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Autore: emily silente    24/11/2013    0 recensioni
Danaè è una ballerina del teatro di Storybrooke, anche se ballare non le piace
Emrick è il compositore del teatro: è lui che consiglia ai proprietari le opere da mettere in scena: Nessuno, però lo ha mai visto in faccia: comunica solo attraverso mail per inviare spartiti e direttive. Tutta la città si chiede da sempre come mai il talentuoso compositore non esca mai. L'ipotesi più accreditata fa soffrire Emrick di agorafobia.
Ma la verità è ben diversa.
Questa è la storia di Danaè ed Emrick a Storybrooke, anche conosciuti come Christine ed Erick, il fantasma dell'Opera.
Con accenni RedCricket,Rumbelle,Snowing e altre!
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Henry Mills, Regina Mills, Signor Gold/Tremotino
Note: AU, Cross-over, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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~La canzone suonò di nuovo. Proveniva sempre dal carillon che aveva visto da Gold. Danaè si guardò intorno: era in quella che sembrava una specie di tana; l'acqua circondova l'isolotto sul quale era ormeggiata la barca. Danaè poi si voltò all'improvviso, notando solo in quel momento che con lei c'era un uomo, difronte ad un organo, e aveva una maschera bianca, che gli copriva metà faccia. La ragazza, spinta dalla curiosità di vedere cosa si nascondesse sotto la maschera, si avvicinò all'uomo, cercando di non farsi notare.
Who was that shape in the shadows?
Whose is the face in the mask?

La ragazza cantò i versi che, stranamente, le sembravano così familiari. L'uomo non si era ancora accorto di lei: preso com'era dalla sua musica non l'aveva sentita arrivare. Danaè allungò la mano, cercando di sfiorare con le dita la candida porcellana. Mancava così poco, riusciva a sentire la freddezza dell'oggetto....

Dolore. Fu questa la sensazione che Danaè provò svegliandosi di soprassalto. Si guardò intorno, e capì come mai si era svegliata: era caduta dal letto. Scosse la testa;possibile che quelle cose capitassero solo a lei? Guardò la sveglia. Le quattro e mezza. Tra più o meno dodici ore ci sarebbe stato il suo grande debutto e lei, invece che riposarsi, passava le notti in bianco a sognare sconosciuti mascherati. Da quando era entrata nel negozio di Gold quella canzone le era entrata in testa e non ne voleva sapere di uscirne. Si avviò verso il bagno, sperando che un po' d'acqua l'avrebbe calmata.
***************
Erik si rannicchiò nell'angolo della sua gabbia cercando, inutilmente, di ripararsi dal freddo che lo circondava. L'ultima tappa del circo era stata questo regno freddissimo, dove vi era l'inverno perenne. Il bambino sentì il suo padrone arrivare e, se possibile, si fece ancora più piccolo.
" Ehi cadavere!-disse Javert, il direttore del circo gitano- stasera mi hai fatto fare un bel po' di soldi! Direi che ti meriti la cena!" gli lanciò un pezzo di pane raffermo, ridendo. Erik allungò subito la mano per prendere la sua cena. Nel mentre arrivò un altro zingaro, Milos, il fratello di Javert.
" Fratello!"
" Che c'è Milos? Non vedi che sono occupato?-gli rispose ringhiando l'altro.
" Mi dispiace disturbarti, ma sarà meglio che tu lo sappia: dobbiamo ripartire subito."
" Perché? Alla regina Jadis e al suo popolo è piaciuto il nostro circo! Sai quant'è stato l'incasso di stasera?" Milos sospirò.
" Lo so fratello, ma dobbiamo ripartire subito, o rimarremo bloccati qui: in queste terre fa troppo freddo per coltivare i fagioli. Dovremmo andarcene subito, i baccelli che abbiamo stanno già morendo a causa del freddo." Javert imprecò. Sapeva che Milos aveva ragione. Senza fagioli magici non avrebbero potuto viaggiare attraverso i mondi, e questo avrebbe significato meno soldi.
" Va bene. Di a tutti di prepararsi a lasciare questo posto. Tra venti minuti tutti nella piazza prinicpale."
" Farò eseguire i tuoi ordini fratello. Per curiosità, dove siamo diretti?" Lo zingaro ghignò.
" È tanto che non visitiamo la Foresta Incantata, vero Milos?"
L'arrivo fu, come al solito, disastroso: carrozzoni rovesciati, animali liberi e ossa fratturate. Spostare un intero circo gitano attraverso un portale non era affatto facile, e questo Javert lo sapeva bene. Ma fortunatamente,avendo molta esperienza alle spalle, lo zingaro riuscì a riorganizzare l'accampamento in poco tempo.
" Milos! Te e altri quattro controllino il perimetro, per trovare un posto dove piantare i fagioli. Kyros e Roskey informatevi sul reame più vicino. Prendete due cavalli e partite." Gli zingari annuirono ed eseguirono velocemente gli ordini. Javert si fregò le mani e andò a controllare la sua attrazione preferita: Erik. Ripensò a quando l'aveva visto per la prima volta. Un mostriciattolo di appena sei anni. La madre ,disperata, glielo aveva venduto per poco più di dieci franchi. Da allora erano passati sei anni e non se ne era mai pentito. Quel piccolo mostro riusciva a far guadagnare una bella somma ogni notte.
Intanto il nostro piccolo Erik cercava di riprendersi dal viaggio. Durante il salto nel portale aveva sbattuto la testa contro le sbarre della gabbia e aveva anche perso il suo pezzo di pane. Il bambino iniziò a singhiozzare.
" Oh Dearie, non piangere." disse una voce alle sue spalle. Il bambino si girò, trovandosi davanti un qualcuno...o meglio, un qualcosa. Si zittì immediatamente, osservando lo sconosciuto.
" Bene bene...quanto tempo che è passato."


******************

Emma fu costretta ad alzare gli occhi dal libro. Qualcuno era appena entrato nella centrale. Si sporse oltre la scrivania e notò il signor Gold, che aspettava pazientemente di essere considerato.
" Signor Gold, qual buon vento la porta qui in centrale per la ventesima volta in due settimane?" Chiese lo sceriffo cercando di non sembrare troppo sarcastica. Gli occhi di Gold si ridussero a due fessure, mentre le rispondeva con voce tirata.
" Se lei facesse il suo dovere, sceriffo Swan, io non sarei qua a lamentarmi! Ha ritrovato la mia merce?"
" Signor Gold, andiamo, non può lasciar perdere? In fondo ha non ha subito nessun danno...quale ladro paga la merce che ruba?" Il signor Gold la osservò ancora per un attimo e poi le rispose.
" Se non interviene lei, sceriffo, interverrò io...e sappiamo come è finita l'ultima volta, giusto?" Emma sostenne lo sguardo, anche se dentro di se era incredula: davvero Gold avrebbe rischiato di nuovo la galera per una misera maschera? Come se le avesse letto nel pensiero aggiunse.
" Oh no Dearie, non è per la maschera. Cosa credi che penserebbe la gente se lascio andare così un ladro? Non gioverebbe alla mia reputazione. Tutti potrebbero tranquillamente pensare che basta entrare nel mio negozio, pagare ad andarsene...no meglio lasciare le cose così come sono, che ne pensa sceriffo?" Dopodichè se ne andò, lasciando Emma da sola. La donna vide poi qualcosa che catturò la ua attenzione: sulla scrivania c'era un pezzetto di carta, con scritto sopra un nome e un indirizzo.

************

Emma bussò alla porta della casa che aveva davanti: una piccola villetta nella periferia della città. Provò a suonare sul campanello, ove c'era scritto con caratteri eleganti Emrick Jondrette. Una voce dall'interno rispose.
" Chi è?"
" Sceriffo Swan, mi faccia entrare." Le porte si aprirono ed Emma fu scioccata quando si ritrovò davanti....
" Henry! Che ci fai tu qui?" Il bambino le sorrise, mentre la voce che aveva parlato prima le rispose.
" Sceriffo, non lo sgridi. Henry viene ogni tanto a trovarmi, e mi da una mano con il mio lavoro. La prego sceriffo, potrebbe chiudere la porta? Troppa luce mi da fastidio agli occhi."
" Non finchè lei-"
" Per favore." Emma sospirò. Prima di chiudere la porta osservò velocemente lo sconosciuto. Camicia nera,pantaloni neri e cravatta nera. Sembrava il compagno d'affari del Signor Gold. Il tutto era abbinato ad un delizioso cappuccio che gli copriva tutta la faccia, ovviamente nero. La porta si chiuse cigolando, mentre Emma iniziò a fare domande all'uomo.
" Lei è Emrick Jondrette, vero?" L'uomo annuì.
" Sono qui perché più o meno due settimane fa è sparita dal negozio del signor Gold una maschera bianca, in porcellana. Lei ne sa qualcosa?" L'uomo scosse la testa. Emma decise che era venuto il momento di usare il suo potere speciale.
" Le dispiacerebbe togliersi il cappuccio? È di fronte ad un agente di polizia-"
" Per favore, non mi chieda di togliermi il cappuccio.-disse Emrick-Si fidi di me, se lo facessi, lei potrebbe anche scordarsi che fino a pochi secondi fa stava parlando in modo totalmente tranquillo con me." Emma si insospettì ancora di più.
" Crede che me la beva? Avanti, si tolga questo cappuccio, prima che glielo faccia togliere io con la forza." A quel punto, si intromise Henry.
" Emma, ti prego, no farglielo togliere. Lo farà quando è pronto! Lascialo stare, sono sicuro che non è stato lui a rubare la maschera a Gold." Emma guardò gli occhi di Henry, e decise di desistere.
" Ve bene, si tenga pure il cappuccio. Piuttosto, mi può dire dove era due sabati fa alle sette e mezza di sera?"
" Qua in casa mia."
" Qualcuno può testimoniarlo?"
" Madame Lantine, direttrice ed insegnante del corpo di ballo, al teatro di Storybrooke." Emma prese appunti, dopodichè si girò verso Emrick.
" Va bene. Per future informazioni mi farò sentire. Henry, vieni con me?" Il bambino annuì. Prese la sua roba e salutò Emrick. Stessa cosa fece Emma, dopodichè se ne andarono.
" Henry, si può sapere chi è lui?" Il bambino la guardò deluso.
" Pensavo fosse ovvio! Ha un cappuccio che gli copre tutta la faccia, è un musicista ed è indagato per il furto di una maschera bianca...chi potrebbe essere se non il fantasma dell'opera?" Emma maledisse per un attimo questa ossessione di Henry per le favole.
" No ragazzino, intendevo dire chi è qui a Storybrooke."
" Si chiama Emrick Jondrette, ma questo lo sai già, ed è il compositore del teatro, Sceglie le produzioni da mettere in scena, e molte volte ne compone lui stesso.-il bambino osservò poi l'ora sull'orologio- Oh Emma, lo spettacolo è tra tre ore. Dobbiamo sbrigarci." Entrarono in macchina, mentre Henry riprese il discorso.
" Comunque,dopo lo spettacolo, parlerò con Emrick...per me lui sa cose che noi non sappiamo."

************

Ruby diede un ultimo ritocco al rossetto, mentre guardava l'ora: le sette e venti. Perfettamente in orario. Sentì qualcuno entrare in camera sua. Si voltò e vide sua nonna stare sull'uscio della porta.
" Ruby, è arrivato il dottor Hopper." Lo stomaco della giovane fece una capriola, mentre si guardava disperatamente allo specchio.
" Oh mio Dio nonna, come sto?" La donna osservò la nipote: l'abito rosso, senza spalline, le arrivava al ginocchio, e per stasera aveva deciso di scendere con l'altezza dei tacchi. Il tutto le dava un'aria...
" Incantevole. E poi Ruby, in tutta onestà, credo che Archie sarebbe contento di uscire con te anche se tu indossassi una felpa sformata e una tuta." Ruby annuì, prendendo la borsetta.
" Va bene, sono pronta. Nonna, lo spettacolo finisce più o meno verso le undici. La cena è nel frigo-"
" Ruby, per l'amor del cielo, so badare a me stessa! Vai, prima che al dottore venga un infarto perché non ti vede arrivare!" La ragazza assentì, schioccò un bacio sulla guancia della nonna e si catapultò fuori. La donna sorrise osservandola: chissà, magari finalmente Ruby aveva trovato il suo vero amore...

************

" Emma, sei pronta?" gridò Mary Margaret dalla ua camera, mentre si infilava l'ultimo orecchino. Sentì Emma entrare nella stanza. Si voltò per guardare come si fosse vestita.
" Jeans?!? Andiamo Emma, stiamo andando a vedere un'opera, non un concerto di Eminem." Emma fece spallucce.
" Già tanto che vengo a vedere un'opera. E poi non ci doveva venire David con te?" Mary Margaret si irrigidì, ed Emma seppe di aver detto la cosa sbagliata.
" Non poteva....oggi era il suo anniversario con Kathryn." La maestra strinse i pugni, mentre Emma le metteva una mano sulla spalla.
" Mary Margaret, non ci pensare! Questa è una serata tra ragazza. Pensa solo a divertirti mentre ti godi lo spettacolo."
" In realtà quella che vedremo è una tragedia, Emma."
" Perfetto." Emma era sempre più convinta che fingere uno svenimento alla fine del primo atto era una buona idea.

*******************

Henry cercò di sistemarsi la camicia che sua madre gli aveva detto di indossare, ma con tutti quei bottoni era un'ardua impresa. Finito di abbottonarsi la giacca, prese la cravatta. Non la doveva mettere davvero, o no? Sua mamma si impegnava proprio per farsi dare della regina cattiva. Sentì bussare alla porta.
" Henry, posso?" Il bambino annuì, senza guardarla in faccia. La donna gli si avvicinò
" Perché non ti sei messo la cravatta?"
" Mi dà fastidio mamma. Posso non metterla?" La donna sospirò.
" Preferirei che la mettessi. Però, se proprio non vuoi, suppongo che se ne possa fare anche a meno." Henry le sorrise.
" Grazie mamma!"
" Henry, muoviti, siamo in ritardo! Non vorrai che inizino lo spettacolo senza di te, vero?"

*****************

La gente aveva iniziato a prendere posto in platea, mentre lo stomaco di Danaè aveva iniziato a torcersi per l'emozione e per la paura.
' Oh mio Dio...guarda quanta gente'. La voce di Melanie la riscosse dai suoi pensieri.
" Terra chiama Danaè, Terra chiama Danaè. C'è nessuno?" La ragazza guardò l'amica, spaventata.
" Oh Mel, guarda quanta gente! Sembra che tutta Storybrooke sia venuta a vedere il mio fallimento."
" Danaè, dovresti provare a calmarti-"
" No che non mi posso calmare! Cosa succede se stono sull'acuto? Se sbaglio tonalità? Oh se peggio ancora mi dimentico le parole?"
" Danaè Traevox, ascoltami bene: tu ora andrai su quel palco e uno, farai sentire a tutti la meravigliosa voce che hai,due la metterai in quel posto a Francesca e tre le insegnerai cosa vuol dire cantare, mi hai capito bene?" Danaè sorrise grata all'amica.
" Un'ultima cosa-disse Melanie mentre iniziava a scaldarsi- Merda, merda, merda!"

***************

Il pubblico rimase piacevolmente sorpreso nel vedere che Francesca era stata finalmente sostituita.
" Ed era ora!-esclamò Ruby mentre si sedeva vicino ad Archie-L'ultima volta che ho visto una sua esibizione mi è passata per sempre la voglia di andare a vedere un'opera. Se non fosse stato per te, non sarei mai venuta." Archie sorrise, arrossendo, e Ruby non potè fare a meno di notare che quando arrossiva diventava ancora più carino.
" Sono...ehm...contento che tu sia venuta."
" Perdona la mia ignoranza, di cosa parla l'opera? Io so poco o niente." In realtà Ruby sapeva già di cosa parlasse l'opera, ma non si sarebbe persa un'occasione per far parlare Archie e sentire il suo adorabile balbettio.
" Ehm....allora....la storia parla di ehm-"

****************

" Mary Margaret, ti prego, dimmi di cosa parla!" chiese Emma implorante.
" Come non lo sai?" Lo sceriffo scosse la testa.
" Ok. Praticamente-" Mary Margaret fu interrotta dalla campanella che invitava i ritardatari a prendere posto in platea. Le luci del teatro si spensero e in sala piombò il silenzio.
" Oh Emma, inizia!" Emma sbuffò. Anche se al buio, cercò di decifrare la trama che era riportata sul libretto.

******************

Era il suo momento. Stava per salire sul palco e iniziare a cantare. Prese un respiro profondo.
'Papà, mamma, spero che da lassù mi stiate ascoltando. E angelo, questa è per te.'
Danaè fece il suo ingresso sul palcoscenico. Dopo che ebbe aperto bocca per la prima volta, rimasero tutti incantati dalla bravura della giovane soprano.
Dall'alto del box numero sei, un uomo guardava interessato la cantante, chiedendosi a bassa voce.
Può essere lei? Può essere Danaè?'


 
  
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