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Autore: Kokky    03/05/2008    11 recensioni
Seconda classificata al primo concorso NaruHina indetto da Ayumi Yoshida e Ferula!
"La ragazza dai capelli corvini aveva visto un'altalena. Non era né particolare, né bella. Però volava verso il cielo [verso le stelle].
Così quel giorno si era seduta sul consunto gioco e aveva spinto con i piedi.
E ora volava, avvicinandosi all'universo, per poi tornare verso terra, per poi innalzarsi ancora."
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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        Au-dessus de la balançoire


[1347 parole]

 

 

Se sparissi quante persone se ne accorgerebbero?

 

 

Sorseggiò lentamente il tè verde bollente, soffiando nella tazzina di ceramica.

Frizionò le labbra umide con un fazzolettino di carta e poggiò la tazzina sul piattino, non producendo alcun rumore [e di certo se ne avesse fatto nessuno se ne sarebbero accorto].

Non aveva alzato gli occhi nemmeno una [effimera] volta. Era stata pacata ed educata per tutto il tempo [ed invisibile] e aveva sorriso a tutti i presenti con la sua solita gentilezza [di chi sorride ma non vede].

 

 

Se sparissi quante persone se ne accorgerebbero?

˜Nessuno, nessuno, nessuno!˜

 

 

Nella villa Hyuga c'era un laghetto che brillava con i raggi del sole. Hinata amava salire sul piccolo ponte che attraversa l'acqua. Lasciava penzolare le gambe scoperte e i piedi sembravano raggiungere il laghetto [ma non riuscivano mai a toccare l'acqua brillante].

Hinata non alzava mai lo sguardo al cielo, non guardava mai quel vasto e libero azzurro decorato da bianche nuvole [aspettava la notte e la Luna, la silenziosa Luna].

 

Nel buio della notte Hinata osservava le tacite stelle, algide nella loro bellezza [ma lei ne era attratta]. Sapeva che erano mille e ancora più Soli nella notte senza fine e che riuscivano a splendere di luce propria [riuscivano dove lei sbagliava].

Hinata Hyuga era come la Luna. Aveva bisogno di una stella per risaltare in tutta la sua bellezza [per avere più autostima], non irradiava da sola [gli sciocchi la ritenevano invisibile e sostituibile], non aveva abbastanza coscienza di sé.

Era così che la notte cercava il conforto della sua simile, la Luna.

 

Ma la Luna si sa... è amata dai sognatori che alzano lo sguardo fino a vedere il satellite sorridente. ˜Una madre, una meta, un dolce ricordo˜

 

 

Se sparissi quante persone se ne accorgerebbero?

˜Nessuno, nessuno, nessuno!˜

Ne sei certa, mia piccola Hinata?

 

 

A volte Hinata usciva dalla villa Hyuga.

Camminava senza meta per le strade di Konoha, attraversando il paese pieno di persone vocianti e allegre [che lei invidiava e non poteva capire]. Alzava gli occhi bianchi e guardava i volti sorridenti. Ricordava tutti le facce, le vedeva crescere... e quei volti scorgevano solo una figura bianca che rapidamente veniva dimenticata.

 

La ragazza dai capelli corvini aveva visto un'altalena. Non era né particolare, né bella. Però volava verso il cielo [verso le stelle].

Così quel giorno si era seduta sul consunto gioco e aveva spinto con i piedi.

E ora volava, avvicinandosi all'universo, per poi tornare verso terra, per poi innalzarsi ancora.

Dopo un po' si accorse di un suo coetaneo che aspettava di poter andare sull'altalena.

Aveva i capelli biondi e gli occhi azzurri [come il Sole ed il cielo], mentre un sorriso dolce affiorava sul volto abbronzato [come una luce nel buio].

Hinata frenò l'altalena e si scusò chinando il capo.

«No dai... stai! Ci vado dopo, non è un problema. Mi va bene anche guardarti.» disse il biondo ad Hinata, che stava per andarsene.

Lei arrossì. Era strano, era la prima volta che sentiva quel calore sulle guance [Era la prima volta che qualcuno la guardava davvero].

 

 

Se sparissi quante persone se ne accorgerebbero?

˜Nessuno, nessuno, nessuno!˜

Ne sei certa, mia piccola Hinata?

E quel biondino... non ti va bene?

 

 

Hinata ora usciva tutti i giorni dalla grande villa Hyuga. [Si allontanava dal freddo ghiaccio per andare dal caldo Sole]

Correva per le vie di Konoha non osservando più i mille volti che popolavano il villaggio. Correva e basta, sperando di rivedere un ragazzino esile e biondo, da magnifici pozzi azzurri.

[Le persone vedevano la mora dagli occhi bianchi farsi sempre più sorridente]

 

«Di nuovo qui! Che bello... giocare con te è sempre divertente.»

«Ah, si? G-grazie.» rispose lei, arrossendo di nuovo [le capitava sempre più spesso].

Il biondo aveva sorriso come al solito, illuminando tutto.

 

[Quante volte sorride davvero? Quante volte sorride per coprire il dolore?

Quante volte il suo è un vero sorriso? Quante volte è falso?

Quante volte sorride perché si sente di farlo davvero?]

 

«Dimmi. Giochiamo da tanto tempo insieme e non so il tuo nome. Come ti chiami, bambina?»

«H-Hinata... e tu come ti chiami?» sussurrò lei.

«Il mio nome è Naruto e un giorno sarò ricordato come Hokage!» disse lui, aprendo la sua bocca in un altro sorriso [uno vero stavolta].

Anche Hinata sorrise al sogno di Naruto.

 

 

Se sparissi quante persone se ne accorgerebbero?

˜Nessuno, nessuno, nessuno!˜

Ne sei certa, mia piccola Hinata?

E quel biondino... non ti va bene?

˜Si mi basta. Mi basta purché mi sorrida.˜

 

 

Naruto aspettava con ansia il pomeriggio, quando i grandi fanno la siesta e la città è silente.

La mattina si annoiava a morte. E piangeva e si disperava.                Solo. Sempre Solo.

Non vedeva niente nella sua catapecchia. C'erano cartoni di latte scaduto e piatti vuoti e sporchi, disordine da tutte le parti [ribellione contro quella vita]. Cosa c'era oltre la finestra?

Naruto passeggiava per le vie di Konoha. Si nascondeva dai volti curiosi e sprezzanti. Si riparava nella solitudine da quelle persone che lo odiavano chissà per cosa.

[Eppure erano loro ad averlo lasciato solo]

Naruto aspettava con ansia il pomeriggio.

Di pomeriggio c'è più fresco e riparo dalla calura opprimente.

Di pomeriggio si esce in strada e si va a giocare.

Di pomeriggio arriva Hinata con i suoi occhi bianchi, senza niente da ridire su di lui.

 

 

Se sparissi quante persone se ne accorgerebbero?

˜Nessuno, anzi ne sarebbero felici. Ma lei non vorrebbe.˜

˜Una persona che mi accetti. La voglio e sarà mia.˜

˜E' forse un sentimento troppo egoistico?˜

 

 

Hinata e Naruto si erano incontrati di notte, quando le lunghe ombre coprono tutto e modificano i lineamenti, mentre ogni rumore è accentuato dal silenzio solitario.

Lei era uscita di nascosto dalla villa e si era diretta al lago, guardando spesso indietro e con il cuore che batteva fortissimo.

Lui non aveva alcun problema, viveva da solo. Così era uscito e velocemente aveva raggiunto il lago di Konoha.

Si incontrarono subito [con lo sguardo si cercavano sempre, fra la folla e in mezzo al bosco, anime gemelle con una sola ala]. Si sedettero sul prato verde e rigoglioso, volgendo lo sguardo al cielo.

«Guarda, Hinata! Le stelle saranno miliardi!»

«Almeno loro non sono sole.» sussurrò impercettibilmente la ragazzina.

«Secondo me, Hinata... sei la più bella delle stelle.»

«No.» rispose lei, stupendo sé stessa e Naruto. «Io sono come la Luna e tu come il Sole.»

«Allora se io sono il Sole e tu la Luna, Hinata... tu sei mia complementare.»

«E' grazie al Sole che la Luna risplende, lo sai, Naruto?»

Naruto aveva sorriso, prima di rispondere debolmente “si”.

 

 

Se sparissi quante persone se ne accorgerebbero?

˜Nessuno, anzi ne sarebbero felici. Ma lei non vorrebbe.˜

˜Una persona che mi accetti. La voglio e sarà mia.˜

˜E' forse un sentimento troppo egoistico?˜

Non penso, Naru-kun. Credo sia umano...

quando ci si innamora di qualcuno.

 

 

Nuvole correvano veloci su per il cielo, coprendo e scoprendo pezzi di libertà.

Naruto osservava l'azzurro tanto simile ai suoi occhi, socchiudendo appena la bocca in un sorriso. Hinata gli stava accanto e lo fissava di sottecchi [era lui lo spettacolo da guardare].

Il ragazzo si voltò dopo qualche istante, sorridendo.

Gli occhi azzurri si specchiavano negli occhi bianchi. Hinata si ritrovò involontariamente a sorridere, mentre Naruto si chinava silenzioso sulla Hyuga.

Un bacio all'essenza di gelsomino bianco che caratterizzava Hinata, un bacio al gusto di Naruto, un misto di cioccolato e gelato alla pesca.

[Uniti da un nuovo e particolare sentimento.]

 

 

Amore.

Amore casto, puro, timido.

Amore ricambiato.

Amore trasformato in passione, desiderio, voglia.

Amore. Amore. Amore di due persone nate "sbagliate".

Ma in fondo chi è in grado di giudicare?

Amore e basta.

Amore che riempie la giornata, la mente, la vita.

Amore mai detto e finalmente svelato.

Bruno e Oro. Bianco e Azzurro.

Amore di angeli.

Amore pieno di sorrisi e fugaci sguardi.

Amour, Love, Amor, Amore.

 

 

Se sparissi quante persone se ne accorgerebbero?

˜Ma io non voglio sparire! Ho lei [lui] accanto.˜

˜La vita è troppo bella per scomparire.˜

˜L'amore è troppo dolce.˜

˜Grazie alla mia Hinata [al mio Naruto].˜

 






*^*^*^*

 

Note dell’autore: Questa fic è stata scritta ascoltando musica, molta musica (come mio solito)... cito i Beatles con All My Loving e Across the Universe; i Pink Floyd con Wish You Were Here; i Fall Out Boy con Thanks for the Memories e i Green Day che mi accompagnano sempre.

Devo ribadire che, purtroppo, Naruto e Compagnia bella non sono miei, ma di Kishimoto sensei.

Che le Naru/Hina conquistino il mondo! 

Comunque voglio ringraziare con il mio piccolo cuore le due giudici, fin troppo buone, Ayumi e Ferula! Grazie ragazze, davvero! (se penso che sono arrivata seconda per mezzo punto °-° xDDD Però sono troppo felice!!)

A chiunque questa shot sia piaciuta almeno minimamente: commentate, ragazzi, non vi fa male e provoca una forte sensazione di piacere all'autore!

Davvero, recensite.

Grazie in anticipo ù.ù

Kocch

   
 
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