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Autore: Miargi    27/11/2013    1 recensioni
Di come Mael sia riuscito a rendere felice suo padre.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO PRIMO

 

Era un tranquillo e soleggiato giorno di maggio, il narciso tra i boschi era già fiorito e colorava con leggerezza il fondo del bosco. Tutta la natura si stava risollevando dall'inverno oramai alle spalle. Nuguli di uccelli coi loro vivaci cinguettii riempivano il silenzio della natura, piccoli gruppetti di ermellini si avvicinavano al villaggio attorno al castello e ogni tanto qualcuno di essi si poteva facilmente scorgere tra le rocce intento ad osservare i movimenti umani.

 

Mael era impegnato a seguire le lezioni di equitazione che gli venivano impartite dal fidato e massiccio scudiero Gosval, il quale con comandi burberi e impetuosi stava drizzando il carattere del ragazzo. Non che Gosval fosse una persona spietata ma sapeva che il miglior modo per far crescere un fanciullo con grandi responsabilità alle spalle fosse quello di fornirlo di una educazione giusta e severa ma senza alcuna licenza. Sapeva che Mael ardiva a molto e i caratteri ambiziosi hanno bisogno di solidi steccati per non perdersi nelle vie del mondo. Il ragazzo non sempre digeriva le sfuriate dello scudiero, e col carattere fiero che si trovava gli rispondeva a tono usando tutta l'arguzia che la sua intelligenza disponeva. Ma veniva riportato alla ragione da Gosval con secchi e sgarbati rimproveri.

 

« Basta mascalzone, per oggi hai fatto abbastanza. Vattene, via da me, fuori dalla mia vista.» urlò sorridendo Gosval « Io mi ritiro, tu fai quello che vuoi ricordati di non allontanarti troppo.»

 

Mael sorrise a Gosval, lo salutò con la sua voce argentata, e senza scendere da cavallo si diresse con impeto in direzione del bosco, dapprima prendendo una strada sterrata che dal villaggio si allontanava verso la periferia dove incominciava il bosco.

 

A Mael gli piaceva correre a cavallo, si sentiva nato per starci sopra. Da poco tempo, poi, gli sembrava che all'interno del bosco potesse riannodare dei fili interiori, sentiva una forte attrattiva per quel magico spettacolo della natura. Una natura affatto comune, tra alberi di quercia e faggi si stagliava una vita minerale bizzarra, grossi cumuli di pietre rotondeggianti creavano in alcuni punti scenari spettacolari, e dove l'acqua passava tra quelle pietre, in minuti torrentelli, creava piccoli bacini dove facilmente una mente anche non troppo avvezza alle fantasticherie avrebbe potuto immaginarsi fosse un posto ideale per vedere delle fate.

 

Suo padre rimaneva il suo grande dolore. I silenzi imperturbabili che oramai lo possedevano sempre più da quando la madre di Mael era morta, avevano creato tra lui e il padre un gelo che avvertiva col passare degli anni come insopportabile. Si sentiva di non avere alcun legame con il padre, lo considerava oramai uno sconosciuto e alle volte si stupiva di come invece tutta la servitù, e chi lavorava le sue terre, invece, lo tenessero così da conto. Forse, pensava tra sé, quando era nel pieno delle sue forze e felice mio padre doveva essere stata una persona straordinaria e ammirabile.

 

Proseguì per due ore trottando all'interno del bosco, poi vide che il cielo si stava annuvolando, intanto un vento gelido cominciò a sferzare. Nel giro di pochi minuti una fitta pioggia cominciò a cadere. Tanto fitta che a fatica si poteva vedere oltre un metro dal naso. Si diresse senza indugi verso una parete di roccia, dove esistevano delle piccole caverne in cui ripararsi. Aveva sempre avuto un leggero timore di quegli anfratti, ma non c'era altra possibilità per potersi riparare, gli alberi offrivano una scarsissima protezione.

  
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