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Autore: LucasFoolish    22/11/2013    0 recensioni
Un boato nel cuore della notte.
Il sonno interrotto da questo tremendo fragore, che tutt’ora risuona nelle orecchie, che ha obbligato un’intera popolazione ad abbandonare i propri comodi letti caldi quando meno se lo sarebbe aspettata. Eppure Lastlia e la Piana di Dap non erano mai stati a forte rischio sismico.
Quella notte di un anno e mezzo fa, però, ha fatto si che tutte le mappe in possesso degli scienziati fino ad ora dovessero essere rivedute con una certa urgenza e con estrema cura.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3: “Il vecchio druido”

I tre ragazzi raccolsero rapidamente le loro cose, in modo da poter prestare soccorso il più velocemente possibile. Sapevano che ogni secondo che passava potevi rivelarsi letale per chi aveva emesso quell’urlo straziante.
Lasciarono il percorso che portava a Huned per avventurarsi in quella fitta e buia foresta che avrebbero voluto solamente ammirare da lontano.
L’entrata era tutt’altro che accogliente. Nonostante fosse pieno giorno, tutto l’ambiente circostante era avvolto dalle tenebre e dai versi di animali selvatici e notturni. Gufi, pipistrelli, volpi e roditori continuavano a far sentire i loro canti, quasi per voler ribadire che gli intrusi che entravano dovevano adeguarsi allo stile di vita rude e selvaggio.
Lucas e gli altri iniziavano a chiedersi chi mai sano di mente avrebbe potuto avventurarsi in quel posto pauroso e per quale motivo.
Petah estrasse una torcia dalla borsa, grazie alla quale il sentiero da percorrere apparve dinnanzi al gruppo.


«Sentite nulla?» –chiese Shon. I due compagni scossero la testa.
In effetti era così. L’unico rumore che si udiva era quello della natura che viveva una giornata tipo.
Niente di strano. Era tutto normale e regolare.
Il dubbio che potessero aver solamente sognato iniziava a diventare concreto, anche se questo avrebbe significato una sorta di collegamento onirico tra tutti e tre.
 A forza di camminare, i tre ragazzi si ritrovarono in una sorta di piazzetta, con tanto di piccole capanne adibite a casette.
“E questa chi se la sarebbe mai aspettata?” –pensò divertito Lucas.
Shon si grattava la testa, perplesso: «Significa che questo posto è… Abitato?!»
«Non saprei.» -rispose Petah  «Dalle case mi verrebbe da dire di si, ma l’aria deserta che si respira mi fa pensare al contrario.»
All’improvviso un rumore di rami secchi pestati colse di sorpresa i giovani.
Si girarono immediatamente, per capire chi o cosa potesse aver provocato il frastuono.
Dinnanzi a loro si trovava un intero villaggio. Donne, uomini, bambini, anziani.
Tutti erano li, in piedi che li fissavano senza proferire una parola.
Il momento che i ragazzi stavano vivendo era quasi imbarazzante, considerando che potevano essere considerati intrusi da tutte quelle persone.
«Scusate, siamo  capitati qui per caso. Ci siamo persi all’interno del Bosco, non sappiamo neppure dove ci troviamo…» -cercò di giustificarsi Lucas con una certa umiltà.
Un uomo anziano e con una folta barba bianca avanzò dalla folla e si mise di fronte ai tre, a pochi passi da loro.
«Bosco di Renan.» -sussurrò «Il richiamo ha funzionato.»
Capirono di essere stati attirati lì con l’inganno e non capivano cosa potessero volere da loro.
«Dunque l’urlo della donna che abbiamo udito prima è opera vostra?» -chiese Shon stizzito.
«Si, scusate per la piccola truffa, ma non avevamo altro modo per convocarvi qui.»
I tre giovani si guardarono in faccia perplessi.
«Per quale motivo avevate bisogno del nostro aiuto, signore?» -domandò Lucas.
«Sono Refio e sono il primo Evocatore di Renan. Inizialmente anche io studiai presso il Main di Lastlia, prima di terminare i miei studi proprio a Huned. Ora che sono vecchio ho deciso di ritirarmi nel Bosco in cui sono diventato Evocatore della Terra.»
«Oh, è la prima volta che conosciamo qualcuno in grado di controllare questo elemento.» -disse emozionato Petah.

 
«Infatti è uno dei più rari e potenti, mio giovane amico. Ho deciso di farvi giungere fin qui proprio per chiarirvi le idee riguardo gli elementi e gli Æon. Vi ho spiati sin dalla vostra partenza dal Main e ho ascoltato tutti i vostri discorsi, compreso quello degli elementi complementali. Ottima teoria, ragazzi, ci siete andati davvero vicino.»
Le facce dei componenti del gruppo cambiarono improvvisamente.
«Ci ha spiato? Ma come ha fatto?» -chiese Shon, con un po’ di preoccupazione.
«Certo, ci si spia di continuo nel mondo, ragazzi. La privacy è solo un concetto che i potenti non rispettano, quindi dobbiamo adeguarci e spiare a nostra volta se non vogliamo essere soppressi. Ma state tranquilli, qui a Renan nessuno potrà ascoltare quello che ci stiamo dicendo. Il villaggio è sopravvissuto ai Conquistadores proprio grazie alla sua capacità di mimitizzazione e alla nostra magia.»
«Magia? Si spieghi meglio, la prego.» -rispose Lucas mentre veniva divorato dalla curiosità.
«Si vede che siete dei novellini.» -se la rise il vecchio «Non avete mai pensato perché prima dello studio e dell’allenamento presso il Main nessuno di voi era a conoscenza dell’esistenza dell’Accademia?
Certo, avrete letto o sentito storie che parlavano dei potenti Avatar dell’antichità e degli Elementi che governano l’equilibrio delle cose, ma nessuno vi aveva mai parlato degli Æon. Non è così?»
Refio si fermò per qualche secondo ad osservare le espressioni sul volto dei ragazzi, prima di riprendere la parola.
«Gli umani non sono ancora pronti per sapere la verità. Non potrebbero accettare il fatto che quelle che hanno sempre considerato frutto della fantasia degli antichi siano in realtà le basi su cui si regge tutto il mondo che conoscono. Siete fortunati ragazzi, proprio come siamo stati fortunati noi prima di voi.
Quel carattere che portiamo sul pettorale destro, quel “Æ” che da sempre ci accompagna, è la nostra salvezza. E’ la stigmate del predestinato, un dono incredibile che ci è stato dato alla nascita.
Grazie a quello che abbiamo sempre considerato un neo o una peccia dalla forma strana possiamo evocare gli Æon e rendere le nostre vite complete e significative…»
Il vecchio evocatore si fermò ancora una volta. Scosse la testa, chiuse gli occhi e aggiunse: «Scusate, mi sono lasciato prendere dalla foga. E’ un concetto importante, mi piace sottolinearlo ogni volta.
 Torniamo a noi, vi spiegherò tutto ciò che vi rende ancora dubbiosi e risponderò alle domande che mi avete posto.  Perché però non ci mettiamo comodi davanti ad una calda tazza di the appena fatto? »
Il gruppo accettò e seguì Refio all’interno di una delle piccole capanne. Era la più grande di tutte quelle presenti, ma il suo interno sembrava comunque minuscolo.
«Benvenuti a casa mia. Scusate le dimensioni, ma per proteggerci e nasconderci abbiamo deciso di rinunciare alle comodità.» -disse l’evocatore mentre versava il the caldo nelle tazze dei ragazzi.
«Se non vi dispiace, vorrei rispondere subito alle vostre domande. La prima me l’ha posta il ragazzo ricciolo e con la peccia sulla guancia destra, devi essere Shon, vero?»
Shon aveva smetto da ascoltare da qualche secondo. Si stava mangiando le unghie mentre si toccava l’attaccatura di capelli come suo solito quando era immerso nei suoi pensieri.
Petah gli diede uno scoppellotto dietro la testa, quasi come si fa con un animale quando commette uno sbaglio.
«Refio sta parlando con te, svegliati!»
Il ragazzo balzò dalla sedia e cadde a terra.
«Oh, mi scusi, mi ero distratto.»
Il vecchio rise, divertito dalla buffa scena. «Si, devi essere proprio tu. Sapevo che eri solito a perderti nei tuoi pensieri. Comunque, la risposta al tuo quesito è davanti ai vostri occhi sin da quando siete arrivati.
E’ sempre stato qui, non si è mai spostato di un millimetro.»
Iniziarono a guardarsi intorno, non capivano a cosa alludesse il vecchio.
Shon era ancora a terra. Si alzò in piedi e sistemò nuovamente la sedia come doveva essere, poi si sedette.
Guardava con attenzione il volto dell’Evocatore, quasi come se dovesse capire cosa stesse nascondendo. Dun tratto capì.
«La barba. La barba ha un puntino nero.»
Refio iniziò ad applaudire, colpito dalla capacità del giovane.
«Complimenti ragazzo, sei sveglio nonostante tutto. Anzi, sei quello che meglio di tutti gli altri riesce a vedere gli Æon. Hai notato il mio dopo aver visto anche quello di Rer.»
Lucas e Petah, increduli, si voltarono per guardare in faccia il compagno. Presi dalla curiosità, però, distolsero lo sguardo da Shon e tornarono ad ammirare la barba e il suo puntino nero.
Refio chiuse gli occhi e si concentrò. Raccolse tutta l’energià che aveva in corpo e la convogliò nella sua folta e bianca barba, che iniziò a svolazzare come se toccata dal vento.
«Tochi!» -eclamò quando era ormai arrivato al suo grado massimo di attenzione.
Il puntino nero era ancora visibile discretamente, ma iniziò a diventare sempre più grande, fino a raggiungere le sembianze di una tarantola, che uscì dalla sua trappola e si posò sul tavolo.
Petah aspettava questo momento da un sacco di tempo. Quei 6 mesi al Main erano stati difficili per lui, ma sapeva che il suo sacrificio sarebbe stato ricompensato. Vedere un Æon per la prima volta gli fece tornare la fiducia nei suoi mezzi e nelle sue capacità.
«Non fatevi ingannare dalla grandezza. Questo animaletto mi ha salvato la vita in più di un’occasione.
Abbiamo raggiunto un legame talmente forte che il mio udito e la mia vista sono collegati ai suoi, in modo da poter vedere e sentire tutto ciò che vede e sente lui. Purtroppo, la vista dei ragni è molto diversa dalla nostra, quindi mi risulta difficile capire chiaramente le immagini che mi giungono telepaticamente.»
«Quindi… Questo ragno ci ha seguiti fino a qui?» -domandò Lucas, esterrefatto.
«Non solo, ragazzo mio. Ha fatto molto di più.» -rispose l’evocatore mentre boccheggiava la pipa che aveva acceso da pochi attimi «Gli ho ordinato di mordervi per far entrare in circolo nei vostri corpi una piccola dose del suo veleno. Tranquilli, non è letale, ma avevo bisogno che decideste di fermarvi all’entrata del Bosco dalla quale siete giunti fino a qui. Sapete, per la nostra incolumità abbiamo dovuto riempire la foresta di trappole mortali, per non far arrivare fin qui nessuno.»
«Capisco.» -disse Lucas «Se mi garantisce che non avremo nessun effetto collaterale dalla puntura del ragno possiamo rimanere sereni.»
«Certo che si, non avrei mai permesso a nessuno di farvi del male. Ma ora torno alle domande e rispondo anche alla tua, caro Lucas. Devi sapere che ci sono diversi tipi di Evocatore. Voi siete ancora dei Tipole, quindi siete al primo livello di evocazione. Avete solamente il controllo degli Elementi. Io sono un Druido, ho studiato e faticato tanto per diventarlo, ma grazie all’alchimia sono riuscito a creare questi ciondoli che alzano una barriera contro qualsiasi tipo di cimice o spia. Nessuno potrà ascoltare i vostri discorsi se voi non lo vorrete. Sarete protetti da una bolla invisibile che farà in modo che i vostri nemici non possano capire nemmeno una parola di quello che dite.»
«Ma come è possibile? A logica nemmeno noi dovremmo capire le nostre parole, una volta indossati quei ciondoli.» -fece notare Petah.
«La magia non è logica.» -rispose turbato Refio «Se non hai fiducia nei miei lavori non indossarli, peggio per te. Nessuno ti spiegherà mai come funziona qualcosa di magico. Funziona e basta.»
Petah non era convinto, ma vedendo Lucas e Shon indossare al collo quel ciondolo decise di seguire i compagni.
«Se non avete altre domande passo a spiegarvi la questione degli Elementi.»
Shon si alzò in piedi.
«Se non è di troppo disturbo, io avrei un’altra domanda.»
Refio continuava a fumare la sua pipa, seduto su una sedia a dondolo, senza dare alcuna risposta al ragazzo.
Shon si fece coraggio e continuò comunque a parlare.
«Lei ha detto che noi Tipole abbiamo il solo controllo degli Elementi, mentre durante le lezioni del Main ci hanno detto che possiamo già essere in grado di controllare un Æon. Chi sbaglia dei due?»
Il vecchio guardò il ragazzo e buttò fuori il fumo dalla bocca.
«In realtà sbaglio io. Ma solamente una persona è riuscita ad evocare un Æon al livello di Tipole. Ma questa storia, al momento non deve importarvi troppo.»

 
  
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