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Autore: _nihonjin_    26/11/2013    3 recensioni
Mi guarda negli occhi. “Vuoi sapere la sorpresa?”
Eh, sì e che cazzo. Sono venuta dal Giappone fino a Londra! “No, guarda ho percorso più di novemila chilometri solo per farmi una simpatica passeggiata nel centro di Londra e per comprare quella maglia che vidi quel lontano quattro aprile millenovecento cinquanta nel negozietto in fondo alla strada, sai quello che a Natale metteva le decorazioni color oro e argento…” Inizio a blaterare.
Non noto neanche che sta diventando tutta rossa, non so se per la vergogna o per la rabbia. Fatto sta che Niall mi da una gomitata nelle costole. Smetto subito di parlare. Sto per girarmi verso di lui e riempirlo di parolacce quando improvvisamente Mariateresa urla.
“TRA DUE MESI MI SPOSO.”
Giro lentamente la testa nella sua direzione. Non respiro neanche, talmente sono sconvolta. “Oddio, e con chi?!”
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia è il continuo di
E se io facessi Sherlock Holmes e tu Watson?

…Ross in London?
 
E porca carota, non è possibile che mi sia già persa.
Insomma, quale ragazza sana di mente si perde per delle strade che ha percorso migliaia di volte? Solo io, ecco.
Londra…me la ricordo ancora. In ogni singolo dettaglio. Okay, no, sto scherzando. Non me la ricordo per nulla dato che mi sono persa.
Ma perché nessuno è venuto a prendermi all’aeroporto? Merda, merda, merda.
Mi guardo intorno cercando un elemento della città che mi faccia rammentare. Aspetta, ma lì non c’era un ristorante? E perché ora c’è un canile?!
Sospiro e butto l’occhio affranta su un ragazzino con le cuffie sulle orecchie. Mi avvicino a quest’ultimo e gli picchietto sulla spalla per farlo uscire dallo stato comatoso in cui si trova. Lui, per tutta risposta, con uno sguardo che potrebbe fulminare persino Chuck Norris, si toglie una cuffietta.
“Yes?”
Yes? Perché ha…
Ah, ma aspetta. Questo parla inglese. Okay, no problem. Ci ho vissuto per anni a Londra, figurarsi se non mi ricordo la lingua.
“Excuse moi…no, cazzo questo è francese…scusa, sai per caso se…” Ammazza oh, come mi ricordo l’inglese.
Quello mi fissa stranito.
“Sorry…uhm, you…non, cioè…come minchia si diceva?”
Rifletto un secondo sulla frase corretta da formulare. Mi ci vuole solo un po’ di tempo, che aspetti quell’insulso plebeo.
“Ai tont spik inglisc!” urlo, finalmente soddisfatta, dopo un’evidente lunga riflessione.
Guardo davanti a me, ma il ragazzino con c’è più. Scruto bene anche intorno la mia persona ma è sparito. Si è smaterializzato forse. Cavolo, voglio averla anche io questa abilità.
Forse la cosa giusta da fare è entrare in un bar, bere qualcosa, che so, magari un bicchiere d’acqua fresca e chiamare Mariateresa, la mia unica ancora di salvezza in questo mare di disperazione e indecisione. Sì, sono diventata una poetessa. E sì, mi sento intelligente. Più di quanto io sia in realtà, ma dettagli.
Mentre cammino spedita verso un mini-bar chiamato “di nome e di fatto” (ma che cazz…) dall’altra parte della strada, sento cadermi sulla testa un paio di gocce d’acqua e in men che non si dica un’intera cascata mi si riversa addosso. Ci voleva pure la pioggia, miseriaccia.
Apro l’ombrello che per fortuna mi sono ricordata di portare. Finalmente una cosa buona l’ho fatta oggi.
Un taxi. Devo solo chiamare un taxi, che sarà mai? Eccone uno che passa proprio davanti a me e si ferma pochi metri più avanti. Noto che anche un tizio ha adocchiato il veicolo.
E no, porco porcospino in calore, il taxi è mio. Non ho intenzione di prendere l’autobus! Vuoi la guerra babbano? E che guerra sia.
Inizio a correre, per quanto i tacchi alti me lo permettano, con lo scopo di entrare per prima nell’auto nera, ma neanche il tempo di raggiungere la maniglia della porta che un tizio in felpa e cappuccio mi si spalma completamente addosso e mi fa perdere l’equilibrio.
Io lo ammazzo, lo trucido, gli butto la testa nel finestrino! Deve solo provarci a scusarsi, lo uccido!
“Ma che cazzo, babbeo rincoglio…” Parto in quarta ma mi blocco improvvisamente trovandomi a fissare due intensi occhi azzurri, occhi che conosco fin troppo bene e che sono stati molte volte protagonisti dei miei sogni e talvolta anche incubi la notte.
Piega un po’ di più le ginocchia e mi ritrovo il suo viso a pochissimi centimetri dal mio. “Ti sei fatta male?” Mi chiede non riconoscendomi evidentemente.
Davvero non si ricorda più di me?
“I-io…non è nulla.” Rispondo, allontanandomi di scatto da lui. Poggio una mano a terra e con una spinta mi rimetto abilmente in piedi. Non è da me tutta questa agilità.
“Ross?” Esclama stupito.
“Niall?” Dico con tono ovvio e sarcastico. Mi guarda basito, con la bocca aperta in una specie di grande O. “Peni invisibili…” Sussurro ridacchiando.
Il biondo richiude subito la bocca e mi fissa, ancora.
Ormai il taxi è andato via ed io mi ritrovo inzuppata fradicia, infreddolita, col cuore che va a mille e lo stomaco in subbuglio. “Felice di averti incontrato, nano irlandese.” Prendo l’ombrello che è caduto a terra e lo riporto sulla testa. Mi volto alzando una mano in segno di saluto e faccio un passo avanti quando Niall mi ferma delicatamente per un braccio. Nonostante la presa sia leggera, non riesco a non sussultare al suo tocco.
“Ehi, aspetta.”
Mi fermo. “Scusami, non volevo venirti addosso. Sono scivolato.”
“Non ti preoccupare.”
Lui sospira e posso vedere chiaramente che è turbato. Ci guardiamo negli occhi ancora per un po’, marrone contro azzurro. Faccio spallucce. “Se vuoi possiamo guardarci ambiguamente.”
Ride. E oddio, ha la risata più bella del mondo.“Non lo perdi mai il tuo…” si ferma per cercare la parola adatta.
“Il mio essere costantemente acida e antipatica?”
“Stavo per dire umorismo!”
Umorismo? Ma, non mi pare di aver fatto una battuta. Bah, chi lo capisce è bravo.
“Comunque sia.” Continua scrutandomi attentamente. “Sei venuta per sapere la sorpresa di Mariateresa?”
“Wow, hai fatto la scoperta dell’acqua calda!”
Sorride. Ma non fa un po’ troppo caldo ultimamente? No, perché mi sto completamente sciogliendo sul marciapiede.
La soluzione è Kilocal donna! Per diminuire le vampate di calore!
“Sarei uno stronzo se non ti dessi un passaggio fino a casa sua.”
“In effetti, sì.”
“Quindi senza fare complimenti, sali in macchina.”
Non avevo mica intenzione di farglieli i complimenti. Mah.
Scuoto il capo, ma non riesco a non essere felice e triste insieme. Ho ancora una cotta enorme per Niall? No, non diciamo sciocchezze.
Faccio un respiro profondo ed entro nella gigantesca auto del nano, e con mio immenso piacere (si fa per dire) capisco che per davvero questo tizio spara i soldi dal culo.

“Beh? Non mi chiedi niente?” Niall spezza l’imbarazzante silenzio che si era formato dieci minuti fa.
Lo guardo alzando un sopracciglio, confusa. “Cosa dovrei chiederti?”
“Non si risponde ad una domanda con un’altra domanda.” Mi fa notare.
Oh, allora scusa. Sei meglio te.
Alzo le spalle e prendo a girarmi il cellulare tra le mani, nell’imbarazzo più completo.
“Non vuoi sapere nulla sulla sorpresa?”
“Certo che no!” Esclamo, stizzita. “Deve darmela Mary, non tu!”
“Sei strana.” Dice solamente ed io faccio una smorfia.
Se vuole parlare e blaterare faccia pure, tanto non lo ascolto.
“Allora…come stai?”
“Bene, nano. Sai, ultimamente sono cresciuta di un paio di centimetri. Ma non si può dire la stessa cosa per te, anzi. Sembra che ti sia rimpicciolito.”
Ridacchio falsamente guardandolo di sottecchi.
Lui sbuffa e frena bruscamente davanti il semaforo. Mi sbilancio in avanti e ringrazio Dio di non essere finita con la testa nel vetro.
“Ma spari solo stronzate? E per l’amor del cielo, metti quella cazzo di cintura!”
“Okay, okay…” Farfuglio.
I suoi occhi sono fermi sulla strada. Le nocche sono diventate bianche per la stretta troppo forte sul volante. “E’ incredibile come tu mi faccia uscire fuori di testa.” Sussurra più a se stesso che a me.
Il mio cuore continua a fare capriole e sembra non volerla proprio smettere.
“Pare che tu non sappia difenderti da una ragazza.”
“Da una ragazza stronza.” Specifica amaramente, ma poi mostra come al solito la fila di denti bianchissimi. Mi lascio sfuggire l’ennesimo sospiro.
“Niall, quando scendiamo, salutami per bene.”
Mi fissa curioso per un attimo. Possibile che debba sempre spiegargli tutto?
“Nel senso, che voglio un abbraccio e un “ciao”, come si fa tra persone normali.” Spiego, sentendo le guance andarmi a fuoco.
Non sono affatto pentita di avergli fatto una richiesta del genere. Cosa c’è di male nel voler essere normali? Nulla, quindi, voglio il mio abbraccio. Lo merito, cazzo, dopo due anni passati nella solitudine.
Ride e non riesco a capirne il motivo. “Sei ancora innamorata di me, non è così?”
Eh? Ma che cazzo sta dicendo?
“Come, scusa?”
“Dai, ammettilo.”
“Ma ammettere cosa?!”
“Che mi ami.”
Strabuzzo gli occhi e un improvviso istinto omicida mi travolge. Deve sempre tirar fuori argomenti sensibili! Non comprendo come riesca ad essere così fastidioso. Ancora.
Gli mostro la collana appesa al mio collo, una metà cuore. “Sono fidanzata.”
Questa volta è lui ad essere basito. Porta una mano tra i capelli e se li aggiusta. “Mi dispiace…”
“Non fa nu…”
“…per lui.” Urla e nuovamente scoppia in una fragorosa risata. Metto il broncio e sbatto un piedi a terra. Non è possibile che alla sua età sia ancora così terribilmente infantile.
“Fanculo, Horan.”
Ancora cala un pesante silenzio. Tutto sembra tranquillo, ma nella mia testa regna il caos totale. Gli ho detto una bugia immensa, ho usato la collana che divido con Mary come amuleto anti-Niall. Uhm…ripensandoci, dovrei farlo più spesso.
La vera e cruda verità è che sono stata mollata da un super sfigato quattro mesi fa per ovvi motivi. E cioè, perché sono troppo per lui: troppo bella, troppo intelligente, troppo chic!
No, non è vero. Mi ha piantata dicendo che “non lo amavo, che pensavo ad un altro” e bla bla bla. Tutte enormi stronzate. E’ vero che ho i miei difetti, avrebbe dovuto dirmelo, invece di sparare cazzate.
Niall si volta di nuovo verso di me dopo essersi fermato all’ennesimo semaforo. Picchietta nervosamente le dita sul cambio e sporge il labbro all’infuori. Mi fa una tenerezza gigantesca, i capelli spettinati, le guancie rosse e l’espressione del viso un po’ confusa.
“Davvero sei fidanzata?”
Domanda da un milione di dollari. Mi risulta difficile dirgli un’altra bugia, mi risulta difficile far finta che tutto stia andando per il verso giusto. Questa città mi fa male, ormai l’ho capito. Mi cambia completamente.
Prendo un bel respiro, pronta a mentirgli quando le mie labbra mi tradiscono sussurrando un flebile “no” come risposta.

Stringo fortissimo a me la mia migliore amica, fino a non farla respirare. Chiudo gli occhi e una lacrima di gioia mi sfugge. Sono stata troppo lontana da lei in questi ultimi anni. Mi è mancata tantissimo e finalmente dopo molto tempo è quasi come se un pezzo di una sorta di puzzle immaginario si rimetta a posto. La lontananza dalle persone che più si ama fa male.
 Quando ci stacchiamo mi sorride e mi pizzica la guancia.
“Ohw, best, non sai quanto ho sentito la tua mancanza. Per me sei come il miele per Winnie Pooh, lo sai, vero?” Le dico riabbracciandola.
Le do un bacio sulla guancia.
“Ross, ti voglio bene.”
“Anche io.”
Ci sediamo in salotto su delle poltroncine di pelle bianca. Finalmente Mary si è decisa a vivere insieme a Zayn. Hanno una casa gigantesca, devo ammetterlo. Sembra il labirinto del Minotauro. A proposito del nascondi-bombe. Dov’è?
“Dov’è Zayn?” Chiede Niall, indovinando i miei pensieri.
Mariateresa ci serve del succo di frutta alla pesca, il nostro preferito, e una fetta di torta al cioccolato ciascuno. Non risponde al biondo, gli lancia solo un’occhiata che non riesco a decifrare bene, ma sicuramente non è di rimprovero. Lui, invece di ribattere, rimane zitto e inizia a mangiare.
“Non rispondi?” Insisto.
Lei fa finta di niente e si siede di fronte a me. Mi guarda negli occhi. “Vuoi sapere la sorpresa?”
Eh, sì e che cazzo. Sono venuta dal Giappone fino a Londra! “No, guarda ho percorso più di novemila chilometri solo per farmi una simpatica passeggiata nel centro di Londra e per comprare quella maglia che vidi quel lontano quattro aprile millenovecento cinquanta nel negozietto in fondo alla strada, sai quello che a Natale metteva le decorazioni color oro e argento…” Inizio a blaterare.
Non noto neanche che sta diventando tutta rossa, non so se per la vergogna o per la rabbia. Fatto sta che Niall mi da una gomitata nelle costole. Smetto subito di parlare. Sto per girarmi verso di lui e riempirlo di parolacce quando improvvisamente Mariateresa urla.
“TRA DUE MESI MI SPOSO.”
Giro lentamente la testa nella sua direzione. Non respiro neanche, talmente sono sconvolta. “Oddio, e con chi?!”
“Con Zayn, testa di minchia!” Esclama Niall dandomi uno schiaffo dietro la nuca.
Ma la frase famosa ‘no alla violenza sulle donne” non gli dice nulla?
Sono…sbalordita. Mi alzo e le vado incontro, le accarezzo i capelli. “Prepareremo tutto per bene per la tua condanna a morte, tesoro.”
“Non è possibile che l’abbia presa così male.” Niall scuote il capo, rassegnato.
“Non l’ho presa male!” Ribatto, per poi pestargli il piede destro. Lui si contorce dal dolore. “E’ che…non me lo sarei mai aspettato. Tutto qui.”
Mary sorride. “Mi aiuterai con i preparativi, vero?”
“Certo che sì!” Urlo emozionatissima. Cavolo, è sempre stato il mio sogno fare la Wedding Planner! “Sarò una specie di piccola Enzo Miccio! Evvai!”
Il biondo mi fissa scioccato poi si rivolge alla futura sposina. “Te l’aspettavi questa reazione, non è così?”
“Già.”
Continuo a sclerare felice per tutta la casa, finché stanca non crollo sul divano dietro di me. “Sono esausta, troppe emozioni in una sola giornata. Prima Niall e poi tu..”
“Ehm, Ross…” Incomincia Mariateresa indicando con gli occhi il nano. Oddio…che cazzo ho detto?! Cancellate l’ultima frase!
“Stasera i ragazzi hanno un intervista i tv. Ti va di venire da me così possiamo…uhm, parlare?” Calca l’ultima parola ed io impallidisco. Annuisco.
“Quindi Niall.” Continua. “Ross ha fatto un lungo viaggio e si vede che ha bisogno di riposo. Perché non la porti nel suo nuovo appartamento?”
“Cosa?!” Grido guardandola malissimo. Alza le spalle mentre l’irlandese biondo che fa impazzire il mondo mi trascina via.
“Ci vediamo stasera, eh.” Mi dice facendomi l’occhiolino.
Sono nelle mani di Niall. Di nuovo. Oddio piango per sempre.










 

OMG, ROSS E TORNATA. 

Oddio quanto mi è mancato scrivere di Ross e di tutte le stronzate che dice. La settimana scorsa mi sono tipo detta: "ma perché non fai una OS con quello che succede dopo?" stavo già per mettermi al lavoro, quando ho capito che sarebbe stata esageratamente lunga. Per cui ecco qui, una nuova storia, completamente diversa dalla prima. Ora non è più tutto sui Larry ma finalmente sulla mia coppia preferita: Riall OuO
ehehehehe. Mi chiedo ancora come mi è venuto in mente di pubblicare una storia dato che sono occupatissima con la scuola, tanto che non ho neanche il tempo per respirare. Ma scrivere mi piace troppo e non posso farne a meno. Quindi invece di studiare bene bene bene il greco, scrivo. Se lo sapesse la mia prof. mi ammazzerebbe. Lol.
Comunque sia, se volete chiedermi qualcosa, sputtanarmi, prendermi in giro, rompermi le scatole, tutto quello che volete potete trovarmi qui:
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Tanti kizz :*
-Ross.
 

  
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