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Autore: telesette    22/11/2013    1 recensioni
[C\\\\\\\'era un Castello con quaranta cani]
Da fuori, intanto, l'ululato sommesso di uno dei cani rendeva l'ultimo saluto al compagno che non c'era più.
Ovunque si trovava adesso, Sentinella era libero.
Nessuno gli avrebbe più detto che cosa fare, né lo avrebbe bistrattato o costretto contro la sua volontà.
Tom era triste, come provavano le sue lacrime e i singhiozzi, ciononostante le parole di Muggione presentavano un'immagine serena ai suoi occhi: l'immagine di Sentinella, allegro e spensierato sul suolo lunare, in compagnia di tutti i suoi nuovi amici...
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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C'ERA UN CASTELLO CON QUARANTA CANI, uscito nel 1990, è un film a metà tra il genere della "commedia" e quello "introspettivo". Criticato al botteghino, per la sua eccessiva semplicità, la chiave del successo che il film ha invece riscosso all'epoca è proprio nel modo semplice ( quasi fiabesco! ) con cui il regista Duccio Tessari ha inteso proporre al pubblico la magia di questa storia.

Il piccolo Tom, voce narrante del film, vive a Milano con la madre vedova Giovanna e con il compagno di lei Bob. La vita si svolge assai monotona e noiosa, in mezzo al caos e allo smog caratteristico dell'affollata metropoli; fino al giorno in cui Bob scopre di essere l'unico erede di un antico castello nel cuore della Toscana, proprietà di una sua defunta zia nobile, allorché i tre si recano a visitare la zona e le condizioni dell'edificio. Purtoppo il castello è gravato da un bel mucchio di ipoteche e, trovandosi coinvolto in uno sporco giro finanziario, un notaio disonesto cerca di strappare a Bob l'atto di cessione per rivendere il tutto ad un gruppo di speculatori senza scrupoli. Oltre a questo, una delle condizioni della defunta contessa Emilia per il possesso del castello consiste nel mantenimento dei suoi due cani Stanlio e Ollio. Sconvolto dalla quantità di fatture e conti da pagare, nonché desideroso di tornare a Milano prima possibile, Bob è inizialmente tentato di accettare la proposta del notaio. Tuttavia Giovanna, donna intraprendente e alquanto capricciosa, intravede la possibilità di far quadrare i conti e le pendenze facendo del castello una pensione a pagamento per cani. L'idea si rivela un successo, tanto che il numero degli ospiti quattrozampe si aggira ben presto attorno alla quarantina e, con l'aiuto del veterinario Muggione ( compianto Peter Ustinov ) e della bella negoziante Violetta, il Paradiso dei Cani di Giovanna si rivela un'idea eccezionale.
Purtroppo però gli speculatori non intendono rinunciare così al castello e, ingaggiando lo spietato aguzzino Fantacci di dare fuoco nottetempo ai canili e agli animali ivi custoditi, faranno sentire tutto il peso del loro cinismo e della loro crudeltà. Rischiando di perire tutti tra le fiamme, Bob e gli altri riescono a mettere in salvo i cani. L'unica vittima è il povero Sentinella, soppresso a malincuore dal dottor Muggione, poiché le sue condizioni non gli permettevano altro che una sofferenza atroce.
Non potendo effettuare il saldo dei vecchi e dei nuovi debiti, Bob si ritrova costretto a cedere. La proprietà del castello viene sequestrata e messa all'asta, dove gli speculatori già si leccano le labbra al pensiero di trasformarlo in un complesso residenziale di lusso. Fortunatamente però, riconoscendo e ringhiando tutti assieme all'indirizzo del piromane, i cani si avventano addosso a Fantacci in una stupenda carica memorabile. L'aguzzino è dunque costretto a confessare il suo reato, assieme ai nomi dei suoi mandanti, onde non essere letteralmente sbranato vivo.
La storia vede dunque il suo lieto-fine multiplo: Bob e Violetta si innamorano, così come Giovanna dichiara ufficialmente di essersi presa una bella cotta per il capo della società dei computer dove lavora Bob; il canile del castello riprende a funzionare, offrendo accoglienza ed ospitalità a molti altri cani; e la scena conclusiva vede Muggione intento a dirigere, finalmente con successo, il suo Coro del Nabucco... ovvero la versione "canina" del celebre Va Pensiero!

clicca qui per guardare una delle scene più celebri del film: 
https://www.youtube.com/watch?v=f_YIMXu5dKE

Liberi e Felici

Sentinella non c'era più...

Tom non riusciva ad accettare la sua scomparsa, troppo ingiusta e troppo dolorosa.
Il vecchio dottor Muggione poteva solo immaginare il suo dolore di bambino: un dolore limpido, senza ipocrisìa, dove le lacrime rispecchiano solo una sofferenza autentica che un adulto spesso non può o non vuole comprendere.
Per molti, perdere un cane non significa nulla.
Per altri, invece, è lo stesso che perdere un amico, un compagno... una persona, un cuore e un'anima insieme!

- Quando un uomo muore, se è stato cattivo, va all'inferno... e se è stato buono, va in paradiso - mormorò Tom, cercando ascolto e comprensione nella gentilezza con cui l'anziano veterinario gli passava il fazzoletto sulle guance. - Ma quando un cane muore... dove va?

Una bella domanda.
Muggione non era stupido: faceva il veterinario da tanto tempo, così tanto che neppure si ricordava quanto, e prima di tutto era un medico; il suo compito era guarire gli altri, nel corpo principalmente, ma guarire l'anima era un po' più difficile.
Il piccolo Tom aveva appena perso un amico, un amico cui era molto legato ed affezionato, e dietro la sua domanda ( Muggione lo sapeva ) in realtà si celavano un'infinità di altre domande.
L'unica era rispondere in modo convincente, con la voce della speranza, in modo da rassicurarlo.

- Ehm... Va sulla luna - disse il vecchio, indicando il pallido disco in cielo fuori dalla finestra. - Tutti i cani, quando muoiono, vanno sulla luna!
- Tutti - fece Tom perplesso. - E perché?
- Beh, perché... Vedi, perché gli uomini possono essere buoni o cattivi... ma i cani, invece, sono tutti buoni e vanno tutti nello stesso posto... sulla luna!
- Ma dai - nonostante la sua ingenuità di bambino, anche
 Tom stentava a crederci. - Ne è sicuro?

Ci sono vari tipi di bugie, nella vita.
Quelle che nascono unicamente per fare del male, perché mosse dalla cattiveria o dalla convenienza della menzogna in sé, e quelle che invece servono a dare speranza... quando la realtà tende a spegnere la luce della vita, con la sua logica e la sua matematica precisione, ed è l'unico caso in cui mentire è giustificato dalle circostanze.
Non sono le favole a crescere i bambini nell'inganno, come la logica sostiene, bensì l'inganno a rinnegare il senso delle favole.
Una favola non è un modo spregevole di nascondere la verità, agli occhi dei bambini, ma rappresenta il sogno e l'idea di un mondo cui l'essere umano ha rinunciato molto tempo fa: il mondo della semplicità e dell'amore, sostituito dal progresso e dalla praticità delle cose, dove lo spazio per i sentimenti diminuisce progressivamente sino a sparire del tutto...
Ipocrisìa?
Subdola ipocrisìa, per minare le fondamenta della logica e della ragione?
Questo è il pensiero dell'idiota, della persona abituata a concepire doppiezza e falsità, laddove tutto è palesemente chiaro.
Dove l'amore ci porta a compiere gesti inconsulti, cose che non si possono concepire o spiegare in modo razionale, ebbene lì vi è il motivo che ci porta ad essere sicuri di fare la cosa giusta.

- Sì, certo che lo sono - affermò Muggione, cercando di sembrare più convincente possibile. - Sennò perché la luna sarebbe così importante? Perché ci vanno i cani...

Malgrado le lacrime che ancora gli offuscavano gli occhi, Tom volse lo sguardo alla luna e rimuginò mentalmente sul racconto del vecchio.
La luce color argento, così come i crateri e le varie forme che il suo disco richiama alla mente, da sempre è associata ad uno dei tanti simboli di fantasia ed immaginazione umana.

- Già, è vero - mormorò il bambino. - Ci si vede un po' di un cane!
- Sì - annuì l'altro, facendosi serio. - E' per questo, infatti, che nelle notti di plenilunio i cani abbaiano alla luna... uuuhhh!
- Cioé?
- I cani, che stanno quaggiù, parlano con i loro amici lassù: gli raccontano come vanno le cose sulla Terra e i cani, dalla luna, gli abbaiano di risposta... raccontando come vanno le cose lassù, da loro!
- Allora, ci vivono i cani, sulla luna - fece Tom sbalordito. - E come vivono?

Il volto di Muggione si fece ancora più serio.

- Vivono "liberi" - spiegò. - Liberi e felici, senza nessuno che gli tiri calci, che li prenda a sassate... e senza dover obbedire agli ordini stupidi... di un padrone stupido!

Muggione mormorò sottovoce quell'ultima frase, socchiudendo gli occhi, quasi con rabbia.
Tale era l'amarezza che il suo vecchio cuore provava, al pensiero di tutte le atrocità che i suoi occhi di veterinario avevano visto negli anni. Cose che ovviamente non poteva esprimere nei dettagli, per rispetto del piccolo Tom lì presente, ma era altresì ovvio il disprezzo che provava per certi suoi simili e per gli eccessi di crudeltà cui solo l'uomo sa essere capace a volte.

- Ma gli astronauti, quando sono andati sulla luna, li hanno incontrati ?

Muggione fece per annuire ma, non reggendo ovviamente l'ipotesi, subito scosse il capo.

- No, no... No, si sono nascosti in certe valli buie là... Quelle, le vedi ? - rispose, indicando fuori dalla finestra. - Dietro le montagne più alte e nei crateri più profondi... Ne avevano abbastanza degli uomini, dei loro egoismi e delle loro... malvagità!
- Ma... i cani, lassù sulla luna, come fanno senza i bambini ?

Ora Muggione non sapeva più cosa dire.
Come si può escludere l'affetto di un bambino, l'amore più innocente sulla Terra, dal cuore giocoso dell'animale più nobile e leale dell'intero universo?
I cani sono nel cuore dei bambini, così come i bambini nel loro, e nulla può dirsi sostituibile a ciò.

- Cambia domanda, Tom, ti prego - sussurrò il vecchio, chinando il capo mestamente.
- Perché?
- Perché a questa domanda non so rispondere!

Da fuori, intanto, l'ululato sommesso di uno dei cani rendeva l'ultimo saluto al compagno che non c'era più.
Ovunque si trovava adesso, Sentinella era libero.
Nessuno gli avrebbe più detto che cosa fare, né lo avrebbe bistrattato o costretto contro la sua volontà.
Tom era triste, come provavano le sue lacrime e i singhiozzi, ciononostante le parole di Muggione presentavano un'immagine serena ai suoi occhi: l'immagine di Sentinella, allegro e spensierato sul suolo lunare, in compagnia di tutti i suoi nuovi amici...
Tutti i cani liberi, liberi di correre e di giocare, liberi di godere della felicità che l'uomo non ha inteso concedere loro in vita.
Fosse la luna il vero Paradiso dei Cani, nel sogno o nella realtà, l'importante è che la cattiveria non possa più toccarli.

FINE

Angolo Autore:

Già da tempo avevo intenzione di scrivere qualcosa su questo film e, ricorrendo oggi appunto un anno dalla triste scomparsa del mio cucciolone Dodo, l'impulso di buttare giù queste righe è stato troppo forte...

Questo bel cucciolone di nome “DODO”, adottato da un gruppo di volontari della Caritas che era solo di pochi mesi, ha vissuto sette anni felicemente in compagnia dei volontari, del sottoscritto, e di molti bambini.
Dodo e io facevamo dei giochi di intrattenimento insieme: con bocce di gomma, birilli di plastica colorati, e via dicendo; si faceva fare di tutto, dalle coccole alle strapazzate affettuose, e non mordeva mai; era un bel cagnone giocoso, allegro e pacifico, conosciuto e benvoluto da un intero quartiere…
Oggi, 22 novembre 2012, Dodo è venuto a mancare per un atto inspiegabile e ingiustificabile di inaudita violenza e crudeltà.
Qualcuno ha inteso “lapidarlo”, scagliandogli addosso dei pezzi di selce grossi come mattoni, e uno di questi gli ha provocato una frattura letale della calotta cranica.
E’ morto sul colpo.
Nessuno ha visto e sentito niente, al momento del fatto. Nessuno sa CHI sia stato né tantomeno PERCHE’… E nessuno potrà restituirlo all’affetto di coloro che gli volevano bene.
Oggi Dodo lascia, tristemente e dolorosamente, un vuoto nel cuore di molte persone che lo conoscevano. Persone che non lo dimenticheranno mai e che ne terranno vivo il ricordo per sempre!

http://www.efpfanfic.net/usernews.php?action=readnews&unid=928

Dedico questa storia a tutti/e coloro che hanno a cuore l'amore e l'affetto per i propri animali, volgendo umilmente una preghiera al bene che meritano, e augurando loro tutta la felicità e la gioia possibile.
In Fede

David Bizzarri

   
 
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