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Autore: Malika    23/11/2013    8 recensioni
Storie partecipanti al contest “Diving into fairy tales” indetto da Aleyiah sul forum di EFP.
1: [Biancaneve] Problemi di crescita: «Devi sapere» cominciò Dotto. «Che quando un nano e una nana si vogliono molto bene, succede una cosa davvero speciale…».
2: [La Sirenetta] Incontro (quasi) segreto: «Eric, confidati: sono la tua fidanzata ed è mio dovere e volere supportarti!»
3: [Aladdin] Loneliness: Una sola cosa era certa: da lì, non se ne sarebbe mai andato.
4: [Cenerentola] Le indagini di Cenerentola: «Mi raccomando, piccola mia, fa attenzione. E ricorda: non tutto è come sembra».
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Problemi di crescita
Personaggi: I Sette Nani
Pairing: //
Genere: Comico, Commedia
Rating: Verde
Note: One-Shot
Avvertimenti: Nessuno
Contesto: Dopo la storia
Introduzione: Storia partecipante al contest “Diving into fairy tales” indetto da Aleyiah sul forum di EFP.
Sono passati 10 anni dal matrimonio di Biancaneve con il Principe, ma molte cose sono rimaste uguali; come i nani: Brontolo è sempre scontroso, Gongolo sorride troppo, Pisolo si addormenta facilmente. Eolo, invece, starnuta come al solito, Mammolo è sempre gentile e Dotto è sempre saccente.
Ma una cosa li tormenta: Cucciolo è cresciuto e, apparentemente, è diverso dal solito. Cosa turba il nano pasticcione?
NdA: In fondo.

«Dotto, sono preoccupato...»
«Eh, anche io, Mammolo, anche io!»
«Cosa possiamo fare?»
«Perché dovremmo fare qualcosa? Che s’arrangi, Eolo!»
«Etciù! Ma, Brontolo…»
«No! No e ancora no!»
«Shshshs!! Così lo sveglierai!»
«Ah, sta’ zitto, Pisolo! Che vuoi che m’importi?»
«Non è carino svegliarsi all’improvviso, io lo so bene!»
«Rimane il problema: cosa facciamo? Vorrei vedere di nuovo il suo sorriso!»
«Gongolo, credimi: il tuo basta e avanza!»
«Brontolo!»
«Shshshs!!»
Le voci filtravano nel suo subconscio, disturbandogli il sonno, che, purtroppo, era stato agitato tutta la notte a causa di strani sogni su cui, però, non aveva poi troppa voglia di soffermarsi.
Si girò tra le coperte, facendo sì che gli altri si zittissero. Sapeva che erano preoccupati per lui, quel discorso fatto mezzo sussurrando e mezzo urlando proprio a due passi dal suo letto gliel’aveva fatto capire piuttosto bene, anche se aveva potuto intuirlo già da qualche giorno; dopo tutto, ogni volta che era in casa con loro, o alla miniera, lo tenevano costantemente sott’occhio cercando di capire cosa avesse. Non ci sarebbero mai riusciti…
«Ragazzo, sei sveglio?» la voce di Brontolo lo riscosse, mentre le coperte spostate improvvisamente gli fecero spalancare gli occhi e rabbrividire leggermente; era pieno inverno, d’altronde!
Alzò lo sguardo sul nano che gli stava davanti e lo fulminò, strappandogli il piumino dalle mani e avvolgendoselo nuovamente intorno al corpo, per poi girarsi dall’altra parte.
Peccato che dall’altra parte il letto fosse finito e che, così facendo, cadde a terra con un grosso tonfo.
«Cucciolo!» esclamarono gli altri nani, soccorrendolo – tranne Brontolo, che incrociò le braccia sbuffando. «Stai bene? Ti sei fatto male? Hai sbattuto la testa?» chiesero i cinque, tutti in coro, cercando di togliergli la coperta, controllargli la testa e farlo alzare in piedi tutto contemporaneamente, con il solo risultato di sballottarlo rudemente.
Cucciolo cercò inutilmente di allontanarsi dai cinque che, più che uomini, sembravano nane intente a curare il loro unico figlio. L’unico che, strano a dirsi, sembrava avere un po’ di sale in zucca, era Brontolo!
Quando, dopo cinque minuti passati ad assicurarsi che non avesse ferite profonde, o comunque ben visibili, e a fargli domande senza lascargli il tempo di rispondere, Cucciolo riuscì a riacquistare una parvenza di indipendenza e si diresse in cucina. Inutile dire che gli altri lo seguirono… «Etciù!» o meglio, gli altri meno Eolo – volato fuori dalla finestra – lo seguirono.
Stava avvicinandosi a una mensola per prendere qualcosa da mangiare, prima di andare a cambiarsi per la giornata di lavoro, quando venne prontamente spinto verso il tavolo.
«Tu non ti preoccupare, Cucciolo, siebiti, ma che dico, siediti, che al cibo ci pensiamo noi!» esclamò Dotto, dirigendosi verso il lavabo, ancora pieno di piatti.
Cucciolo, obbligato dagli sguardi degli altri cinque, si sedette, sbuffando sonoramente; somigliava sempre più a Brontolo e la cosa non gli piaceva poi molto. Si ritrovò così a guardare Dotto, Gondolo e Mammolo affaccendarsi per preparare la colazione per tutti, mentre Brontolo si era seduto al tavolo con lui e Pisolo era caduto a terra, addormentato.
Il cibo, finalmente, arrivò e Cucciolo iniziò a mangiare voracemente, sotto gli occhi attenti degli altri; dopo qualche secondo, però, sentendosi osservato, alzò gli occhi dal piatto e incontrò quelli di Gongolo, che, sorridente, aspettava che finisse di mangiare.
Il nano più giovane alzò un sopracciglio, porgendo all’altro un pezzo di torta, ma l’altro scosse la testa: «No, grazie, ho già mangiato».
Fu in quel momento che cominciarono a nascere dei sospetti nella sua mente: se avevano già mangiato, cosa stavano aspettando? Perché, poi, non l’avevano svegliato prima per mangiare tutti assieme? Cosa avevano in mente? Cosa volevano fargli?
Si alzò di scatto, facendo cadere la sedia e rovesciando il piatto; non curandosene, però, fece un passo indietro e inciampò nel suo pigiama, cadendo per la seconda volta nel giro di pochi minuti. Si sollevò in piedi, ma la sua fuga fu prontamente interrotta da Brontolo, che lo costrinse a sedersi nuovamente.
«Non essere sciocco, Cucciolo, non vogliamo farti nulla!» esclamò Mammolo.
«Vogliamo solo capire cosa c’è che non va!» aggiunse Gongolo, cercando di confortarlo un po’, ma ottenendo solo l’effetto contrario.
«Su, Cucciolo, facci capire cosa…» le parole di Dotto, che aveva cercato di rassicurarlo e di convincerlo a confidarsi, furono interrotte da un rumore sordo fuori casa e dall’improvvisa e rapida apertura della porta, che sbatté contro la parete per poi richiudersi con un sonoro rimbombo.
Poi, la porta fu aperta nuovamente da Eolo che, sfregandosi il naso, si rivolse a qualcuno fuori dal loro campo visivo: «Mi scusi. E aspetti qui qualche minuto, devo parlare con gli altri». Entrò in casa tranquillamente e, dopo aver accostato la porta, si sedette sulla sua sedia.
Gli altri lo fissarono in silenzio per un paio di minuti, poi Brontolo sbuffò: «E allora?»
«Ecco, qui fuori c’è una nana davvero molto carina. Brunilde, se non sbaglio. Ha detto che cerca Cucciolo» si riscosse l’interpellato, guardando, come tutti gli altri, il più piccolo della combriccola.
Non poté trattenersi dall’arrossire, ammettendo così di conoscere la nana di cui si stava parlando.
«E’ per questo che sei sempre così distratto?» chiese Gongolo, facendolo annuire leggermente. «Beh, in questo caso, ti dobbiamo dire una cosa…»
Mentre Dotto prendeva un respiro profondo, Cucciolo spalancò gli occhi, intuendo dove volevano andare a parare; cominciò a scuotere la testa.
«Devi sapere» cominciò Dotto. «Che quando un nano e una nana si vogliono molto bene, succede una cosa davvero speciale…»
Scuoteva la testa sempre più velocemente, mentre la sua pelle prendeva rapidamente una colorazione molto rossa; perché gli stavano facendo quel discorso? Che vergogna! Si tappò le orecchie, ma riuscì distintamente a sentire le parole di Dotto: «Su, Cucciolo, non fare il pambino, ma che dico, il bambino! Sei cresciuto!»
Il giovane nano, però, ormai incredibilmente teso, si alzò in piedi, riuscendo ad arrivare miracolosamente alla porta senza creare pasticci, e uscì di corsa, allontanandosi di qualche metro.
«Cucciolo?» una voce dolce lo richiamò, facendogli togliere le mani dalle orecchie e facendolo fermare di botto.
Era lei, Brunilde. Un sorriso si aprì sul suo volto, felice di rivederla. «Ciao, Cuc… Cucciolo, ma quello è il tuo pigiama?!»
Ora poteva sotterrarsi.

NdA: Dopo aver passato giorni a lambiccarmi il cervello per trovare qualcosa di adatto al tema, ho deciso di buttarmi su qualcosa di diverso rispetto a Biancaneve, con marito e figli, come l’immagine lasciava suggerire, per tentare qualcosa di diverso. D'altronde, a parte la scritta “10 anni dopo…”, non c’erano altre indicazioni.
Per questa storia mi sono ispirata a una scena di una fanficion inglese del Fandom di Harry Potter, Divergence di prone2dementia, che potete trovare a questo indirizzo: https://www.fanfiction.net/s/5220289/3/Divergence
E niente, spero vi sia piaciuta!
   
 
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