il matrimonio sta per cominciare  e io ho bisogno dei miei due gay al fianco», ci sgridò.
Blaine si tirò su non appena mi spostai un poco per permetterglielo. Non che volessi effettivamente spostarmi, ma ci ero costretto. In fondo, se era destino che accadesse qualcosa tra di noi quel giorno, sarebbe accaduta, quindi tanto  valeva aspettare ancora un po’. L’attesa in tutti quei mesi mi aveva reso più forte... bè, ero forte solo quando non si parlava di resistere a Blaine.
«Oh, mio Dio», mormorò Blaine uscendo dall’auto e posizionandosi alla sinistra di Mercedes che se ne stava con la mani incrociate davanti ad aspettare che io e Blaine ci sistemassimo e l’accompagnassimo dentro.
«Ti rendi conto di quanto questo sia blasfemo, vero?», mi sgridò con un occhiataccia mentre Blaine si sistemava.
«Oh, Mercedes, tutti si concedono scappatelle ai matrimoni», mi giustificai, mentre chiudevo lo sportello dell’auto e mi sistemavo al suo fianco, a destra.
«Andiamo», disse liquidando il discorso e prendendo il braccio che le offrivo. «Quest’abito ha bisogno di un pubblico», esclamò facendo lo stesso con Blaine e allontanandoci dall’auto.

 

MYSPACE: ECCOMI DI NUOVO QUI. HO PENSATO A QUESTA MINUSCOLISSIMA ONE-SHOT MENTRE DORMIVO... SI... IO MENTRE DORMO NON C’HO UN CAZZO DA FARE CHE PENSARE AI KLAINE, COMUNQUE. IO QUESTA PUNTATA CE L’HO SCARICATA IN LINGUA ORIGINALE E ME LA VEDO SEMPRE IN QUEL MODO PERCHE’ TRADOTTA IN ITALIANO, ANZI, DOPPIATA IN ITALIANO FA LEGGERMENTE (LEGGERMENTE?.-.) CAGARE. QUINDI SE CI SONO INCONGRUENZE (MINUSCOLE ALLA FIN FINE, PERO’) NELLA TRADUZIONE è PERCHE’ IO TRADUCO DALL’ORIGINALE. OK? OK.
A PARTE QUESTO… COME VI è SEMBRATA? IO L’HO IMMAGINATA COSì, OVVIAMENTE TRALASCIANDO COSE SCONCIE CHE IN QUELLO NON SONO MOLTO BRAVA._. LOOOL
BE... ECCO. HO DETTO QUELLO CHE DOVEVO DIRE.
CIAO A TUTTI. XOXO
  
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