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Autore: Ryu Black Dragon    24/11/2013    3 recensioni
Anno 1720.
In un paese sperduto della Siberia un antica minaccia si rivela.
Ascoltate questo avvertimento o uomini dal cuore corrotto.
Non sfidate i figli delle tenebre, state lontani dalla luna di sangue.
Che il gioco abbia inizio, prede e predatori sotto un cielo stellato e un manto di neve scarlatta a segnarne il passaggio.
Genere: Horror, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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- RED MOON –
"I signori della notte"
 
 
 
 
 
 
 
 
Primo giorno d’Inverno.
Omsk, Siberia
Anno 1720.
 
Il cielo era oscurato da nubi grigie.
Fiocchi candidi scendevano lentamente, danzando fra loro fino ad accarezzare i tetti scuri delle case.
Il villaggio era avvolto dall’oscurità. La tenue luce delle lampade creava ombre che, nella mente degli uomini, assumevano forme spaventose. Non c’erano rumori.
Solo il triste canto del vento che faceva muovere i rami ormai spogli degli alberi.
Gli edifici in legno erano per la maggior parte distrutti, abbandonati dagli abitanti alla ricerca di una vita migliore per le proprie famiglie. Poche erano le persone rimaste.
Disperati o anziani che preferivano morire nel luogo in cui la loro avventura era iniziata.
Dall’unico locale rimasto aperto uscivano urla e schiamazzi di ubriachi che, nonostante la guerra, amavano passare le loro serate in compagnia di un buon boccale di birra. Lontani dai problemi e dalla famiglia.
Questi verso mezzanotte non erano più uomini ma fantasmi. Spettri che puzzavano di alcolici e fumo, alla ricerca di un ignaro passante o di una bella donna con la quale divertirsi fino all’alba. Sul manto candido numerose bottiglie di vetro, pezzi di legno e sedie giacevano come risultato di una nottata passata a festeggiare.
Erano poche le lampade rimaste funzionanti e, sotto una di queste, una figura coperta da un lungo mantello nero osservava la strada dinanzi a se. Sembrava non preoccuparsi della neve che cadeva attorno a lui.
Nonostante il freddo ed il gelo rimaneva immobile, in attesa.
Il cappuccio gli copriva completamente il viso, lasciando solo intravedere le labbra rosee che si piegarono in un sorriso non appena una voce interruppe la quiete.
 
« Cosa ci fa un bambino tutto solo, non lo sai che i mocciosi dovrebbero essere a letto? »
Un uomo sui 50 anni, una lunga barba incolta e una bottiglia di vino ancora stretta fra le mani si avvicinò al giovane incappucciato. Era grasso, con i vestiti sporchi e faticava a rimanere in piedi sulla neve.
Gli occhi castani si posarono sulla figura ancora immobile e, dopo aver bevuto l’ennesimo sorso dalla bottiglia di vetro verde scoppiò a ridere.
Non poteva sapere che quella sarebbe stata la sua ultima risata.
 
« Il gatto ti ha mangiato la lingua bambino? » chiese mettendo un braccio attorno al collo del più giovane che sbuffò. Ormai erano passati due mesi dall’inizio del suo viaggio. In tutto quel tempo non era riuscito a toccare cibo, preso com’era nel compiere la missione che gli era stata affidata.
Fu così che, dopo aver spostato lentamente il braccio dell’uomo se lo portò davanti al viso.
Il vecchio sbiancò nello scoprire che quel giovane dall’aria innocente era in realtà un mostro.
Il demone che nelle leggende popolari prendeva il nome di Upyr, il vampiro dai denti a sciabola.
Avrebbe voluto urlare, fuggire il più lontano possibile ma la presa ferrea del ragazzo non gli permetteva alcun movimento.
Poteva solo osservare il suo carnefice mutare aspetto.
Gli occhi, un tempo chiari erano diventati color cremisi e i canini si erano allungati notevolmente.
Con la mano libera il giovane vampiro percosse una vena sul collo dell’uomo e, con l’aria disgustata iniziò a cibarsi. Un urlo straziante ruppe la quiete della notte, andando a confondersi con quelli degli ignari abitanti intenti a divertirsi. Il vecchio ubriacone, con gli occhi ancora spalancati, scivolò al suolo assieme a quella bevanda che lo aveva portato ad una fine prematura. La pelle, un tempo abbronzata, era diventata pallida come quella del demone ancora in piedi al suo fianco mentre dal collo ormai non usciva più una goccia di sangue.
Sazio il ragazzo iniziò a camminare. Attorno a lui l’aria diventò ancora più fredda mentre la neve aveva smesso di cadere, come a voler rendere omaggio ad un'altra vittima delle tenebre.
Una luna rossa illuminò il villaggio, facendo brillare di luce propria gli occhi color cremisi del ragazzo che sparì fra le campagne.
 
 
 
 
 

 
 
 
*NDA*
Salve a tutti!
È la prima volta che provo a pubblicare qualcosa di questo genere,
spero vi sia piaciuto e di non aver fatto troppi errori di grammatica.
Ringrazio tutti coloro che mi lasceranno una recensione, anche se negativa.
Scusate per la pessima introduzione ma non mi veniva in mente niente di meglio.
Un saluto, Ryu.
  
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