Era una sera come tante, io e Sid stavamo camminando lungo una via in ombra, nascosta dalle tante case malmesse di quel quartiere di Londra.
 Eravamo appena tornati da una serata passata a bere, anche se io non avevo toccato nemmeno un boccale di birra.
Sid, invece, era strafatto e quasi non si reggeva in piedi.
Dovettimo fermarci un bel po’ di volte, perché lui rischiava di cadere a terra, e dovetti sorreggerlo per un gran pezzo.
Appena raggiungemmo l’appartamento in cui abitavo, ci fiondammo sul divano a guardare un po’ di tele.
Sid si era leggermente ripreso, iniziava a stare meglio.
Io lo guardai.
Lui mi guardò.
Uno sguardo penetrante, che non mi aveva mai rivolto prima.
-Amber, devo dirti una cosa importante.
Le parole gli uscirono dalla bocca esitanti, però seppi che non parlava per effetto dell’alcool, quelle parole erano sue.
-Dimmi Sid.- Risposi io, ricambiando il suo sguardo.
-Bhe, è da un po’ di tempo che ci frequentiamo, io e te…
-Sì vero…
-E, ecco… io prima non lo pensavo, o almeno non ci credevo… dopo quello che è successo a Nancy…
-Mi dispiace davvero per lei, la amavi così tanto…
-Ecco, è di questo che si tratta… Amavo molto Nancy, però c’è una persona che amo ancora di più di quanto amavo lei…
Ecco, di nuovo quello sguardo…
Sid si alzò, barcollando appena, e si mise di fronte a me.
-Amber… io ti amo più di quanto amassi Nancy, più di quanto amassi le altre cose…
Non sapevo che cosa dire.
Sid era lì davanti a me, e mi aveva appena detto che mi amava.
Però…
Presi un respiro e lo guardai.
-Sid, ascoltami bene. Non prenderti a male, però… Finché farai uso di quella roba… la droga, per intenderci… credo non sarà possibile andare oltre l’amicizia… vedi, quella roba ti distrugge… ma c’è un altro però: se tu smetterai di drogarti, allora… forse… potrebbe esserci non un solo “io e te”, ma un “noi”…
-Capisco…- Disse Sid, poi si chinò su di me e mi baciò.
Non un bacio di quelli falsi, dati solo per fare i fighi con gli amici, ma un bacio vero, pieno di passione, come mai nessuno me ne abbia dato uno.
-A domani, principessa.- Mi salutò lui.
Poi aggiunse: -Vedrai, non ti deluderò, la pianterò di fare uso di eroina, uscirò dal giro… e lo farò per te.
Prese la giacca di pelle che aveva buttato sul divano, se la mise, ed uscì nel gelo della notte, diretto a casa sua.
Io gli sorrisi, lo salutai con la mano dalla soglia di casa, poi rientrai ed andai a dormire.
“Bravo Sid… ce la puoi fare, sono fiera di te… ti amo.”
Il giorno dopo, sul giornale, in prima pagina, stampato a caratteri cubitali ed enormi, spra ad una foto di Sid, c’era scritto:

SID VICIOUS E’ MORTO