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Autore: Lady Moon    29/11/2013    2 recensioni
Questa storia parla semplicemente delle emozioni di una ragazza, che, innamorata, riflette fra sé e sé su una verità che non le va a genio, senza che nessuno possa interferire nei suoi riguardi, e comunque non lo permetterebbe.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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                                                                            CINQUE BATTITI.


Senza ponderare il resto, si sedette portandosi le gambe vicine, qualunque sia stata la cosa morbida o dura sulla quale si sedette. Fissò un angolo, un nuovo angolo, forse l'aveva guardato in precedenza, ma mai regalandogli un senso, un senso perchè aveva adesso mille pensieri, dalla sua mente ne uscivano, desideri,verità, e puntavano tutti lì, in quel punto.Non aveva né caldo, né freddo al di fuori dal suo corpo, non sentiva niente e non voleva, il mondo era tutto dentro di lei.

'Su pensa Katy, devi pensare'...doveva farlo, i suoi pensieri, oltre ai libri, qualche film preferito, erano l'unica cosa che la consolava.
Pensò al fatto che fosse congedata da lui, pensò al fatto che lui, l'antiteista stupido, in quel momento stesse facendo altro che pensare a lei, perchè aveva sempre avuto qualcosa di meglio da fare.
Scegliere lei? Per una volta scegliere lei? Avanti, lo sapeva che non era possibile.
Era l'ultima scelta, infondo alla piramide, sarebbe stato uno stupore vederla in cima.(in cima c'è sempre qualcun'altro.) Sono sempre stati su sentieri diversi, assai diversi, entrambi.
Non c'è bisogno di spiegarlo, era dannatamente evidente! 

Si, non erano pensieri carini, ma ne aveva di belli, oh si, ne aveva e come. Ma doveva capire, che in quel posto, a fissare quell'angolo profanato dai suoi stessi occhi, con le lacrime che, delicatamente, l'accarezzavano il viso lasciandosi trasportare giù, fino al mento, non era con lui.
Forse l'aveva voluto lui, forse l'aveva voluto lei, forse l'aveva voluto qualcun'altro, forse il 'fato', a cui perchè avrebbe dovuto credere?
Forse per 'sfortuna', perchè magari non lo meritava... ma quale ragione sarebbe stata importante veramente, infondo?
Suvvia, parliamo di gente che nemmeno usa il proprio cervello, e lei piangeva, ma chi avrebbe dovuto piangere non era di certo lei!
Qualcuno, pensò, diventa triste per cose banali, sciocche, eccessivamente futili. Poi c'è chi è triste veramente per qualcosa, ma se quel qualcosa non merita quella tristezza, sarebbe valsa la pena lo stesso intistrirsi?
La risposta non se l'era data, ma ne era concia, del fatto che molte volte era stupido pensare a determinate cose altrettanto stupide, la stupidità porta stupidità. Non doveva lasciarsi condizionare, erano le persone come lui a doversi disperare un po', quale specchio sarebbe stato in grado di sorridergli? Non lei.
Alla fine questo significa non essere consapevoli: dire, fare, tante di quelle cose senza ragionare.

Che poteva farci?
Poi continuò... pensò, "Katy, tu lo sai, tutto sai, non sei stupida Katy". Un battito, due battiti, tre battiti, quattro battiti, cinque battiti... lui, dieci, venti, trenta, quaranta, la vita continuava, ma non con lui. Almeno non lei! Male... male... male...

'Gli vuoi tanto bene, vero?'  Si, tantissimo. Più di quanto volesse ammettere.
Senza rendersene conto, sembrava essere lontana da se stessa. Perchè lui era se stessa, era parte di lei, delle cose che faceva, che vedeva, lo rivedeva, stranamente, in mille cose, e solo con lui si sentiva al sicuro, per davvero, alcuni dei motivi per cui l'amava.

Era il suo passato, il suo presente, magari fosse stato il suo futuro, nonostante non ci fosse solo del 'bene' fra quei due, infondo, lei avrebbe desiderato ancora rivederlo, un giorno. Quanto, quanto era fusa per quello! 

"Ah, essere giovani e sentire il morso pungente dell'amore" Sisi, Katy amava Albus Silente e la Rowling per questa citazione. (come contraddirla?!?) 

Sicuramente, gli voleva troppo bene.

Sicuramente, non desiderava ancora altro che stare vicino, stretta a lui per un po', anche solo per poi picchiarlo, a quel troglodita.

Sicuramente, ci era passata.
{**Girovagava per i corridoi, sapeva che lui aveva lasciato la porta della sua stanza aperta quella notte, lo sapeva benissimo. Poi lo vide, era a un passo dalla porta, e pensò il peggio :"Lui non sa, lui potrebbe immaginarselo ma non sa, lui non capisce, non mi capisce, come potrebbe capirmi?" Entrò. Era veramente pazza, lui stava dormendo, e lei entrò! Accostò la porta, in modo che nessuno potesse guardare e vederla insieme a lui, sarebbe stato un trauma. Si accovacciò vicino al suo letto, guardandolo, le lacrime le stavano già per appannare gli occhi, quegli occhi tanto malati e succubi, le batté il cuore, sempre più forti erano quei battiti, uno,due,tre... stavolta velocissimi. Le mani scure sfiorarono quelle bianche pallidissime, quasi fosse un privilegio sentire le sue. Era bello, bellissimo, era meraviglioso, era lui! Lui, lui, lui, lui! Ma nonostante ciò... faceva tanto male. Prese coraggio, si avvicinò alle sue labbra e lo baciò, sembrava stesse guidando un sogno. Si sarebbe dovuta staccare adesso, ma non voleva, se era un sogno, poteva anche svegliarlo e dirgli "Ti amo amore mio, io sono qui". Poi lo fece, da quelle labbra dolci si staccò e vide le cose trasparenti, più bianche di lei, per via delle lacrime, scendevano troppo lentamente. Le tolse, guardò di nuovo lui, chissà se al risveglio si sarebbe ricordato, sperava di si in gran parte, nell'altra no. Quant'era bello, quel bacio, lui... I suoi capelli marroni stavolta non si mossero, erano quegli altri simili a farlo, per fortuna il viso di quest'ultima, almeno un po' ,in quell'attimo sorrise, era felice. }
   
 
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