Storie originali > Soprannaturale
Ricorda la storia  |      
Autore: Geilie    24/11/2013    1 recensioni
«Ti cercavo. Giù a Culloden è quasi finita…»
Lei non alza nemmeno lo sguardo. Continua a lanciar briciole ai suoi corvi, accovacciata sulla neve; una macchia di buio nel candore.
«Andrò quando dovrò andare» dice alla fine, in un soffio quasi inudibile.

[Partecipa alle 24 Norse Hours di 24hours_of_fun.]
Genere: Malinconico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Autore: Geilie
Fandom: Originali (Sovrannaturale)
Personaggi: Originali (due divinità)
Rating: giallo; Pg15
Word count: 268 (Word)
Avvertimenti: i due personaggi sono ispirati alla Morrigan e a Ogmios/Ogma, entrambe divinità celtiche legate alla morte e alla guerra, ma è una mia visione che si discosta parecchio da quella originale. La storia è volutamente povera di dettagli sui personaggi e sull’ambientazione. Culloden (1746) è l’ultima grande battaglia campale combattuta su suolo inglese e segna la sconfitta definitiva dei giacobiti scozzesi.
Note: partecipa al 24 Norse Hours di 24hours_of_fun.
Norse Prompt #2: 
Corvi (Huginn e Muninn)

 
Briciole ai corvi


«Ah, sei qui.»
«Mmh…»
«Ti cercavo. Giù a Culloden è quasi finita…»
Lei non alza nemmeno lo sguardo. Continua a lanciar briciole ai suoi corvi, accovacciata sulla neve; una macchia di buio nel candore.
«Andrò quando dovrò andare» dice alla fine, in un soffio quasi inudibile.
Lui annuisce, anche se lei gli dà le spalle e non lo può vedere.
Rimangono lì, lei a smollicare un tozzo di pane per gli uccelli e lui in piedi lì accanto, con le braccia dietro la schiena e gli occhi fissi all’orizzonte, intenti a guardare la battaglia che volge al termine.
Stranamente, è lei a rompere il silenzio.
«Non ti stanchi mai, Og?»
«Di cosa?»
Lei non risponde subito. Getta a terra l’ultima manciata di briciole, si rialza piano, si scuote il vestito.
«La guerra» dice alla fine. «Non ti stanca mai vedere uomini che uccidono altri uomini per questioni insignificanti?»
Lui fa una smorfia che lei occhieggia con un mezzo sorriso.
«I motivi insignificanti non mi riguardano, lo sai.»
«No. No, infatti…»
Sembra voler aggiungere qualcosa, ma poi lascia perdere e fischia per richiamare Dubh(1). Il corvo le si posa sulla spalla, obbediente. Lei attende ancora un istante, lancia uno sguardo alla battaglia ormai conclusa e poi sospira:
«È ora…»
Lui, di nuovo, si limita ad annuire.
La guarda raccogliere il suo mantello scarlatto e diventare maestosa, grande, terribile. Il suo sguardo è di nuovo quello di fuoco che tutti riveriscono, il suo sorriso quello ferino che tutti temono.
«Buona caccia, Morg» le augura, e poi è un turbinio di piume nere e Culloden è già un banchetto per corvi.



Nota:
(1) Dubh in gaelico significa “nero”, e ho deciso di chiamare così il corvo preferito della protagonista. La Morrigan è strettamente legata a questi uccelli e appare spesso in forma di corvo lei stessa, perché i corvi sono animali spazzini, quindi tipicamente associati alla morte, e carnivori.
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale / Vai alla pagina dell'autore: Geilie