Crossover
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Autore: Suikotsu    01/05/2008    17 recensioni
Un malvagio negromante cerca di impossessarsi degli artefatti più potenti del creato per realizzare i suoi diabolici scopi: quattro eroi, riuniti dalla volontà degli dei, uniranno le loro forze per sconfiggere lui ed i suoi spietati generali. Mentre la guerra infuria, un potentissimo elfo corrotto, seguendo la volontà del suo dio, ha liberato un terrificante esercito di demoni, per poi stringere un'alleanza con gli elfi oscuri.
Questa è la mia prima fic: all’inizio sembrerà un po’ banale, ma ci saranno numerosi personaggi e alcuni colpi di scena; consigliata a chiunque piacciano le storie ricche di combattimenti. Se vi ho incuriosito leggete, e lasciate un commentino!(ma non siate troppo severi)
Ho messo “non per stomaci delicati” perché le scene di combattimento spesso sono violente.
Importante: se dovessi commettere dei plagi fatemelo sapere. Grazie!
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anime/Manga, Libri, Videogiochi
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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I personaggi di questa storia non mi appartengono, ma sono di proprietà dei loro rispettivi creatori. Questa storia è stata scritta senza alcun scopo di lucro.


Ciao a chiunque abbia aperto questa pagina: questo è il mio primo capitolo, e spero che piaccia…ammetto subito che mi sono un po’ ispirato al livello di un videogioco (Shadow of Rome)…cosa che si verificherà anche in alcuni capitoli successivi(ma sarà una cosa rara).

Ringrazio subito l’autrice di “La leggenda dei nove medaglioni” che mi ha dato l’idea sul titolo. Un grazie anche agli autori che mi hanno sostenuto: dragonball93 e i miei fratelli bankotsu e jakotsu.  Ora posso solo augurarvi buona lettura!

 

 

Rannek

 

Rannek spolverò il terreno ai suoi piedi: orme di orco. Erano ancora fresche.

Si voltò di scatto, facendo ondeggiare i lunghi capelli raccolti a coda di cavallo.

“Affrettiamo il passo!”- ordinò a dieci uomini dietro di lui.

“Sì signor capitano!”

Da due giorni erano sulle tracce dei mostri, dopo che questi avevano rapito alcuni loro compagni.

Gli orchi non si erano accorti di essere seguiti, poiché i loro inseguitori-avanguardia del grosso dell’esercito- erano pochi, e la vegetazione copriva il loro odore.

La guerra sul fronte infuriava già da 15 anni. Ma presto sarebbe finita.

I soldati proseguirono per altre 5 ore.

“Eccolo”- disse Rannek-“L’accampamento degli orchi è in vista”

I soldati seguirono il dito del comandante: l’accampamento era molto grande, con torrette e fortificazioni in legno.

“Stregone!”- ordinò il capitano rivolgendosi ad un soldato-“Informa le truppe di affrettare il passo. Poi resta qui per intercettarli quando arriveranno. Voi altri lo scorterete. Io entrerò nell’accampamento. Se vado da solo nessuno si accorgerà di me. Entrerò e ucciderò il capo.”

“Signore, è troppo pericoloso!”

“Non temere. Sono dieci anni che combatto questa guerra. E sono ancora vivo e vegeto.”

Detto questo salutò le truppe e si allontanò. Percorse alcuni chilometri, e raggiunse un portone secondario, protetto da due grossi orchi armati di asce.

Rannek prese l’arco e lo incordò, sistemando una feccia.

“Si comincia!”- si disse.

La freccia partì, uccidendo il primo orco sul colpo. La seconda raggiunse la gola dell’altro prima che avesse il tempo di dare l’allarme.

Uccisi i mostri, Rannek li prese e li nascose nella vegetazione. Poi con la chiave tolta ad uno dei cadaveri entrò nell’accampamento. Si mosse con cautela, attento a non attirare l’attenzione. Ad un certo punto udì un rumore di battaglia. Proseguì lentamente, e sbirciò da dietro un muro: decine e decine di orchi si stavano affrontando, - una loro usanza nei riti - altri danzavano intorno al più grande dei tre falò visibili. E sul falò… Rannek lanciò un’imprecazione: uno degli uomini catturati era morto, impalato e circondato dalle fiamme, che di lì a poco lo avrebbero incenerito.

“Devo salvare gli altri prima che sia troppo tardi!”- si disse. Ma qualcosa lo avrebbe trattenuto. Udì un rumore di ferro e passi, e  una voce da orco.

“Bene bene, la cena è servita! Ha ha!”

Rannek si voltò di scatto: i suoi occhi scuri si posarono su cinque orchi armati di asce e spade che lo fissavano sbavando.

“Addosso!”- ruggì uno di loro.

Il capitano non fece una piega. Si lanciò alla carica, atterrando con un sinistro il nemico più vicino per poi infilzarlo. Gli orchi sembrarono sorpresi della ferocia dell’attacco, ma non cedettero.

Uno tentò un affondo, che Rannek schivò, per poi rompere la mandibola dell’avversario con un  pugno. Poi si voltò sfidando un orco in una prova di forza con le spade. Il guerriero ebbe la meglio, e conficcò la lama nel cranio del nemico. Gli altri

due gli erano dietro: schivò un colpo, afferrò un avversario e lo sbatté per terra, poi lanciò una delle asce da lancio contro l’ultimo orco, spaccandogli il cranio.

Nel frattempo, l’orco con la mandibola rotta stava cercando di dar fiato al corno e dar così l’allarme, ma un’ascia sulla schiena lo fermò, e per sempre.

Rannek guardò soddisfatto la scena. Estrasse la spada dal cranio un nemico, la pulì e si voltò sull’unico orco superstite.

“Dove sono i prigionieri?” – gli chiese alzandolo abbastanza da potersi guardare negli occhi.

“Non so di che parli, umano”

Ma Rannek era un tipo convincente: sbatté due volte il pomo sul cranio dell’orco, per poi dargli qualche pugno.

“Segui il sentiero, poi a sinistra, a destra e ancora a sinistra. Poi prosegui per 20 metri e li troverai.”

“Grazie” – sorrise Rannek, che poi stese l’orco con un pugno.

Usando la corda e il fazzoletto che aveva sempre con sé, legò e imbavagliò il mostro, per poi nasconderlo in una zona buia.

“Tenete duro ragazzi!” – disse – “Sto arrivando!”

Proseguì, seguendo le istruzioni dell’orco,  raggiungendo una zona molto ampia, e dietro di lui un portone. Nessuno in giro.

In quella udì un rumore: un orco gli stava venendo incontro. Rannek prese una delle asce da lancio, la scagliò e colpì il nemico in testa.

“Fuori uno”- sorrise soddisfatto.

Ma ecco che ne arrivavano cinque.

Il capitano si lanciò alla carica.

L’acciaio cozzò con violenza mentre colpiva un avversario sull’elmo, poi gli fece lo sgambetto e lo infilzò. Piroettò su sé stesso e ne colpì un altro al cuore. Un mostro tentò un affondo con una lancia, che Rannek evitò lasciando la spada sul cadavere inerte. Sfoderò due asce da lancio: con una deviò un affondo, per poi rotolare alle spalle dell’avversario e tagliargli la gola; subito dopo lanciò le sue due asce contro due orchi, che caddero a terra morti. Fatta piazza pulita, si guardò intorno.

“Ne ho fatti fuori undici e neanche un graffio. Niente male.”

Ma ne arrivavano altri.

“Fatevi sotto! – gridò “Che siate dieci, venti o trenta vi ucciderò tutti!”

I nemici erano un centinaio.

“Perché non tengo mai la bocca chiusa?”

In molti saltarono addosso al capitano, che si difese bene, respingendoli; ma non poteva batterli tutti da solo: erano troppi.

Poi udì un rumore: un corno.

Seguì una pioggia di frecce infuocate, che falciò gli avversari.

Il portone si spalancò, e decine di soldati fecero irruzione.

Mentre la lotta infuriava, Rannek si rivolse ad un soldato:
“Teneteli occupati! Io mi occuperò del comandante!”

L’uomo annuì per poi lanciarsi nella mischia.

Il capitano si allontanò dalla battaglia, seguendo le istruzioni dell’orco e abbattendo tutti i nemici che gli capitavano a tiro.

Dovunque infuriavano scontri tra umani o orchi.

Infine raggiunse la gabbia dove si trovavano i prigionieri. Con una spadata scardinò la porta e aiutò i tre ad uscire.

“Avanti, coraggio, non dovete cedere”

“Gli portiamo via noi comandante!” – intervennero dei soldati.

“Bene, ora…”

Rannek fu interrotto dal rumore di metallo contro il metallo e dal tonfo di tre soldati che caddero a terra morti.

“…andatevene”

Un orco alto e possente di quasi tre metri, con un’armatura d’acciaio e armato di due spadoni comparve davanti a Rannek.

Il mostro scoppiò a ridere.

“Il regno degli uomini ormai è giunto al termine! Inizia l’era degli orchi!”

Il capitano gli puntò la spada contro.

“Il regno di Damara non crollerà certo per mano di un misero orco!”

“Ha ha! Lo vedremo! Io, il grande Durotan, vi distruggerò!”

Rannek colpì con violenza, e l’orco parò l’attacco: l’acciaio stridette mentre le due lame si scontravano. Subito dopo il capitano schivò il colpo della seconda spada con un balzo all’indietro; i due si fissarono truci per qualche istante, per poi lanciarsi l’uno contro l’altro: l’umano fu più veloce dell’orco e roteando su sé stesso lo colpì, schivandone la spadata.

Mentre l’orco barcollava, Rannek ne approfittò per sferrare un affondo al fianco: il colpo non fracassò la corazza, ma spinse le placche verso l’interno, mozzando il fiato del mostro. Nonostante ciò, l’orco tentò di colpire il capitano con un pugno, che venne evitato: il colpo provocò una buca nel suolo, e l’onda d’urto atterrò l’umano. Il mostro era sul punto di sferrare il colpo di grazia, ma Rannek rotolò di lato, si avventò sull’avversario e lo tempestò di spadate. L’orco, indebolito dai colpi, barcollò e cadde a terra. E Rannek lo finì.

Il capitano ansimò davanti alla carcassa. Ripensò al pugno.

“Quei guanti sono magici… mi torneranno utili.” – pensò sottraendoli al cadavere.

“Ottimo lavoro capitano”

Un uomo vestito da generale lo raggiunse.

“Comandante.”

“Riposo, riposo. Ha ucciso il capo degli orchi, una volta ritornati riceverà i meritati onori…tuttavia, un messaggero mi ha avvisato che l’intero esercito è richiesto sui confini. Demoni e bestie sono molto attivi in questi tempi. Dobbiamo rientrare il prima possibile.”
“Sissignore!”

  
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