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Autore: _joy    21/11/2013    9 recensioni
[Seguito di "Al di qua dello specchio"]
Vi sono mancati Bella e Caspian?
Niente paura! Ecco il seguito della loro storia, "Al di qua dello specchio".
Li abbiamo lasciati catapultati da Aslan di nuovo a Narnia...e ora?
Si amano, sono felici, stanno per sposarsi.
Il matrimonio c'è, l'amore anche. Cosa interviene a disturbare la loro favola?
Un nemico atipico. Che orchestra un rapimento.
Chi aiuterà Bella a salvare Caspian? State a vedere....
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Caspian, Edmund Pevensie, Eustachio Scrubb, Lucy Pevensie
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Far away'
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«Eccola, Galima!»
 
Drinian, al timone di una delle due scialuppe messe in acqua dal Veliero dell’Alba, indica l’isola verdeggiante che si avvicina ad ogni colpo di remo.
«È un protettorato di Narnia» spiega l’uomo «E questo mi consola molto perché, finalmente, ho localizzato la nostra posizione so ritrovare la rotta!»
«Non ne avevo mai sentito parlare» gli dice Eustace.
«Perché nel precedente viaggio non siamo passati per questa rotta, mio signore. Ma da qui posso tracciare una navigazione sicura…salvo ulteriori complicazioni»
«Già» sbuffa Eustace «E quando mai mancano, le complicazioni?»
Sorride a Penelope e le stringe la mano.
Lei ricambia, con un pizzico di nervosismo.
È rimasta male per le parole pungenti di Lucy, prima.
«Che c’è?» le mormora il suo fidanzato.
«Niente…» lei scrolla le spalle, ma lui insiste.
«Pen, se c’è qualcosa, qualunque cosa, io voglio saperlo. Ok?»
Lei si guarda attorno, preoccupata, e poi risponde a bassa voce:
«Intendi per quella storia della strega?»
«No…non solo. Io voglio sapere sempre cosa ti preoccupa!»
«È che Lucy… non lo so, ultimamente si comporta in modo strano. È cattiva e…»
Lui storce il naso.
«Cattiva? Non penso esista una parola meno adatta a descrivere Lucy»
«Eustace, davvero, lo so benissimo che non è una persona cattiva, per questo sono stupita dai suoi comportamenti!»
«Penso sia solo nervosa…»
«Sarà» sbuffa Penelope, lanciando un’occhiata a Lucy, seduta due file più avanti.
 
La Valorosa è avvolta in un mantello scuro e ha alzato il cappuccio a riparare il capo.
Giocherella con il pugnale e tiene lo sguardo fisso sull’increspatura lieve dell’acqua del mare.
Seduto accanto a lei, Edmund studia invece attentamente una mappa.
Quando la ripiega cerca con lo sguardo Drinian.
«Dicci qualcosa in più di quest’isola» chiede.
Il capitano annuisce.
«Non so molto, Maestà, io non ci sono mai stato. Però il padre del nostro re, Caspian IX, ne ha sancito l’appartenenza a Narnia dopo aver sedato una lotta intestina tra le due famiglie più potenti che vi abitano, i Bravo e i Montero. Ricordo che Zenon Montero venne a Telmar per ricevere dal re le chiavi dell’isola»
«Una lotta tra famiglie?» chiede Edmund.
Drinian scuote il capo.
«Non so molto di più, Maestà. Le ragioni della faida mi sono ignote, purtroppo»
«Va bene, vediamo come si comporterà questo Zenon di fronte alla Regina di Narnia»
Edmund sorride a Bella, pallida in un abito azzurro cupo con inserti di velluto.
Lei abbozza un sorrisetto.
«Ti stai chiedendo se la navigazione mi ha resa una regina più consapevole?» scherza.
«Perché no?» ribatte lui «So che ne hai la stoffa!»
Il Giusto intercetta il sorriso di Gael e ricambia, rilassato.
 
La costa di Galima si avvicina sempre più.
Quando, infine, le due scialuppe vengono tirate in secca, i narniani scendono e osservano il paesaggio.
Galima è un’isola piccola, ma verde e rigogliosa.
Un fiume cristallino divide, con quasi geometrica precisione, l’isola in due: ciascuna parte è sormontata da un colle.
Due castelli fortificati si fronteggiano, minacciosi, dalle due cime opposte.
Già a occhio nudo, però, si vede come uno dei due manieri sia abbellito da bandiere e stendardi e pieno di vita, mentre l’altro sembra andare in rovina.
Drinian indica il prima castello e mormora:
«Direi che dobbiamo dirigerci lì»
 
Ma la delegazione di Narnia viene raggiunta da un drappello di uomini armati prima di avvicinarsi al castello.
Un uomo bardato di viola e oro si avvicina ai sovrani e, dopo averli fissati per un attimo, si inchina deciso davanti a Bella.
«Vostra Maestà, benvenuta a Galima! Siamo onorati di avervi qui!»
Lei ricambia il saluto con gentilezza e l’uomo si inchina poi a Edmund e Lucy, quindi si presenta:
«Sono Hilario, Vostre Maestà. Mi manda Lord Zenon a darvi il benvenuto e a scortarvi a palazzo!»
 
«Ci conoscevate già» commenta Edmund, mentre si avvia insieme agli altri verso le carrozze predisposte dall’emissario.
Quello annuisce.
«Lord Zenon è devoto ad Aslan e il culto degli Antichi Sovrani è ben radicato qui a Galima. Conosciamo le vostre gesta, Re Edmund. E naturalmente ci è arrivata la lieta notizia delle nozze di Sua Maestà, Re Caspian X»
Annuisce con il capo in direzione di Bella e prosegue:
«Siamo quanto mai dispiaciuti per quello che è accaduto, mia Regina… Ma dovete avere fede in Aslan: lui non permetterà che al nostro amato re venga fatto del male»
Arabella ringrazia con un cenno del capo.
Penelope interviene, perplessa:
«Sapete anche del rapimento? Oh… avevo l’impressione che le notizie arrivassero con lentezza… Sapete, dubito che qui esista un servizio postale…»
Hilario sorride, con una punta di perplessità nello sguardo:
«Mia signora, non sono uso a quello che avete chiamato… servizio postale? Ma a Narnia abbiamo modi di comunicare che potrebbero stupirvi! Siete anche voi del mondo dei nostri Antichi Sovrani, vero?»
Pen annuisce e l’uomo sorride raggiante.
«Permettetemi di dirvi che sono un instancabile lettore delle antiche cronache e che il vostro mondo mi affascina!»
La ragazza gli sorride gentilmente.
«Grazie! Il vostro mondo è stupendo… Ma è così diverso da casa mia e di Bella. A volte mi sembra…qualcosa di più grande di me!»
Hilario annuisce.
«Capisco, mia signora, ma dovete pensare che i nostri mondi sono legati: Aslan ha chiamato qui gli Antichi Re e Regine e ora il matrimonio di Re Caspian ha consolidato questo legame! Mi piace pensare che i nostri mondi siano gemelli…»
«Gemelli è forse un po’ difficile… Ma concordo con te, Hilario: niente avviene per caso, quando si tratta di Aslan» commenta Edmund, lanciando un’occhiata a Bella «Lui ha scelto noi. E poi ha scelto la vostra Regina»
«Esatto, Maestà, proprio così»
 
Quando le carrozze si fermano, i narniani si radunano alle spalle di Hilario, che li scorta su per la scalinata di accesso al castello.
La costruzione è imponente e conferma l’impressione di opulenza e cura che trasmetteva da lontano.
Agli ospiti vengono assegnate stanze sullo stesso piano, tutte molto ricche.
Hilario accompagna personalmente al piano i sovrani e li affida ai servitori del castello, annunciando loro che Zenon li attende per una cena in loro onore.
Tutti approfittano dell’ospitalità per concedersi un lungo bagno, cosa impossibile a bordo di una nave.
Pedra, la cameriera di Bella, incontra Edmund sull’uscio della stanza della Regina e si inchina prima di lasciarlo passare, dicendo:
«Sua Maestà ha fame, ne sono così felice! Ho sempre l’impressione che non mangi abbastanza!»
Edmund le sorride e poi bussa alla porta.
Bella, seduta di fronte alla finestra, gli sorride.
«E così hai fame!» fa lui, a mo’ di saluto.
Lei alza gli occhi al cielo, sorridendo.
«La notizia del giorno»
«Già» anche lui sorride «Però ne sono contento: siamo tutti preoccupati per te»
«Mi sembra che abbiamo altre preoccupazioni» obietta lei «Tipo Jadis»
Il Giusto sospira.
«Lo so, non me ne dimentico certo… Tu stai bene?»
«Certo»
«Voglio dire… Non hai fatto sogni strani o cose del genere vero?»
«No… o meglio, faccio continuamente incubi su Caspian ferito o in pericolo ma… Niente con voci che mi spingono a fare cose o altro»
«Bene. Sai… contro ogni previsione l’aria di mare ti fa bene: hai un aspetto molto migliore di quando siamo arrivati a Narnia. Hai ripreso colore. Potresti essere un bravo marinaio»
Bella sorride, un sorriso velato di tristezza.
«Lui me lo diceva sempre…»
Edmund le stringe una spalla affettuosamente e in risposta ottiene un sorriso più convinto.
«Ne sarà fiero, al suo ritorno»
«Ed… lo pensi davvero? Quello che hai detto prima, sul fatto che Aslan ha scelto… me?»
«Certo che lo penso, Bella! Sei arrivata in un mondo nuovo, un mondo come Narnia… e ancora non sei convinta che Aslan ne ha a cuore il futuro, che Aslan ci conosce e vuole il meglio per noi? Per Caspian?»
Lei sospira.
«Vorrei tanto crederlo… sarebbe così bello. Mi aiuterebbe a non sentirmi sempre sbagliata…»
«Questa è una lotta solo tua, contro te stessa»
«E se te ne convincessi e vedessi che tutti tifiamo per te la vinceresti subito!» dice una voce dalla porta.
Entrambi si voltano e vedono Lucy sorridere timidamente dall’uscio.
La ragazza si tormenta le mani e dice di getto:
«Scusate, io… Sono venuta per… per scusarmi per… per tutto!»
Bella le tende le braccia e Lucy corre a stringerla.
«Mi spiace» dice, con la voce soffocata nella stoffa del vestito dell’amica «Io non so proprio…»
Edmund allunga la mano ad accarezzare il capo della sorella, ma poi chiede:
«Lucy, lo chiedo anche a te: va tutto bene? C’è qualcosa che devi dirmi?»
Lei alza la testa di scatto, fissandolo con occhi sbarrati:
«No, no, cosa dici!»
Si libera dall’abbraccio di Arabella di scatto e poi geme, stringendosi il braccio.
«Ti fa ancora male la spalla?» chiede lui.
«Sì…no… non è niente!»
I due fratelli si guardano per un lungo momento, lui perplesso e lei guardinga.
 
E Bella sente un brivido improvviso.
 
Aggrotta la fronte e in quel momento Pedra rientra.
La Regina le fa un cenno e poi invita Lucy a sedere.
«Vuoi mangiare qualcosa? Mi sembri pallida… Guarda che poi tutti inizieranno a starti addosso…» scherza.
Lucy sorride debolmente.
«Tranne Pen, magari»
Bella le stringe il braccio.
«Pen non è una persona che porta rancore, vedrai»
L’altra annuisce e scivola a sedere.
«Lu, perché giri armata?» chiede all’improvviso il fratello.
Lei scrolla il capo, stringendo il pugnale con la mano.
«Perché è meglio essere sempre pronti» risponde a bassa voce.
Edmund fa un cenno con il capo e si avvia verso la porta.
«Vado a prepararmi, vengo a prendervi per scendere a cena»
 
Rimaste sole, Bella e Lucy restano in silenzio per un po’, la prima mangiando qualcosa e la seconda rifiutando lo spuntino portato da Pedra.
Poi Bella dice:
«Non hai l’impressione che questo castello e quello della collina opposta si fronteggino come a rappresentare l’ostilità reciproca dei loro padroni?»
Lucy si alza da tavola e si avvicina alla finestra.
«In effetti sembrano davvero vicini… Voglio dire, quando li abbiamo visti dalla spiaggia ho notato che sorgono a una certa distanza… Ma da questa finestra sembrano davvero incombersi addosso! Sì… sembra una cosa voluta»
«È così Maestà!» interviene timidamente Pedra «Quando sono scesa nelle cucine mi hanno spiegato che questo Lord Zenon è stato per anni nemico del signore dell’altro castello, Lord Veto. Si sono fatti la guerra per tantissimo tempo e i loro padri prima di loro. È proprio una rivalità di lunga data…»
«Come mai?» Lucy aggrotta la fronte
«Non so bene, ma mi hanno detto che tantissimi anni fa un Lord Bravo ha rapito la moglie di un Lord Montero…»
«Questioni di donne? Bel motivo per farsi guerra per generazioni intere!» commenta Lucy.
«Certo che i Bravo non sembrano passare un momento felice» Bella si affaccia sul balcone «Il loro castello è in rovina»
«A quanto mi hanno detto, Maestà, a seconda di come andava la guerra i castelli ne facevano le spese… ora che i Montero hanno il potere su Galima, il castello dei Bravo va in rovina»
Bella annuisce, mentre Lucy si aggira inquieta per la stanza.
In quel momento entra Penelope.
Lei e Lucy si fissano in silenzio per un po’, quindi la più giovane dei Pevensie si avvicina all’amica tendendole la mano.
«Pen, sono venuta a scusarmi con Bella… Ma avrei dovuto scusarmi prima con te per quello che ho detto. Sono stata davvero maleducata e io… io non lo penso, lo sai, vero?»
Penelope esita un attimo, ma poi le stringe la mano.
«Certo, lo so. Non fa niente. Siamo tutti nervosi e scossi per quello che è successo… Non fa nulla, davvero»
Lucy sembra sul punto di piangere; abbraccia velocemente Penelope ed esce a precipizio dalla stanza.
Pen scuote il capo e commenta:
«Davvero, lo capisco… Ma devo dire che non me lo aspettavo, da Lucy… Eustace mi ha raccontato che è sempre stata la più coraggiosa e ora invece sembra la più stressata di tutti noi…»
Bella si morde un labbro.
«Pen, non è più una bambina, è un’adulta… è cresciuta lontana da Narnia, non dico che questo abbia indebolito la sua fede in Aslan, certo, ma crescere ti rende più consapevole di quello che significa una battaglia, o rischiare la vita… E poi sai quanto è legata a Caspian, deve essere difficile anche per lei…»
«Bell ma tu… non sei gelosa di Lucy, vero?»
«Ma certo che no! Dico solo che non è dura solo per me. Lo è per Edmund, Eustace e per te… e per Lucy è peggio. Deve esserlo, Pen. Insomma… Io sono sua moglie, io posso disperarmi ad alta voce e combinare un casino… ma lei non può nemmeno ammettere a voce alta che soffre e questo quanto può pesarle?»
Penelope espira di botto.
«Non ci avevo pensato… Ma… sei sicura che non ti dà fastidio?»
Bella fa un gesto con la mano.
«Pen, è mio marito. Sono gelosa del fatto che è un bellissimo uomo affascinante? Sì, certo. Ma non mi ha mai, mai dato motivo di essere ciecamente gelosa, lo so benissimo. No, è che… è strano pensare che può esserci un’altra donna che prova per lui lo stesso sentimento che provo io, piuttosto. Senza fare stupidi discorsi di più o meno… Non esiste amare di più o di meno: esiste amare e basta, no?»
Penelope le sorride.
«Questo è il primo discorso che ti sento fare in cui riconosco davvero la mia Arabella»
La regina le sorride.
«Lo so che non sono io quella che si è presentata a Narnia in questi mesi. Ma cambierò Pen, cambierò… Se lo troviamo, farò qualunque cosa!»
«Vedrai che lo troveremo e che sta bene: ne sono certa Bell!»
 
*
 
Zenon Montero sembra estasiato all’idea di ospitare la regina di Narnia.
 
La cena allestita per gli ospiti è sfarzosa e abbondante, l’ospitalità di Galima squisita.
Ai narniani vengono offerti scranni rivestiti di cuscini di velluto e posti su una piattaforma rialzata, assieme a Zenon e sua moglie, Tabora.
I Lord dell’isola si prodigano in complimenti e in racconti di come amministrano il protettorato ed Edmund scopre, con sua grande sorpresa, che Bella è molto attenta ai racconti e fa domande precise e intelligenti.
Né il Lord né sua moglie, del resto, mettono in discussione il diritto della regina di farlo.
Edmund sorride sorseggiando il suo vino e il buonumore aumenta quando vede Penelope che si sforza di non sbadigliare per la noia.
Quando i suoi occhi raggiungono Lucy, invece, si fanno preoccupati.
C’è qualcosa che non va, nella sua sorellina?
Edmund la sta ancora osservando, quando con la coda dell’occhio coglie un movimento alla sua destra.
Si volta e, con lui, molte teste si girano.
 
Una ragazza giovane, con dei capelli castani sciolti sulle spalle e l’aria spaventata, arrossisce e si tormenta le mani.
«Telema!» tuona Zenon, facendola arrossire ancora di più.
Il Lord serra le labbra, poi si rivolge ad Arabella con un mezzo inchino.
«Maestà, vogliate scusarci… Mia figlia Telema, a quanto pare, ha dimenticato le buone maniere che le sono state insegnate»
La ragazza, mortificata, si sprofonda in un inchino balbettando delle scuse per il ritardo.
Bella le sorride.
«Non è successo nulla di grave, mio Lord. È un piacere per me conoscere vostra figlia»
Alle parole gentili della regina, la ragazza riacquista un po’ di colore e, dopo essersi inchinata nuovamente, scivola in silenzio sullo scranno che la madre le indica imperiosamente.
Zenon si schiarisce la voce e commenta:
«Sapete, mia figlia ama molto cavalcare… Al punto che è persino sconsiderata: rifiuta la scorta, si avventura da sola… Io e sua madre cerchiamo di trattenerla, ma…»
Arabella coglie il disagio della ragazza e le sorride:
«Purtroppo io sono una mediocre amazzone, ma proprio per questo ammiro doppiamente chi è in sintonia con i cavalli… Sapete, ero un po’ il cruccio di Caspian con la mia fobia»
A Zenon quasi cade la mascella, mentre Edmund, Eustace e Drinian sorridono divertiti.
«C’è una sola soluzione, Maestà» interviene timida Telema «Salire in sella!»
Bella annuisce.
«Mi piacerebbe visitare Galima. Posso sperare che mi accompagnerai?»
La ragazza annuisce, ma Zenon interviene:
«Maestà, non assecondate mia figlia… Alcune zone dell’isola sono impervie e cavalcare è rischioso. Non mi perdonerei mai se vi capitasse qualcosa. Vi supplico di accettare una delle mie carrozze»
Bella esita un secondo, ma poi accetta.
«Vi ringrazio, non conoscendo l’isola mi fido del vostro giudizio, soprattutto riconoscendo la mia scarsa abilità. Ma spero che vostra figlia voglia comunque accompagnarci»
Telema annuisce ringraziando.
«La cavalcata sarà per la prossima volta» le sorrise la regina.
La ragazza sorride in risposta e alzò il calice.
«Al vostro ritorno, assieme al nostro Re!»
Tutti alzano i calici, in un brindisi silenzioso.
«Quando ripartirete, Maestà?» chiede Lady Tabora a Edmund.
«Appena la nave sarà approvvigionata, mia Lady. Non possiamo ritardare ancora il viaggio: il maltempo ci ha fatto perdere la rotta, oltre a provocare una discreta dose di guai»
«Spero potremo avervi ancora ospite a Galima, Maestà, se questa volta intendete fermarvi così poco…» la donna osserva da sotto le ciglia il Giusto e poi, con disinvoltura, si rivolge alla figlia:
«Telema, mia cara… devi mostrare a sua Maestà il nostro giardino, più tardi»
La ragazza si irrigidisce visibilmente, ma mormora un assenso.
«Sapete, Maestà» prosegue Tabora «Telema ha una vera predilezione per i fiori e il giardinaggio, e un gusto talmente squisito! Dovete proprio farvi accompagnare da lei…»
Edmund annuisce, educato, ma nota che la donna fa di tutto per parlargli della figlia in toni entusiastici.
Quando la Lady si spinge a chiedere a Edmund se resterà a Narnia per sempre e quali sono i suoi piani futuri, Gael le scocca un’occhiataccia, ma il Giusto è bravo a dare risposte neutre e non impegnative.
 
Quando i narniani tornano nelle loro stanze, Eustace prende in giro il cugino:
«Fortuna che hai una grande esperienza in fatto di donne, Ed… Almeno te la sai cavare con le madri che cercano di accalappiare un regal marito per le figlie!»
Edmund sbircia Gael, a disagio, e poi grugnisce una risposta poco gentile.
«Che ne dite, andiamo davvero a vedere i giardini?» chiede Penelope «Così facciamo da corpo di guardia a Edmund»
«Prego?» chiede lui.
Penelope ghigna.
«Contro le pretendenti e le loro madri entusiaste»
«Ehi! A me Telema è sembrata una ragazza molto tranquilla» si guarda attorno e abbassa la voce «Sua madre, invece, pare abbastanza pericolosa…»
Tutti ridono, tranne Gael e Lucy.
 
Quando il gruppo esce in giardino, Gael si guarda attorno distrattamente.
«Non devi preoccuparti» le dice all’improvviso una voce, alle sue spalle «Lui non è tipo che si fa intrappolare così»
Gael si volta e si trova faccia a faccia con Lucy.
«Voglio dire…» si affretta la Valorosa di fronte allo sguardo freddo dell’altra «Edmund non è uno sciocco»
«Lo so perfettamente»
Gael si allontana di un paio di passi e Lucy la segue.
«Mi dispiace, Gael, davvero. Io ci tengo a te. Siamo amiche. Io non… Non volevo offenderti. Sono stata cattiva, ma… Ti prego di scusarmi»
La ragazza più giovane tace per un po’, poi si volta a guardare l’altra.
«Lucy, io lo so che non è da te, per questo ci sono rimasta male. Cosa ti sta succedendo?»
«Niente… niente! È stata una frase sciocca e…»
«No, Lucy. Tu non sei una persona cattiva, non dici certe cose. Non per stress, non per stanchezza: non le dici e basta»
Lucy si morde le labbra, nervosa.
«Sei sicura che va tutto bene?» chiede ancora Gael.
«Certo! Se non vuoi accettare le mie scuse… Va bene. Allora io…»
«Ecco, vedi?» ribatte l’altra triste «La mia amica Lucy non mi avrebbe mai detto che “va bene”. Non va affatto bene»
«Io stavo appunto cercando di…»
Vengono interrotte da uno strillo soffocato.
 
Si voltano e vedono Eustace trattenere a forza una figura ammantata di scuro.
«Eustace!» grida Edmund, sguainando la spada «Che succede?»
«Non so! Ho avuto la sensazione che ci stessero spiando… Mi sono voltato e tra i cespugli ho visto un’ombra…»
Drinian si avvicina e strattona il mantello della figura misteriosa, che si agita nella stretta di Eustace.
E i narniani si trovano a fissare un giovane magro e slanciato, che rivolge loro un’occhiata di sfida.
«Chi sei?» chiede Edmund, avvicinandosi di un passo.
Il giovane distoglie gli occhi e non risponde.
Il Giusto lo afferra per il colletto del mantello, con una stretta ferma.
«Forza, sentiamo: chi sei?» chiede di nuovo.
Ma gli risponde un grido disperato:
«No, Maestà, vi prego!»
 
Da dietro un albero corre verso di loro Telema Montero.
Che, a sorpresa, si getta tra le braccia del giovane, il quale la stringe a sua volta con fare protettivo.
Dopo un attimo, la giovane si volta a guardare i narniani stupefatti e poi si getta ai piedi di Bella.
«Maestà, lui è Esai Bravo… Vi prego, vi supplico… non ditelo a mio padre!»


Eccomi qui!
Sono tornata e vi chiedo immensamente scusa per questo (ennesimo) periodo di silenzio.
Prima cosa: per chi se lo chiedesse, sì: ho cambiato nick (ero Serena VdW orima)!

Poi: devo mettere ordine nelle mie storie (e nella mia testa!) e ora mi ci impegno seriamente, lo prometto!
Ho concluso "Escape" e ora è il momento di concentrarsi su "Eternity"... mi spiace molto di averla un po' abbandonata e spero non se ne risenta in termini di resa...
Vi chiedo nuovamente scusa e vi ricordo, per tutti gli aggiornamenti sulle mie storie, la mia pagina Facebook:
 https://www.facebook.com/Joy10Efp?ref=hl

Buona lettura,
Joy

   
 
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