Autore: Geilie
Titolo: Epifania
Fandom: Howl’s moving castle (bookverse)
Personaggi: Howl, Sophie, Megan
Rating: verde; Pg
Avvertimenti: Backstory, Character study, ambientazione post-Castello errante ma con richiami all’infanzia di Howl (ergo pre-libri). E ragni, ragni in quantità: astenersi aracnofobici!
Parole: 515 (Word)
Note: partecipa alla Triple Fabulous Halloween Week! indetta su Pseudopolis Yard per festeggiare Halloween.
Modalità: Tabella
Prompt: Ragnatela
 

Epifania

«Cosa mai ti ha fatto saltare in testa la balzana idea di diventare un mago, si può sapere?»
A onor del vero, Sophie non si aspettava una risposta. Gliel’ha chiesto, un po’ scocciata e un po’ divertita, quando Howl ha fatto il suo ingresso nel castello ricoperto da capo a piedi di pustole violacee, risultato dell’ennesima fattura lanciatagli dall’ennesima fata che il re gli ha dato l’incarico (l’ennesimo) di trovare.
L’ha messo a sedere davanti al fuoco, tra le risate tutto fuorché confortanti di Calcifer, ed è andata a prendere cotone e lozioni lenitive per tentare di arginare i danni. Ed è stato allora, mentre Howl si lagnava del “prurito davvero insopportabile! Non mi prendevo una fattura così da anni, Sophie. Anni!”, che Sophie gli ha fatto quella domanda, più per prenderlo in giro e magari tappargli il becco che per altro.
Lui, come al solito, l’ha stupita:
«Oh, credo sia stato per i ragni.»
«I ragni.»
«I ragni, sì. Mi sono sempre piaciuti; quand’ero piccolo mi piaceva stare ad osservarli, anche per ore intere, e non mi stancavano mai.»
La vita di Howell Jenkins, del giovanotto prima del mago, è sempre stata sfuggente come il fumo dei tanti comignoli del castello; Sophie drizza subito le orecchie, curiosa come un gatto.
«Una volta un ragnetto piccolo come un puntino aveva iniziato a tessere una ragnatela bellissima nella mia camera. L’avevo guardata crescere e crescere per giorni e poi di punto in bianco Megan l’aveva spazzata via, spolverando, perché secondo lei tenermi una ragnatela grossa come un piatto accanto al cuscino era poco igienico. Io le avevo fatto notare che quella povera bestiolina si era impegnata giorno e notte per settimane, per creare quello che lei aveva appena distrutto, ma niente, tutto inutile! Non una breccia nel suo cuore di pietra!»
Sophie, nel sentire una tanto drammatica descrizione della sorella di Howl, deve nascondere un sorrisetto.
«Naturalmente il giorno dopo ho fatto a pezzi un progetto che Megan aveva fatto per la scuola e su cui aveva sgobbato per ore. Per chiarire il punto, capisci...»
Di sicuro Sophie capisce perché Howl e Megan non vadano particolarmente d’accordo.
«Ricordo che le dissi che avrei voluto trasformarla in un ragno per un giorno per farle capire quanto crudele fosse stata la sua azione. E mi sa che non me l’ha mai perdonata, quella sparata.»
Come volevasi dimostrare.
«Non fu granché ricettiva, in ogni caso. In compenso lo fui io. Decisi che volevo diventare un tessitore di tele e che magari, cammin facendo, mi sarebbe piaciuto imparare a trasformare davvero le persone in animali. Così ho iniziato a interessarmi alla magia.»
«E Megan?»
«Non l’ho mai trasformata in niente, se è quello che vuoi sapere. Ad ogni modo, i ragni sono creature troppo nobili per dover sopportare una donna del genere» conclude lui con un sospiro, e poi ricomincia a grattarsi un braccio pieno di bubboni e a piagnucolare.
Sophie occhieggia le ragnatele felicemente appollaiate sul soffitto, scuote appena la testa e imbeve un altro batuffolo di cotone nella pozione all’aloe che sta usando. Si prospetta una lunga giornata.