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Autore: Alley    22/11/2013    8 recensioni
“Quello che è successo con Loki ha avuto qualche effetto…particolare, su di te?”
Barton sgrana appena gli occhi, sorpreso. Naturalmente, non si aspettava una domanda del genere.
“Perché me lo chiedi?”
“Scusami, immagino che non ti piaccia parlarne ma ho
bisogno di saperlo."
Supplicarlo è l'ultima cosa che vorrebbe fare, ma a mali estremi...
"Ti prego. Sono disposta a pagarti."
'Ma se non hai nemmeno i soldi per pagare lo stipendio a Ian!'
- zitta, coscienza
“Che intendi per ‘particolare’?”
“Non saprei…” risponde Darcy, simulando indifferenza “Incubi, insonnia, attacchi di panico, depressione, insopprimibile e incessante desiderio di correre nudo tra le rovine di un sito archeologico…”

[post "The Dark World"] [la storia contiene riferimenti al film]
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Clint Barton, Darcy Lewis, Erik Selvig, Jane Foster
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
- Questa storia fa parte della serie 'Darcy's world ~ Diario di una fangirl'
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“Sì, mamma, ho dato da mangiare alla tartaruga prima di uscire.”
 
Darcy, il cellulare stretto tra l’orecchio e l’incavo della spalla, raggiunge la scrivania e vi lascia cadere il pacco di documenti consegnatole da Coulson.
 
“Mamma, erano elfi, non gnomi e sì, sono sicura che non ce ne sia uno nascosto nella mia auto, sta'tranquilla.”
 
La prossima volta che qualche mostruosa razza aliena deciderà di invadere la terra, ordinerà al padre di far sparire le televisioni e di staccare la connessione, in modo che la mamma resti all’oscuro di tutto.
 
“Adesso devo lasciarti, ho un mucchio di lavoro da sbrigare. No, mamma, non c’è il rischio che Jane mi ammazzi nel sonno, non è più infetta” sbuffa, sedendosi “Ci sentiamo più tardi. Smettila di preoccuparti e salutami papà.”
 
Darcy tira un sospiro di sollievo nel riagganciare ed è ben felice di potersi dedicare ai milioni di fascicoli ammassati davanti a lei. Meglio analizzare le paranoie dello S.H.I.E.L.D. che affrontare quelle di sua madre.
 
Ha appena posato lo sguardo sulla prima riga del primo foglio del primo dossier della pila quando il cellulare squilla di nuovo.
 
Tutte le mamma sono apprensive, va bene, ma questo è troppo.
 
“Mamma, ascolta, io sto lavorando e…Dottor Cooper!”
 
Oh no
 
“Buongiorno, signorina Lewis. Mi perdoni se la disturbo, ma…”
 
“È successo di nuovo, vero?”
 
Il sospiro che si leva dall’altra parte del telefono è una risposta sufficientemente eloquente.
 
“Ho provato a contattare il nipote del signor Selvig, ma non sono riuscito a rintracciarlo.”
 
Promemoria: dimezzare lo stipendio a Ian – il giorno in cui percepirà uno stipendio.
 
“Non importa, ci penso io” risponde, alzandosi e afferrando la borsa “Dov’è questa volta?”


*
 
 
Malgrado la mensa sia molto affollata, Darcy non fatica ad individuare Barton - è improbabile che qualche altro agente vada in giro con una faretra in spalla. 
 
“Ciao.”
 
Quando si siede accanto a lui, Barton continua a mangiare senza prestarle la benché minima attenzione.
 
“Sì, sto bene e no, grazie, non voglio unirmi a te, ho già pranzato. Sei molto carino a chiedermelo.”
 
“Che cosa vuoi?” le domanda, poggiando la forchetta nel piatto.
 
“Smettila di essere così gentile, mi metti a disagio” lo canzona, con una smorfia “Cosa ti fa pensare che voglia qualcosa?”
 
“Il fatto che è la prima volta che mi rivolgi la parola per dirmi qualcosa che non sia un insulto.”
 
“Mmmh, è un’argomentazione convincente” ammette Darcy, incrociando le braccia “Comunque, se non fossi così scorbutico non ti insulterei.”
 
“Non lo sono con tutti” replica lui con un’alzata di spalle “Solo con te.”
 
A Darcy piacerebbe molto mettersi a litigare (non lo ammetterà mai, ma in fondo le piace litigare con Barton), ma è lì per carpire delle informazioni di vitale importanza e non ha tempo da perdere.
 
“Ecco, spero di non sembrarti invadente ma…dovrei porti delle domande. Non ci vorrà molto.”
 
A giudicare dal modo in cui aggrotta la fronte, Barton non ha molta voglia di risponderle.
 
E ancora non conosce l’argomento…
 
“Se è l’unico modo per liberarmi di te…”
 
“Bene” dice Darcy, ignorando la provocazione “Ecco, mi chiedevo…”
 
Darcy non ha mai avuto l’esigenza di essere discreta, ma c’è sempre una prima volta.
 
“Quello che è successo con Loki ha avuto qualche effetto…particolare, su di te?”
 
Barton sgrana appena gli occhi, sorpreso. Naturalmente, non si aspettava una domanda del genere.
 
“Perché me lo chiedi?”
 
“Scusami, immagino che non ti piaccia parlarne ma ho bisogno di saperlo.”
 
Supplicarlo è l'ultima cosa che vorrebbe fare, ma a mali estremi...

"Ti prego. Sono disposta a pagarti."

'Ma se non hai nemmeno i soldi per pagare lo stipendio a Ian!' - zitta, coscienza

“Che intendi per ‘particolare’?”
 
“Non saprei…” risponde Darcy, simulando indifferenza “Incubi, insonnia, attacchi di panico, depressione, insopprimibile e incessante desiderio di correre nudo tra le rovine di un sito archeologico…”
 
Darcy è sicura che nessuno, nemmeno il suo ex professore di matematica mentre la interrogava, l’abbia mai guardata con quella faccia.
 
“…o in un altro posto, tipo i corridoio dello S.H.I.E.L.D. o anche casa tua o…”
 
“No” la interrompe Barton e Dio, perché devo farla io la figura della pazza?
 
“’No’ cosa? Non hai mai avuto incubi, insonnia, attacchi di panico o…?”
 
“Non ho mai avuto il desiderio di correre nudo in un sito archeologico né in nessun altro posto.”
 
“Sicuro?”
 
“Sicurissimo” conferma “Se mi fosse capitato, me lo ricorderei. Per caso hai battuto la testa durante l’attacco dei nani?”
 
Elfi” lo corregge Darcy “E comunque no, non ho battuto la testa, ma temo che Selvig la stia perdendo e non so come fare ad aiutarlo.”
 
“Va in giro nudo?”
 
“Sono andata a recuperarlo al discount sotto casa mezz’ora fa.”
 
Barton abbassa lo sguardo e fissa il tavolo per qualche secondo, soprappensiero.
 
“Forse ho la soluzione” dice, dopo qualche istante "Ma mi devi almeno cento dollari."


*

 
“Non gli farà male, vero?” bisbiglia Darcy sottovoce. Erik è seduto dall’altra parte della stanza – con tutti i vesti addosso, ringraziando il cielo – e attende con impazienza l’arrivo di Natalia Sokolov, celeberrima scienziata russa e collaboratrice dello S.H.I.E.L.D., che ha chiesto di incontrarlo per discutere con lui delle sue ultime, brillanti ricerche.
 
(in preda al senso di colpa, Darcy ha deciso di eccedere un po’con le lusinghe)
 
“Quando si sveglierà non se lo ricorderà nemmeno” sussurra Barton, in piedi accanto a lei “Credimi, parlo per esperienza.”
 
“Non hai risposto alla mia domanda.”
 
Proprio in quel momento, una bellissima – stragocca – donna dai capelli rossi entra nella piccola stanza in cui stanno attendendo. Sul camice bianco che indossa è appuntato un badge che riporta la sua identità fittizia.
 
“Buongiorno, dottor Selvig” lo saluta, avvicinandosi “Sono la dottoressa Sokolov. È un piacere conoscerla.”
 
Gli tende la mano e Erik, alzatosi in piedi, fa altrettanto: “Il piacere è tutto…”
 
Prima che abbia il tempo di concludere la frase, Natalia gli sferra un pugno – e che pugno - in pieno volto. Darcy si copre la bocca con entrambe le mani mentre l’uomo si accascia inerme sul pavimento.
 
Sì, fa male
 
“Potrebbe metterci un po’a riprendersi” dice Natalia – o meglio, Natasha – con voce atona, chinandosi accanto a Selvig “Clint ha impiegato sette ore.”
 
“Sei” interviene lui e Natasha solleva un sopracciglio, scettica.
 
“Forse sei e mezzo, ma non sette.”
 
Natasha non ribatte, ma non pare molto convinta.



*

 
 
“Dov’è Erik?”
 
Darcy, intenta a lavare i piatti, indica con un cenno del capo la camera da letto.
 
“È andato a dormire.”
 
Barton li ha riaccompagnati a casa, ma è scappato via senza aiutarla a trascinarlo su per le scale – bastardo. Darcy non ha mai faticato – né imprecato – tanto in vita sua.
 
“Di già? Ma sono soltanto le 20.30…”
 
“Era molto stanco. Lascialo riposare, gli farà bene” replica, chiudendo il rubinetto. Jane si sfila il cappotto e sprofonda nel divano, visibilmente preoccupata.
 
“Non credi sia il caso di consultare un bravo psichiatra? Insomma, se continua ad andare in giro nudo prima o poi qualcuno potrebbe scambiarlo per un maniaco…”
 
Darcy si asciuga le mani e reprime un sorriso prima di voltarsi versi di lei.
 
“Nah, non ce n’è bisogno. Vedrai che da domani starà molto meglio. Scommettiamo?”



















Note
Questo è quello che succede quando si passano ore ed ore a speculare su "The Dark World" su Facebook con fangirls ancora più esagitate di te.
 
  
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