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Autore: Shira    21/11/2013    3 recensioni
“Ciao, io mi chiamo Tessa, e tu?”
Furono proprio queste le prime parole che sentii uscire dalle sue labbra.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai, Yuri, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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“Ciao, io mi chiamo Tessa, e tu?”

Furono proprio queste le prime parole che sentii uscire dalle sue labbra. Era stata una serata monotona, avevo accettato di andare a quella festa solo perché il mio amico aveva insistito tanto. Non mi sono mai piaciute le feste, quella, poi, si svolgeva in una villa, non esattamente il mio genere; comunque dovevo un favore a Davide e così andai.

Mi pentii della mia scelta non appena varcai la soglia di quella lussuosa villa: musica a palla, casse di birra, gente ubriaca, ragazzi che ci provavano, avevo voglia di urlare dalla frustrazione, invece mi limitai a sedermi ad un piccolo tavolo, sistemato per l'occasione. Passai lì la successiva ora, in completa solitudine, dato che Davide aveva abbordato una ragazza ed era sparito, non mi aveva nemmeno presentato il padrone di casa. Le ore erano passate e la notte era giunta, ma del mio amico nessuna traccia.

E poi, all'improvviso, mentre mi rassegnavo all'idea di passare il resto della nottata in compagnia del mio Drambuie, arrivò lei. Lunghi capelli dello stesso colore del fuoco, profondi occhi verdi ed un sorriso disarmante.

“Io... sono Jo” risposi con un lieve sorriso. Lei si sedette sulla sedia vicino alla mia, guardandomi con curiosità.

“Jo? E' un nome curioso”

Sorrisi, portando il mio bicchiere alle labbra e sorseggiandone il contenuto.

“Mi chiamo Josephine, ma non mi piace, quindi uso il diminutivo”

Mi sorrise di nuovo, e bastò quel semplice gesto a farmi annodare lo stomaco, mentre un forte calore si espandeva lungo tutto il mio corpo.

La desideravo.

Non avevo mai desiderato qualcuno con così tanta forza, volevo sentire il suo corpo perfetto sotto le mie mani, accarezzarle i capelli, annodare le ciocche intorno alle mie dita. Era passato tanto tempo dall'ultima volta che mi ero sentita così, ma mi rendevo conto che non era una reazione normale... insomma, non potevo provarci, così, senza neanche aver prima parlato un po'...

“Jo... sai, mi hai colpito molto, fin dalla prima volta che ti ho visto”

Riportai il mio sguardo su di lei, colpita dalle sue parole, mentre un lieve rossore si faceva strada sulle mie gote.

“Ehm... anche tu...” il mio fu quasi un sussurro, sono sempre stata molto timida e quella conversazione aveva iniziato ad assumere toni surreali.

“Non hai capito...” con lentezza si alzò dalla sedia, porgendomi la mano destra. La afferrai e mi alzai, senza separare mai lo sguardo da quegli occhi splendenti.

“... intendevo che mi hai colpito davvero molto... molto...”

Pendevo letteralmente dalle sue labbra, il desiderio cresceva dentro di me, ogni secondo ardeva di più, mi sentivo bruciare fino alle ossa.

Si girò, senza togliere la mano dalla mia e cominciò a camminare, mentre io la seguivo, docile come un agnellino. Non riuscivo a capire che cosa stava succedendo... forse al piano di sopra, dove Tessa mi stava conducendo, c'erano dei ragazzi in attesa, pronti a picchiarmi e derubarmi, magari quella bellissima ragazza era solo un'esca.

Più mi avvicinavo alla porta della camera da letto della villa, più ero convinta che quell'intuizione era quella giusta. Mi fermai, bloccando il suo braccio, e lei si voltò verso di me, un guizzo di sorpresa nei suoi splendidi occhi.

“Qualcosa non va?”

Esitai qualche istante, sentendomi la persona più stupida dell'intero universo. Una bellissima ragazza si stava praticamente offrendo a me, ed io ero solo capace di perdermi in contorti ragionamenti.

“Ecco...” sospirai appena, prendendo coraggio “Il fatto è che tutto questo mi sembra piuttosto strano...”

Tessa inarcò un sopracciglio, inclinando appena la testa sul lato destro.

“Insomma...” continuai, sentendomi ogni secondo più stupida “Ci siamo appena conosciute... ed io...” una vocina nella mia testa continuava a ripetere stupida stupida stupida “Io non credo all'amore a prima vista”.

Lei rise, una risata sincera e allegra, ma con un pizzico di sardonica ironia.

“Chi ha parlato di amore?” domandò, muovendo qualche passo nel corridoio, mentre io la osservavo, ferma sulla cima delle scale.

Si appoggiò con la schiena alla porta della camera, posando una mano sulla maniglia e aprendola.

Mi avvicinai a lei, sollevata che quella domanda non avesse rovinato tutto.

Con calma posai le mani ai lati dei sui fianchi, per poi scendere verso di lei ed unire le mie labbra alle sue. Il mio stomaco si annodò ancora di più, e le mie ossa furono lentamente incenerite da quel calore incredibile; la strinsi più forte, quasi avessi paura di vederla svanire da un momento all'altro.

Tessa si staccò lievemente dalla porta, per poi ondeggiare all'indietro e colpirla con il fondoschiena, spalancandola.

“Questa è pura attrazione”

Scivolò via dalle mie braccia, e in quel momento mi sentii violata, come se qualcuno mi avesse strappato via un bambino dal petto. La separazione durò poco, la seguii all'interno di quella camera in penombra, fino al comodo letto matrimoniale. Mi guardai attorno: quella doveva essere la camera dei genitori dell'ospite; un lieve sorriso si fece strada tra le mie labbra: chissà se avevano immaginato una cosa simile, quando avevano permesso al figlio di fare quella festa.

Tessa si sdraiò sul letto ed io rimasi qualche secondo in silenzio, osservando le sue forme adagiate su quel morbido materasso. Ormai avevo capito che nessuno mi avrebbe picchiato e derubato, tuttavia ancora temevo che fosse solo un sogno, un'illusione. Possibile che una tale fortuna fosse toccata proprio a me?

La raggiunsi e mi sistemai sopra di lei, trovando nuova accoglienza tra le sue braccia morbide e bianche; mi strinse a sé con foga, baciandomi come se dovesse prosciugarmi l'anima.

Forse lo stava davvero facendo.

 

Se chiudo gli occhi riesco ancora a ricordare i dettagli di quella notte: la sua pelle bianca, le sue labbra ardenti, i gemiti di piacere che raggiungevano le mie orecchie, i suoi seni candidi e rotondi...

Mi sentii in pace, per la prima volta da una vita, così in pace che dopo aver fatto l'amore con lei mi abbandonai tra le sue braccia, e mi addormentai, mentre lei mi accarezzava i capelli, come una madre amorevole.

Al mio risveglio, tutto ciò che restava di lei era il suo profumo tra le lenzuola. Mi alzai e mi rivestii, correndo ad aprire la porta. Al piano di sotto, la festa stava andando avanti, senza intoppi, segno che non avevo dormito poi molto. Ma lei dov'era?

Scesi le scale, guardandomi attorno, ma di lei non sembrava esserci alcuna traccia. Nessuna delle persone a cui chiesi la conosceva, nessuno l'aveva vista. Passai il resto della notte a cercarla, a chiedere di lei, ma senza alcun risultato.

Passai tutta la vita a cercarla, senza alcun risultato.

Non la rividi mai più, ho solo il suo ricordo, che tengo stretto dentro il mio petto.

 

La notte me la regalò, e fu la notte a portarmela via.

                       Per sempre...

 

 

 

 

  
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