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Autore: mamie    30/11/2013    0 recensioni
Gate 7 purtroppo è stato sospeso, i nostri eroi sono rimasti fermi nella calda estate di Kyoto e non se ne sa più nulla. La cosa mi dispiace molto e vorrei fare qualche piccolo tentativo di portare avanti la storia, sperando che qualcun altro mi imiti.
Questa volta Chikahito e i suoi compagni sono andati a pesca sulle rive del Kamo, ma Chikahito, più che il pescatore, deve fare l'esca!
[ATTENZIONE: possibili Spoiler per chi non ha letto il capitolo speciale 22.5]
Genere: Fantasy, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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LEZIONI DI PESCA
 
1. L’esca
 
‒ Ti piace l’ayu[1] Chikahito? Qui lo fanno veramente molto buono.
Qualsiasi cosa dicesse Hana, Chikahito annuiva. Gli piaceva tutto, se stava con lei. Gli piaceva specialmente andare in giro per Kyoto a provare i locali migliori: i bar modernissimi dove si potevano trovare eccellenti specialità da tutto il mondo e i locali tipici che servivano la raffinatissima cucina tradizionale di Kyoto.
‒ Potresti provare a pescare. Qui si pesca molto bene l’ayu.
Questo l’aveva detto Sakura.
‒ Io non so pescare – aveva risposto Chikahito un po’ in apprensione.
‒ Ti insegneremo! – aveva risposto Sakura tutto allegro, ma Chikahito non era proprio convinto della bontà dell’idea.
‒ Abbiamo bisogno di un’esca – aveva detto Tachibana, impassibile come sempre.
Chikahito si era sentito avvampare. Sakura gli aveva fatto un discorso strano. Non erano lì solamente per godersi il fresco in quella noryo yuka[2] sul Kamo. Erano lì per investigare. Qualcosa stava succedendo sul fiume, qualcosa di spaventoso, aveva detto Hana, e se lo diceva lei, Chikahito ci credeva senza riserve.
Perché, però, quando si parlava di esca, guardavano tutti lui?
 
 
2. Un pescatore deve avere pazienza.
 
Chikahito non riusciva ad immaginare un pomeriggio più monotono di quello che stava passando. Era stato fornito di una canna ultimo modello, lenze, ami, esche di vario tipo e, dopo una sommaria spiegazione, lasciato solo sulla riva del fiume in fila con gli altri pescatori. Ciascuno dotato del suo sgabellino e del suo secchio, ciascuno col cappello pieno di esche e l’aria placida di chi starebbe lì per sempre, i pescatori guardavano Chikahito con un certo divertimento, mentre il ragazzo continuava a sbuffare nervosamente.
Ogni tanto un pescatore tirava su un pesciolino color argento che si agitava freneticamente mandando lampi di luce e spruzzi d’acqua, ma Chikahito ovviamente non aveva preso nulla.
Il canto delle cicale si stava facendo soporifero, il caldo umido non aiutava la concentrazione, Chikahito ciondolava in uno strano dormiveglia.
Qualcosa si mosse sul fondo del fiume. Un’ombra molto grande, ma così indistinta che Chikahito pensò di averla semplicemente sognata. Cercò di accomodarsi meglio sullo sgabello, ormai diventato scomodo, e di restare sveglio.
Una libellula cominciò a ronzargli intorno alla faccia. Impegnato a scacciarla infastidito, non si accorse che la canna vibrava.
Improvvisamente fu circondato dal buio. La luce chiara del sole, gli spruzzi dell’acqua, l’agitarsi frenetico dei pesciolini argentati, tutto era scomparso.
  
  
3. Una lancia famosa
 
Nell’oscurità improvvisa l’acqua del fiume si era fatta luminosa e agitata. Piccole creste schiumose ribollivano in superficie rompendosi in mulinelli di luce. Un’ombra bruna scivolava sul fondo risalendo lentamente.
Chikahito gridò forte quando la pesante massa scura del pesce gatto balzò sopra al pelo dell’acqua, gli occhi tondi spalancati, i baffi vibranti, la coda che guizzava veloce sventolando gocce scintillanti.
Sentì una voce che diceva chiaramente “Oonamazu”[3], ma non riusciva a capire da dove venisse.
L’enorme pesce si rituffò nel fiume sparendo di nuovo sotto l’acqua ribollente.
‒ Sta tornando…
Questa era la voce di Tachibana. Come sempre, quando succedeva qualcosa di strano, i suoi compagni lo circondavano cercando di proteggerlo.
Ancora una volta il pesce risalì dalle profondità del fiume e saltò, molto più in alto, tanto che Chikahito vide le case sulla sponda del fiume riflettersi nei suoi occhi mostruosi.
Sentì Hana che mormorava “Mihoho” e si coprì istintivamente con le mani prima che la massa d’acqua sollevata dal pesce gli piombasse addosso con tutta la sua forza. L’onda però fu deviata e non gli arrivò che qualche goccia d’acqua. Ciò che vide allora fu un altro essere che emergeva dal fiume: sembrava un cervo, ma aveva il colore dell’acqua e imponenti corna bianche. Sopra di lui, montandolo come una comune cavalcatura, un ragazzo dall’apparenza esile, dai capelli bianchi come neve, che però teneva in mano una lunghissima lancia dalla punta fiammeggiante.
‒ Tonobogiri…[4] ‒ mormorò Sakura, e poi aggiunse ad alta voce: ‒ Honda Tadakatsu[5], quale onore…
 
 
4. Il cervo e il guardiano
 
Il cervo si fermò sulla riva, scalpitando. Di nuovo il pesce gatto risalì dal fondo e saltò, ma questa volta bastò un lieve movimento della lancia a deviarlo verso il centro del fiume facendolo sprofondare di nuovo nell’acqua ribollente.
‒ Le mie scuse – mormorò l’uomo che cavalcava il cervo; ‒ Questo essere indisciplinato a volte tenta di fuggire.
‒ Allora, non è venuto per combattere? – chiese Sakura.
L’uomo girò appena lo sguardo su di lui, considerandolo attentamente in silenzio. Poi spostò lo sguardo verso gli altri, soffermandosi su Chikahito.
‒ Così ne avete trovato un altro? Congratulazioni.
Chikahito era semplicemente rimasto a bocca aperta, ma Honda distolse lo sguardo da lui e si rivolse direttamente a Tachibana.
‒ Sugi-hime[6] è prigioniera del mantello dell’Airone Bianco[7], per questo non puoi sentire la sua voce.
Tachibana scattò in avanti come se volesse attaccare il nuovo venuto con tutte le sue forze.
‒ Dimmi dov’è! – gridò.
Honda lo fissò con palese disprezzo: ‒ Pensi che mi diverta a giocare? Ti ho detto quello che so. Adesso basta.
Il cervo si voltò con un movimento aggraziato.
‒ Honda! – urlò Sakura – Da che parte stai?
Il ragazzo girò la testa a guardarlo e sorrise appena.
‒ Dalla mia – rispose prima di sparire nuovamente tra le acque del fiume.
 
 
5. Ritorno a casa
 
‒ Allora le cose spaventose che succedevano sul fiume erano opera sua? – chiese Chikahito nel silenzio che era seguito alla sparizione dello strano guerriero.
‒ No – rispose Hana, ‒ Probabilmente la colpa era di Oonomazu. Honda è il guardiano.
‒ Honda Tadakatsu stava con i Tokugawa – continuò Chikahito frugando nella sua memoria. – E ora?
‒ Non ce l’ha detto – rispose Hana – ma non ci ha neanche attaccato.
Sakura intanto si era avvicinato a Tachibana. Lui era rimasto impietrito a guardare l’acqua, ora di nuovo calma.
‒ Vieni – gli disse dolcemente. – Andiamo a casa.
Chikahito si accorse con orrore che gli occhi di Tachibana erano pieni di lacrime.
‒ Domani andremo ad indagare al tempio di Yasaka – dichiarò Sakura.
Si avviarono tutti verso casa. L’attrezzatura da pesca rimase mestamente abbandonata sulla riva.
‒ Cosa mangeremo stasera? Non ho pescato nemmeno un pesce! – esclamò d’un tratto Chikahito.
‒ Noodles! – rispose Hana strappando per un momento a tutti un sorriso.
E tutti, nonostante la tristezza, le furono grati per questo.
 
 
[1] Ayu: pesce d’acqua dolce, Plecoglossus altivelis.
[2] Noryo yuka sono le piattaforme di legno sulla riva del fiume Kamo: nel periodo estivo i ristoranti allestiscono tavolini all’aperto su queste terrazze da dove si può godere un po’ di fresco nella calda estate di Kyoto.
[3] Oonamazu: pesci gatto che vivono nel lago Biwa, a nord-est di Kyoto. Possono raggiungere il metro di lunghezza, ma io ho esagerato un po’ le dimensioni ;-). Namazu è anche il pesce gatto gigantesco che, secondo la leggenda, si trova sotto l’arcipelago del Giappone, I suoi movimenti provocano i terremoti.
[4] Tonobogiri (o Tonobokiri): “Colei che taglia la libellula”, una delle Tre Grandi Lance del Giappone.
[5] Honda Tadakatsu: generale di Tokugawa Ieyasu (il nonno di Tokugawa Iemitsu) era ritenuto uno dei guerrieri più forti del Giappone. Una leggenda narra di come abbia usato un cervo per attraversare il fiume dopo una battaglia. Viene sempre raffigurato con corna di cervo sull’elmo.
[6] Sugi=cedro. Sugi-hime è la sorella gemella di Tachibana, catturata da Iemitsu. Nel manga la si vede avvolta da un tessuto intricato che ne blocca i poteri.
[7] La danza dell’Airone Bianco è praticata nel tempio scintoista di Yasaka a Kyoto: vuole ricordare una delle versioni della leggenda delle stelle innamorate (Tanabata) dove la principessa, qui chiamata Zhinü, indossa un mantello magico (che però serve a liberarla, al contrario di quello che ho immaginato in questa storia).
 
NdA: Delusa dalla sospensione di quello che mi era sembrato un manga promettente, ho provato a pensare come potesse continuare. Naturalmente io non ho l’immaginazione pazzoide delle Clamp, quindi questa mia continuazione non è gran che, non ne sono molto soddisfatta, ma l’ho pubblicata ugualmente perché sarei curiosa di sapere se avete ipotesi interessanti in merito.
Questa storia parte da dove finisce il capitolo 22.5. Chikahito e gli altri vanno a mangiare in una terrazza sul fiume. Quando Chikahito ringrazia per l'attenzione, Tachibana risponde che non sono lì solo per divertimento, ma devono indagare su strani fenomeni che accadono nel fiume.
Sto pensando anche di andare avanti con un altro episodio, sempre che non mi tiriate i pomodori per l’indegnità con cui ho trattato questo. Inoltre non sono un’esperta di storia o di tradizioni del Giappone, quindi potrei aver detto un sacco di sciocchezze, nel qual caso, per favore, correggetemi. Grazie.
  
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