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Autore: Najara    04/05/2008    3 recensioni
(Cold Case) Un doppio omicidio irrisolto per la squadra omicidi di Philadelphia... con finale scoppiettante per la mia coppia preferita... Buona lettura e mi raccomando recensite!!!!!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo terzo

Capitolo terzo

 

Il corridoio era vuoto, Scotty premette l’interruttore della corrente, la luce non si accese. Proseguirono con le torce, Scotty, sempre davanti, proteggeva con il corpo Lilly che gli controllava le spalle. Non riuscivano a identificare i rumori, era però chiaro che provenissero dal basso. Arrivarono ad una scala, dopo aver controllato due stanze, entrambe vuote. Scotty indicò a Lilly l’ultima stanza, mentre lui iniziò a scendere le scale. Evidentemente si trattava di una cantina, non c’erano finestre e l’unica luce presente era quella della sua torcia. Il rumore si fece sempre più intenso, la scala portava ad una stanza bassa, Scotty entrò con la pistola davanti a sé. Una forte luce lo colpì e lui d'istinto alzò le braccia per proteggersi gli occhi, non vide neanche arrivare il colpo. Fu colpito alla tempia da una sbarra di ferro, cadde a terra, un rivolo di sangue gli scorreva sulla fronte. Il suo aggressore gli tolse la pistola e iniziò a salire le scale.

Lilly controllò la stanza, era vuota come le altre, una strana inquietudine la percorse, non avrebbe dovuto separarsi da Scotty, si girò per raggiungerlo e si trovò davanti una pistola.

“Forza abbassa quell’arma, non vorrei ancora spararti…”, Lilly fu colta dalle vertigini, un senso di panico la percorse, no non di nuovo! Era paralizzata, abbassò la sua arma e la passò al suo aggressore, all’improvviso identificò l’arma con cui la minacciava “William, cosa hai fatto a Scotty?”, l’altro sorrise “Beh direi che o è morto o sta per esserlo…e tu temo lo raggiungerai presto!”, Lilly si sentì prendere dalla disperazione, poi pensò a Scotty e una fredda ira la percorse schiarendole la mente. Si impose di controllarsi, doveva reagire, poteva ancora salvarlo, Stillman e gli altri stavano per arrivare e Scotty forse era solo ferito, ora sapeva cosa fare. “Dimmi William perché li hai uccisi? Jason non era forse il tuo unico amico?” William la guardò con fare beffardo “Non sei mai stata innamorata?”, di nuovo quella domanda, Lilly non capiva, William era forse innamorato di Mira? “Forza rispondi, non c’è forse qualcuno nel tuo cuoricino di detective?” Non ebbe un attimo di dubbio: Scotty, fu stupita lei stessa della rivelazione, sapeva che era importante per lei, ma non aveva mai capito quanto, ne era innamorata! Quasi scoppiò a ridere, che stupido capirlo ora che stavano per morire entrambi. William la osservava “Rispondi altrimenti ti uccido! Come con quel altro, di sotto!” “Se lui muore non vale la pena di vivere!” non sapeva perché l’aveva detto, ma sapeva che era vero. William rise, una risata da folle “Così il tuo cuore appartiene al bel ispettore, in effetti, spalle larghe, mani forte, e quella sensazione di forza che emana… peccato che sia tardi per le dichiarazioni!”. Alzò la pistola contro Lilly che era rimasta folgorata da un idea, quando un rumore provenne dalle scale, William si voltò velocemente, Scotty si reggeva al muro, era quasi riuscito a sorprenderlo, ma le sue gambe l’avevano tradito sull’ultimo scalino. William era alterato, stava per sparare, ma Lilly fu più veloce e si interpose tra lui e Scotty coprendolo con il suo corpo, poi senza attendere parlò “Lo amavi, non è vero? E lui ha scelto Mira, quella sera glielo hai detto, ma lui ti ha respinto, così lo hai ucciso! E con lui Mira, non riuscivo a capire il perché dello sparare al cuore di lui e alla testa di lei, ora è chiaro, era il gesto di un innamorato!” “Non è vero! Lui avrebbe scelto me! Mi amava! Se non fosse arrivata lei mi avrebbe scelto!” Mentre William parlava, Lilly aveva allontanato Scotty dalle scale e ora lo aiutava a rimanere in piedi, Scotty teneva la testa bassa, evidentemente lo sforzo di salire le scale l’aveva stremato. William avanzò verso di loro, lo sguardo accesso dalla follia “Sì, lei è arrivata e lui mi ha detto che l’amava, che l’avrebbe sposata, mi mostrò l’anello che le aveva dato quel pomeriggio! Era offuscato da quella strega, così ho estratto la pistola e gli ho sparato alla testa!” si interruppe allora Lilly intervenne quasi sottovoce “Ma lui non ti ha capito? Dimmi, William, cosa ha fatto Jason?” William sentendo pronunciare il nome dell’uomo che aveva amato e ucciso la guardò “Lui si è buttato su di lei, la chiamava,cercava di rianimarla, mi chiedeva perché? Perché? Perché?... Allora l’ho ucciso…”. Lei e Scotty erano contro la parete, l’unica via d’uscita era una finestra, ma certo lui avrebbe sparato ben prima che lei avesse avuto il tempo di spingere Scotty fuori. Sentì una mano sfiorargli il braccio, Scotty alzò lentamente la testa, nel buio William preso dai ricordì non lo notò, la guardò fisso negli occhi, in quello sguardo c’erano molte parole che non poteva dire, poi fece un leggero cenno verso la finestra. Lilly capì e scosse decisa la testa, non l’avrebbe lasciato solo! William sembrava essersi dimenticato completamente di loro anche se la pistola rimaneva sollevata, Scotty la guardò con tenerezza, poi le sue labbra formarono una frase silenziosa, “Non posso farlo con te qui” era semplice, si sarebbe sacrificato per lei, si sarebbe gettato sul loro sequestratore, lasciando a lei il tempo di fuggire. Lilly non voleva, scosse la testa ancora, ma era inutile aveva deciso, sapeva che era l’unica possibilità per entrambi, William prima o poi si sarebbe riscosso e Lilly non aveva più nessun argomento per trattenerlo, avrebbe sparato ad entrambi. Scotty si scostò lentamente da lei, aveva ripreso un po’ di forze e ora riusciva a stare in piedi da solo, la guardò come se volesse imprimersi nella mente i suoi lineamenti, come se la guardasse per l’ultima volta, poi si buttò su William. Lilly contemporaneamente si gettò sulla finestra, il vetro si ruppe e lei si ritrovò fuori, il contatto con il terreno le tolse tutto il fiato dai polmoni, ma non si permise di riposare, si rialzò e corse in strada, in quel momento un macchina svoltò a grande velocità l’angolo le arrivò accanto e frenò bruscamente, Stillman, Vera, Jeffries e Kat si precipitarono fuori dall’auto, “Cosa succede? Dov’è Scotty” Lilly non rispose a Stillman, ma afferrò la pistola del capo e si precipitò di nuovo verso la casa. Gli altri non ebbero bisogno di spiegazioni, la sua faccia era sufficiente, la seguirono il più velocemente possibile. All’improvviso due colpi d’arma da fuoco risuonarono nell’aria.          

Lilly si buttò verso la porta, Stillman cercò di afferrarla, se come immaginava William aveva avuto la meglio era da pazzi entrare, si sarebbe certamente presa una pallottola, ma non ci riuscì. Lilly entrò nella casa, voleva arrivare da lui e se era morto allora l’avrebbe raggiunto comunque! Piombò nella stanza da dove poco prima era fuggita, seguita da tutti gli altri. Scotty era a terra insieme a William, gli occhi chiusi, sentendoli arrivare li aprì “Ce ne avete messo di tempo”. Le gambe di Lilly tremarono, si fermò e solo allora notò il sangue che si stava allargando sul petto di William. Stillman gli controllò il polso, poi scosse la testa, era morto. Jeffries e Vera aiutarono Scotty ad alzarsi “Ehi vecchietto, non riesci più a stare in piedi?” Vera non riuscì a trattenersi. Scotty li allontanò “Certo che riesco a stare in piedi!”, cercò di fare un passo e se Vera e Jeffries non l’avessero afferrato sarebbe caduto. Stillman notò la traccia di sangue sulla fronte e lo guardò preoccupato, poi si rivolse a Kat che era appena rientrata dopo aver chiamato in commissariato, “Chiama un’ambulanza per favore”. “Non è il caso capo tra un attimo starò meglio…” Stillman non si prese neanche la briga di rispondere a Scotty, raggiunse invece Lilly che non aveva più detto niente e la accompagnò fuori “Tutto bene?” “…Sì… E’ solo che per un attimo pensavo di averlo perso per sempre…”, Stillman la guardò sorpreso, non si sarebbe mai aspettato una simile confessione da Lilly, evidentemente era ancora sotto shock. Gli agenti dal commissariato arrivarono in poco tempo e anche l’ambulanza non tardò. Scotty fu coricato sulla barella malgrado le sue proteste e portato in ospedale. Stillman fece salire Lilly in macchina, poi seguirono l’ambulanza.

Arrivati dovettero attendere che Scotty fosse visitato e facesse le analisi del caso. Circa un’ora dopo un dottore si avvicinò “Siete i colleghi di Valens?”, erano giunti in ospedale anche gli altri. Stillman si alzò immediatamente “Sì, sono il suo superiore, come sta?”. Il dottore sorrise “Direi bene, ha un leggero trauma cranico, ma con qualche settimana di riposo non dovrebbe riportare danni permanenti”, Lilly che aveva ascoltato con il volto teso lo scambio si rilassò, stava bene, era quello che contava! Vera intervenne “Allora possiamo vederlo? Non è che ha perso la memoria è? Mi deve ancora cinque dollari!”, il dottore sorrise alla battuta “Sì, potete vederlo è nella camera 18” , Stillman vide lo sguardo di Lilly “Bene direi che non è il caso di andare tutti insieme no? Vai prima tu Lilly, noi ci prendiamo un caffé per festeggiare, e dopo ti raggiungiamo” “Ma capo…ahi!” le proteste di Vera furono soffocate da un colpo di Jeffries, che si mise a spingerlo verso la caffetteria. Lilly lo ringraziò con un sorriso e si avviò verso la camera, arrivata alla porta bussò ed entrò. Scotty era coricato nel letto, appena vide di chi si trattava le sorrise. “Stai bene?” Improvvisamente Lilly si trovava senza parole “Sì, mi hanno prescritto un po’ di farmaci e due settimane di riposo, meglio di un proiettile, no?!”. “Scotty io…” Lilly abbassò lo sguardo, Scotty intervenne “Pensavi davvero quello che hai detto a William?” Lilly rimase senza parole non pensava avesse sentito “Sì, certo!” rispose infine  “Bene, perché non ho più intenzione di temere la tua reazione! Ti amo e oggi che ho pensato di perderti per sempre mi sono detto che, se vivevo, allora dovevo dirtelo!” Scotty non aveva ripreso fiato per tutta la dichiarazione e ora la guardava preoccupato, Lilly sentiva il cuore scoppiare non riuscendo a trovare altre parole gli si avvicinò e gli sussurrò “Ti amo anche io!”, poi lo baciò.

Stillman non riusciva più a trattenere gli altri e anche lui era impaziente di vedere Scotty, sperava  che il tempo lasciato ai due fosse sufficiente, si avvicinò alla camera e aprì la porta. Certo non si aspettava quello che vide, Lilly era abbracciata a Scotty, i due si stavano baciando, totalmente dimentichi del mondo, non l’avevano neanche sentito entrare. Prima che potesse richiudere la porta Vera si affacciò e li vide “Oh oh! Cosa abbiamo qui?!” il suo tono era canzonatorio, ma il suo volto esprimeva gioia per i due colleghi. Lilly saltò in piedi ed entrambi arrossirono poi Scotty rispose a Vera “Cos’è non ti ricordi più com’è che si dà un bacio?” Jeffries rincarò la dose “Chissà quand’è stato il suo ultimo!”. Tutti risero alle spese di Vera che brontolava vantando tante conquiste. Stillman guardò verso Scotty e Lilly, si era fatto serio “Direi che vi dovrei fare una bella ramanzina, avete disobbedito ai miei ordini… comunque immagino abbiate avuto un valido motivo, voglio il rapporto domani sulla mia scrivania, Stillman sorrise, quindi direi che noi dovremmo andarcene per lasciarvi scrivere il verbale…”, a nessun era sfuggito il sorriso e il leggero tono ironico dell’ultima frase, quindi si rilassarono. Salutarono Scotty e Lilly facendo loro tutti gli auguri di rito, Vera esagerò con un “Auguri e figli maschi!”, poi se ne andarono lasciando la coppia a godere della reciproca compagnia. Lasciati soli Lilly e Scotty si sorrisero “Beh non abbiamo più il problema di dirlo agli altri!” fece notare Scotty, poi prese la mano di Lilly la fece avvicinare e la baciò, non si sarebbe mai stufato di farlo. Sì, tutto era finito per il meglio.

 

 

  
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