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Autore: Nunchan    24/11/2013    1 recensioni
La vita scolastica di quattro ragazzi cambierà totalmente grazie agli incontri che questi faranno.
Una longfic di coppia!
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Sorpresa
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti!
Siamo due ragazze che hanno deciso di iniziare questa fan fiction così, un giorno per caso. (?)
Insomma, questa fan fiction tratterà di due coppie che per ora non sveleremo, perché siamo troppo malvage. O forse perché non ne abbiamo voglia.
In ogni caso troverete dei font diversi all'interno del capitolo poiché abbiamo voluto distinguere così i personaggi. Ognuna di noi si baserà su una coppia...
E nulla, speriamo che sia di vostro gradimento ; ;
Buona lettura!



 


‘ Wake me up when September ends..’
Canticchiava mentre teneva stretto un pesante libro tra le mani.
Quel ragazzo dai capelli neri corvino in effetti non aveva tutti i torti. Avrebbe preferito di gran lunga saltare Settembre e frequentare quella scuola anche d’Agosto, piuttosto che sentirsi fissato per tutti i trenta giorni che componevano quel mese.
A dirla tutta gli sguardi attirati dal suo essere alto un metro e ottantasei, dal fatto di avere i capelli sempre fermi al proprio posto e i vestiti sempre ordinati non gli dispiacevano. O meglio, non gli dispiacevano quanto i continui attacchi di chi, col cervello più piccolo di una gallina, prendeva le sue caratteristiche come oggetto di continue prese in giro.
Essere chiuso nell’armadietto, ritrovarsi con scritte offensive sul suddetto, ritrovarsi da solo durante l’ora di pranzo era ormai una routine per il giovane cinese.
O almeno, lo era stato fino a quel momento.

Passo sicuro, giacca di pelle, circondato da tre o quattro amici fidati. Poteva essere considerato tranquillamente il bullo della scuola, quello più figo di tutti, quello che al solo salutare qualcuno suscitava mille urletti e stupide sceneggiate.
Ed è vero, o almeno lo era stato. Stufo di far prevalere la forza al cervello, il giovane dai tratti del viso delicati ma dal pugno duro, era passato dalla parte del ‘bene’.
Una trasformazione radicale, forse fin troppo, che aveva avuto inizio qualche settimana prima.
Si era trovato di fronte ad un gruppo di bulletti da niente, bambini stupidi e senza nemmeno un po’  di organizzazione. Eh sì, perché c’erano bulli e bulli.
Fatto sta che se la stavano prendendo con un ragazzo che, anche solo per via dell’altezza, avrebbe potuto scacciarli con un soffio. Ma non stava opponendo resistenza. Limitava a pararsi con le mani e a tenere con lo sguardo basso.
La cosa aveva suscitato in lui un istinto di protezione così forte da costringerlo ad avvicinarsi e a far scappare quei quattro mocciosi solo con la sua presenza.
‘ Grazie.’ Aveva sussurrato timidamente quel ragazzo. Quello era stato l’inizio di tutto.
Come si sa, allontanarsi da un certo gruppo comporta delle difficoltà. Gli ex ‘amici’ del bullo avevano infatti sparso la voce che fosse omosessuale.
Una cosa comune tra giovani, se non fosse per un piccolo particolare : lui lo era sul serio.
Aveva litigato con i genitori, era persino scappato di casa, e nel piccolo appartamento da studente in cui viveva aveva imparato a negare, a costruirsi una corazza di ferro.
Corazza che a quanto pare stava per essere distrutta.

Aveva scoperto che sentirsi protetto non era così male.
Di certo adesso non andava in giro con testa alta e petto in fuori, ma almeno sapeva di essere soggetto un po’ meno a fenomeni a cui era abituato. Ma tutto aveva un prezzo.
Se prima era abituato a sentirsi escluso, adesso era abituato a sentir sussurrare cose sul conto suo e del ragazzo che con tanta premura lo proteggeva.
‘’Secondo me stanno insieme.’’ ‘’ Che schifo, che almeno nascondessero ‘sta cosa.’’ ‘’ Qualcuno li allontani dalla scuola.’’
Ma lui sospirava e stringeva i pugni.
Non sapeva, però, che avesse reso quel ragazzo dal cuore congelato suo amico.






La lezione era già iniziata da un paio di minuti e il ragazzo non aveva ascoltato neanche una parola di quello che l’insegnante aveva detto fino a quel momento, essendo troppo impegnato a vagare tra i suoi pensieri. Era seduto tra gli ultimi banchi della fila vicino la finestra e in quel momento era intento ad osservare fuori, senza vedere davvero ciò che aveva avanti agli occhi scuri.

 
Era bello, ricco e intelligente.
Il ragazzo più popolare di tutta la scuola. Chiunque tra le ragazze avrebbe dato di tutto solo per vedere un suo sorriso. E lui le accontentava sempre, ogniqualvolta che ne beccava una che lo fissava, che fosse stato in aula, in palestra, tra i corridoi…
Era il più bravo per quel che riguardava lo studio: probabilmente era lo studente migliore di tutto il suo istituto e per questo era amato anche dagli insegnanti.
Era il capitano della squadra di basket, la sua squadra lo amava, lo proclamavano il miglior capitano di sempre.
Era sempre circondato da persone che si autodefinivano suoi amici, che gli gironzolavano sempre intorno, facendogli complimenti anche quando non faceva nulla.
Il problema era che il ragazzo odiava la confusione. Amava invece starsene in solitudine, per i fatti suoi, senza che nessuno lo disturbasse.
Non aveva mai avuto un amico, e non sentiva il bisogno di averne uno. Cambiava ragazza l’una dopo l’altra, ma non ne aveva mai amata nessuna. Non sapeva se lo faceva per farle felici quando si dichiaravano, oppure semplicemente per dimostrare agli altri che aveva interessi come un qualsiasi altro ragazzo della sua età.
Tutta la sua vita, in presenza degli altri almeno, era una recita, una farsa. Tutta finzione. E nessuno lo aveva mai capito. Si comportava esattamente come gli altri volevano che si comportasse, finendo per essere amato da tutti. Ma nessuno aveva mai conosciuto il suo vero carattere. Per lui non era un problema, egli stesso aveva voluto questo.

 
Le cose però, erano destinate a cambiare.
 
Esattamente in quel momento, in un'altra classe, la porta si aprì e un ragazzo abbastanza basso entrò nell’aula provando a non fare il minimo rumore. Il suo banco era l’ultimo vicino la porta, proprio perché, essendo sempre in ritardo, era facile da raggiungere. Si sedette e si lasciò andare ad un sospiro di sollievo: anche quella mattina era riuscito ad non essere beccato.
 
Era bello, gentile e ingenuo.
Aveva molti amici e tutti lo adoravano. Andava d’accordo con tutti e non si arrabbiava mai per nessun motivo. Odiava la solitudine e se fosse dipeso da lui, avrebbe passato tutto il giorno con il suo gruppo di amici.
Adorava la folla, la confusione ed era semplicemente iperattivo.
Aveva sempre un sorriso felice sulle labbra, anche se nascondeva molto bene tutta la tristezza e il dolore che la vita gli aveva riservato. Aveva preferito metterci una pietra sopra, cercare di non pensare più al passato, per quanto poteva, ed andare avanti. Veniva ferito facilmente dagli altri, e non aveva mai fatto del male a nessuno.
A scuola non era un genio, ma alla fine riusciva sempre a passare l’anno.
Viveva una vita apparentemente piuttosto tranquilla e stava bene così. Adorava i suoi amici, e non avrebbe desiderato nulla di meglio.
A scuola arrivava sempre in ritardo e spesso inventava le scuse più assurde, come ‘Sono stato rapito dagli alieni’ oppure ‘Ho fatto tardi e il treno non mi ha aspettato!’
Per questo faceva sempre ridere i suoi compagni e anche se si beccava una ramanzina dalla professoressa di turno, non si interessava più di tanto.
 
Ma l’incontro tra questi due ragazzi, l’uno l’opposto dell’altro, cambiò totalmente le loro vite.



 
  
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