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Autore: Achamo    25/11/2013    1 recensioni
Un giorno, alle prime luci, Cappuccetto Rosso venne trovata in una pozza di sangue rappreso, accanto ad un coltellino proprio nel suo pezzetto di strada, il suo solito luogo di lavoro. La polizia si era subito attivata, ricostruendo la vicenda tramite testimoni e colleghe della donna. Una in particolare attirò l'attenzione degli investigatori, una cara amica, a detta sua, di Cappuccetto Rosso.
«L'ho vista litigare con un uomo ieri sera!» Urlava, dimenando le braccia in aria, sconvolta dalla morte violenta della donna.

Per questa giornata contro la violenza sulle donne, ho deciso di scrivere una One-shot ispirata ai racconti gialli di C. Lucarelli. Spero di non offendere la sensibilità di nessuno e di aver colto l'essenza dello scrittore. Buona lettura!
Genere: Dark, Drammatico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Rosso di sera


La nostra protagonista la chiameremo Cappuccetto Rosso. Rosso perché questa è una storia intrisa di sangue femminile, ma anche del verde del denaro e del bianco di polveri inebrianti. Una storia all'italiana, con i tipici colori della bandiera. Un giallo che riguarda una giovane prostituta e il suo “pappone”, com'è volgarmente chiamato, e che noi denomineremo Lupo.
Cappuccetto Rosso era una donna sui vent'anni, capelli ramati tinti, le unghie sottili e finite, opera di un'esperta in manicure, le labbra carnose e scarlatte. Giovane e piena di vita, si prostituiva su una strada provinciale di Milano esibendo le cosce languide e bianche a chiunque decelerasse in sua prossimità. Lo faceva per denaro, per pochi euro, a stento arrivava a sessanta pezzi a serata, dei quali la metà andava al Lupo. Era sfruttata, perché ancora in erba e soprattutto troppo fredda per soddisfare quel tipo di clientela. Di giorno lavorava come cassiera in un piccolo market fuori Milano, ricevendo più insulti che soldi, di notte si esibiva sul suo piccolo pezzetto di guardrail per uomini libidinosi e dalle mani leste.
Un giorno, alle prime luci, Cappuccetto Rosso venne trovata in una pozza di sangue rappreso, accanto ad un coltellino proprio nel suo pezzetto di strada, il suo solito luogo di lavoro. La polizia si era subito attivata, ricostruendo la vicenda tramite testimoni e colleghe della donna. Una in particolare attirò l'attenzione degli investigatori, una cara amica, a detta sua, di Cappuccetto Rosso.
«L'ho vista litigare con un uomo ieri sera!» Urlava, dimenando le braccia in aria, sconvolta dalla morte violenta della donna.
Accertamenti e ulteriori indagini si fecero spazio nel giorno che seguì. Le testimonianze erano numerose per un caso che coinvolgeva una giovane prostituta, e gli investigatori quasi faticavano a collegare volti, orari e vicende prima dell'accaduto. Cappuccetto Rosso, nonostante fosse poco esperta, aveva un'ampia clientela. Forse perché era bella e giovane, forse perché il colore scarlatto dei capelli ha sempre destato i desideri carnali più reconditi di un uomo, o forse perché Cappuccetto Rosso aveva tra le mani qualcosa di molto prezioso.
La maggior parte della clientela che frequentava apparteneva al mondo della cocaina, dei pusher e dei tossicodipendenti. Cappuccetto Rosso guadagnava poco denaro ma molte dosi ben tagliate, che segretamente e gelosamente custodiva lontane dagli occhi del Lupo. Le consumava con i clienti, facendosi un'ottima pubblicità ed ampliando la cerchia. Il medico legale ne aveva trovata una concentrazione notevole nelle vie respiratorie ed ulteriori esami chimici ne avevano evidenziata sullo specchietto che usava per truccarsi prima e durante il lavoro serale.
«Quello stronzo voleva la sua parte, l'aveva sempre minacciata dicendole che se non avesse obbedito l'avrebbe punita.» L'amica, la collega, di Cappuccetto Rosso parlò ancora in un secondo interrogatorio, riferendosi al Lupo, un uomo brutale e avido. Per lui i soldi erano un'ossessione e quelle buste colme di cocaina rappresentavano un guadagno facile e pulito. Non maneggiava direttamente la droga, bensì la rivendeva dopo averla ricevuta come quota dalla sua prostituta rossa.
Un ulteriore testimone si presentò in commissariato, raccontando di ciò a cui aveva assistito. Era una sera come un'altra, aveva voglia di divertirsi e un bel gruzzolo nel portafogli. Decise di spenderlo per soddisfare qualche desiderio sessuale represso, perciò si avvicinò con l'auto alla giovane. Abbassò il finestrino, ma non riuscì a proferire parola. Un uomo, alto e dal viso pallido, puntava un coltellino lucente alla gola della giovane.
«Lui non mi vide, ma io vidi lui!» Finalmente un testimone chiave.
Il Lupo venne fermato e riconosciuto dal principale testimone, quell'uomo libidinoso che per una sera di follia ne avrebbe trascorse mille insonni. Accuse, testimonianze, impronte e movente corrispondevano all'uomo che dava quel minuscolo pezzetto di strada a Cappuccetto Rosso. L'aveva uccisa, brutalmente per la sua quota e in tribunale, durante il processo, aveva chiesto al P.M. : «Se lei avesse dato una casa in affitto e non venisse pagato, che farebbe?»
Il Lupo era stato incarcerato subito dopo il processo, mentre la giovane Cappuccetto Rosso riposava sepolta nella terra umida, all'ombra di un mazzo di garofani scarlatti, i suoi fiori preferiti.


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Achamo & il suo inutile monologo...

“Spero di non aver urtato la sensibilità di nessuno e di aver partecipato all'iniziativa di questa giornata, un no alla violenza sulle donne... tutti dovremmo poter camminare tranquilli per le strade della nostra città, del nostro paese, senza doverci voltare per guardare chi ci lancia occhiate di fuoco o chi ha cattive intenzioni. Liberi di vivere senza paura!
La storia è totalmente inventata ed ho cercato di cogliere lo stile di Lucarelli (spero di esserci riuscita). Grazie per aver letto!”




   
 
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