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Autore: ThisGIrl95    29/11/2013    0 recensioni
Cosa può fare una ragazza italo-americana che, trasferitasi da Milano alla città natale della mamma in Ohio, vuole farsi nuove amicizie e trovare la sua strada?
Le attività pomeridiane del liceo William McKinley come il corso di astronomia o quello delle 'geniolimpiadi' la porteranno a trovare persone con degli interessi in comune, ma...
Un giorno assiste all'esibizione delle Nuove Direzioni, il Glee Club della scuola, e capisce che è quello il suo posto.
Ecco la mia storia, la storia di Jennifer Di Vincenzo (detta Jenna o Jen) e delle ore passate a cantare, a ballare e a prepararsi per tutte le gare e le esibizioni...
Genere: Introspettivo, Slice of life, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Blaine/Kurt, Sue/Will
Note: Otherverse, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
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I corridoi del William McKinley sono vuoti... A essere sinceri, ci sono io che cammino per andare dal laboratorio di chimica all’aula canto.
Io, Jennifer Di Vincenzo, da tutti chiamata Jen o Jenna, quindici anni passati a vedere dalla finestra della mia camera la dolce Madonnina che sovrasta la Piazza del Duomo di Milano. Vi chiederete cosa ci faccio in un liceo dall’altra parte del mondo.
Mio padre, italiano, milanese d’adozione (è venuto a viverci all’età di tredici anni perché era una promessa di una squadra di calcio della città, ma la sua carriera calcistica è finita molto prima di iniziare), trentasette anni di pura bontà, si è spento in un incidente stradale, lasciando da sole me e mia mamma americana. Per la mia integrità, mia mamma ha voluto ritornare nella sua città natale, Lima, in Ohio. Io non potevo fare altro che seguirla, devo aiutarla, sostenerla.
Non parlo molto della morte di mio padre, ma questa settimana al Glee parlano di ‘persone che non ci sono più’. Oggi ho deciso di farmi avanti, di fare un’audizione di fronte alle più belle voci che le Nuove Direzioni abbiano mai avuto; tratvolendo ricordare Finn Hudson, le vecchie glorie del Glee Mercedes, Santana, Quinn, Kurt, Puck e Mike sono tornate in città.
Camminando verso l’aula, sento una vocina strana che mi parla nella testa…
Ma chi vuoi prendere in giro?!? Tu, Jenna, ragazza del primo anno, vuoi provare a cantare una canzone così difficile di fronte alle leggende del primo titolo nazionale delle Nuove Direzioni… Forse devi tornare a casa e dire che non sei stata bene… Già, ora cambia direzione, tanto non ti ha vista nessuno…
Dicendomi questo, sono arrivata alla porta dell’aula. Afferro la maniglia, la stringo, ma non riesco ad usarla per aprire quella porta.
Intanto, dentro la classe c’è il professore Shuester che sta parlando di me, racconta della mia vita. Vedo negli occhi di Kurt una certa comprensione, dopotutto ha perso anche lui una persona vicina e sa com’è brutta la sensazione di vuoto che ti pervade.
Nah, cosa stai facendo?!?!? SCAPPA FINCHE’ SEI IN TEMPO!!!!
Faccio per andarmene ma Puck intercetta il mio sguardo e capisce che voglio scappare. Corre verso la porta, la apre e mi trascina dentro l’aula canto.
Shuester mi guarda e mi dice: “Quando vuoi iniziare, parti pure. Prima però dicci chi sei, cosa canti e perché hai scelto questa canzone.”
Oddio, tocca a te!!! Fai un respiro profondo, concentrati e…
“Sono Jen, sono italo-americana, canterò ‘Vesper’s Goodbye’ di Nick Jonas e i The Administration. Se a voi non dispiace, preferisco cantare e poi spiegarvi il motivo della mia scelta.”
Parte la musica; il maestro suona il pianoforte, la jazz band lo segue. Penso di non farcela, di perdere il controllo, ma… Quando tocca a me, alla mia voce, le parole escono senza freno, perfette. Canto e mi commuovo, penso a lui, al suo sorriso. E piango ancora.
And now I die
And kiss your tender lips goodbye
Pray to god he hears my cry
Le ultime frasi le canto per me, non per Shuester o per gli altri nella stanza. Lo faccio per puro piacere personale.
Finisco di cantare, Kurt si alza e viene ad abbracciarmi mentre io piango ancora. Piange anche lui. Le sue non sono solo lacrime di tristezza. L’ho fatto commuovere.
Gli altri si alzano e mi applaudono. Dalla porta arriva anche Rachel, appena atterrata con l’aereo. Applaude anche lei.
La mia prima standing ovation, TUTTA per me.
Wow!!!
 
  
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