L'ambulanza correva per le strade di Amburgo nel cuore della notte con a bordo l'Ispettore Melanie Hansen, ferita da un colpo d'arma da fuoco al torace, tutti convinti che fosse stato Mattes Seeler, partner di Melanie, assistita dal Paramedico di colore Helen Anneza, che aveva da poco intrapreso una relazione con la bionda poliziotta ed assieme a loro era salito proprio Mattes, anch'esso ferito lievemente alla testa ed alle mani.

Arrivati all'EKH, mentre Helen chiedeva se la terapia intensiva fosse libera, si avvicinarono subito l'infermiera Frauke Prinz e la dottoressa responsabile del Pronto Soccorso Jasmin Jonas, che sgranò gli occhi verdi quando vide le condizioni in cui versava Melanie.

"Vieni con me, Mattes! Sai che non puoi entrare."

Frauke fece molta difficoltà ad allontanare il giovane, ma anche lui necessitava di cure e riuscì a convincerlo; invece, in terapia intensiva, Helen faceva di tutto per aiutare Melanie, cercando persino di prevaricare Jasmin.

"Coraggio, svelti! Insomma, volete muovervi?!"

"Helen, per favore esci! Ci pensiamo noi!" Disse con autorità Jasmin ed Helen, scorgendo il fuoco negli occhi verdi della mora dottoressa, mosse qualche passo indietro e poi uscì dalla sala, mettendosi a piangere e pregando mentalmente ogni Dio affinchè salvasse Melanie, l'amore della sua vita.

Dal canto suo Mattes, al quale era stata presa la pistola dai colleghi Hans Moor e Franzi Jung, andò proprio con costoro a cercare il vero colpevole, ma non sarebbe stato facile, perchè doveva anche affrontare una seduta psichiatrica con Phillip Rost, marito di Franzi col quale non andava d'accordo, visto che lì Melanie era in ottime mani.

E dopo un paio d'ore, l'intervento finì e Jasmin la fece portare in una stanza dall'infermiera di sala, mentre lei sarebbe andata nel suo ufficio per telefonare a suo zio Martin, ovvero il Commissario Capo del Distretto 21 e superiore di Melanie, per informarlo delle condizioni della sua sottoposta.

"Oh, Jasmin!" Disse subito Martin, quando rispose "Come sta Melanie?"

"Ho fatto tutto il possibile. Ora tocca a lei lottare. A proposito, ho estratto il proiettile e posso dire che è un 9 millimetri."

"Franzi e Hans sono lì, consegnalo pure a loro. Ma tutto questo è strano!"

"Infatti! Comunque, se ci sono novità ti chiamo."

"D'accordo! Più tardi veniamo a trovarla." Disse Martin, poi entrambi riattaccarono e Jasmin fece per andare nella stanza di Melanie ma, visto che trovò prima Franzi ed Hans, andò a consegnare loro il proiettile.

Nella stanza di Melanie, Helen era seduta sulla sedia accanto al lettino e teneva la mano sinistra della poliziotta tra le proprie, accarezzandole le nocche e, qualche minuto dopo, la bionda aprì gli occhi, notando Helen al suo fianco.

"Ehi! Come ti senti?"

"C-Cosa mi è successo?"

"Ti hanno sparato. Non ricordi?"

"Sparato?" Ripetè Melanie, quasi confusa ed Helen le accarezzò la gamba sinistra, sorridendole con la dolcezza tipica di chi prova amore.

"Andrà tutto bene, tesoro, vedrai."

"Perchè non sento la tua mano? Perchè??"

"Ehi!" Fece Jasmin, entrando nella stanza, ma entrambe la ignorarono e la mora scorse il fuoco negli occhi della poliziotta.

"Non è nulla! Tra un paio di giorni camminerai di nuovo."

"Non mentirmi, Helen!" Gridò la bionda.

"Calma, respira con calma." Disse Jasmin, accarezzando la spalla destra di Melanie, che iniziò pian piano a calmarsi, mentre Jasmin fissò il Paramedico "Posso parlarti?" Chiese, uscendo dalla stanza "Così non va, Helen!"

"Come sarebbe a dire? Non capisco! Ho fatto cambio di turno con Haase, per stare con lei!"

Jasmin sgranò gli occhi "Almeno le stai dicendo la verità?"

"Non sappiamo nemmeno noi cos'ha! Dovrei dirle che potrebbe essere rimasta paralizzata dalla vita in giù, perchè non sappiamo se è il gonfiore dell'operazione o se i nervi sono irrimediabilmente danneggiati??" Ringhiò la donna di colore.

"Io conosco Melanie da sei anni, ormai e preferisce la verità detta in faccia!"

"Anch'io la conosco bene! Non dirmi cosa devo e non devo fare!" Ribadì il Paramedico e Jasmin rimase di sasso e, quando Helen ritornò da Melanie, si trovò gli occhi della poliziotta addosso ma, come se nulla fosse, prese la cartella per prenotare il pranzo.

"Helen, io... Io non posso..."

"Come non puoi? A cosa ti riferisci?"

"A noi... A tutto questo..."

"Come? Credevo stessimo bene insieme!"

"Si, ma io voglo accanto qualcuno che sappia dire la verità. Bella o brutta che sia!"

"Qualcuno come la dottoressa Jonas?" Chiese Helen, rammentando le parole di Jasmin e la poliziotta scorse dolore negli occhi scuri del Paramedico, che iniziò a piangere lievemente.

"Mi dispiace tanto..."

"No, ho capito benissimo!" Disse Helen, andandosene e più tardi entrò Jasmin ritornò da Melanie per farle il test del dolore e vedere se avesse riacquistato l'uso delle gambe; mentre Jasmin tentava, pungendola, Melanie notò che fuori dalla stanza c'erano Mattes, nel frattempo scagionato, assieme a Franzi, Hans, Wolle, Martin e Frauke.

"Ouch!!" Gridò all'improvviso la poliziotta e, ai sorrisi di Jasmin, s'aggiunsero quelli di Melanie e dei suoi colleghi.

"Sono felice di sentirtelo dire!"

"Già! Senti, Jasmin, faresti una cosa per me?"

"Del tipo?" Chiese la mora, ricoprendole le gambe, poi la fissò.

"Me lo daresti un bacio?" Domandò la bionda e la dottoressa, sorridendole, anche se presa un po' alla sprovvista, s'avvicinò al lettino.

"Soltanto uno?"

"Il primo di una lunga serie, spero!" Ribadì Melanie con un filo di malizia, prima che le sue labbra trovassero quelle di Jasmin, colpendo non poco i colleghi fuori dalla stanza, specialmente Martin, zio della dottoressa e persino Helen, da poco arrivata e che mai aveva capito di non possedere il cuore di Melanie, perchè era già destinato da ben sei anni ad una persona molto speciale.