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Autore: Artefenis    24/11/2013    5 recensioni
Lettera dedicata a mia nonna.
"....Ma mamma mi disse che tu eri lì, anche se non ti vedevo. Anche adesso sei con me, vero nonna?. Vorrei tanto tenere la tua mano."
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I want to hold your hand



Credevo mi avresti tenuto per sempre la mano, come quando ero appena nata e tu eri lì, a tenere la mia piccola manina tra le tua grandi mani sagge. Mi tenevi la mano quando ho mosso i primi passi, e tentennavo ad ogni movimento cercando il giusto equilibrio. E tu eri lì, ad aiutarmi. Mi tenevi la mano quando salivo o scendevo le scale, perchè avevi paura che io potessi cadere. Quando uscivamo mi tenevi la mano stretta, non volevi che io scappassi, ma io non avrei mai voluto andare via da te. Amavo stare con te, quando scendevo e tu mi facevi trovare il pane con lo zucchero... Per me era la cosa più buona al mondo.

Poi ci fu quella caduta e da quel momento tutto è stato diverso. Da quel momento ero io a tenere la tua mano, per accompagnarti nelle varie stanze, per salire o scendere le scale; adesso ero io ad avere paura che tu cadessi. Ti tenevo la mano anche solo per sentirti vicina. Poi la memoria è andata via e adesso ero io a spiegarti le cose. Non ricordavi i nomi degli oggetti, ed io mi mettevo accanto a te dicendoti tutti i nomi. Ti leggevo le favole, ricordi?. Passavamo i pomeriggi così, insieme a raccontarci storie. Tu me ne raccontavi così tante, ed ogni tua storia era imprevedibile. Dopo un po' anche le tue gambe, stanche, si sono addormentate. Adesso il tuo posto era su di un letto. Eri tornata bambina. Avevi bisogno di essere lavata, di qualcuno che ti desse da mangiare. Ma iniziasti a rifiutare quelle “pappette”. Credo che tu sentissi come un peso.

Eri riuscita a crescere sette figli, in un tempo in cui la scuola non era d'obbligo, in cui i bambini già a cinque anni andavano a lavorare nei campi. Ma i ruoli s'invertono. Subentrarono le flebo, perchè non ti nutrivi abbastanza. Ricordo che passavo giornate intere, seduta accanto a te, a controllare che le flebo non finissero facendoti entrare aria nel sangue. Soffrivi, lo so. Ti si leggeva nel volto. Avrei tanto desiderato che tu continuassi a raccontarmi quelle storie tanto strane, ma per me tanto belle; ma dopo un po' anche la tua voce andò via.

Sei stata forte, ma forse non sopportavi più di stare così. Alcune volte piangevi, volevi andare via... lo avevamo capito, ma nessuno di noi lo accettava. Poi un giorno una farfalla ti portò via... Si, una farfalla. La stessa farfalla che uscì dal carro funebre... che cosa strana, pensai.
Tu non c'eri più. Quelle mani sagge avevano ancora tanto da insegnarmi, ma il destino non te l'ha concesso. Dopo qualche mese ci fu la mia prima comunione, quanto avrei voluto averti vicina. Piansi, piansi tanto, proprio come adesso che ti penso. Ma mamma mi disse che tu eri lì, anche se non ti vedevo. Anche adesso sei con me, vero nonna?. Vorrei tanto tenere la tua mano.






 
 
   
 
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