Non riusciva più a piangere, anzi, a dire la verità s’era proprio scocciato.
Il dolore stava lasciando il posto alla rabbia.
Quel fottuto bastardo. Non faceva che ripetergli che l’avrebbe abbracciato finché lui avesse voluto, che ci sarebbe stato per sempre...
Strinse i pugni. Non l’avevano ucciso. Non aveva fatto un incidente.
Si era distrutto con le proprie mani, pur sapendo quanto avesse bisogno di lui.
Ah sì, lo sapeva, indubbiamente. Per essere sveglio, era sveglio: capiva tutto al volo, se si trattava dei sentimenti altrui.
I propri, invece, erano per lui un mistero.
John, alla fine è colpa tua. Sei stato tu ad aver riposto la tua fiducia nella persona sbagliata. Sei stato tu ad essere così infinitamente idiota da trovare proprio in quel pazzo la tua perfetta metà, da desiderare solo il suo conforto, da ridere solo alle sue stupidaggini.
Sei stato tu ad innamorarti di lui, in fondo.
Queste lacrime sono il prezzo da pagare per aver troppo amato la persona sbagliata nel momento sbagliato.

Un momento, John. L’amore non è mai sbagliato.
E allora perché fa soffrire così, eh? Sai spiegarmelo?
Perché, altrimenti, non sarebbe amore.
Comodo parlare così, per te. Intanto sono io quello che si dispera. Non hai pensato a me, mentre...
Io ho resistito finché ho potuto, te lo giuro, e non l’ho fatto per altri che per te e anche per la band, perché io vi amavo davvero. Ma tu avevi - e hai - un enorme vantaggio su di me.
Sentiamo. Sarebbe?
Tu ami anche te stesso. Tu non hai dentro la voragine che mi ha divorato per anni.
Allora eri un bugiardo, quando dicevi che io ero tutto quello di cui avevi bisogno per essere felice.
No, non mentivo, lo eri davvero. Io con te ero davvero felice, ma c’era dell’altro. Il punto è che nessuno avrebbe potuto tappare quel buco. Nemmeno tu. Se anche non fossi morto fisicamente, per te non ci sarei stato più, capisci?
No, non capisco!
Io stavo morendo dentro, lentamente, inesorabilmente. Sono sempre stato un pazzo, lo sai, ma ero arrivato al punto di non sopportare più la mia stessa follia.
Ma, se non ti fossi ucciso, perlomeno io avrei potuto vederti, abbracciarti, prenderti a pugni perché sei un coglione e lo sai. Non chiederei altro!
Fidati, è stato meglio così. Ti ho evitato di assistere al mio totale declino, almeno. Ho evitato di schiacciarti col peso delle mie ombre, ho evitato di rendere neri come i miei i tuoi occhi chiari.
Avanti, adesso dimmi che dovrei anche ringraziarti!
Oh, no, non posso dirlo. Ma tu devi ringraziare te stesso, perché non avresti potuto amare la persona più giusta nel momento più adatto. Non avresti potuto fare da àncora di salvataggio a persona che più ne aveva bisogno di me, non avresti potuto trasmettere la tua sicurezza a persona più insicura di me, non avresti potuto calmare persona più turbolenta di me, non avresti potuto riporre la tua fiducia in persona che l’avrebbe custodita con più dedizione di me.
Tu eri giusto per me, John.
Io non ero giusto per me stesso.

E' molto particolare come fanfic, lo so. Forse non piacerà, ma voglio provarci lo stesso. Precisazione necessaria: quando dico che Keith "si è ucciso", non intendo - ovviamente - un suicidio volontario, conosco la sua storia; faccio riferimento a tutto l'insieme di comportamenti distruttivi e autodistruttivi che ha sempre messo in atto. Non ho messo slash come avvertimento, perché non considero tale questa storia, benché si parli di "amore": del resto, non esiste solo l'amore fra due amanti, ne esistono di infiniti tipi. Anche l'amicizia è un tipo d'amore, no? ;)
Spero vi piaccia e che qualuno abbia voglia di farmi sapere che ne pensa.