Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama
Ricorda la storia  |      
Autore: MrsVeroDarcy    29/11/2013    13 recensioni
[Alether]
Nessuno lo interessava particolarmente. Beh, se escludiamo lei.
Alejandro Burromuerto.
Heather Wilson.
A tutto reality.
E poi?
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alejandro, Heather | Coppie: Alejandro/Heather
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

I quiero you - di francesi, cioccolatini e capelli.

La dedico a Solluxy, che mi appoggia sempre e comunque,

e ad Alessia, che mi sopporta e dovrà sopportarmi per altri quattro anni.

Vi voglio bene.

 

Devastato.

Questo era l’aggettivo adatto a descrivere l’animo di Alejandro Burromuerto. Diciasette anni compiuti, origine latino-americana, capelli castani di media lunghezza, bel fisico e un talento nel sedurre donne di tutte le età. Canadesi e non.

Hermoso, inteligente y despiadado, così si descriveva sin dai temi di seconda elementare. Nessuno osava contraddirlo o mettersi contro di lui, tutto quello che voleva lo otteneva. Si ricordava della piccola Anja, in quarta, quando voleva a tutti i costi le sue merendine svizzere al cioccolato. Il caso volle che la bambina avesse deciso di concedergliele, in cambio di stare tutta l’ora di inglese accanto a lui. Quel caso si chiamava Alejandro. Lo stesso che il primo anno delle superiori ebbe fortuitamente le risposte al compito di trigonometria da Jenny, la biondina tutto pepe che ci sapeva fare. Nello studio, intendo.

Quando però in terza superiore Bill Danforth si precipitò a casa sua per picchiarlo –grazie al cielo Carlos con le parole ci ha sempre saputo fare-, il nostro Ale dovette imparare a sue spese che era meglio essere gentile e paziente con entrambi i sessi.

Chi mai avrebbe potuto ostacolarlo quindi dal partecipare a quel maledetto reality show? Li aveva sempre odiati quei cosi, sempre pronti a parlarsi male dietro e farsi i fatti degli altri spifferandoli a mezzo universo, ma i ragazzi di quel programma lo infastidivano: se loro erano riusciti a diventare così famosi, immaginate un tipo come Alejandro!

Nessuno lo intrigava in particolare, men che meno quando gli toccò conoscerli dal vivo. Uno più stupido dell’altro, e chi non era stupido era pazzo. Nessuno lo interessava particolarmente. Beh, se escludiamo lei.

Sin dalla sua prima apparizione televisiva Heather Wilson aveva attirato l’attenzione del bel latino. Magra, pelle diafana, capelli neri come la pece e occhi grigi, attenti scrutatori del mondo dall’alto in basso. Lineamenti orientali, ma canadese da sempre. L’aveva studiata, sapeva le sue strategie, le sue alleanze, le sue paure, i suoi nemici. Sapeva il suo colore preferito, quale marca di profumo prediligeva e a cosa era allergica. Conosceva ogni dettaglio del suo corpo, dai nei a quella piccola voglia sul braccio destro.

Ma vederla dal vivo, dìos, era tutta un’altra storia.

Il loro rapporto era iniziato male, anzi malissimo. Lui non poteva certo immaginarsi che quella piccola arpia aveva capito sin da subito le sue vere intenzioni, e nel corso delle varie puntate non aveva mai ceduto nemmeno per sbaglio alle sue lusighe, benchè le sue compagne di squadra si scioglievano al solo sguardo. Sempre arrabbiata, sempre inviperita con lui.

E mentre tutte le ragazze venivano eliminate, lei era sempre lì, a gioire delle sue debolezze e ad irarsi per le proprie.

Alejandro sentiva giorno per giorno crescere un fastidio enorme, voleva eliminarla, voleva vederla cadere giù dall’areo con i capelli fluttuanti, voleva essere lui l’artefice della sua sconfitta. Ma in contemporanea voleva prendere quel viso pallido e magro tra le sue mani bollenti e baciarla, finchè fosse stata lei a pregarla di continuare.

Ma la gara proseguì, e arrivò il momento in cui vide questi desideri farsi strada per trovare la luce.

E poi il buio.

 

***

 

Dicevo, devastato.

Mentre attraversava le strade di Ottawa con le cuffie nelle orecchie, Alejandro Burromuerto non potè fare a meno di pensare a quanto fossero stati inutili i mesi precedenti.

Sms, email digitate e cancellate. Telefonate mai fatte. Digita e annulla, digita e annulla, digita e annulla.

La sua vita era come ferma, finchè un giorno decise di pasar sobre, di alzarsi dal letto, di fare la barba, di mettersi qualcosa che non fosse un pigiama e di uscire senza una meta precisa.

Così passò da un bar, si sedette in un posticino appartato che affacciava sulla strada trafficata e ordinò una cioccolata calda.

Quando l’ordine arrivò, sentì un calore pervadergli il corpo e solo allora si accorse di quanto facesse freddo. Claro, estamos en febrero…

La campanellina sulla porta suonò, ma Alejandro non ci fece caso più di tanto, preso com’era dal guardare fuori dal vetro una giovane coppia di fidanzati, intenti a mangiare un pasticcino a forma di cuore. Chissà perché, poi.

E nel momento in cui sollevò lo sguardo ne incrociò un altro. Curioso, indagatore.

Il tipico sguardo alla Heather Wilson.

 

***

 

Confuso.

Lo era Alejandro quanto lo era Heather, solo che lei non lo dava a vedere.

Ma insomma, quante possibilità c’erano di trovarla lì, in un bar sconosciuto, alle cinque del pomeriggio di un giorno qualsiasi di febbraio?! Una su mille, forse anche una su un milione, eppure eccola lì, nel suo impermeabile color pesca, il naso rosso per il freddo e i capelli stretti da una treccia.

Senza chiedere il permesso la ragazza si sedette davanti a lui, senza proferire una parola escludendo il “un succo alla pesca per piacere” che disse al cameriere.

Il tempo passava, ma i due facevano di tutto per non incrociare i loro sguardi. Lei leggeva apparentemente interessata il cartellone pubblicitario fuori dalla finestra, lui girava e rigirava il cucchiaino nella sua tazza. Finchè al nostro eroe non venne in mente qualcosa da dire.

«I capelli si sono allungati molto rispetto a qualche mese fa!» Lei alzò lo sguardo, lo scrutò per bene e alzò un sopracciglio.

«Sai com’è, di solito i capelli crescono, non so se i tuoi si accorciano.» Detto ciò ritornò a fissare un punto imprecisato, poi il suo sguardo si illuminò e un sorrisetto diabolico si fece strada tra le sue labbra, che presto sussurrarrono: «Come mai tutto solo oggi? Ti hanno dato buca oppure hai capito che per i tipi come te non c’è speranza?!»

Oggi? Dato buca?

«Ti ho spiazzato? Ehi, anche quelle come me sanno che giorno è oggi, cosa credi? Era una semplice domanda, solo pensavo che ti vedessi con qualcuno, di solito si fa così. Ma puoi non rispondere se sei… in difficoltà!» E riprese a sogghignare, aspettando comunque una risposta.

Che giorno è oggi? Di solito si fa così? Alejandro non riusciva a capire a che gioco stesse giocando, finchè non ricollegò: i ragazzi che si scambiavano cioccolatini, il cartellone pubblicitario con il cuore rosa…  Era proprio il 14 febbraio, il giorno di…

«San Valentino dici? E’ una festa idiota, bisogna sempre essere gentili con le chicas, qualunque giorno dell’anno!» Improvvisò, con un sorriso a trentadue denti in volto. Ma a Heather Wilson non la si fa.

«Con me non attacca, Cascamuerto. Dimmi la verità!»

Forse non tutti i mali vengono per nuocere. In una situazione del genere, c’è solo una cosa da fare. Mentir. E ad Alejandro quello veniva benissimo.

 

***

Scettica.

Era l’espressione di Heather in merito alla balla colossale raccontatale da Alejandro.

«Quindi tu avresti avuto ben tre appuntamenti, ma ti avrebbero scoperto e ti saresti ritrovato da solo?!»

«Claro que sì, mi amor!»

Forse s’è l’era bevuta! Era stato bravo lui a inventare, ma era stata molto più brava lei invece a mantenersi sul vago, nominando solo un certo Pierre…

Furba lei, a lasciarsi “casualmente” cadere a terra un cioccolatino a forma di cuore con su scritto Mon Amour.

Dal canto suo, Alejandro stava cominciando a odiare i francesi. E i cioccolatini. E i cuori. Quindi prima di odiare sul serio mezzo mondo, si decise a fare qualcosa.

Mentre la osservò riporre con cura quel maldito dolcetto nella borsetta, pensò a qualcosa da proporre.

Cinema? Avrebbe potuto casualmente sfiorare la sua mano mentre dividevano in due i popcorn… no, glieli avrebbe tirati tutti in testa.

Luna park? Sarebbe riuscito a stringerla forte mentre l’ottovolante scendeva in picchiata… no, lo avrebbe scaraventato giù dal sedile.

Oppure…

«Senti Burromuerto, perché non andiamo a fare una passeggiata, visto che non hai evidentemente nulla da fare e io oggi mi sento buona, tanto da sprecare un’ora della mia vita per te?»

Quanto la amava.

 

***

Divertito.

Lo era Pierre Wilson appena chiuse la telefonata con la cugina.

Sapeva che aveva preparato un dolce per lui, in fondo sarebbe ripartito presto, ma non poteva immaginare che avesse trovato davvero qualcuno a cui regalarlo.

C’est la vie.

 

--------

Non ho niente da dire, a parte il fatto che ringrazio tutti quelli che seguono le mie storie, quelli che le recensiscono, quelli che mi hanno messo tra gli autori preferiti, quelli che leggono e basta.

Vi voglio bene, un grazie speciale a ognuno di voi, senza il vostro appoggio non sarei qui.

Questa è la mia prima one shot, non scrivo mai così tanto, quindi è un evento epocale! Loro due sono l'Amore con la A maiuscola, e sono rimasta molto delusa dalla quinta stagione... consoliamoci con questo fandom, dai!

Un bacione a tutti, e ricordatevi di guardare Willwoosh sempre e comunque :D

_Vevi

 

   
 
Leggi le 13 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama / Vai alla pagina dell'autore: MrsVeroDarcy