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Autore: xDelilah_Morgan    29/11/2013    3 recensioni
Callisto sapeva che per arrivare in cima al pontile di legno che dava sul mare le ci volevano settantatre passi e in quel pallido e freddo pomeriggio novembrino li avrebbe percorsi l'uno dopo l'altro, ricordando ogni persona che se n'era andata dalla sua vita. Perché era così che Callisto elaborava il lutto. E non il lutto inteso solo ed esclusivamente come “morte” ma come “perdita”. E lei aveva perso tante, troppe cose e persone. E le avrebbe ricordate in quei settantatre passi.
Storia scritta per il contest "Frammenti di Novembre" indetto da Pagine di Vento - EFP
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I Settantatre Passi.

 

OS partecipante al contest “Frammenti di Novembre” indetto da Pagine di Vento – EFP
Prompt: Foto

 

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Callisto sapeva che per arrivare in cima al pontile di legno che dava sul mare le ci volevano settantatre passi e in quel pallido e freddo pomeriggio novembrino li avrebbe percorsi l'uno dopo l'altro, ricordando ogni persona che se n'era andata dalla sua vita. Perché era così che Callisto elaborava il lutto. E non il lutto inteso solo ed esclusivamente come “morte” ma come “perdita”. E lei aveva perso tante, troppe cose e persone. E le avrebbe ricordate in quei settantatre passi.

 

Nel primo passo pensò a Jake; lui se n'era andato per primo. Avevano cinque anni, la loro unica foto insieme l'aveva ricevuta in dono dalla madre di lui ed ora la stava stringendo tra le mani arrossate dal freddo. Jake se n'era andato, strappato a questa vita dalla leucemia infantile e non “portato via da un angioletto” come le aveva detto sua madre.

Nel secondo pensò ad Anna, lei l'aveva semplicemente abbandonata. Anna era partita per l'Irlanda senza dirle nulla. Si era affezionata a quella biondina che ora le sorrideva da una Polaroid. Aveva solo sette anni.

Nel terzo e nel quarto pensò ai suoi nonni. Mayleen l'aveva cresciuta come una futura moglie modello e Grant le aveva insegnato tutto quello che il tempo gli aveva permesso per far sì che non perdesse l'intera vita sopra i fornelli. Non aveva pianto ai loro funerali e ancora li ricordava come i due vecchietti sorridenti della foto in bianco e nero che si aggiunse alle altre due.

Nei successivi sei passi rivide gli occhi verdi di suo fratello Holden. Era il suo fratellone, la sua roccia, il suo tutto. Non sopportava però di vivere in quella casa. Le aveva promesso che sarebbe tornato a riprenderla ma non lo rivide più. Avevano passato insieme solo dodici anni. Gettò in acqua anche la foto dell'allora diciottenne.

Faceva male ripensare a tutte quelle persone, tanto male. Ma strinse i denti e proseguì.

Al decimo passo una lacrima cadde sulla foto di una bellissima ragazza di sedici anni dai capelli bruni e gli occhi marroni. Gillian si era trasferita nella casa vicina alla sua quando aveva quattordici anni e morì due anni dopo di cancro. Se la ricorda senza i meravigliosi boccoli ad incorniciarle il volto e gli occhi scuri senza più luce, senza più speranza.

Al sedicesimo vide Mattew, il suo primo ragazzo. Si erano lasciati dopo tre mesi ma era stato il suo primo amore. Era così bello... sapeva che si era sposato con un ragazzo a Madrid da pochi mesi.

Al diciannovesimo spuntò la foto di Cauliflower, “Cavolfiore”. Il suo primo gatto. L'aveva raccolto da una cesta di gattini abbandonati quando aveva diciassette anni. L'aveva chiamato in modo così inusuale perché tutto quello che faceva lei era inusuale. Era un animaletto stupendo, nero con un orecchio bianco e gli occhi gialli. Avevano passato insieme ben ventidue anni.

Al ventitreesimo passo si bloccò. La pila di foto quasi le cadde di mano. Suo padre, quarantotto anni, sorriso sulle labbra. Un pazzo l'aveva ucciso in un incidente d'auto. Gettò subito la foto in acqua. Il suo ricordo ancora l'addolorava. Era il suo diciottesimo compleanno e, al posto di una festa, organizzò un funerale.

Al venticinquesimo passo lanciò in acqua la foto di Marcus. L'aveva illusa, messa incinta ed abbandonata perché “non era pronto ad impegnarsi”. Accompagnò il gesto con un – Vai a farti fottere. – a denti stretti.

Al ventottesimo si unì alle altre la prima ecografia di Olimpia, la sua bimba mai nata. “Aborto spontaneo”, l'avevano chiamato così i dottori. In realtà era stato il suo immenso dolore a portagli via anche l'ultima speranza di una vita normale.

Prese un profondo respiro lasciando che il suo pianto le marcasse le guance arrossate dal freddo.

Al trentunesimo trovò una sua foto. Callisto aveva ventisette anni, sorrideva e fumava una sigaretta. L'aveva messa tra le altre per commemorare la persona che era una volta. Dopo dieci anni era cambiata tantissimo. I suoi capelli una volta rossi e boccolosi ora erano dei banalissimi ricci castano scuro; il suo sorriso si era spento da un po' e aveva smesso di fumare. Solo l'ultima era una vittoria. L'aveva scelta per la sua passeggiata come ricordo della buona volontà che da sempre la caratterizzava e che ora sentiva svanita.

Arrivò a metà strada sentendo l'impulso di voltarsi ma continuò spedita.

Al quarantesimo c'è il suo collega, Mike. Erano stati insieme per tre anni poi lui aveva conosciuto Jessica. La scelta di lui era stata fin troppo semplice per non farle sospettare un tradimento.

Al quarantasettesimo trovò la foto di Sylvia. Non era riuscita ad ottenere la sua custodia. Una madre single non può nulla contro una famiglia felice... l'aveva imparato a sue spese. Il volto della bambina dagli occhi blu si unì agli altri.

Al cinquantaduesimo passo, invece, incrociò gli occhioni acquosi di Tobia. Era un pastore tedesco senza una zampa, ex cane poliziotto ferito durante una fuga in aeroporto. L'aveva preso sotto le ruote uno spacciatore che scappava dall'arresto. L'aveva preso con se perché due anime tristi stavano bene insieme ma il destino volle che un'altra auto finisse il lavoro iniziato tre anni prima.

Le foto stavano affondando e i suoi ricordi con loro.

Era al numero cinquantanove quando i ricci argentei di sua madre occuparono il suo campo visivo. Aveva amato troppo tutti loro e il suo cuore non aveva retto. Ricordava solo il suo sorriso felice e il suo volto addormentato nella piccola bara di legno chiaro.

Nel sessantaseiesimo rivide un vecchio compagno di classe, Thomas. Erano molto legati al tempo e la notizia della sua morte l'aveva stravolta. Era troppo giovane per andarsene così, senza una spiegazione o uno straccio di biglietto. Sua moglie Lucy era nella foto successiva, anche lei andava a scuola con loro e Callisto la conosceva bene. Aveva tagliato i ponti con tutti dopo essere diventata vedova. Si chiedeva ancora che fine avesse fatto.

Al settantesimo passo rimase con due foto in mano. Nella prima c'era Aidan che aveva detto di amarla e poi non si era più fatto sentire. Finì in acqua anche lui, il sapore di limone che avevano le sue labbra ormai era svanito come la sua assenza.

Compì altri tre passi e finalmente si voltò. Si era lasciata dietro una scia di piccoli rettangoli lucidi che stavano colando a picco, lacrime che si stavano asciugando e memorie che stavano sbiadendo.

E poi la guardò. La foto dell'unica persona che le aveva davvero voluto bene, l'unico a cui sarebbe davvero mancata. Il professor McMurphy, il suo vecchio insegnante di lettere che incontrava una volta al mese ogni giorno fino al giorno del suo trasferimento in Grecia. Voleva passare gli ultimi giorni tra le rovine della cultura che più amava. Lui le aveva insegnato quello che suo nonno aveva lasciato a metà. Le aveva insegnato a ribellarsi alla schiavitù mentale; le aveva insegnato a leggere i classici, a costruirsi un'identità, a pensare con la sua testa e a credere a quello che voleva e nona quello che le veniva insegnato dai “più grandi”. Era stato il suo secondo nonno dato che il padre di suo padre non l'aveva mai conosciuto. Ed ora non aveva più nemmeno lui. Mise la foto nella tasca dei jeans e mosse il settantaquattresimo passo cadendo nell'acqua gelida del mare, congedandosi da questa vita vuota. E mentre guardava le nuvole rincorrersi in cielo, un sorriso le affiorò sul volto dopo tanto tempo.

 

-The End-

 

**Angoletto dell'autrice**

Mi sono iscritta a questo contest per testare le mie abilità di scrittrice drammatica ed è venuto fuori questo. A voi i commenti.
Grazie a Mimmo per averla betata e ad F. che è sempre con me nonostante la distanza.
Mi trovate su Facebook qua e qua.

  
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