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Autore: Manry    07/11/2004    7 recensioni
Una ragazza considerata soltanto un'errore dalla famiglia potrà riuscire a cambaire la sua vita? e se ad aiutarla ci pensasse..un'incidente?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un incidente,era per questo motivo che mi trovavo in ospedale. Ero a bordo di un bus che,per evitare una macchina,aveva sbandato e si era rovesciato. Per fortuna io non mi ero fatta niente di grave,solo qualche graffio e un gran mal di testa,ma non a tutti era andata così bene,alcune persone avevano perso la vita e tra quelle cera una ragazza che mi cambiò la vita per sempre. Lei aveva circa la mia età,17-18 anni.Io invece mi chiamo Terry Lonei. Coincidenza o destino ci portarono nella stessa stanza in ospedale,dove lei morì poco dopo. Doveva essere una ragazza per bene,ciò che non si può certo dire di me. Io vivevo con i miei in una bella casa,non avevo particolari problemi,ne di soldi ne a scuola,ma nella mia vita cera una piccola macchiolina. Mi sentivo sola,trascurata .I miei erano spesso via per lavoro e comunque,anche quando erano a casa,era come se non ci fossero.Non mi facevano certo mancare niente,tranne l’affetto.Io ero per loro solo una persona da mantenere e basta.Mia madre era rimasta incinta e questo non era ne nei suoi piani ne in quelli di mio padre. Per questo motivo iniziai a frequentare cattive compagnie,prima iniziai con il bere,poi iniziai a fumare fino ad arrivare a roba pesante. I miei ,una volta venuti a conoscenza della mia vita,mi minacciarono,se non fossi tornata sulla retta via sarei dovuta andare in una specie di scuola privata,e questo non per il mio bene ma per salvare le apparenze. Non potevo sopportare che mi facessero questo,se non gli importava di me almeno mi dovevano far vivere la vita che volevo;così,dopo una violenta discussione,presi le mie cose e me ne andai di casa. Poco dopo che fui uscita di casa ricevetti una telefonata,era mia madre,mi disse di non tornare a casa fino a quando non mi fossi calmata e avessi messo la testa a posto. Non sapevo dove andare così presi l’autobus,proprio quello che mi fece arrivare in ospedale. In ospedale ero completamente sola,ed ero anche abbastanza spaventata,ma non cera nessuno che mi confortasse. Portarono via la ragazza,e io rimasi sola nella stanza d’ospedale bianca con le lenzuola dei letti verde chiaro. Sul letto di fianco al mio cerano i documenti della ragazza morta,presa dalla curiosità li presi e li lessi. Si chiamava Samanta McRives e come avevo supposto aveva 17 anni,proprio come me. Oltre alla carta d’identità cerano alcuni fogli,li lessi. Lei era orfana e stava andando ad abitare a casa di alcune persone che si sarebbero prese cura di lei fino a quando non avrebbe compiuto i 18 anni. Era stata davvero sfortunata,ora che finalmente aveva trovato chi si sarebbe preso cura di lei era morta. Mentre ero immersa nei miei pensieri entrarono nella stanza un uomo e una donna “Samanta!sei tu?” “parla con me?”risposi un po confusa “meno male che stai bene!ero terrorizzata all’idea che ti fosse successo qualcosa” “ma veramente io......”la donna non mi lasciò finire di parlare che mi abbracciò. “ora è meglio andare,però prima è meglio chiedere al dottore se è tutto a posto,non vorrei che tu stessi male” Che donna simpatica,doveva essere straordinaria per preoccuparsi così tanto di una ragazza che non aveva mai visto. Non avevo mai ricevuto così tante attenzioni in vita mia che non riuscii a dirle la verità,e poi ero certa che la notizia che la vera Samanta fosse morta le avrebbe fatto venire un infarto. Mi portò dal medico il quale mi diede una rapida controllata poi disse “Scusa ,hai dei documenti con te?non so,carta d’identità,patente o qualsiasi cosa che ti possa far riconoscere” Se gli avessi dato la mia carta d’identità mi avrebbero scoperto,perciò decisi di mentire,ancora. “no,mi spiace.la carta d’identità è andata persa nell’incidente.Ho però questi fogli se le vanno bene” “quelli sono i fogli dell’adozione vero?”mi chiese la donna “s-si” “bene” poi rivolta al medico disse “lei si chiama Samanta McRives,è stata affidata a mio figlio fino alla maggiore età,ha 17 anni ed è nata il 15 maggio del 1975.Bastano queste informazioni o le serve altro?” “no,è abbastanza.Le sarei grato però se mi lasciasse il suo numero di telefono,in caso di bisogno” “o ma certo” Mentre il medico e la donna finivano di parlare io mi sedetti in sala d’attesa. Ora avevo un nuovo nome ,una nuova vita,almeno fino a quando non mi avessero scoperta.Quando quella mattina mi svegliai non mi sarei mai aspettata che mi sarebbe capitata una cosa del genere.Di sicuro i miei genitori non mi sarebbero mai venuti a cercare e infondo la cosa non mi toccava più di tanto.Dietro di me avevo lasciato una vita che non mi era mai piaciuta,che non aveva fatto altro che provocarmi dolore.Ora finalmente le cose iniziavano ad andare meglio,ma non mi piaceva mentire così su delle così importanti,ma ormai era fatta,se avessi detto la verità mi avrebbero riportato a casa e io questo non lo volevo. Finite le solite burocrazie la donna e l’uomo che mi erano venuti a prendere mi condussero a una bellissima macchina,doveva costare parecchio.Una volta saliti la donna disse “io sono Costanza,sarò la tua nuova nonna.E’ stato mio figlio a decidere di prenderti in affidamento ma ha avuto problemi di lavoro e perciò ha mandato me a prenderti” “piacere di conoscerla signora,io mi chiamo...” “stai bene?” “si,ho solo un p’ò di mal di testa.Mi chiamo Te...Samanta” “non essere così formale chiamami nonna,ormai sei di famiglia,Lui invece è Artur il nostro autista” “piacere di conoscerla” Ero finita in una famiglia molto ricca se potevano permettersi l’autista.Però dovevo stare attenta ,da quel momento ero Samanta e non più Terry. continua...
  
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