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Autore: Nembayo    24/11/2013    7 recensioni
«Alec si chiese se lo chiamasse Alexander per infastidirlo.
Ma no.. come pronunciava quel nome, come scandiva ogni sillaba, gli faceva capire che lo stregone amava ogni cosa del nome che lui odiava. “Alexander”.»
|| MALEC ||
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ALIVE



Alec indugiava davanti a quel portone, dondolandosi avanti e indietro, in imbarazzo.

Continuava a chiedersi se fosse stata o meno una buona idea.

Si infilò le mani nelle tasche della giacca, per ripararle dal freddo vento che soffiava quella notte a Brooklyn. Nonostante tutto, non aveva intenzione di entrare.

Sarebbe stato meglio girare i tacchi e tornare all'Istituto, di corsa anche. Lo sapeva bene.

Ma quando a quella festa quello stregone lo aveva fissato si era sentito il ragazzo più felice al mondo. Si era sentito apprezzato da quegli occhi da gatto.

Prese un respiro profondo e suonò il campanello d'ottone con la scritta “Bane”.

Il portone si aprì da solo, cigolando. Alec non vide nessuno dietro ad esso, soltanto buio.
Rimase ad indugiare ancora qualche istante, prima di entrare titubante nella dimora di Magnus Bane, il sommo stregone di Brooklyn.

La sala principale era molto più piccola di quanto la ricordava. Forse perché era vuota, senza la miriade di Nascosti multicolori e multietnici della scorsa volta.

Si girò intorno, aspettando di abituarsi al buio, e notò due occhi felini che lo fissavano.

Magnus” il suo pensiero accelerò, il suo cuore si mise a battere più forte.
Alec rimase deluso quando si rese conto che quegli occhi appartenevano a Presidente, il gatto dello stregone. Se ne stava acciambellato su una poltrona zebrata, ed osservava freddamente il cacciatore di demoni. Alec, in imbarazzo, fece un cenno verso il gatto, che rimase impassibile.

-Alexander, sei venuto.- una voce lo colse di sorpresa, facendolo trasalire.
Alec si voltò verso la tromba delle scale, da dove Magnus gli sorrideva, le braccia allargate.

Aveva i capelli in disordine, come se si fosse appena alzato da letto. A confermarlo, sulla guancia sinistra aveva il segno del cuscino. La destra era piena di glitter colorati. Gli occhi a gatto scintillavano, e la bocca sottile sorrideva maliziosa. Indossava una maglietta con scollatura a V rosa shocking, e un paio di pantaloni del pigiama a puà colorati.

Alec strabuzzò gli occhi, rimanendo immobile sul posto.

Lo stregone si avvicinò a lui, con falcata ampia e sicura, finché non si ritrovò dinnanzi a lui. Sorrise.

-Sapevo che non avresti saputo resistere, Alexander-

-Alec.- lo corresse il nephilim, infastidito. Odiava il nome Alexander, gli sembrava così complicato, da vecchio. Alec gli stava molto meglio.

Magnus sorrise divertito, correggendosi.

-Alec. Vieni di sopra.- lo afferrò per una mano e lo condusse al piano di sopra.

Alec avvampò quando sentì il calore della mano dello stregone sulla sua. Le dita di Magnus erano lisce e vellutate, come di uno che non lavora mai manualmente. Facevano un bel contrasto con i calli e la pelle ruvida di Alec, abituato a impugnare spade dall'elsa dura. Pure le unghie dello stregone erano ben curate. Alec non sapeva dirlo, con quella semi-oscurità, ma gli sembravano smaltate. Di rosa, forse?

Lo stregone lo fece entrare nell'unica stanza illuminata di tutta la casa: camera sua.

Alec deglutì, guardandosi intorno con imbarazzo.

Il grande letto di Magnus aveva le coperte viola disordinate. La finestra dalle tende pesanti era aperta, e faceva entrare quell'aria fredda che adesso non infastidiva Alec. Sparsi per la camera c'erano vestiti di ogni genere: pantaloni zebrati, a quadretti, rosa, verdi, a pinocchio, magliette a righe, con motivi floreali, di stelle e di gattini, bretelle, mantelli clorati, perfino un paio di mutande rosse.

Alec, imbarazzato, fece un passo indietro, ma lo stregone lo tenne stretto per la mano.

-C'è qualche problema Alexander?- gli chiese.

Alec si chiese se lo chiamasse Alexander per infastidirlo.

Ma no.. come pronunciava quel nome, come scandiva ogni sillaba, gli faceva capire che lo stregone amava ogni cosa del nome che lui odiava. “Alexander”.

Il nephilim scosse la testa.

Tornò a chiedersi se fosse stata una buona idea. No. Decisamente era stata una pessima idea.

Quei pensieri si confusero quando il ragazzo avvertì le labbra di Magnus sulle sue.

Lo stava baciando.

Alec Lightwood, un cacciatore di demoni, un cacciatore di Nascosti, si stava baciando con uno dei Nascosti più potenti in tutto il mondo.

Lo stregone si staccò un secondo da lui, guardandolo torvo.

-Per l'amor dei gatti, Alexander. Non pensare.- lo rimproverò, avventandosi nuovamente su di lui.

Questa volta Alec rispose al bacio, assaporando ogni cosa di quello stregone: la sua lingua ruvida, felina, le sue labbra sottili e morbide contro le sue. Ogni cosa era un'estasi.

Magnus gli strinse la schiena con le mani, avvicinando il corpo del cacciatore al suo, trasportandolo verso il letto viola, nel quale affondarono tra gli sbuffi delle coperte.

Alec continuava ad avere in testa la parola “sbagliato”. Era tutto terribilmente sbagliato e proibito, eppure così eccitante, e bello.
Alec si faceva trasportare nei movimenti dallo stregone, più esperto di lui di qualche centinaia di anni.
Quando Magnus iniziò a sfilargli la maglietta Alec lo fermò.

-No, aspetta. Non ancora.- sussurrò, in evidente imbarazzo.

Magnus sorrise maliziosamente.

-Vuoi dire che ci saranno altre volte, nephilim?-

Alec avvampò, annuendo impercettibilmente. Lo stregone sorrise, con quel suo adorabile sorriso da gatto, e riprese a baciarlo con foga.

 

Quando Alec si alzò dal letto, sistemandosi i capelli in disordine, rimase a contemplare per un secondo Magnus, con le guance arrossate e gli occhi felini lucidi, che sorrideva.

-Ti aspetto domani, Alexander. Ci conto.-
Alec cercò di nascondere un sorriso, fece un cenno svelto ed uscì dalla stanza, ripercorrendo le scale.

-Ciao, Presidente. Dì al tuo padrone che non mi sono mai sentito così vivo.- gli disse Alec, con un mezzo sorriso che non intendeva svanire. Forse fu solo la sua impressione, ma gli sembrò che il gatto gli facesse l'occhiolino. Poi lo vide sfrecciare su per le scale, diretto alla camera illuminata di Magnus.

Alec impallidì, interdetto.

Quando uscì dalla casa dello stregone, alle prime luci dell'alba, urlò, di gioia, per poi incamminarsi svelto verso l'Istituto.

Non sapeva che Magnus lo stava guardando dalla finestra aperta, che si era beato del suo urlo, e che stava accarezzando Presidente.

-Ti giuro, Alexander, che in mille anni nemmeno io mi sono mai sentito così vivo.-

 

 




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BUONGIORNO A TUTTI
O buonanotte, o buon pomeriggio, o quel che è.
Questa è la prima storia che pubblico sul genere "omosessuale", e sulla saga di "The Mortal Instruments".
By the way, Magnus e Alec (che sono il fottuto amore, punto.) si baciano e basta, quindi è una cosa così, semplice e, assolutamente, senza senso.
So che vi farà cagare, fa cagare pure a me (o forse no, perché qualsiasi cosa riguardi i Malec mi fa impazzire, però boh lol), però mi lascereste una recensione piccina picciò? Anche microscopica, a me va bene. Grazie mille.
Bacioni,
One
  
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