Amidy Donner aveva visto molti feriti, morti ancora di più, da quando lavorava con l’FBI, eppure il semplice pensiero di poter trovare lui ferito, o peggio ancora morto, la spaventava come nulla, ancor più di quanto la spaventava da piccola il mostro nell’armadio o le minacce della mamma, ancor più di venir uccisa durante una missione.

Con la pistola stretta tra le mani tremanti e sudate, puntata davanti a lei, contro qualcuno che non sapeva se fosse li o no, stava per svoltare l’angolo ed  era dannatamente impreparata a ciò che avrebbe potuto trovare, Amidy questo lo sapeva bene, forse troppo.

Lo sparo udito poco prima le aveva fatto temere il peggio, il fatto che lui non fosse tornato per avvertire che era stato costretto a sparare al SI, l’aveva spinta ad andare a controllare.

Si era allontanata da JJ il più velocemente possibile, in direzione dello sparo, correndo con la pistola puntata verso il nulla, pronta ad uccidere all’evenienza, se fosse servito ad aiutare lui.

Sapeva che JJ l’aveva seguita ma non pensava a nulla in quel momento, non pensava a nulla che non fosse Spencer Reid, ferito, morto o nel migliore delle ipotesi in piedi davanti a cadavere del SI, con la pistola in mano, scioccato ma pronto ad abbracciarla goffamente come solo lui faceva.

Quando Amidy svoltò l’angolo tutti i dubbi lasciarono spazio ad una terribile certezza.

C’erano due uomini nella stanza, uno ferito o morto, Amidy non riusciva a capirlo dal punto in cui si trovava, l’altro in piedi con la pistola fumante ancora in mano, e bastò un attimo per capire che quello in piedi, sano e salvo, non era il suo Spencer.

Mosse un passo, senza badare che l’ SI potesse udirla, mosse un passo ormai colma della certezza che avevano sparato al Dottor Reid, il suo Dottor Reid, quel ragazzo con un quoziente intellettivo decisamente più alto del suo, che la faceva ridere con quel modo di parlare serio e composto persino nella situazioni più buffe, quel ragazzo che la completava e di cui i era fottutamente innamorata.

Mosse un altro passo, la pistola puntata, questa volta non contro il nulla ma contro l’uomo che si ergeva danti a Spencer, non ebbe il tempo di girarsi costui, che era già morto, con il proiettile che l’aveva trapassato da parte a parte.

Amidy lasciò cadere la pistola, mentre JJ la fissava, e percorse quei pochi metri che la dividevano da Reid, si chinò accanto a lui.

Le mani tremavano più di prima mentre carezzava i capelli di Spencer, e lacrime le rigavano il volto, lasciando tracce nere di mascara sulle guance, fissava la ferita sanguinante in pieno petto.  

 JJ chiamava gli altri, poco dopo le braccia di Morgan la spingevano via, noncuranti dalla sue deboli proteste, Hotchner  diceva qualcosa a Rossi mentre una barella portava via Reid.

Era tutto così confuso, i suoni erano coperti dai singhiozzi sconnessi di Amidy, e le immagini sfocate dalle lacrime.
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Seduta in quel corridoio d’ospedale, circondata da tutti i suoi colleghi a amici, Amidy si sentiva sola, nessuno poteva capirla, tutti potevano essere li a consolarla, tutti potevano essere lì a sperare che  i medici salvassero Reid, ma lei era sola.

I capelli castani coprivano completamente gli occhi della ragazza, era cominciato come un qualsiasi altro caso, uno di quelli che piacevano tanto a Spencer, un cadavere, due cadaveri, un serial killer da catturare, metodico e follemente pazzo.

Angolo Autrice.
La mia prima ff su criminal minds che penso valga poco e niente. Non seguo da molto criminal minds  però sono affascinata dal personaggio di Reid.
Per favore fatemi sapere che ne pensate, accetto anche le critiche.
BAci